IL SENATUR PRONTO A FONDARE UN NUOVO PARTITO.
Lazzate (PDN) – “La Lega Nord al Sud? È una follia!”.
Parola di Umberto Bossi che, nel corso di un incontro tenutosi nella sede del
Carroccio (totalmente desalvinizzata, per quello che si è avuto modo di notare)
della città brianzola, non ha mancato di sparare autentiche bordate nei
confronti di Matteo Salvini, incentrando il suo intervento sui temi della
Padania e della questione settentrionale.
Il duello a
distanza fra l’anima indipendentista e secessionista che si riconosce ancora
attorno alla figura carismatica del Senatur, e quella nazionalista e
sfascioitagliota salviniana, dunque prosegue senza esclusione di colpi. E si
arricchisce di nuovi elementi destinati ad arroventare ulteriormente il
rapporto non certo idilliaco fra queste due correnti, ormai agli antipodi.
È scontato che il
prossimo congresso federale della Lega Nord sarà quello di una vera e propria
resa dei conti fra chi ancora coltiva il sogno della secessione rispetto a chi
invece oggi sventola il tricolore itagliano. La presenza di Gianni Fava quale
candidato che contenderà la segreteria a Salvini, è più che altro un disperato
tentativo di gattopardesca memoria di tenere unite posizioni che – checché
voglia far intendere il diretto interessato – ci appaiono sempre più
inconciliabili.
“Per spiegare alla gente quello che succedeva – ha esordito
Bossi – 20 anni fa c’era bisogno di
fare un sacco di comizi. Vedo che oggi la situazione non è affatto cambiata. Il
ministro dell’economia Padoan parla di ridurre il cuneo fiscale, ma per come è
fatta l’Italia da sempre c’è una parte lavora ed un’altra che invece campa alle
sue spalle. I lavoratori e gli imprenditori continuano a versare un mucchio di
tasse allo stato, e sono in particolare quelli del Nord a pagare il conto. La
questione settentrionale è all’ordine del giorno, e chi mi ha accusato di aver
preso i soldi della Lega, continua a sbagliarsi di grosso perché piuttosto li
ho sempre dati. Il nostro sogno era e resterà sempre quello di liberare la
nostra terra dalla schiavitù romana. La questione settentrionale è il primo
tassello verso la costruzione della Padania, e la storia insegna che i popoli
celtici, poveri ma dotati di grande spirito battagliero, sono stati in grado di
sconfiggere l’impero romano”.
Poi l’attacco
diretto a Salvini colpevole, a detta del Presidente Federale, di aver portato
la Lega al Sud. “Un’operazione del genere
– ha affermato senza mezzi termini - è
una follia, perché il vero nemico del Nord continuano ad essere Roma e
l’Italia, perché paga senza avere la possibilità di opporsi. La mia battaglia
proseguirà fino a quando la mia gente non sarà libera, e spero che anche i
popoli meridionali capiscano finalmente che devono affrancarsi da Roma se
vogliono riconquistare la libertà. Portare la Lega al Sud non serve a niente,
quando l’anno scorso sono fallite 1.000 imprese a causa del colonialismo
italiano e romano. Salvini ha creato solo grande confusione, perché ormai non
si parla più di Padania. Se perde al congresso, è un uomo morto. Siamo qui per
portare avanti i diritti fondamentali delle persone, ed a Roma continuano a
pensare che noi siamo una loro colonia. Il sistema italiano è fascista, ma si
traveste con la faccia buona e democratica. La questione settentrionale prima o
poi esploderà, perché siamo in una situazione molto brutta. Se non ci
svegliamo, siamo destinati a morire per colpa del centralismo romano”.
A margine
dell’incontro, Bossi molto gentilmente ha risposto ad alcuni nostri quesiti
riguardanti il Sud, così come ha fatto chiaramente intendere che – e qui siamo
di fronte ad un fatto nuovo – che è pronto a formare un nuovo partito con i
suoi fedelissimi, nel caso di rottura al prossimo congresso federale.
“Mi auguro che Nord e Sud – ha confermato
il Senatur - tornino di nuovo a
percorrere quella strada federalista ed indipendentista che contrasti Roma
ladrona, ma c’è bisogno delle persone giuste e di idee altrettanto chiare. Il
Sud dall’indipendenza avrebbe tutto da guadagnarci, dal momento che la sua
presenza nel cuore del Mediterraneo lo pone in una posizione di assoluto
privilegio. Sarebbe auspicabile che si colleghi più all’economia dei paesi
africani che non a quella del Nord, fungendo da traino. Lo stato italiano ha
sempre voluto tenerlo in questa condizione di subalternità, continuandolo ad
ingannare”. Infine, le dichiarazioni destinate a far rumore, a proposito del
clima da separati in casa che si respira all’interno del Carroccio. “Spero che questo equivoco fra federalisti e
nazionalisti all’interno della Lega – ha attaccato Bossi - , cessi con il prossimo congresso.
L’alternativa è la rottura, ed occorre anche valutare l’ipotesi di formare un
grande partito composto da migliaia di ex leghisti che si incontrino a Milano”.
Da queste affermazioni,
sembrerebbero dunque maturi i tempi per l’entrata in scena nell’agone politico,
di un nuovo soggetto che recuperi i temi del federalismo e del secessionismo
facendo leva sulla rabbia dei leghisti della prima ora, che hanno visto deluse
le proprie aspettative dalla svolta nazionalista salviniana.
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La candidatura di Fava, appare piuttosto come un tentativo goffo e gattopardesco di tenere uniti due mondi distanti fra di loro anni luce... |
La candidatura
di Fava, appare piuttosto come un tentativo goffo e gattopardesco di tenere
uniti due mondi distanti fra di loro anni luce, con uno stile tipicamente
democristiano. “Sono convinto che Salvini
– ha dichiarato l’altro candidato alla Segreteria Federale - al prossimo congresso dovrà tenere fede agli
impegni presi con la militanza, ma senza cambiare tattica come invece sta
continuando a fare adesso, perché questo rischia di snaturare la Lega. Ritengo
che la Lega debba continuare a fare ciò per cui è nata. Lui può anche fare il
leader, ma deve rispettare la volontà e gli obblighi di chi ancora ci crede e
sottoscrive la tessera. Mi sono candidato perché penso che sia opportuna una
mediazione forte che trovi il modo di far convivere e confrontare le diverse
correnti, perché i cicli politici cambiano molto rapidamente. Il tutto nella
massima libertà di un movimento che è nato come post-ideologico e deve
continuare ad esserlo. Se dovesse invece diventare – ha poi concluso – un movimentino di estrema destra, sovranista
e nazionalista io credo che in molti non saranno più interessati a far parte
della Lega”.
Insomma, ci
sembra evidente che non potrà essere certo Fava a dare voce e spazio alle
aspirazioni padaniste ed indipendentiste
dei leghisti della prima ora. Il tentativo di salvare capre e cavoli è
destinato a fallire, anche in considerazione del fatto che le sue dichiarazioni
ci appaiono in netta antitesi rispetto alle bordate lanciate da Bossi.
Da convinti
federalisti e secessionisti, siamo dell’idea che un dialogo sia possibile solo
con chi vorrà combattere contro Roma ladrona e le sue angherie. E non certo con
chi, invece, con questo regime partitocratico, affamatore, mafioso e
clientelare, dimostrerà di essere ancora pappa e ciccia…
Francesco Montanino
Intervista a Umberto Bossi 28.04.2017
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