In Francia continuano le proteste dei gilet gialli: vediamo chi sono, cosa
vogliono, il loro possibile partito e come il movimento è stato ripreso in
Italia.
Tutto è nato come una protesta contro il caro carburante, ma ora
i gilet
gialli in Francia, pronti anche a diventare un partito,
non hanno intenzione di fermarsi neanche dopo le aperture del governo.
Ma chi sono e cosa vogliono questi
gilet gialli che stanno gettando nel caos la Francia? Vediamo allora i motivi
della loro protesta e da chi sono composti, con il movimento che ora è arrivato mal scopiazzato anche in Italia, anche se ci sono molte evidenti differenze e finalità rispetto ai cugini francesi. Può sembrare strano, ma alla base della nascita
dei gilet gialli c’è una signora dall’aria della classica vicina della porta
accanto. Si chiama Jacline Mouraud e di
professione dovrebbe fare la cantautrice da quanto si apprende.
A scatenare il tutto è stato un video di 5 minuti
postato dalla Mouraud su Facebook dove la donna
si scagliava contro Emmanuel Macron, reo di accanirsi
contro gli automobilisti “tanto voi potenti che state nelle grandi città avete gli autisti”. Nel mirino in particolare
c’è l’aumento delle accise per la benzina, la decisione di
abbassare il limite di velocità sulle strade statali da 90 a 80 chilometri
orari, l’aumento dei pedaggi autostradalie
l’incremento del numero dei radar per le multe. Il video è diventato immediatamente virale con milioni di
visualizzazioni, tanto che il 17 novembre dai
social i gilet gialli sono passati alla prima manifestazione organizzata
in contemporanea in 600 città francesi. Da quel momento c’è stato un sempre maggiore aumento del numero
dei protestanti (si parla di 250.000) ma anche una escalation degli scontri.
Finora il tragico bollettino parla di 10 morti, oltre 3.000 feriti e quasi
5.000 arresti. Inizialmente quindi la protesta è nata in
maniera spontanea sul web, unendo i tanti automobilisti inferociti per le
decisioni del governo Macron. Dal punto di vista politico, le motivazioni dei
gilet gialli hanno subito trovato l’appoggio di Marine Le Pen e Jean-Luc
Mélenchon, leader in Francia rispettivamente del principale
partito di destra e di sinistra. All’interno di questo movimento si sarebbero inseriti quindi gruppi
di estrema destra e di estrema sinistra, che si sono uniti alla
protesta degli automobilisti per le decisioni prese dal governo Macron. In
tutto questo si sono uniti adesso anche gli studenti, con centinaia
di scuole e atenei in tutta la Francia che sono state occupati.
Anche qui non sono mancati momenti di tensione con la polizia. A prendere parte alle manifestazioni c’è quindi un universo
più che variegato: gruppi estremisti politici, studenti,
anarchici, movimenti, disoccupati e anche tante donne. Difficile dare di conseguenza una connotazione politica alla
protesta ma, viste le imminenti elezioni europee, non è da escludere che
questo movimento possa trasformarsi anche in un partito.
Come abbiamo visto tutto è nato dai social per
protestare contro il pacchetto di
misure deciso da Emmanuel Macron. “Preferisco aumentare le tasse sul carburante che quelle sul lavoro” è stata la presa
di posizione del presidente. L’obiettivo del governo francese è quello di favorire
l’uso di veicoli più eco-compatibili per una visione più
ecologica del futuro. “Le persone che si
lamentano dell’aumento dei prezzi del carburante sono le stesse che si
lamentano dell’inquinamento” ha affermato poi sempre Macron. Secondo i gilet gialli invece
queste misure (ora sospese) avrebbero colpito solo gli automobilisti specie
quelli dei centri più piccoli e rurali, chiedendo un
passo indietro da parte del governo. Uno scontro quindi che sarebbe anche in
qualche modo sociale, partendo proprio dalle campagne e dai piccoli centri. Se da un lato quindi Emmanuel Macron diceva che le scelte prese
erano necessarie per cercare di contenere e abbassare l’inquinamento,
da un lato c’era chi rimproverava al leader di En Marche! di non aver messo sul
piatto anche misure alternative per
chi non può fare a meno dell’auto per muoversi. Dal caro benzina però la
protesta sta diventando sempre più uno scontro sociale, poveri
contro ricchi, assumendo anche contorni politici con una ostilità di fondo
verso l’attuale governo francese.
- Ecco l’elenco
dei punti richiesti dai gilet gialli al governo
pubblicato dall’edizione francese dell’Huffington
Post: Eliminazione
del crescente fenomeno dei senzatetto con una lotta senza quartiere alla
povertà.
- Più
progressività nelle imposte sul reddito, vale a dire più scaglioni.
