Capodanno, tempo di discorsi e buoni propositi per il
futuro. Mentre in altri paesi come la Russia il presidente Vladimir Putin non
tedia i propri cittadini con noiose, lunghe e stucchevoli tiritere, nella
repubblica delle banane italiota invece siamo alle prese con il trionfo
dell’ipocrisia e della retorica più piene. Il riferimento al capo dello stato
(naturalmente NON eletto dal popolo e piuttosto espressione dei poteri forti,
delle lobby e delle massonerie oltre che di una cricca di delinquenti in doppio
petto) il nazicomunista Sergio Mattarella e ad uno dei rappresentanti della
pseudo opposizione, Matteo Salvini non è ne casuale, né tantomeno non voluto!
Mentre però il nulla di Mattarella rappresenta la
regola, visto che perpetua una tradizione di retorica e ridicola prosopopea inaugurata
da Scalfaro ed indegnamente portata avanti da Ciampi e Napolitano, per Salvini
un po’ di curiosità (lo ammettiamo) la nutrivamo. E così, pur avendo rinunciato
a seguire il sermone presidenziale, chi scrive decide di investire 21 minuti
del proprio tempo per capire cosa la fervida (?) mente del fannullone padano
abbia mai potuto elaborare e concepire, in tale non trascurabile lasso di tempo.
Si può tranquillamente dire, niente di nuovo sotto il
sole anche in questo caso. Se non la conferma che la Lega è diventato un
partito nazionalista a tutti gli effetti, dove non c’è più traccia della parola
FEDERALISMO! Lo rimarchiamo come sempre a caratteri cubitali, perché vale la
pena evidenziare anche e soprattutto stavolta il fatto che il Carroccio ormai
si sia appiattito sulle posizioni degli sfigati (s)fascisti di fratelli
d’itaglia, dal momento che di quelle battaglie anche da noi condivise in tempi
non sospetti, ormai non v’è più traccia.
Il discorso del parassita, “abbarbicato – parole sue –
in un albergo di Bormio, nel cuore della Valtellina” con una finestra aperta
non si sa bene per quale motivo (ti sta bene se poi ti beccherai un’influenza
con i fiocchi) e con l’esplosione di alcuni petardi a fare da ideale sfondo
sonoro, ha rasentato letteralmente il ridicolo. Solita solfa sull’immigrazione
irregolare, sull’inutilità dell’euro ed anche sui 4 milioni e mezzo di poveri
che contendono il pezzo di pane alle tante risorse fatte entrare allegramente
dagli Alfano e Boldrini di turno. Concetti giusti e sacrosanti, per carità.
Ma nel merito, non ci ha ancora spiegato COSA in
concreto intendono fare lui e quel che resta della Lega, di fronte a questa
vera e propria emergenza sociale. Perché va bene ululare alla luna parlando di
barricate in Parlamento, così come ha fatto lui. Ma ci saremmo quantomeno
aspettati una presa di posizione ancora più netta e decisa nei confronti
dell’apparato di potere che su questo mercimonio continua a lucrare, generando
nel contempo una guerra fra poveri al solo scopo di tenerci distratti ed
indaffarati di fronte alle loro malefatte.
O magari del criminale piano di sostituzione etnica
voluta da quel bastardo criminale che risponde al nome di Kalergi, e che sta
trovando la complicità di questa classe politica composta da vigliacchi e
venduti della peggiore specie!
Ed invece, Salvini non ne ha fatto il benché minimo
cenno perché in fondo anche lui fa parte dell’allegra combriccola che ci sta
facendo sprofondare in un abisso fatto di tasse, miseria, ingiustizia e
violenza. Infatti, vorremmo solo ricordargli che nell’epoca in cui Bobo Maroni
era al Viminale, quale Ministro degli Interni, sono stati aperti quegli stessi
campi rom che adesso lui, povero omuncolo, vorrebbe abbattere con le sue
famigerate ruspe. Con cui vorrebbe anche andare a comandare facendo il verso ad
un tormentone della scorsa estate – sempre parole sue – prendendo la
tangenziale. In questa sede, lo invitiamo volentieri semmai a prendere una ben
specificata strada che lo porta dritto
dritto in un altro paese (decantato da Marco Masini, per intenderci…), giusto
per non scadere nella volgarità.
Proseguendo nell’analisi del discorso del fannullone
“made in Padania”, solo un brevissimo cenno alla morte avvolta ancora dal
mistero, del povero Gianluca Buonanno. Se sei a capo della Lega, avresti dovuto
dedicare molto più di un semplice epitaffio a chi ha portato avanti delle
battaglie coraggiose come Buonanno. Ed invece, ricordiamo ancora bene la tua NON
reazione quando le agenzie batterono la notizia dello “strano” incidente che
aveva riguardato il sindaco di Borgosesia, nonché euro-parlamentare che, a
detta di alcuni, stava per denunciare e rendere pubblici dei documenti che
avrebbero messo in serio imbarazzo l’Unione Europea.
