Fine settimana di ricorrenze quello che coincide con il solstizio di
estate. Ad essere protagonisti (come sempre in negativo, considerando i
personaggi di cui parleremo), due simboli dello statalismo e
dell'inefficienza da sempre fra i tanti bersagli che ci fregiamo e ci
vantiamo di attaccare da tempi non sospetti. Ovvero GIGGINO o'
Sindachino e Matteo Salv...inetto!
Partiamo dal sindachino-magistrato di Napoli che sabato scorso ha
festeggiato il proprio compleanno. Nella torta di Giggino troviamo, come
al solito, una città sgarrupata con tantissimi problemi da risolvere
che però il primo cittadino dell'antica Partenope si guarda bene dal
voler seriamente affrontare. Ci siamo sempre chiesti infatti dove trova i
soldi il prode De Magistris per mettersi alla testa di improbabili ed
improponibili cortei di ricchioni e lesbiche di ogni risma, quando
bastano le proverbiali due gocce d'acqua per mettere in ginocchio ed
umiliare ancora una volta la capitale del Mezzogiorno.
Poche ore di pioggia battente ed ecco che per magia la stazione della
metropolitana di Piazza Garibaldi si trasforma in una piscina, fra lo
stupore di cittadini e turisti sorpresi nell'assistere ad uno spettacolo
a dir poco imbarazzante. È possibile che nel 2015, Napoli ancora non
sia dotata di un sistema fognario e di scolo delle acque degno di questo
nome e di una città che vorremmo tanto che diventasse europea, nel
senso dell'efficienza e nella qualità dei beni e servizi offerti a
tutti?
Siamo insomma alle solite. Per le feste e le festicciole i soldi, in un
modo o in un altro, si trovano sempre. Per restituire sotto forma di
beni e servizi pubblici di ottima qualità, le tante tasse e gabelle
vigliaccamente estorte, invece NIENTE DA FARE. E poi vediamo, il
mefitico sindachino mentre chiagne e fotte, quando gli vengono negati
altri soldi pubblici dopo che ha sforato il patto di stabilità: ce ne
vuole davvero di stomaco e di faccia tosta, nel piagnucolare e nello
starnazzare, come magari fanno i suoi amichetti della Gaystapo, con cui
senz'altro condivide la ridicolaggine e l'inconcludenza.
Ma la colpa è anche e sopratutto di quella parte di Napoli che
masochisticamente, continua a dare imperterrita voto e consensi a questo
regime di delinquenti e sciacalli della peggiore specie, che continua a
truffare ed a prendere per il culo le persone oneste e perbene.
Includendo anche quegli ascari e quei traditori che nel verde prato di
Pontida sono andati a celebrare l'altra faccia del centralismo e dello
statalismo più beceri, rappresentati da Matteo SALVINI. E qui arriviamo
all'altra ricorrenza che ha caratterizzato questo fine settimana.
Lasciataci già da parecchio tempo alle spalle, l'alleanza di programma
che avevamo siglato per le elezioni europee, assistiamo ormai non più
sorpresi alla deriva nazionalista e (s)fascista di quello che ad un
tempo era la Lega Nord.
Un tempo, era un partito che incarnava la speranza e la voglia di
cambiamento di chi ieri come oggi vede nella rivoluzione federale,
l'unica seria e reale alternativa a questo putridume mafioso e
partitocratico. Oggi si è trasformato quale ignobile rifugio della
destra statalista ed assistenzialista. Saranno senz'altro contenti i
fascisti che erano entrati per "romanizzare" un Carroccio che circa
venti anni fa era il più accreditato interlocutore per gli
indipendentisti sparsi lungo lo stivale.
Sventolavano a Pontida, le bandiere degli allocchi che sono cascati come
pere mature di fronte alle demagogiche promesse del nuovo segretario
federale, ormai divenuto autentico fenomeno da baraccone mediatico. E
che provengono anche da quel Sud in passato vituperato ed oggi
utilizzato quale nuovo ed insperato serbatoio di voti, necessario per
mantenere il culo saldamente incollato al cadreghino. Come qualsiasi
partito di Roma ladrona che ipocritamente avversavano, per intenderci.
Circostanza questa che ha suscitato in Umberto Bossi (che pure ha enormi
e gravissime colpe, nel processo di "italianizzazione" della Lega Nord)
un moto di orgoglio, tanto che il Senatur ha bacchettato la nuova
dirigenza intravedendo il pericolo di una struttura centralistica, di
questo nuovo soggetto politico che ha sancito la nascita di un altro
partito di regime che si va ad aggiungere ai tantissimi altri già
esistenti che sbafano sulle nostre spalle.
Oggi i simboli della Lega Nord 2.0 sono rappresentati dalle bandiere del
tricoglione italiota ed anche dai diamanti della Tanzania.....sotto
questo punto di visto potremmo consigliare a Salv.....inetto di inserire
Tanzania al posto di Padania, nella dicitura del proprio partito. Del
resto, ha pure lo stand all'Expo ed è pure uno stato già riconosciuto
dalla comunità internazionale. Inoltre fa rima, ed è anche più
"politically correct" visto e considerato che parliamo di un paese di
quel continente nero tanto a cuore, per mere ragioni opportunistiche ed
elettorali, a Matteo 2. Così come al posto del sole delle Alpi, una
bella banana sicuramente fa più bella figura!
Siamo certi che Salv....inetto prenderà in considerazione anche queste
evoluzioni. Nel mentre, anche noi invochiamo una bella ruspa......per
lui e per Giggino, naturalmente!
Francesco Montanino
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