- SMIC
(il salario minimo francese) a 1.300 euro netti.
- Promuovere
le piccole imprese nei villaggi e nei centri urbani. Fermare la
costruzione di grandi aree commerciali intorno alle principali città che
uccidono le piccole imprese. Più parcheggi gratuiti nei centri urbani.
- Ampio
piano di isolamento termico delle abitazioni per promuovere interventi
ecologici facendo al contempo risparmiare le famiglie.
- Tasse:
che i grandi (MacDonald, Google, Amazon, Carrefour, ecc.) paghino TANTO e
i piccoli (artigiani, piccole imprese) poco.
- Lo stesso sistema di sicurezza sociale per tutti (compresi gli artigiani e le partite IVA). Fine della RSI (piano sociale per i lavoratori indipendenti).
- Il
sistema pensionistico deve rimanere solidale e quindi socializzato. Nessun
pensionamento a punti (In Francia è stata introdotta una riforma del
sistema pensionistico che prevede il calcolo in base a un sistema di
punti. Ogni anno l’importo dei contributi versati in relazione ad uno
stipendio o ad un reddito di riferimento viene convertito in punti, a
seconda del valore di acquisto unitario del punto applicabile
all’esercizio in questione). Fine dell’aumento delle tasse sul carburante.
- Nessuna
pensione inferiore a 1.200 euro.
- Qualsiasi
rappresentante eletto avrà diritto al salario medio. Le spese di trasporto
saranno monitorate e rimborsate se giustificate. Diritto al buono per il
ristorante e ai chèque-vacances (simili ai ticket usati da noi come
retribuzioni.
- I
salari di tutti i francesi, nonché delle pensioni e delle indennità devono
essere indicizzati all’inflazione (tipo la nostra vecchia scala mobile).
- Proteggere
l’industria francese: proibire le delocalizzazioni. Proteggere il nostro
settore industriale vuol dire proteggere il nostro know-how e il nostro
lavoro.
- Fine
del lavoro distaccato. È anormale che una persona che lavora in territorio
francese non benefici dello stesso stipendio e degli stessi diritti.
Chiunque sia autorizzato a lavorare in territorio francese deve essere
alla pari con un cittadino francese e il suo datore di lavoro deve
contribuire allo stesso livello di un datore di lavoro francese.
- Per la
sicurezza del lavoro: limitare ulteriormente il numero di contratti a
tempo determinato per le grandi aziende. Vogliamo più CDI (contratti a
tempo indeterminato).
- Fine
del CICE (Credito d’imposta per la competitività e l’occupazione). Usare
questi soldi per il lancio di un’industria automobilistica francese a
idrogeno (che è veramente rispettosa dell’ambiente, a differenza della
macchina elettrica).
- Fine
della politica di austerità. Smettiamo di rimborsare gli interessi sul
debito dichiarati illegittimi e iniziamo a rimborsare il debito senza
prendere i soldi dai poveri e dai meno poveri, ma perseguendo gli $80 miliardi
di evasione fiscale.
- Affrontare
le cause della migrazione forzata.
- I
richiedenti asilo siano trattati bene. Dobbiamo loro alloggio, sicurezza,
cibo e istruzione per i minori. Collaborare con l’ONU affinché i campi di
accoglienza siano aperti in molti Paesi del mondo, in attesa dell’esito
della domanda di asilo.
- Che i
richiedenti asilo respinti siano rinviati al loro Paese di origine.
- Che sia
implementata una vera politica di integrazione. Vivere in Francia
significa diventare francese (corso di francese, corso di storia francese
e corso di educazione civica con certificazione alla fine del corso).
- Salario
massimo fissato a 15.000 euro.
- Creare
lavoro per i disoccupati.
- Aumento
dei fondi per i disabili.
- Limitazione
degli affitti. Alloggi in affitto a costi più moderati (soprattutto per
studenti e lavoratori precari).
- Divieto
di vendere le proprietà appartenenti alla Francia (dighe, aeroporti, ecc.)
- Mezzi
adeguati concessi al sistema giudiziario, alla polizia, alla gendarmeria e
all’esercito. Che gli straordinari delle forze dell’ordine siano pagati o
recuperati.
- Tutto
il denaro guadagnato dai pedaggi autostradali sarà utilizzato per la manutenzione
di autostrade e strade in Francia e per la sicurezza stradale.
- Poiché
il prezzo del gas e dell’elettricità è aumentato in seguito alle
privatizzazioni, vogliamo che siano nuovamente nazionalizzati e che i
prezzi scendano in modo significativo.
- Cessazione
immediata della chiusura di piccole linee di trasporto, uffici postali,
scuole e degli asili nido.
