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giovedì 10 gennaio 2019

CON QUESTI PAGLIACCI ITAGLIANI E’ GIA' CARNEVALE


Ci siamo da poco lasciati alle spalle le festività natalizie, ma siamo già proiettati in pieno Carnevale. No, non è stata inventata la macchina del tempo che ci permette di viaggiare in questo caso nel futuro di qualche mese. Né tantomeno si tratta di un fantasioso spot televisivo. Ma di una realtà tangibile e lapalissiana, perché la politica in questo sgangherato paese è ormai piena zeppa di clown, che non riescono nemmeno a strapparci una risata perché fanno piangere.

Siamo passati dal classico teatrino ad un qualcosa di assai simile ad un circo, in cui i cittadini si vedono sempre più limitati i propri diritti ed irrisolti i propri problemi. Non stiamo parlando esclusivamente dei migranti che ormai riempiono le cronache quotidiane di giornali e telegiornali, ma in maniera pragmatica dell’innata propensione di questa classe politica da operetta a tenere eternamente distratti gli elettori, nei modi più disparati. O magari della boutade del reddito di nullatenenza, autentica mancetta elettorale promessa dal bibitaro Di Maio, per ringraziare in maniera sostanziale chi è caduto nella trappola ordita dai pentastellati.

Restano infatti ancora sul tavolo tante emergenze grandi e piccole che non si ha la volontà di eliminare, a causa dell’incapacità di chi eppure è pagato profumatamente per amministrare la “cosa” pubblica.
Il riferimento ai primi cittadini delle due grandi capitali del Sud, è lampante. A Napoli come a Palermo, abbiamo assistito ai continui starnazzamenti di sindaci come De Magistris ed Orlando, che si stanno preoccupando più del business legato all’immigrazione clandestina invece di togliere la spazzatura dalle strade o rendere le città che amministrano più sicure e ricche di opportunità per quei tanti giovani che, invece ed a dispetto delle panzane che continuano a raccontare, sono costretti ogni anno ad abbandonare le proprie terre natìe. Proseguendo in quell’opera di depauperamento delle risorse (anche umane) che questo stato itagliano di sciacalli ha inaugurato da oltre 150 anni a questa parte.
Nel caso in esame, fa specie oltre che tristezza vedere come queste due città, dal passato nobile e fiero, siano oggi diventate autentiche latrine a cielo aperto grazie alla sciatteria conclamata di amministrazioni comunali composte da emeriti ed acclarati incapaci.
A Napoli, in particolare, Gigginoo’ sindachino” ha creato un’enorme voragine sulle finanze della città ricevendo, in questi ultimi mesi, continui richiami da parte della Corte dei Conti che sta paventando da tempo l’avvio della procedura di default. Cosa che ha alimentato la propensione a piagnucolare del sindachino che straparla di debito ingiusto, dimenticando il modo con cui continua a scialacquare i soldi dei napoletani.

Non contento di ciò, il primo cittadino partenopeo ha peggiorato la qualità della vita del capoluogo campano ed ora si sta stracciando le vesta per accogliere i migranti, nel frattempo, piantonati nell’isola di Malta. Adducendo motivazioni umanitarie, sicuramente per un tornaconto personale e politico dal momento che non saranno rieletti ed ora stanno cercando una nuova collocazione politica per potersi riciclare sotto altra forma (anfibia, s’intende…).
Perché quando poi scopri che esistono delle relazioni economiche con le famigerate Open Society di proprietà di quel male incurabile che risponde al nome di George $ORO$, allora capisci che dietro la maschera buonista si cela la più squallida ed infima delle opere di accattonaggio e di speculazione, perpetrate sulle spalle di questi disperati ed ingannando in maniera scandalosa i cittadini. Lo stesso discorso va fatto per l’Orlando bugiardo e viscido che, ricordiamo, ai tempi della lotta alla mafia condotta dal pool di magistrati di Palermo guidati dal mai troppo rimpianto Giovanni Falcone ebbe addirittura l’ardire di criticarlo aspramente, salvo poi spargere le solite lacrime da coccodrillo una volta che quel giudice è stato ammazzato. Anche lui, allettato dai ricchi profitti che è possibile spuntare da questa tratta degli schiavi 2.0, ed abbandonando Palermo al proprio destino.

Con conseguenze sociali facilmente immaginabili e dagli esiti quanto mai imprevedibili: infatti, una volta sbarcati sulle nostre coste e dispiegati lungo i centri di accoglienza, è spontaneo innanzitutto chiedersi chi siano, da dove vengono, se realmente scappano da una guerra e se soprattutto si sono macchiati di crimini nei rispettivi paesi di provenienza. Dopodiché in che modo si sostengono, se hanno un reddito dimostrabile ed un tetto sotto cui ripararsi ed essere rintracciabili. Quelle che sono elementari regole di buonsenso e di imparzialità, in questo paese di buffoni e di idioti, restano pie chimere. Il costo non solo economico, ma anche e soprattutto sociale ricadrà come al solito sulle già zavorrate spalle dei cittadini, che fanno sempre più fatica a portare il piatto a tavola. E che si trovano anche a dover fronteggiare, in tantissimi casi di cui purtroppo sono sempre più piene le pagine di cronaca nera, gli atti di piccola e grande criminalità perpetrati da chi dice di scappare dalla guerra….Non parliamo di chi vive in ville ipersorvegliate e lussuosissime ma di lavoratori, pensionati e piccoli imprenditori che sorreggono quel che resta del tessuto economico e sociale, di questo paese sull’orlo del baratro.
Appaiono a dir poco evidenti le contraddizioni e l’ipocrisia di chi parla di buonismo quando magari potrebbe anche mettere a disposizione il ricco patrimonio di cui dispone (IOR docet). È il caso del Vaticano e di Papa Francesco che mette il becco su questioni che appartengono alla politica, e non pensa ad estirpare la piaga dei preti pedofili che tanto dolore hanno provocato in tantissimi bambini.

Così come anche la stessa Europa (che non abbiamo MAI votato e che ci è stata imposta attraverso veri e propri trattati capestro), se ne sta lavando vigliaccamente e pilatescamente le mani, dando il contentino dei contributi comunitari a chi accoglie questi clandestini.
In tutto questo, appare chiarissimo che l’altro pagliaccio che rischia di fare man bassa di voti anche nei nostri territori non possa che essere l’ineffabile Matteo Salvini. Il parassita padano sta ricevendo assist a dir poco formidabili da De Magistris, Orlando e tutti quei sindaci che vorrebbero disattendere quella che (giusta o sbagliata) è pur sempre una legge approvata da un Parlamento.

Che in quanto tale, logica impone, andrebbe rispettata. Ed invece qualcuno sta contestando in maniera pretestuosa, non solo rendendosi ridicolo agli occhi dei suoi stessi elettori. Creando inoltre un pericoloso precedente perché, a quel punto, chiunque potrebbe fare lo stesso per emulazione di chi invece le regole dovrebbe farle rispettare. Per non parlare poi – ed è questa la cosa più assurda e paradossale – del formidabile assist che stanno servendo su un piatto d’argento, al loro peggiore nemico che non aveva certo bisogno di queste prese di posizioni ridicole e insensate, per apparire agli occhi del popolino come il salvatore (?!) della patria.
Insomma, in questo scenario da Circo Barnum non si vedono vie d’uscita per questo paese, avviato ad un declino sempre più inevitabile. Sempre che i territori decideranno finalmente di tagliare una volta e per tutte, ponti e soldi a Roma ladrona.

F.M.

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