Milano – La data del 27 maggio 2017 è destinata a
passare alla storia come quella in cui la Lega Nord ufficialmente celebra la sua scissione. La profonda spaccatura che si è creata all’interno del Carroccio, dopo che
il Congresso Federale ha sancito di fatto la contrapposizione assai netta e
marcata fra l’ala indipendentista che fa capo al Senatur Umberto Bossi e quella (s)fascio-nazionalista itali(di)ota di
salviniana memoria, ha segnato la fine di quel movimento che, fra la fine degli
anni ’80 e l’inizio dei ’90, aveva intrapreso una dura lotta contro Roma
ladrona. Quel che avevamo del resto subodorato in tempi non sospetti, ha dunque
trovato un puntuale riscontro.
All’Hotel
Cavalieri è stato presentato oggi pomeriggio il nuovo soggetto politico
“Grande Nord” che intende rilanciare
quella “questione settentrionale” che
anima soprattutto i leghisti della prima ora che hanno sempre fatto una gran fatica
ad accettare la svolta lepenista di Salvini.
Volendo riassumere in poche ma semplici
battute il succo dell’incontro, potremmo dire di aver assistito a delle vere e
proprie prove tecniche di centro-destra che ruota attorno alla collaudata asse Bossi-Berlusconi,
unitamente al rilancio delle tematiche federaliste ed indipendentiste tanto
care all’indimenticato professor Miglio.
Più imprese, più
lavoro e meno tasse: questi i leit-motiv con cui il neonato movimento si è
voluto presentare in una sala affollata di cittadini, giornalisti e curiosi.
Presenti fra gli altri Francesca Martini
(ex sottosegretario ai tempi del Governo Berlusconi), gli ex deputati Oreste Rossi, Marco Reguzzoni ed infine Roberto
Bernardelli, passato alla ribalta delle cronache tempo fa per la storia del
Tanko.
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Roberto Bernardelli intervistato dal TG RAI |
Ma soprattutto Umberto Bossi, applaudito lungamente
dalla sala che ha atteso con trepidazione il suo intervento. Nonostante la sua
presenza sia stata in forse fino all’ultimo momento, il Senatur non è voluto affatto
mancare all’happening in cui pur essendo stata pronunciata poche volte la
parola Padania, si è parlato delle
problematiche di un Nord che sta facendo i conti con la profonda crisi del proprio
sistema imprenditoriale ed i problemi legati alla mancanza di sicurezza legati
all’immigrazione selvaggia ed incontrollata. “Posso garantite che il nostro movimento non è e mai sarà una fabbrica
di cadrega. Chi vuole venire qui – ha tuonato Bernardelli – in cerca di
cadreghe, sappia che non troverà terreno fertile, così come i politici di
professione che vogliono fare politica, ma con i nostri soldi! In merito al
“felpetta” (riferito a Salvini,
nda) se qualcuno dall’alto gli avesse
detto “distruggi la Lega Nord”, credo
che abbia colto questo suggerimento nel miglior modo possibile ed immaginabile.
Perché quando al Congresso Federale dice “prima gli italiani e poi il Nord”,
non fa altro che certificare la fine della Lega Nord, così com’era nata. Ha
assolto questo particolare “compito”, e come in una gara di staffetta doveva portare
il testimone di un sogno costruito da Bossi. In questa corsa, invece, il
“felpetta” fa esattamente il contrario perché va contromano. Ha tradito nel
profondo la genesi e l’origine della Lega Nord che è nata come movimento a
difesa dei territori, delle imprese, dei pensionati e dei nostri territori. Ma
non sarà affatto lui a spegnere il nostro sogno che è nato grazie ad Umberto
Bossi che non ha mai fatto politica per mestiere ed interesse. Non possiamo più
assistere in maniera passiva a questa vergognosa perdita di competitività del
Nord che è la locomotiva dell’intero paese. I giovani perdono lavoro, gli
imprenditori delocalizzano e se ne vanno. E sapete perché? Si pagano troppe
tasse ed in più il potere d’acquisto rispetto al Sud qua è inferiore del 30%. I
pensionati con appena 500 euro al mese fanno una fatica tremenda a sopravvivere
e magari qualcuno di quelli del meridionale è pure un falso invalido!
La classe politica meridionale, composta da parassiti, si è portata via i nostri soldi e non risolve per niente i nostri problemi! Questo perché la classe politica del Nord non sa neppure salvare quelli che produciamo qui! Abbiamo intrapreso due iniziative piccole, ma importanti come la raccolta firme con cui intendiamo opporci all’ennesimo intervento pubblico a favore di Alitalia che ha contratto un debito con i comuni limitrofi all’aeroporto di Malpensa. Prima deve pagare. Dopodiché, per me può anche fallire. L’altra iniziativa, riguarda i comuni piemontesi che nel 1994 subirono gravissimi danni da un’alluvione che causò morti a causa dell’esondazione del Po. Lo stato permise – bontà sua – di non far pagare niente a chi subì quei danni. Adesso, a distanza di 23 anni, è tornato a battere cassa chiedendo il versamento dei contributi che erano stati all’epoca erogati. Gli imprenditori del Nord non devono restituire neppure un euro, è ora di finirla con la storia del “somaro, paga e taci”!”.
