Le ultime novità sulla riforma
lavoro 2015 e sulla jobs act: dai dati Istat alle critiche di Cgil e
Fiom. Sulla riforma lavoro, jobs act 2015 e Governo Renzi. Il punto del Segretario federale della Lega Sud –
Gianfranco Vestuto in una intervista esclusiva rilasciata alla rivista "Controcampus".
Ad aprile la disoccupazione è scesa a 12,4% ma i giudizi negativi sulla
riforma lavoro continuano ad inasprire il dialogo fra le parti. Ecco le
news su dati Istat, occupazione, mercato del lavoro, abolizione articolo
18 e riforma pensioni.
La Riforma lavoro lede i diritti dei salariati italiani?
L’Italia è fuori dalla recessione? Il Prodotto interno lordo ha ripreso a
crescere nel primo trimestre del 2015, dopo quattro anni infernali.
La disoccupazione nei primi tre mesi del 2015 è calata al 13%. Nel mese
di aprile il numero di occupati è salito vertiginosamente, stagliandosi a
quota 160.000 unità in più rispetto al mese di ad aprile 2014.
A dichiararlo è l’Istat, nella sua consueta analisi trimestrale.
Ritorna a crescere, dunque, dopo il calo d’inizio anno, il tasso di
occupazione (+ 0,1%), con buona pace dei più ostili oppositori del
Governo Renzi. Secondo i dati divulgati dall’Istituto Nazionale di Statistica, infatti, ad aprile, il tasso di disoccupazione è sceso al
12,4%, diminuendo di ben 0,2 punti.
Sale il tasso di occupazione e continua la crescita del numero dei
giovani presi in carico.
A confermarlo sono gli ultimi dati di
monitoraggio divulgati nel 54° report settimanale. Si tratta di numeri
rasserenanti, anche se non del tutto positivi. Sono ancora in molti,
infatti, a storcere il naso e nutrire timori sull’efficacia della
riforma lavoro. Per la Cgil Emilia Romagna, ad esempio, molte aziende starebbero sfruttando le nuove norme della riforma lavoro per
proporre ai lavoratori un licenziamento con incentivo economico in
luogo di una riassunzione con contratti precari presso un’altra azienda,
ma con le medesime mansioni.
I dubbi sulla riforma lavoro di Renzi, dunque, continuano ad
inasprire il dibattito politico, alimentando critiche tutt’altro che
gratuite. I giudizi negativi, del resto, provengono da tutti i fronti.
Si pensi alla Cgil ed alla Fiom di Maurizio Landini, il quale ha, recentemente, dichiarato che “i problemi del paese non si risolvono con il jobs act”.
Riuscirà, il Premier Renzi, a ridare smalto all’Italia con la Riforma lavoro? Lo abbiamo chiesto all’On. Gianfranco Vestuto, Segretario federale della Lega Sud – Ausonia.
Segretario Vestuto, che cosa ne pensa della Riforma lavoro 2015 e del jobs act?
“Ma guardi non penso sia una legge utile, di fatto ha scontentato
sia le parti sindacali che gli imprenditori. In generale i diritti dei
lavoratori vanno preservati, ma non si può pensare di essere competitivi
senza una nuova flessibilità dei contratti che, ripeto, non deve ledere
i diritti”.
Crede che l’Italia sia davvero una Repubblica fondata sul lavoro? Come giudica l’abnorme carenza d’occupazione?
“La carenza di lavoro è figlia anche della globalizzazione, e
questa si combatte impostando delle politiche economiche e di sviluppo
che valorizzino le peculiarità dei territori. Oggi, come dicevo prima,
queste vengono imposte da una Comunità Europea che per esempio, manda al
macero le produzioni agricole migliori del Sud e impone la vendita
delle arance del Marocco, della Spagna, etc. Ad oggi, l’Italia non è
stata in grado di avere una propria politica economica a sostegno
dell’occupazione, inasprendo in più la pressione fiscale che ha avuto
come unico risultato la fuga delle partite IVA all’estero. Si può
parlare mai di lavoro in questo contesto? Direi sarebbe una presa in
giro per un Paese da dove fuggono anche i pensionati”.
Qual è la sua opinione in merito alla Riforma pensioni dell’ex Ministro Fornero?
“Sicuramente una delle leggi dello Stato italiano più discusse e
contestate in assoluto, anche se personalmente penso che il vero
problema è che, come spesso è accaduto negli ultimi anni, per
intervenire sul disavanzo di bilancio e sulle crisi economiche, si vanno
a toccare i diritti sociali delle categorie più deboli e per lo più,
tali interventi, come nel caso in questione, vengono fatti da governi
provvisori (Monti) discioltosi poi nel nulla senza avere neanche un
presupposto programmatico preventivo”.
“Oltre agli esodati e tutte le sperequazioni che ne sono
derivate, quella legge, che lo stesso attuale governo Renzi sta cercando
di cambiare producendo a mio avviso “pasticci” maggiori, di fatto non
ha risolto alcuna problematica tra quelle che si era prefissata, creando
una ingiustizia ed un problema sociale ulteriore. Resta poi inaudita la
bocciatura della Corte Costituzionale del referendum proposto dalla
Lega Nord per cancellare tale legge”.