Quello che è stato troppo frettolosamente fatto
passare come un semplice incidente d’auto, quando invece recandomi all’obitorio
di Busto Arsizio non c’era alcun graffio sul volto di Buonanno, avrebbe dovuto
far divampare in te il sacro fuoco della ricerca a tutti i costi della verità
vera. Anche quale segno di doveroso rispetto nei confronti di chi continua a
crederci ed a battersi, pure a costo di pagare con la vita il non voler
abbassare la testa ed arrendersi di fronte ad una verità di comodo divulgata al
solo scopo, di insabbiare tutto! Ma non sei nuovo a questi comportamenti,
perché ne sappiamo – con dati inconfutabili – qualcosa!
Hai fatto esattamente allo stesso modo quando ti fu
fatto notare che, in piena campagna elettorale per le europee del 2014, mentre
tu andavi a fare le passerelle c’era chi come il Segretario Federale Vestuto invece
ha rischiato la propria incolumità solo perché siamo stati vostri alleati nel perseguire
l’idea di un’Europa più giusta e rispettosa dei diritti delle persone oneste e
perbene! Come allora, anche stavolta hai fatto spallucce di fronte ad una morte
– quella di Buonanno – che presenta molti punti in comune con l’attentato che
costò la vita al leader antieuropeista austriaco, Jorg Heider.
Il passaggio più esilarante, per non dire triste, del
lungo discorso di Salvini, ha riguardato però gli “oltre 8.000 campanili che
vanno da Nord a Sud” ed “…in nome delle autonomie….”. Garibaldi e Mussolini
messi insieme, davvero, non avrebbero potuto fare di meglio!
Il termine “federalismo” è letteralmente stato
cancellato dal vocabolario della Lega, quando invece i tempi sono propizi e
maturi per una svolta in senso antistatalista ed anticentralista di questo
ridicolo e sgangherato paese. Ti sarebbe bastato pensare ad esempio alla
crescente voglia di indipendenza che sta animando il Veneto, giusto per restare
non troppo distanti. O se proprio fai fatica a parlarne, potevi tranquillamente
parlare della Lombardia di cui sei anche nativo, che chiede a gran voce di
essere liberata da Roma ladrona. E se proprio ti era difficile fare questi due
fondamentali ed opportuni passaggi, potevi sempre salvarti in calcio d’angolo
parlando della Catalogna e della Scozia che sono ormai ad un passo
dall’ottenere finalmente la libertà e l’indipendenza tanto agognati,
rispettivamente, da Madrid e Londra. Ed invece, pure stavolta nulla di tutto
questo!!!!
Una grande occasione sprecata, ma tutto sommato c’era
da aspettarselo. Del resto, cosa mai avremmo dovuto attenderci da un
personaggio che si è trincerato in un imbarazzato, quanto eloquente silenzio di
fronte alla clamorosa protesta degli altoatesini che hanno fatto affiggere a
Roma, nei giorni scorsi, una serie di manifesti con cui il Sud Tirolo chiede di
essere annesso all’Austria?
Circostanza – questa - che ha fatto strepitare e
starnazzare la propria alleata Giorgia Meloni, che stizzita ha utilizzato
termini durissimi nel commentare l’accaduto, facendo leva sul solito
nazionalismo d’accatto che anima da sempre gli sfigati (s)fascistucoli da
quattro soldi. Ricordiamo a te ed alla tua compagna di merenda italiota, che
esiste l’articolo 20 della carta ONU che parla di diritto
all’autodeterminazione dei popoli, che consigliamo caldamente di rivedere e di
ripassare. Principio sacro del diritto internazionale che legittima il
desiderio di ciascun popolo di essere libero di decidere cosa sia meglio ed
opportuno fare. Compresi gli altoatesini e tutti quelli che vorranno in futuro
affrancarsi da questa squallida invenzione delle massonerie internazionali che
è l’ita(g)lia!
Concetti che però, come ben comprenderete cari
lettori, sono troppo superiori per il nostro ex “comunista” padano, che con il
discorso di fine 2016 non farà altro che accelerare la scissione all’interno di
una Lega Nord che ormai ha perso la propria identità federalista ed
indipendentista, per diventare con tutti i dovuti crismi un vero e proprio
partito romanocentrico e di regime.
Il Senatur Umberto Bossi, fondatore del Carroccio agli
inizi degli anni ’80, del resto lo aveva già evidenziato che la svolta
nazionalista fortemente voluta da Salvini (e dietro la quale, non ci stupiremmo
ci fosse la longa manus dell’ex Cavaliere, checché ne dica e voglia darcela a
bere il nuovo segretario federale) avrebbe presto o tardi portato ad una resa
dei conti all’interno di un movimento che in realtà si era già appiattito su
posizioni decisamente stataliste e centraliste, sin dal lontano 2001 così come
abbiamo imparato purtroppo a sperimentare sulla nostra pelle. Ciò che è certo
ed indubbio, è che il tema del federalismo, ormai, è letteralmente sparito da
qualsiasi discussione politica. Quando, invece, la Brexit, l’elezione di Trump
ed il NO al recente referendum sulla riforma-truffa della Costituzione, hanno
lanciato dei segnali ben precisi.
Che, a nostro avviso, spingeranno sempre di più verso
un assetto che si sta orientando sull’esaltazione del ruolo delle macro-aree
regionali, destinate a sostituire i vecchi ed ormai decrepiti apparati
nazionalistici, così come li conosciamo.
Francesco Montanino







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