- Pensare
al benessere dei nostri anziani. Divieto di fare soldi sugli anziani.
L’era dell’oro grigio è finita. Inizia l’era del benessere grigio.
- Massimo
25 studenti per classe dalla scuola materna alla dodicesima classe.
- Risorse
adeguate destinate alla psichiatria.
- Il
referendum popolare deve entrare nella Costituzione. Creare un sito
leggibile ed efficace, sotto la supervisione di un organismo di controllo
indipendente in cui le persone possano presentare una proposta di legge.
Se questo disegno di legge ottiene 700.000 firme, questo disegno di legge
dovrà essere discusso, completato e modificato dall’Assemblea Nazionale,
che avrà l’obbligo (un anno dopo il giorno in cui sono state ottenute le
700.000 firme) di inviarlo al voto di tutti i francesi.
- Ritorno
a un termine di 7 anni per il Presidente della Repubblica. L’elezione dei
deputati a due anni dall’elezione del Presidente della Repubblica ha permesso
di inviare un
- segnale
positivo o negativo al Presidente della Repubblica sulla sua politica. Ha
aiutato a far sentire la voce della gente.
- Pensionamento
a 60 anni e per tutti coloro che hanno lavorato usando il fisico (muratore
o macellaio per esempio) diritto alla pensione a 55 anni.
- Un
bambino di 6 anni non si mantiene solo, continuazione del sistema di aiuto
PAJEMPLOI (servizio sociale dedicato all’infanzia attualmente valido fino
ai 6 anni di età) fino a quando il bambino ha 10 anni.
- Promuovere
il trasporto di merci su rotaia.
- Nessuna
prelievo alla fonte.
- Fine
delle indennità presidenziali per la vita.
- Vietare
ai commercianti di pagare una tassa quando i loro clienti usano la carta
di credito. Tassa sull’olio combustibile marino e sul cherosene.
Come si può vedere, si tratta di diverse tematiche che svariano
dal lavoro fino alla scuola e all’ambiente. Non è un caso quindi che in molti
pensano ai gilet gialli già come un partito, tanto che i sondaggi li
darebbero al 12%. Alla fine con un
discorso in diretta TV alla nazione, Emmanuel Macron ha reso
ulteriormente la mano ai gilet gialli, annunciando l’aumento di 100 euro dei salari
minimi e la detassazione degli
straordinari e dei premi. Nonostante questa apertura da parte del governo, non si sono
fermate le proteste con i manifestanti che ogni sabato continuano a
scendere in piazza in un clima ormai sempre più esasperato. Dopo numerose
voci a riguardo, è arrivata anche la prima conferma di come i gilet gialli, o
perlomeno una parte di loro, siano pronti a dare vita a un vero e proprio partito che
potrebbe essere in campo alle elezioni europee di fine maggio.
Dietro questa operazione c’è sempre lei, Jacline Mouraud, che
raggruppando tutta l’area moderata del movimento è pronto a dare vita a Les
Emergents, “Gli Emergenti”, anche se l’ala più radicale dei gilet gialli
non sembrerebbe essere molto in sintonia con questa scelta.
In ItaGlia? Il Movimento 5 Stelle che subito ha
proclamato la sua vicinanza al movimento mettendo a disposizione della Mouraud
anche la piattaforma Rousseau.
Questo ammiccamento dei 5 Stelle al partito dei gilet gialli è evidentemente non essere casuale in ottica elezioni europee ed in concomitanza di una flessione dei grillini dovuta alle tante promesse non realizzate.
Questo ammiccamento dei 5 Stelle al partito dei gilet gialli è evidentemente non essere casuale in ottica elezioni europee ed in concomitanza di una flessione dei grillini dovuta alle tante promesse non realizzate.
Ma ovviamente a cavalcare l'onda della propaganda a basso costo, non poteva mancare anche l'onnipresente "Lega Felpettiana" di Matteo Salvini, che però ha dimenticato quanto Oltralpe il movimento da lui "guidato" è in aperto
contrasto con il governo Macron, mentre qui in Itaglia si dichiara in sintonia con il fondatore del
coordinamento Giancarlo Nardozzi .
Da registrare tra le sagre politiche, anche quella andata in scena ieri a Roma con la manifestazione del sempre indurito generale Pappalardo, che si è esibito in un gemellaggio/giuramento con una cariatide pluridecorata francese. Baci, applausi, foto e baci ai due tricolori nel tripudio del gruppetto di fedelissimi convenuti, confondendo "sovranità degli stati!, con "Sovranità dei Popoli".
Insomma la solita Itaglia da cabaret e sempre nulla di nuovo sotto il sole.
RED
ufficiostampa@legasud.it
Insomma la solita Itaglia da cabaret e sempre nulla di nuovo sotto il sole.
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