Ci siamo da poco lasciati alle spalle le
festività natalizie, ma siamo già proiettati in pieno Carnevale. No, non è
stata inventata la macchina del tempo che ci permette di viaggiare in questo
caso nel futuro di qualche mese. Né tantomeno si tratta di un fantasioso spot
televisivo. Ma di una realtà tangibile e lapalissiana, perché la politica in
questo sgangherato paese è ormai piena zeppa di clown, che non riescono nemmeno
a strapparci una risata perché fanno piangere.
Siamo passati dal classico teatrino ad un
qualcosa di assai simile ad un circo, in cui i cittadini si vedono sempre più limitati
i propri diritti ed irrisolti i propri problemi. Non stiamo parlando
esclusivamente dei migranti che ormai riempiono le cronache quotidiane di
giornali e telegiornali, ma in maniera pragmatica dell’innata propensione di
questa classe politica da operetta a tenere eternamente distratti gli elettori,
nei modi più disparati. O magari della boutade del reddito di nullatenenza,
autentica mancetta elettorale promessa dal bibitaro Di Maio, per ringraziare in
maniera sostanziale chi è caduto nella trappola ordita dai pentastellati.
Restano infatti ancora sul tavolo tante
emergenze grandi e piccole che non si ha la volontà di eliminare, a causa
dell’incapacità di chi eppure è pagato profumatamente per amministrare la
“cosa” pubblica.
Il riferimento ai primi cittadini delle due
grandi capitali del Sud, è lampante. A Napoli come a Palermo, abbiamo assistito
ai continui starnazzamenti di sindaci come De Magistris ed Orlando, che si
stanno preoccupando più del business legato all’immigrazione clandestina invece
di togliere la spazzatura dalle strade o rendere le città che amministrano più
sicure e ricche di opportunità per quei tanti giovani che, invece ed a dispetto
delle panzane che continuano a raccontare, sono costretti ogni anno ad
abbandonare le proprie terre natìe. Proseguendo in quell’opera di
depauperamento delle risorse (anche umane) che questo stato itagliano di sciacalli
ha inaugurato da oltre 150 anni a questa parte.
Nel caso in esame, fa specie oltre che
tristezza vedere come queste due città, dal passato nobile e fiero, siano oggi
diventate autentiche latrine a cielo aperto grazie alla sciatteria conclamata di
amministrazioni comunali composte da emeriti ed acclarati incapaci.
A Napoli, in particolare, Giggino “o’
sindachino” ha creato un’enorme voragine sulle finanze della città ricevendo, in
questi ultimi mesi, continui richiami da parte della Corte dei Conti che sta
paventando da tempo l’avvio della procedura di default. Cosa che ha alimentato
la propensione a piagnucolare del sindachino che straparla di debito ingiusto,
dimenticando il modo con cui continua a scialacquare i soldi dei napoletani.
Non contento di ciò, il primo cittadino
partenopeo ha peggiorato la qualità della vita del capoluogo campano ed ora si
sta stracciando le vesta per accogliere i migranti, nel frattempo, piantonati
nell’isola di Malta. Adducendo motivazioni umanitarie, sicuramente per un
tornaconto personale e politico dal momento che non saranno rieletti ed ora
stanno cercando una nuova collocazione politica per potersi riciclare sotto
altra forma (anfibia, s’intende…).
Perché quando poi scopri che esistono delle
relazioni economiche con le famigerate Open Society di proprietà di quel male
incurabile che risponde al nome di George $ORO$, allora capisci che dietro la
maschera buonista si cela la più squallida ed infima delle opere di
accattonaggio e di speculazione, perpetrate sulle spalle di questi disperati ed
ingannando in maniera scandalosa i cittadini. Lo stesso discorso va fatto per
l’Orlando bugiardo e viscido che, ricordiamo, ai tempi della lotta alla mafia
condotta dal pool di magistrati di Palermo guidati dal mai troppo rimpianto
Giovanni Falcone ebbe addirittura l’ardire di criticarlo aspramente, salvo poi
spargere le solite lacrime da coccodrillo una volta che quel giudice è stato
ammazzato. Anche lui, allettato dai ricchi profitti che è possibile spuntare da
questa tratta degli schiavi 2.0, ed abbandonando Palermo al proprio destino.
