Lunghe code
davanti ad un distributore di benzina del milanese. Stanno facendo
letteralmente il giro dei social, le foto che ritraggono una colonna di
automobili in attesa davanti ad una stazione di rifornimento in quel di
Cinisello Balsamo. Siamo alla vigilia della solita serrata della tartassata
categoria dei benzinai, e gli automobilisti si accalcano per reperire il
prezioso carburante con cui muoversi per i prossimi giorni?
Niente di
tutto questo. A provocare tutto ciò, l’inusuale prezzo di circa 0,50 Euro –
valido però solo per 2.000 litri fra benzina verde e gasolio – fissato pro
tempore dal distributore “Reteita(g)lia”.
Sarebbe
un’astuta quanto condivisibile mossa di mercato per far conoscere il proprio
nome, portando il prezzo di un litro di carburante al suo effettivo costo.
Ovvero sgravato da imposte, accise e gabelle assortite che trasformano il
rifornimento nel solito salasso voluto da uno stato mafioso ed arrogante.
Ed invece,
dietro c’è lo zampone propagnadistico della Lega statalista di Salvini, alleata
dei soliti sfigati (s)fascistucoli per provare ad alienarsi le simpatie dei
cittadini, rispolverando il cavallo di battaglia (?!) della rivoluzione fiscale
che dovrebbe mandare in ginocchio il regime di Roma ladrona.
Alla
vigilia della manifestazione di Bologna, niente di meglio dunque che comprarsi
per i 30 denari di giudaica memoria il consenso di quegli elettori che ancora
non hanno capito che anche Matteo 2, altro non è che l’altra faccia della
stessa medaglia statalista di questa itaglia, sempre più dalla parte dei
mafiosi e dei delinquenti premiati con leggi e provvedimenti vergognosi e
squallidi. E pronta invece a bastonare, grazie all’intoccabile casta dei
magistrati, chiunque osi opporsi ad uno status quo ormai nauseabondo ed
insopportabile.
Ancora una
volta, nulla di nuovo sotto il sole. Considerando infatti l’atavica propensione
del popolo bue ital(id)iota a bersi tutte le frottole raccontategli dai soliti
giullari di regime, ed a svendersi per il solito tozzo di pane. Ed a non capire
invece che è in atto una strategia ben precisa volta a distogliere l’attenzione
dalle nefandezze di un’intera classe politica (sia di maggioranza che di
opposizione) che altrove sarebbe già stata da tempo passata per le armi.
Il
comandante Lauro, in passato tanto vituperato perché di tasca sua regalò pacchi
di pasta ai propri elettori, ha fatto evidentemente scuola. Imitato da Matteo
Renzi, con i famosi 80 euro (lordi, naturalmente) regalati alla vigilia delle
recenti elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo che gli hanno garantito
i voti necessari affinché il governo abusivo, e costituzionalmente illegittimo,
da lui presieduto potesse andare avanti.
Così come
si è accodato a questa particolare usanza, anche Matteo Salvini della Lega
ita(g)liana 2.0 che, approfittando della solita esposizione mediatica gentilmente
concessagli dal suo padrone Silvio Berlusconi, ha pensato bene di imitare Cetto
La Qualunque garantendo un “pieno di democrazia” ai soliti ebeti che invece non
hanno capito che in realtà quella che sembrerebbe una graziosa e gradita
elargizione, è fatta con i nostri soldi. Non è infatti difficile capire che
dietro questa mossa demagogica, ci sono i tanti milioni di finanziamento
pubblico che anche la stessa Lega Nord (non più per l’indipendenza della
Padania), si è intascata e che sta spendendo e spandendo come e peggio degli
altri partiti romani. Sarebbe infatti il caso di ricordare ad esempio la storia
dei 59 milioni di Euro di soldi pubblici che sono finiti nelle casse di Via
Bellerio, e che non si sa che fine hanno fatto.
Se
veramente questo partito di regime avesse voluto essere dalla parte dei
cittadini, del resto non gli sarebbe stato difficile provare – anche se in
maniera provocatoria – abbassare il prezzo della benzina, in quelle regioni
dove comanda. Viene in mente la Lombardia, malgovernata da Roberto Maroni, in
cui tanto si parla di federalismo mentre nella realtà troviamo opere pubbliche
mai completate (come il Palaghiaccio di Busto Arsizio, la cui costruzione
doveva essere già conclusa da un pezzo e che ormai è diventato un’autentica
cattedrale nel deserto) o che comunque non risolvono il problema dell’intenso
traffico veicolare che riguarda le aree attorno Milano e che, come la
Pedemontana, sono a pagamento per i cittadini che anche stavolta pagheranno il
solito pedaggio. Che evidentemente andrà ad ingrossare il portafoglio di
qualche solito noto e di alcuni personaggi del più squallido sottobosco
politico!
Francesco Montanino
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