Inequivocabile
ed impietoso. Il rapporto dello SVIMEZ per il 2015 (l’istituto nazionale che segue il Sud e
le sue dinamiche economiche) sullo stato di salute del Mezzogiorno non lascia
molti dubbi su quella che dovrebbe essere una priorità, soprattutto per le
amministrazioni locali. Ma che purtroppo non lo è mai stato, né tantomeno lo
sarà stando così le cose.
Dopo gli
oltre 580.000 posti di lavoro persi lo scorso anno in Sicilia, adesso sappiamo
che non solo ci troviamo in recessione (-1,4% del PIL, nel 2014) ma che in
termini di ricchezza prodotta negli ultimi 10 anni, persino la tanto vituperata
e bistrattata Grecia sta messa (incredibile, ma vero!) assai meglio del
Meridione. Così come attestano i circa 24.000 Euro percepiti mediamente come
reddito ad Atene e dintorni, contro la metà che invece si riscuote nella nostra
amata patria.
Politiche
nazionali e locali scellerate, un autentico processo di desertificazione
produttiva e di depauperamento demografico iniziato nel 1861 e che da allora
non si è mai interrotto in oltre un secolo e mezzo di colonizzazione itagliana.
Basterebbe ed avanzerebbe solo questo per stimolare ad un’azione più concreta i
sindaci di città importanti come Napoli, Bari o Palermo, e per stabilire quali
sono le vere priorità!
Ed invece
assistiamo ad autentici scempi come quelli perpetrati dai primi cittadini come
ad esempio "Giggino o’ Magistrato" o "Leoluchino Orlandino" che si dedicano a ben
altro! Così come attestano le inutili e dispendiose feste per i ricchioni o
magari gli improponibili ed esteticamente orrendi monumenti dedicati ai
migranti ignoti, per rendersi conto di come quella classe politica che dovrebbe
essere esclusivamente preposta a garantirci (perché da noi profumatamente pagata)
il nostro benessere risolvendo problemi gravissimi come l’atavica mancanza di
lavoro, in realtà faccia tutt’altro. Altrove, questo sarebbe più che
sufficiente per avviare un’autentica ribellione di fronte a chi ha tradito il
mandato elettorale in maniera così clamorosa e vergognosa.
Ed invece, buona
parte dei nostri concittadini se ne frega! Certo, c’è un lamentio continuo ed
assordante, come quello di un branco di pecore dolenti e belanti. Ma quando si
tratta di recarsi alle urne e con una semplicissima matita scegliere chi dovrà
essere preposto a rappresentarci, ecco che – chissà perché – ci ritroviamo fra
le PALLE sempre gli stessi, impresentabili ed inguardabili personaggi. Dediti
solo a sprechi ed a prendere la gente per i fondelli con inutili festicciole
rionale, ed ignorando un fattore di criticità come questo e tanti altri che
alla fine fanno la differenza, anche e soprattutto in termini di benessere e
vivibilità.
Tornando ai
dati diffusi dallo SVIMEZ, emerge un quadro a dir poco agghiacciante ed
inquietante. Con un crollo dei consumi (-13%) e degli investimenti (-59%), un
PIL pro capite che a malapena supera i 12.000 euro, con addirittura il 62%
della popolazione che nemmeno ci arriva a quella cifra, e che dunque è da
considerare al di sotto della soglia di povertà! Rischio di povertà che al Sud,
riguarda ben una persona su tre, al contrario di quel che accade al di sopra
della fatidica linea del Garigliano dove il rapporto si attesta su un più “accettabile”
(si fa per dire, naturalmente!) 1 su 10. Calano anche l’occupazione femminile e
quella giovanile, così come conferma il numero sempre crescente di ragazzi (per
lo più laureati) che ogni anno scappano dalla propria terra (questa non è una
diaspora, vero?). Che dunque è destinata ad invecchiare ed a non crescere,
anche dal punto di vista formativo e culturale. Anche considerando il
bassissimo tasso di natalità (solo 174.000 neonati lo scorso anno, ovvero il
numero più basso da 150 anni e passa a questa parte) ed il rischio di
sottosviluppo permanente.
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Nascite in netto calo al Sud |
Dati
statistici che portano all’allarmante e scioccante conclusione – da parte
dell’istituto nazionale – che fra un cinquantennio il Mezzogiorno avrà perso
oltre 4,2 milioni di abitanti, ovvero circa un quinto della propria
popolazione! Va detto chiaramente, una volta e per tutte per non destare
equivoci di sorta: questo è un vero e proprio GENOCIDIO camuffato! Di cui
nessuno ovviamente parla, perché il disegno sporco di questa nazione da
operetta, con il culto del liberticidio e dell’annientamento morale e
materiale, è sempre stato quello di distruggere ogni forma di vita e di
sviluppo dietro i diktat delle massonerie e delle lobby, che temono da sempre che
un giorno il Sud possa improvvisamente scoprire e mettere finalmente nel dovuto
frutto, le proprie immense ed infinite potenzialità!
Con queste
doverose ed ovvie premesse, si intuisce abbastanza facilmente perché la
dittatura (travestita e fatta passare per integrazione) europea abbia poi fatto
il resto, assestando il definitivo colpo di grazia ad un’economia che già
soffriva maledettamente il dualismo con il Nord di questo sgangherato e
ridicolo paese!
Unita alla
cronica inefficienza delle amministrazioni locali, di cui accennavamo poc’anzi,
questi dati confermano – casomai ce ne fosse ancora bisogno – il fallimento
totale del sistema itaglia! Perché, ormai abbiamo capito che la famigerata
“questione meridionale” è solo il solito e squallido specchietto per le
allodole con cui le anime candide di questo regime di carogne, di criminali, di
accattoni, di delinquenti e di bugiardi della peggiore specie si è riempito e
si riempirà per sempre la propria squallida bocca per fregare gli allocchi! Il
gioco lo abbiamo smascherato ormai da tantissimo tempo. E non saranno certo le
stucchevoli dichiarazioni di circostanza a farci cambiare idea.
Restiamo
sempre dell’idea che solo con l’indipendenza, il Sud possa realmente tornare ad
essere quella tigre del mediterraneo, così come Giancarlo Pagliarini e Marco
Bassani, tempo fa, avevano affermato su questo blog. E così come soprattutto
abbiamo avuto modo di constatare per oltre 7 secoli, prima che le dominazioni
borboniche ed itagliane non riducessero la nostra meravigliosa e straordinaria
terra, al rango di vera e propria fogna e discarica del Vecchio Continente!
Francesco Montanino
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