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giovedì 17 gennaio 2019

"ITALIANI VENITE VOI IN AFRICA CHE C'E' TANTO LAVORO"

Città del Capo - capitale del Sud Africa
Provocazione o realtà di cui nessuno sinora ha voluto approfondire? Ciò che ha dichiarato il professor Martin Nkafu Nkemnkia, Direttore del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali Area Internazionale di Ricerca, Sviluppo e Cultura Africana della Pontificia Università Lateranense di Roma, durante un convegno sui gilet gialli che stanno mettendo a ferro e fuoco la Francia, tenutosi nei giorni scorsi nella capitale ed organizzato dal Movimento per le Libertà guidata dal Generale Pappalardo, apparentemente può sembrare assurdo e fuori luogo. In realtà però potrebbe celare una verità di cui si parla poco o nulla, quando le cronache quotidiane si riempiono di storie di ordinaria disperazione che vedono protagonisti migranti che provengono dal continente nero.


Lo stesso docente ha rilanciato ulteriormente confermando che gli italiani sono i benvenuti perché sono amici e vogliamo dare ai vostri giovani l’opportunità di fare esperienza, lavorando in Africa invece di starsene fermi, senza fare niente. Il mio dipartimento – ha poi proseguito – attualmente sta elaborando una serie di progetti che riguardano la cooperazione con l’Italia perché posso assicurarvi che nei nostri paesi ci sono tante possibilità di occupazione. Una visione dunque completamente rovesciata rispetto a quella che ci è propinata da sempre dai nostri media, preoccupati più di dare spazio a chi sull’affaire migranti si sta arricchendo o facendo le proprie fortune politiche, piuttosto che di andare a vedere come stanno realmente le cose come la deontologia professionale eppure imporrebbe!

I paesi africani come ad esempio la Nigeria sono pieni, zeppi di risorse: petrolio, oro, diamanti solo per citare le più importanti…..eppure ogni anno, da quei paesi scappano migliaia di giovani in cerca di fortuna in un’Europa che non è affatto in grado di accoglierli, vista l’attuale situazione economica che soprattutto nella sgangherata Italia dei giorni nostri vede altissimi tassi di disoccupazione e redditi che si stanno sempre più assottigliando. 
Sono sette Paesi (Costa d'Avorio, Ghana, Kenya, Nigeria, Sudafrica, Tanzania e Zambia), tutti nel continente africano, tutti ricchissimi di materie prime, e ognuno per la sua parte entrato di diritto nella lista delle economie emergenti del pianeta.



E' evidente che dietro a questa impressionante spinta di persone, ci sono i trafficanti di esseri umani guidati dai $ORO$ di turno e dalle pseudo organizzazioni non governative, che non si fanno alcuno scrupolo nell’allestire viaggi della speranza che spesso e volentieri si trasformano purtroppo in tragedie di cui faremmo volentieri a meno. Ma non solo, perché una volta sbarcati con lo status di clandestini non sappiamo l’identità di questi disperati, e quanti di loro effettivamente riescono poi ad integrarsi. Con conseguenze facilmente immaginabili, visto e considerato che poi è assai probabile che possano commettere atti delinquenziali di vario genere, o essere assoldati quale nuova manovalanza dalle nostre organizzazioni criminali.
L'AFRICA è RICCA, gli AFRICANI sono POVERI, grazie a tutti NOI che da 100 anni almeno sfruttiamo le sue risorse
In questo enorme giro di denaro, sono coinvolti naturalmente tutti i partiti politici presenti nel nostro paese: compresa anche la stessa Lega di Salvini, i cui amministratori locali percepiscono i ricchi cachet provenienti da quella struttura parassitaria e fancazzista che risponde al nome di Unione Europea, alimentata ogni anno con i nostri soldi!
Possibile che con tutte queste enormi ricchezze, l’Africa non riesca ad avere uno sviluppo economico autonomi che apra nuove opportunità lavorative non solo per i propri abitanti, ma anche per chi proviene da altri paesi? Si è tanto parlato e discusso della globalizzazione e della libertà di potersi spostare, ma una cosa che è stata scarsamente affrontata riguarda le opportunità presenti in luoghi che la vulgata descrive in preda a dittatori, guerre civili e malattie stante la secolare assenza di strutture legate alla sanità ed all’istruzione che permettano accettabili standard di vivibilità per tutti.
È un dato di fatto inconfutabile che potenze come la Cina, presenti in quei paesi già da diversi anni, stiano solo badando a sfruttarli senza minimamente preoccuparsi dei diritti umani (non lo fanno in casa propria con i tibetani o Hong Kong, figurati se si preoccupano di farlo altrove) o – e sarebbe forse la soluzione migliore per arginare finalmente un freno concreto alle imponenti e massicce ondate migratorie cui stiamo assistendo ormai da un decennio – di formare ed istruire al lavoro i giovani africani.
Sarebbe quindi il caso di ridefinire il rapporto con questo immenso continente in un modo totalmente diverso, partendo dall’assunto che semmai i paesi industrializzati dovrebbero pensare innanzitutto a fornire programmi di istruzione e formazione per la manodopera autoctona esportando magari non più armi e ricevendo in cambio droga e disperati. Bensì, prodotti tecnologicamente avanzati e di ottima qualità, una volta che gli africani avranno appreso le tecniche produttive e creato le condizioni affinché sviluppo e benessere finalmente permettano loro di poter essere padroni in casa propria.

In un’ottica davvero collaborativa e di scambio etico e proficuo, con il resto del mondo. Sono stati esportati merci, soldi e persone, ma non il know-how per permettere ai paesi più poveri del pianeta di realizzare quel salto di qualità che, colpevolmente, gli è stato negato dalla vicina Europa così come insegna la storia, quando ci ha raccontato della piaga del colonialismo che ha inibito ogni forma di sviluppo per i paesi africani, inducendoli allo schiavismo ed alla sottomissione.

Un sogno che potrebbe trasformarsi in realtà, ma dipende innanzitutto dalle nostre scelte e dalla nostra capacità di non continuare a considerare questo continente cui ci separa solo un braccio di mare, come un qualcosa di brutto ed indesiderato, solo perché i media continuano a raccontarci la storia che non esistono prospettive di sviluppo ed un futuro dignitoso per quelle popolazioni.
Vuoi vedere che paradossalmente potrebbero aprirsi delle opportunità inaspettate anche per i nostri giovani e che la soluzione per un problema che rischia di far scoppiare una guerra fra poveri indesiderata e dalle imprevedibili conseguenze, sia più a portata di mano di quello che immaginiamo? Sembra assurdo, a parlarne in questi termini ma se solo iniziassimo a ragionare in maniera lucida e razionale, non dovremmo scartare a priori questa possibilità.

Si tratta – come avrete potuto capire - di un tema molto interessante, sul quale promettiamo di tornarci molto presto per un dovuto approfondimento, visto e considerato che di questo aspetto si sa poco o nulla.


RED

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