La classe politica meridionale, composta da parassiti, si è portata via i nostri soldi e non risolve per niente i nostri problemi! Questo perché la classe politica del Nord non sa neppure salvare quelli che produciamo qui! Abbiamo intrapreso due iniziative piccole, ma importanti come la raccolta firme con cui intendiamo opporci all’ennesimo intervento pubblico a favore di Alitalia che ha contratto un debito con i comuni limitrofi all’aeroporto di Malpensa. Prima deve pagare. Dopodiché, per me può anche fallire. L’altra iniziativa, riguarda i comuni piemontesi che nel 1994 subirono gravissimi danni da un’alluvione che causò morti a causa dell’esondazione del Po. Lo stato permise – bontà sua – di non far pagare niente a chi subì quei danni. Adesso, a distanza di 23 anni, è tornato a battere cassa chiedendo il versamento dei contributi che erano stati all’epoca erogati. Gli imprenditori del Nord non devono restituire neppure un euro, è ora di finirla con la storia del “somaro, paga e taci”!”.
Ampio spazio è stato
però riservato agli interventi di imprenditori, sindaci e normali cittadini che
hanno esposto quei problemi quotidiani che sono lontani anni luce dalla vision
di certi politici che vivono in un mondo dorato ed in certi salotti da cui
sanno solo pontificare. Immigrazione selvaggia e mal gestita, mancanza di
sicurezza, oppressione fiscale e burocratica, categorie sociali (disabili e
pensionati) totalmente abbandonate da uno stato itagliano mariuolo ed accattone
come sempre: questi gli argomenti che si è avuto modo di ascoltare e che non
hanno trovato sinora una valida e concreta risposta.
Poi il momento-clou
dell’incontro, ovvero l’intervento di Bossi
che ha però messo in guardia dall’idea di creare un nuovo partito, rivolgendosi
a Bernardelli. “La magistratura ed i
servizi segreti come sentono l’idea di un nuovo partito – ha avvertito il Senatur
– subito si muovono, perché l’Italia non
è per niente un paese democratico, tutt’altro. Per questo motivo, è opportuno
stare attenti ed abbottonati. Per ora, va bene il discorso culturale perché –
come avete capito – in Italia non c’è libertà. Prima bisogna informare i
cittadini, e poi si parte. Il lavoro è la base del vivere civile e senza di
esso, si chiude. L’anno scorso hanno chiuso circa 100.000 aziende, a dispetto
di quello che ci dicono. Altro che i posti di lavoro sbandierati e promessi da
Renzi! Dall’inizio dell’anno, sono chiuse 241 aziende alla settimana, un vero
disastro. Non possiamo accettare il colonialismo, ben sapendo e mettendo in
conto che i colonialisti sono dei delinquenti perché pronti a comprarsi i
cittadini. Pensano che controllando la nostra economia, possano colpirci. Per
essere italiani, i cittadini del Nord sono costretti a versare tanti soldi!
L’Italia è stata imposta, e non certo voluta. Bisogna stareall’erta, perché
qualcuno crede che la Padania sia stata inventata dal Padreterno per mantenere
l’Italia. Sappiamo che la battaglia sarà lunga e dura. Al momento opportuno,
faremo pagare alla marmaglia che ha favorito il colonialismo, il conto. Sono
ottimista sul fatto che possa nascere un movimento culturale che partendo da
Milano e dalla Lombardia possa far risplendere, come stella polare, l’idea
della Padania! Anche se la Magistratura ed i servizi si muoveranno, il vuoto in
politica non esiste. Sto notando che in questo periodo stanno nascendo tante forze
politiche indipendentiste al Nord: questo significa che quando i popoli si
muovono, non c’è niente che il sistema di potere possa fare. Hanno fatto
scomparire le nostre lingue, poi la nostra cultura con buona pace del Manzoni.
Sono certo che alla fine si troverà la strada giusta, anche se la colpa non è
solo del centralismo italiano e di Roma. Infatti anche gli imprenditori hanno
la loro fetta di responsabilità, perché hanno acquistato quei titoli di Stato
che hanno alimentato sprechi, clientele e disservizi. Oggi non ci sono più gli
investimenti per la ricerca, e questo ha fatto perdere loro competitività.
Hanno ascoltato i consigli dei bocconiani che gli dicevano di comprare”.
Poi la bordata
rivolta a Salvini. “Per essere artefici
del nostro destino, non c’è bisogno di andare altrove perché ci sono 30 milioni
di persone solo in Padania, ovvero la metà dell’intera penisola. Ben vengano i
movimenti indipendentisti che si battono per la libertà dei propri territori.
Non conta il numero dei voti – ha poi concluso – ma il loro peso, così come ho sempre fatto”.
Al termine, la
presentazione del simbolo che sarà, come ipotizzato, una confederazione di
movimenti indipendentisti. Il prossimo appuntamento – fanno sapere gli
organizzatori – è fissato in autunno: il 21 ottobre, esattamente una settimana
dopo i referendum sull’autonomia che si terranno in Lombardia ed in Veneto – è
prevista (probabilmente a Milano) la prima convention del neonato movimento
settentrionalista.
Francesco Montanino
L'intervento di Roberto Bernardelli
Sono Maurizio Brombin ex leghista della prima ora, ex presidente e fondatore degli Alpini Padani, ex coordinatore Delle tre associazioni camice verdi alpini Padani e guardia nazionale padani. Vorrei avere contatti con voi. Il mio contatto è 3495967919.
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