Napoli – Si scaldano motori e clima politico in vista
delle ormai imminenti elezioni per il rinnovo del consiglio comunale della
Capitale del Sud. Il mandato scadente e penoso di Giggino “o’ sindachino”
finalmente sta per esaurirsi.
Anni di problemi irrisolti, slogan irrealizzabili e
trovate a dir poco pacchiane e cafone come il gay pride (giusto per
accontentare una lobby che sta diventando sempre più arrogante ed
insopportabile) sono il bilancio fallimentare di quattro anni di nulla
acclarato e certificato. La città continua a soffrire oltre di una crisi morale
atavica e dalla quale – sino a quando domineranno certe logiche – non si
troverà assolutamente modo di venirne fuori, anche dei soliti problemi legati
ad un’immagine sciatta e degradata in cui la presenza della malavita, della
mancanza di lavoro, di sicurezza ed anche di decoro sono il biglietto da
visita. Non mancando le potenzialità per emergere, come abbiamo sempre detto.
Bensì, un deciso cambio di rotta che sia in netto contrasto con l’andazzo che
finora l’ha fatta da padrone.
Perché a parere nostro, tutto viene fatto affinché
nulla cambi. E non potrebbe essere altrimenti pensando all’incredibile faccia
tosta con la quale don Antonio “Berisha” detto Bassolino intende ricandidarsi
allo scranno di Palazzo San Giacomo. Abbiamo ancora negli occhi e nella mente,
i disastri provocati dal suo operato nell’ultimo decennio del secolo scorso,
sia quando era primo cittadino di Napoli che governatore della Regione
Campania. Per chi non è stato sufficientemente o volutamente attento,
ricordiamo solo che la Napoli invasa dai rifiuti e lo scandalo della Terra dei
Fuochi, portano la sua nauseabonda firma! Così come ricordiamo la sua grande
propensione ad occupare più poltrone, quando ad esempio è stato anche Ministro
del Lavoro! Potremmo ancora continuare, pensando allo stato di assoluto degrado
nel quale sono state tenute le periferie o magari il pessimo funzionamento dei
mezzi di trasporto pubblici, la cui qualità è degna di un paese quartomondista!
In un paese civile e realmente democratico, un
personaggio del genere sarebbe già stato consegnato alle patrie galere a
trascorrere quel che resta del sua vita. Non in itaglia, dove invece vengono
premiate sempre e comunque le persone peggiori ed immeritevoli!
L’aspetto più bizzarro del ritorno in pompa magna
magna di Bassolino però è rappresentato dalla sconcertante vicenda che ha
accompagnato le primarie con cui il partito fogna del PD vorrebbe farci credere
che sono i cittadini a scegliere i propri rappresentanti. P
ensate: prima viene chiesto un obolo di due euro,
quasi come se votare fosse un qualcosa che dobbiamo pagare per avere. E non
certo un diritto imprescindibile come dovrebbe invece essere! Per non parlare
poi dello squallore rappresentato dal fatto che i post-comunisti ogni anno
intascano un bel gruzzolo, sotto forma di una vergogna chiamato FINANZIAMENTO
PUBBLICO DEI PARTITI che – giova ricordarlo – era stato pure abolito con un
referendum che naturalmente nella repubblica delle banane itagliana, è passato in
cavalleria ed il cui esito è stato totalmente disatteso dalla disonestà di
questo sistema mafioso dei partiti, di cui il PD fa parte a pieno titolo.
Ma, tornando alla pantomima del PD napoletano, hanno
fatto letteralmente il giro del web e non solo di quello, le immagini con cui
alcuni elettori del partito di Renzi ricevevano dei soldi ai seggi per andare a
votare! Insomma, una doppia vergogna perché – come avrete potuto capire – da un
lato è ripugnante che un cittadino debba pagare per esprimere l’unico diritto
che gli è rimasto, cancellando secoli di lotte e conquiste importanti per
l’umanità. Dall’altro, invece, l’essere pagati con soldi, pacchi di pasta o
quant’altro, è sintomatico di come certe pratiche clientelari siano purtroppo ancora
dure da estirpare.
La morale di questa storia schifosa è che chi in
passato non ha esitato ad utilizzare pratiche scorrette pur di essere votato e
di mantenere il potere, è stato a sua volta vittima dello stesso meccanismo.
Ricorda tanto la favola dei suonatori di Brema che andarono per suonare, ma che
se ne tornarono a casa…..a loro volta, suonati!
In questa corsa elettorale, però, c’è pure lo spazio
per un candidato che si chiama Mario Brambilla. No, per fortuna non si tratta della
Lega 2.0 del parassita Salvini che si presenta anch’essa insieme a certo
(s)fascistume di casa nostra. Ma – udite udite – sarà il rappresentante del
Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo! Ricordiamo ancora molto bene i toni con cui
alcuni degli elettori trattarono i nostri candidati quando – alla tornata per
il rinnovo del Parlamento Europeo – stringemmo un accordo programmatico con la
Lega Nord, solo perché avevamo e tuttora abbiamo una posizione comune sul
diverso tipo di Europa che ci occorrerebbe. Salvo poi, come abbiamo a più
riprese evidenziato, preso le debite distanze dall’operazione del Matteo che di
padano non ha manco il nome a causa della sconcertante deriva centralista che
l’attuale establishment del Carroccio ha poi deciso di intraprendere.
All’epoca, i nostri candidati furono vittime di strali
da parte di certi ambienti grullo-borbonici che arrivarono a spingersi sino
addirittura alle minacce!!!!
Ebbene, tornando allo “sciur” Brambilla che si candida
alla carica di sindaco di Napoli ci chiediamo come mai non si scateni lo stesso
fuoco di fila.
E sì che di motivazioni valide ce ne sono: non è
autoctono (è brianzolo….), non conosce i problemi della città ed in più –
dulcis in fundo, per modo di dire – è pure tifoso della squadra calcistica
della Juventus! Ovvero, l’espressione più squallida del potere e della
tracotanza dello stato itagliano oltre al fatto di essere – nella simbologia e
nell’immaginario del vero indipendentismo meridionale – il prosecutore
dell’infausta dinastia dei Savoia che ha posto la parola fine a 7 secoli di libertà
e di dignità della nostra amata terra.
Il nome di quella squadra non può per nulla essere
legato alla città di Napoli, per ovvie ragioni. E sarebbe davvero paradossale
vedere in che modo lo “sciur” Brambilla si troverebbe a dover ad esempio
gestire l’affaire dello Stadio “San Paolo”.
Che provenga dall’ambiente grillino, poi, non ci
stupisce affatto considerando che il Movimento 5 Stelle sinora, più di
inscenare un’opposizione teatrale ed inconcludente, non ha dimostrato proprio
nulla. Piuttosto ci viene spontaneo dire che è triste notare come questa terra
non sappia finalmente dire un deciso NO al perpetuarsi di certe logiche. Insomma, la solita minestra riscaldata ed avvelenata
che però – ne siamo certi – sarà fatta passare come pietanza gustosa dai media
asserviti e pennivendoli. Più di un vecchio che ritorna e del bizzarro caso di
un padano calato da Casaleggio ed il putridume massonico, abbiamo già capito
che non si andrà oltre…..
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