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sabato 7 novembre 2015

COME COMPRARSI IL VOTO: IERI LA PASTA, POI GLI 80 EURO E OGGI LA BENZINA...





Lunghe code davanti ad un distributore di benzina del milanese. Stanno facendo letteralmente il giro dei social, le foto che ritraggono una colonna di automobili in attesa davanti ad una stazione di rifornimento in quel di Cinisello Balsamo. Siamo alla vigilia della solita serrata della tartassata categoria dei benzinai, e gli automobilisti si accalcano per reperire il prezioso carburante con cui muoversi per i prossimi giorni?
Niente di tutto questo. A provocare tutto ciò, l’inusuale prezzo di circa 0,50 Euro – valido però solo per 2.000 litri fra benzina verde e gasolio – fissato pro tempore dal distributore “Reteita(g)lia”.
Sarebbe un’astuta quanto condivisibile mossa di mercato per far conoscere il proprio nome, portando il prezzo di un litro di carburante al suo effettivo costo. Ovvero sgravato da imposte, accise e gabelle assortite che trasformano il rifornimento nel solito salasso voluto da uno stato mafioso ed arrogante.
Ed invece, dietro c’è lo zampone propagnadistico della Lega statalista di Salvini, alleata dei soliti sfigati (s)fascistucoli per provare ad alienarsi le simpatie dei cittadini, rispolverando il cavallo di battaglia (?!) della rivoluzione fiscale che dovrebbe mandare in ginocchio il regime di Roma ladrona. 
Alla vigilia della manifestazione di Bologna, niente di meglio dunque che comprarsi per i 30 denari di giudaica memoria il consenso di quegli elettori che ancora non hanno capito che anche Matteo 2, altro non è che l’altra faccia della stessa medaglia statalista di questa itaglia, sempre più dalla parte dei mafiosi e dei delinquenti premiati con leggi e provvedimenti vergognosi e squallidi. E pronta invece a bastonare, grazie all’intoccabile casta dei magistrati, chiunque osi opporsi ad uno status quo ormai nauseabondo ed insopportabile.
Ancora una volta, nulla di nuovo sotto il sole. Considerando infatti l’atavica propensione del popolo bue ital(id)iota a bersi tutte le frottole raccontategli dai soliti giullari di regime, ed a svendersi per il solito tozzo di pane. Ed a non capire invece che è in atto una strategia ben precisa volta a distogliere l’attenzione dalle nefandezze di un’intera classe politica (sia di maggioranza che di opposizione) che altrove sarebbe già stata da tempo passata per le armi.
Il comandante Lauro, in passato tanto vituperato perché di tasca sua regalò pacchi di pasta ai propri elettori, ha fatto evidentemente scuola. Imitato da Matteo Renzi, con i famosi 80 euro (lordi, naturalmente) regalati alla vigilia delle recenti elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo che gli hanno garantito i voti necessari affinché il governo abusivo, e costituzionalmente illegittimo, da lui presieduto potesse andare avanti.
Così come si è accodato a questa particolare usanza, anche Matteo Salvini della Lega ita(g)liana 2.0 che, approfittando della solita esposizione mediatica gentilmente concessagli dal suo padrone Silvio Berlusconi, ha pensato bene di imitare Cetto La Qualunque garantendo un “pieno di democrazia” ai soliti ebeti che invece non hanno capito che in realtà quella che sembrerebbe una graziosa e gradita elargizione, è fatta con i nostri soldi. Non è infatti difficile capire che dietro questa mossa demagogica, ci sono i tanti milioni di finanziamento pubblico che anche la stessa Lega Nord (non più per l’indipendenza della Padania), si è intascata e che sta spendendo e spandendo come e peggio degli altri partiti romani. Sarebbe infatti il caso di ricordare ad esempio la storia dei 59 milioni di Euro di soldi pubblici che sono finiti nelle casse di Via Bellerio, e che non si sa che fine hanno fatto.
Se veramente questo partito di regime avesse voluto essere dalla parte dei cittadini, del resto non gli sarebbe stato difficile provare – anche se in maniera provocatoria – abbassare il prezzo della benzina, in quelle regioni dove comanda. Viene in mente la Lombardia, malgovernata da Roberto Maroni, in cui tanto si parla di federalismo mentre nella realtà troviamo opere pubbliche mai completate (come il Palaghiaccio di Busto Arsizio, la cui costruzione doveva essere già conclusa da un pezzo e che ormai è diventato un’autentica cattedrale nel deserto) o che comunque non risolvono il problema dell’intenso traffico veicolare che riguarda le aree attorno Milano e che, come la Pedemontana, sono a pagamento per i cittadini che anche stavolta pagheranno il solito pedaggio. Che evidentemente andrà ad ingrossare il portafoglio di qualche solito noto e di alcuni personaggi del più squallido sottobosco politico!

Francesco Montanino

Lega Sud - Ausonia

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