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domenica 24 dicembre 2017

NESSUNO DEVE SAPERE CHE IL SUPER VULCANO DEI CAMPI FLEGREI E' AD ALTO RISCHIO DI ESPLOSIONE...


Napoli - Un gravissimo rischio per milioni di persone, di cui poco o niente si sa. Come se già non bastassero gli atavici problemi legati alla mancanza di occupazione e di sicurezza, la più imprevedibile e terrificante delle minacce per il capoluogo partenopeo ed i suoi immediati dintorni, è probabilmente costituita dal ritrovarsi nel bel mezzo di un’area dall’elevata pericolosità vulcanica.
Se mentre quella del Vesuvio è ben nota alla popolazione, in considerazione delle eruzioni comunque drammatiche di cui non mancano anche illustri testimonianze storiche, assai meno sappiamo invece in merito al super vulcano dei Campi Flegrei che sorge a Pozzuoli. Si tratta di un’autentica “bomba” ad orologeria che si trova a pochissimi chilometri dalla capitale del Sud e le cui peculiarità, non sono state ad oggi ancora ben definite dagli esperti, causa dell’estrema dinamicità del sottosuolo. E che per questo desta una certa preoccupazione, anche in considerazione della rinomata propensione al fancazzismo ed al menefreghismo dei politicanti di regime, che induce a dormire sonni tutt’altro che tranquilli.

Una situazione assai delicata che però va estesa a tutto il Mezzogiorno, dal momento che anche i vulcani sottomarini del Marsili o del Palinuro, che si trovano a centinaia di chilometri di profondità nell’area meridionale del Mar Tirreno, rappresentano anch’essi delle pericolosissime minacce per la popolazione dal momento che, in caso di  loro risveglio, potrebbero essere in grado di scatenare dei micidiali tsunami con cui scomparirebbero interi tratti di costa della Calabria, della Campania e della Lucania.
Già con l’ipotesi di un’eventuale (e speriamo procrastinata il più possibile nel tempo) eruzione del Vesuvio, abbiamo visto come in questi anni la classe dirigente napoletana e campana in generale, non abbia trovato il modo di allestire un’efficace politica di prevenzione ed anche di preparazione della popolazione, di fronte ad uno scenario del genere. I piani di evacuazione, di cui tanto si è parlato negli ultimi anni, da soli non possono certo bastare se non sono accompagnati da una serie di misure volte alla tutela ed al rispetto del territorio, partendo dalla lotta alla piaga dell’abusivismo edilizio che riguarda soprattutto di quegli edifici spuntati come funghi negli ultimi 20-30 anni alle pendici del vulcano.

Ne avevamo del resto avuta una riprova ben tangibile nella gestione sciagurata e scellerata della ricostruzione post-sisma del 1980 quando l’incredibile erogazione di denaro pubblico, che doveva trasformare un’immane tragedia in una possibilità di sviluppo e di riscatto per un territorio in grosse difficoltà, si è trasformata nella più spregevole e vigliacca delle occasioni di arricchimento per burocrati e camorristi.
L’altro lato di questa medaglia di merda di cui ci occupiamo in questo articolo riguarda, dunque, lo scandalo legato alla mancata ricostruzione delle aree colpite da eventi tellurici, con i soldi pubblici che non si sa bene in quali tasche sono andati a finire.
Non è solo con la tragedia dell’Irpinia del 1980 che siamo stati alle prese con esempi di cattiva gestione e sprechi senza limiti di danaro pubblico: volendo fare un salto indietro in un tempo non troppo lontano, possiamo citare i tremendi terremoti che hanno messo in ginocchio l’Abruzzo nel 2009 e nel 2016, soprattutto nell’aquilano. Oltre al danno rappresentato dalle solite manovre finanziarie che hanno ulteriormente prosciugato le nostre già esangui tasche, si è pure aggiunta la beffa degli SMS solidali attraverso cui, con piccole donazioni spontanee si sarebbe dovuto provvedere alla ricostruzione di scuole, strade, edifici ed ospedali. E che invece, sono stati vigliaccamente trattenuti da banchieri avidi e senza scrupoli che godono delle nauseabonde protezioni politiche poste in essere da questo esecutivo composto da abusivi e delinquenti della peggiore specie.