Con conseguenze sociali facilmente
immaginabili e dagli esiti quanto mai imprevedibili: infatti, una volta
sbarcati sulle nostre coste e dispiegati lungo i centri di accoglienza, è
spontaneo innanzitutto chiedersi chi siano, da dove vengono, se realmente
scappano da una guerra e se soprattutto si sono macchiati di crimini nei
rispettivi paesi di provenienza. Dopodiché in che modo si sostengono, se hanno
un reddito dimostrabile ed un tetto sotto cui ripararsi ed essere
rintracciabili. Quelle che sono elementari regole di buonsenso e di
imparzialità, in questo paese di buffoni e di idioti, restano pie chimere. Il
costo non solo economico, ma anche e soprattutto sociale ricadrà come al solito
sulle già zavorrate spalle dei cittadini, che fanno sempre più fatica a portare
il piatto a tavola. E che si trovano anche a dover fronteggiare, in tantissimi
casi di cui purtroppo sono sempre più piene le pagine di cronaca nera, gli atti
di piccola e grande criminalità perpetrati da chi dice di scappare dalla
guerra….Non parliamo di chi vive in ville ipersorvegliate e lussuosissime ma di
lavoratori, pensionati e piccoli imprenditori che sorreggono quel che resta del
tessuto economico e sociale, di questo paese sull’orlo del baratro.
Appaiono a dir poco evidenti le
contraddizioni e l’ipocrisia di chi parla di buonismo quando magari potrebbe
anche mettere a disposizione il ricco patrimonio di cui dispone (IOR docet). È
il caso del Vaticano e di Papa Francesco che mette il becco su questioni che
appartengono alla politica, e non pensa ad estirpare la piaga dei preti
pedofili che tanto dolore hanno provocato in tantissimi bambini.
Così come anche la stessa Europa (che non
abbiamo MAI votato e che ci è stata imposta attraverso veri e propri trattati
capestro), se ne sta lavando vigliaccamente e pilatescamente le mani, dando il
contentino dei contributi comunitari a chi accoglie questi clandestini.
In tutto questo, appare chiarissimo che
l’altro pagliaccio che rischia di fare man bassa di voti anche nei nostri
territori non possa che essere l’ineffabile Matteo Salvini. Il parassita padano
sta ricevendo assist a dir poco formidabili da De Magistris, Orlando e tutti
quei sindaci che vorrebbero disattendere quella che (giusta o sbagliata) è pur
sempre una legge approvata da un Parlamento.
Che in quanto tale, logica impone, andrebbe
rispettata. Ed invece qualcuno sta contestando in maniera pretestuosa, non solo
rendendosi ridicolo agli occhi dei suoi stessi elettori. Creando inoltre un
pericoloso precedente perché, a quel punto, chiunque potrebbe fare lo stesso
per emulazione di chi invece le regole dovrebbe farle rispettare. Per non
parlare poi – ed è questa la cosa più assurda e paradossale – del formidabile
assist che stanno servendo su un piatto d’argento, al loro peggiore nemico che
non aveva certo bisogno di queste prese di posizioni ridicole e insensate, per
apparire agli occhi del popolino come il salvatore (?!) della patria.
Insomma, in questo scenario da Circo Barnum non si
vedono vie d’uscita per questo paese, avviato ad un declino sempre più
inevitabile. Sempre che i territori decideranno finalmente di tagliare una
volta e per tutte, ponti e soldi a Roma ladrona.F.M.
ufficiostampalegasud@gmail.com
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