Capitolo pensione anticipata. On. Vestuto, che cosa ne pensa
del piano di riforma delle pensioni sullodato dal Governo Renzi e dei
recenti Ddl presentati alla Camera dai vari partiti?
“La premessa fondamentale – continua il Segretario Federale della
Lega Sud – come accennato prima, è che non ritengo istituzionalmente
corretto un governo che affronti delle problematiche così delicate senza
averle preventivamente sottoposte alla prova del voto degli elettori , i
quali hanno, a loro volta, il diritto di sapere chi governerà e quali
sono i capisaldi programmatici dei partiti che si propongono come forze
di governo. Immaginiamo poi se addirittura l’elettore si trova al
governo un “premier” diverso da quello che ha votato. Ciò detto, anche
Renzi ovviamente si è reso conto dell’impopolarità della legge Fornero e
sta cercando con una serie di provvedimenti a pioggia di correggerla.
Secondo quanto prevedeva ad esempio il progetto di legge Damiano –
Baretta (Pd) (che inserisce a partire dai 62 anni di età una
penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo, e dà un premio per chi
ritarda), la “nonna” (come la chiama Renzi) su una pensione da 1.000
euro incassata a 61 anziché a 66 anni dovrebbe perderne almeno 100.” – Dice Vestuto – “e secondo la Ragioneria generale, in ogni caso per lo Stato ci
sarebbe un maggior onere di 5 miliardi l’anno. E’ evidente che i conti
non quadrerebbero comunque. La Riforma Pensioni va rivista abbandonando
le “leggi pasticcio” fatte fino ad oggi e i tanti interventi successivi,
legge Fornero compresa. Bisogna ripartire invece da una visione
attuale, possibile e moderna di quello che deve essere prima di tutto un
diritto sociale di una qualsiasi comunità che rispetti il lavoro umano
come diritto dell’uomo, anche quando costui smette di dare il proprio
contributo e tutelando comunque le fasce sociali più deboli. Le risorse
ci sono ed è arrivato il momento di riguardare ai bilanci dello Stato
indirizzando lo sguardo verso gli sprechi e non verso le risorse
destinate alla copertura dei diritti sociali dei più deboli”.
Segretario Vestuto, ci parli dei valori e degli obiettivi della Lega Sud – Ausonia e ci faccia il punto sulla riforma lavoro 2015
“La lega Sud Ausonia nasce come movimento nel 1996 con lo
specifico intento di trasformare lo Stato italiano, in un moderno stato
federale. In questi quasi 20 anni di vita sicuramente lo scenario
geopolitico ed economico, anche internazionale, è cambiato e sicuramente
il mondo e l’Europa in particolare, hanno consolidato delle posizioni
sempre più globalizzanti che tengono poco o per niente in considerazione
le volontà dei territori e dei popoli. Sostanzialmente noi siamo
convinti che la costituzione di un’area macroregionale indipendente del
Sud Italia (cosa che ha anche un suo supporto storico perché il
Mezzogiorno è stato autonomo Regno delle Due Sicilie per 700 anni dagli
Svevi ai Borbone) possa rimettere in moto i processi produttivi autonomi
del Sud che devono fondare sulle vocazioni territoriali e non su
processi industriali e commerciali che ormai seguono un pianificazione
che si decide a Bruxelles e neanche più a Roma. Nel 2000 fu presentato
alla Camera un nostro disegno di legge sulla istituzione di un
“Parlamento del Sud”, che si fondava sul principio della devolution di
poteri e competenze, lasciando allo Stato italiano solo la gestione
delle Forze Armate. Oggi più di ieri, pensiamo che la strada sia quella
dell’indipendenza della macroregione meridionale (dall’Abruzzo alla
Sicilia) cosa che ci permetterebbe sia di uscire dai trattati capestro
sottoscritti dall’Italia con la Comunità Europea, sia di sviluppare
politiche autonome in materia economica, di rapporti internazionali e di
organizzazione territoriale. Gli strumenti giuridici ci sono, perché la
carta dell’ONU prevede il “Principio di Autodeterminazione dei Popoli” e
– come sappiamo – in tutto il diritto internazionale,
l’Autodeterminazione ratificata da leggi interne, vale come legge dello
Stato che prevale sul diritto interno. Del resto in Europa dagli
scozzesi, ai baschi, ai catalani, le pressioni che arrivano in tal senso
sono ormai una realtà”.
Se la Lega Sud governasse, come affronterebbe la piaga sociale della disoccupazione quale sarebbe una buona riforma lavoro?
“Creazione di una macroregione autonoma, una propria moneta ed
una nuova politica di incentivi agli investimenti sui nostri territori,
anche con la istituzione di zone franche o free tax. I nostri territori
devono puntare sulle risorse del turismo e dell’agricoltura e sulle
produzioni di eccellenza. Ciò impone una politica protezionistica delle
risorse lavoro e di quelle naturali. Di sicuro tutto questo non può non
tener conto anche di una diversa gestione del fenomeno immigrazione
straniera clandestina incontrollata a cui di fatto, continua a
corrispondere solo quello dell’emigrazione dei nostri giovani”.
Antonio Migliorino per Controcampus
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