Un altro schifo che ormai è diventato spregevole consuetudine e marchio di fabbrica di questa repubblica delle banane, dove la tutela dei più elementari diritti dei cittadini è considerata ormai un optional. Perché qualcuno deve pur dirci che fine fanno questi soldi e come vengono impiegati, così come sarebbe la norma in un paese realmente democratico e civile. Ad oggi, non possiamo fare a meno di constatare come molte persone trascorreranno un altro inverno all’addiaccio dal momento che delle case promesse da quei due pagliacci di Renzi e Gentiloni non si vede neanche l’ombra. Ha destato scalpore nelle scorse settimane, l’incresciosa vicenda di Nonna Peppina che a 96 anni è stata sfrattata dalla sua abitazione per un cavillo giuridico riguardante….il vincolo paesaggistico! Così come non è stata ancora fatta giustizia in merito all’assurda vicenda dell’Hotel Rigopiano travolto da una slavina staccatasi in seguito ad una forte scossa di terremoto verificatasi a Gennaio di quest’anno ed in cui hanno perso la vita - è sempre bene ricordarlo - quasi 30 persone e ben 11 sono state salvate dai soccorritori in condizioni quasi al limite. Chi ha sbagliato dovrebbe pagare, ma sappiamo purtroppo benissimo che difficilmente sarà così.
Tornando alla querelle del bradisismo dell’area flegrea, ciò che non ci convince è che quasi ci sia la volontà di tenere nascoste molte, importanti cose ai cittadini così come avrete modo di leggere. Non possiamo fare a meno di pensare questo, considerando che se da un lato l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) continua a rassicurarci che la situazione è totalmente sotto controllo, dall’altro lato ci chiediamo come mai ad esempio il video di un convegno che si è tenuto quasi un mese fa su questo tema sia stato fatto sparire, adducendo quale patetica spiegazione che si trattava di materiale ad uso “interno”….

Il tutto come se si trattasse di un tabù di cui è meglio non parlare, per ragioni che francamente fatichiamo a comprendere. Un silenzio assordante che instilla sconcertanti dubbi nei riguardi di chi avrebbe quantomeno il dovere di diffondere queste conoscenze, anche a chi addetto ai lavori non è.
Resta un autentico rebus inoltre la telefonata (diffusa dal Corriere del Mezzogiorno, solo pochi mesi fa) dai toni assai allarmistici intercorsa fra due ricercatori dell’Osservatorio Vesuviano, in merito alla situazione del sottosuolo flegreo, ed attualmente al vaglio della Procura di Napoli. Ed in cui venivano anche denunciate carenze organizzative, insieme alla mancanza di strumentazioni particolarmente utili per studiare in maniera più dettagliata le variazioni e le evoluzioni del sottosuolo, che sono di competenza di questo istituto preposto alla conoscenza ed alla divulgazione scientifica dei vulcani che circondano Napoli ed il suo intero hinterland.
La storiella del non voler allarmare la popolazione dunque non regge, se pensiamo che alcuni esperti hanno ammesso che i Campi Flegrei potrebbero dare vita - come si può del resto rilevare ne “Il Fatto Quotidiano” - ad espulsioni freatiche, da un momento all’altro e senza alcun preavviso. E che sarebbe dunque il caso di predisporre un apposito ed elaborato piano per l’evacuazione di milioni e milioni di persone che potrebbero ritrovarsi improvvisamente ed inconsapevolmente coinvolte, in un evento dalle proporzioni apocalittiche. Prevenzione che però è ferma, quale pianificazione, ancora al progetto del 1984: un ulteriore elemento di inquietudine che va a sommarsi ad un quadro della situazione che presenta già di per sé tante contraddizioni

Questo perché la Solfatara presenta - a detta dei massimi esponenti di geofisica e vulcanologia - una caldera con caratteristiche del tutto similari a quella presente nell’altrettanto temibile Yellowstone, che si trova negli Stati Uniti. Ovvero una montagna sotto cui cova tantissimo magma (si è passati dalle 7-800 alle 3.000 tonnellate di flussi di gas al giorno) che, nel momento in cui dovesse trovare uno sbocco verso l’esterno, lo farebbe con conseguenze così nefaste da essere in grado di cambiare il clima, addirittura in buona parte del pianeta. Non a caso, in un indice di rischiosità i Campi Flegrei si trovano ai primissimi posti, e rappresentano a tutti gli effetti il super vulcano più pericoloso esistente in Europa.
Ciò da solo, basta ed avanza per affrontare tali, evidenti criticità in maniera seria, e non più nascondendo ed omettendo notizie ai cittadini, dando la netta impressione che la situazione sia già purtroppo totalmente sfuggita di mano, a chi di dovere.
Perché mentre il grido di allarme di esperti e studiosi di mezzo mondo si sta levando sempre più forte, le istituzioni e buona parte di media stanno lasciando incredibilmente cadere nell’oblio una notizia che meriterebbe - come si sarà ben intuito - ben altra considerazione. Ed invece si continua ad imporre la consegna del silenzio, quasi come se si trattasse di un vero e proprio affare di stato con cui si sta allegramente scherzando sulla pelle di tanti, ignari cittadini.
Non intendiamo fare in questa sede inutili quanto deleteri allarmismi, ma semmai evidenziare come - ancora una volta - il compito della politica locale e nazionale (che sarebbe quello di agire in nome e per conto della popolazione, assumendosi il ruolo e la responsabilità di risolverne i problemi) in realtà continui colpevolmente a latitare.

L’indifferenza di fronte ad una minaccia così seria e terribile, è qualcosa di semplicemente ripugnante e vergognoso che non può non farci esprimere il nostro totale biasimo e disgusto nei confronti di Comune, Provincia e Regione che pure dovrebbero interessarsi e partecipare con maggior vigore su una questione che potrebbe avere conseguenze pesantissime anche sulla stessa futura conformazione del territorio campano, e non solo...

Francesco Montanino

Lega Sud - Ausonia

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