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domenica 30 gennaio 2022

ITA(G)LIA, LA FARSA E’ SERVITA

 


Un’ignobile pantomima, per rieleggere di nuovo la mummia. Scomodiamo, ancora una volta, il grande scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa che nel suo capolavoro “Il Gattopardo” (1958), ci ha lasciato in eredità una frase che ancora oggi è emblematica in quanto sintetizza l’essenza di questo paese che non intende cambiare da quel canovaccio che lo porterà ineluttabilmente al fallimento: “tutto cambi, affinché nulla cambi”.

La farsa andata in onda nell’ultima settimana, ben rappresenta l’essenza di quel romanzo ed è lo specchio fedele di ciò che oggi è l’itaglia. Un paese ridicolo in cui la democrazia è utopia, e dove la classe politica intera è (in)degna rappresentante di un popolo, che è composto in gran parte da opportunisti, ipocriti, fannulloni, lavativi e furbetti del quartierino. Una settimana trascorsa per assistere a un’autentica pagliacciata che offende il buonsenso e la dignità, e che ci dice solo che questo paese merita di andare in malora e di affondare sotto il peso della sua stessa ignavia.



Abbiamo constatato – con un misto di sbigottimento e di consapevolezza – che non c’è davvero limite al peggio, in questa repubblichetta delle banane dove i mediocri, alla fine, prevalgono sempre. Tutti insieme appassionatamente (tranne fratelli d’itaglia) a votare di nuovo quel presidente che ha fatto da passacarte, in questi ultimi mesi, ai liberticidi e illegali decreti legge del Governo Draghi.

Per intenderci, quelli che hanno permesso l’introduzione del Green Kazz, imposto l’obbligo vaccinale agli over 50 e esonerato dalle proprie responsabilità lo stato in caso di effetti avversi dei sieri magici…..basta e avanza solo questo, per fare un identikit ben preciso sul profilo del personaggio che, dal Quirinale, continuerà a fare il burattino dei poteri forti permettendo all’infame esecutivo guidato dal “vile affarista” Draghi di portare a compimento la propria opera di distruzione e di svendita di questo paese, dopo aver annientato la Grecia.

C’è da chiedersi – soprattutto nelle fila della Lega del fannullone padano – cosa mai avranno il coraggio di dire, a quegli elettori che li avevano mandati al Parlamento, per ben altri scopi. Sarà molto divertente vedere come reagiranno quei cittadini che si sono sentiti raggirati e truffati, da quelle compagini politiche che avevano promesso mari e monti. Salvo poi, fare comunella e votare allo stesso modo di quei partiti di centro-sinistra che sono l’espressione vera del marcio esistente nella politica di oggi.



Se dal partito fogna - qual è sempre stato – del PD e dai suoi servi sciocchi pentadementi c’era tutto sommato da preventivarlo, è dal fannullone padano che sinceramente ci si aspettava quantomeno uno scatto d’orgoglio, considerando che – numeri alla mano – è il leader della coalizione di centrodestra. E invece, dopo aver distrutto e abiurato il federalismo, adesso Salvini ha annientato anche quel che era rimasto del centrodestra, e con esso il residuo barlume di dignità e di credibilità che eppure qualcuno ancora era disposto ad accordargli, nonostante le incredibili e bizzarre piroette cui ci ha abituati in questi ultimi anni.

Non è che ci voglia molto, nel ridicolizzare il leader della Lega naziunalista itagliana: nel 2015, scrisse un tweet nel quale si professava indignato nell’aver assistito all’elezione del catto-comunista Mattarella, dichiarando che non era il suo presidente. A distanza di 7 anni, lo vediamo gonfiare il petto in segno di vittoria, annunciando la rielezione di questo sepolcro imbiancato della peggiore partitocrazia.

È stato fatto tutto questo, solo perché bisognava continuare a garantire 7 mesi di stipendio a un manipolo di parassiti che, quasi sicuramente, non saranno rieletti e dovranno giocoforza trovarsi un lavoro serio per poter sopravvivere. Ammesso e non concesso, che qualche fesso decida di impiegarli…..

Lo squallido e miserabile spettacolo di questi sette giorni lascerà sicuramente il segno, perché acuirà ulteriormente la distanza e la sfiducia fra i cittadini e una classe politica incapace di trovare un accordo sul nome del capo dello stato, pur avendo avuto ben quattro anni a disposizione!

Uno spreco di tempo e di soldi buttati nel cesso, mentre si acuisce il clima di odio sociale che hanno saputo instillare in questi mesi, con l’affaire vaccinazioni. Così come la crisi energetica in atto, nata perché gli USA vogliono puntare i loro missili contro Putin in Ucraina, sta mandando sul lastrico molte aziende medio-piccole che rappresentano il tessuto vitale dell’economia di questo scalcagnato paese. Nei giorni scorsi, ha fatto scalpore un incontro (in realtà calendarizzato già dallo scorso mese di settembre) fra il capo di stato russo e i rappresentanti di alcune grandi aziende italiane del comparto energetico. Una testimonianza di come ormai nessuno attribuisca credibilità a una classe politica composta da inetti e delinquenti della peggiore specie, buoni solo a tenere saldamente incollati i propri puzzolenti e orrendi deretani sulle cadreghe. Ci aspettavamo quanto meno un sussulto di dignità, con le dimissioni legate all’incapacità di trovare un accordo e dare finalmente la parola agli elettori. E, invece, nulla di tutto questo…..un naturale sentimento di scoramento e di nausea, pervade in queste ore milioni e milioni di cittadini. Basta andare a farsi un giro per i social per avere il polso della situazione: in tanti, stanno valutando l’ipotesi di trasferirsi in altri paesi preso ormai atto che in itaglia, non cambierà mai nulla. Anzi più passa il tempo, più andrà sempre peggio e i segnali ci sono davvero tutti…



In questo scenario che si è venuto a creare, l’unica strada realmente praticabile per evitare una deriva autoritaria oltre che lo scoppio di una guerra civile, resta quella di una seria riforma in senso federale di questo stato, con uno spostamento verso est dell’asse economico e strategico, perché la Russia rappresenta l’interlocutore che nei prossimi anni detterà l’agenda politica. Questo, nell’ottica di un’unione eurasiatica che andrà a sostituire un’UE che ormai sta collassando su sé stessa.

Il discorso sul federalismo, alla luce di quanto sta avvenendo, deve assolutamente riprendere nuovo vigore e ripartire dai territori. Sarà un’operazione lunga e faticosa perché non sarà facile smuovere milioni e milioni di persone, ormai assuefatte a interi decenni di mala politica e di mancata tutela dei propri interessi da parte di chi ha avuto il mandato parlamentare.


Francesco Montanino

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1 commento:

  1. Analisi lucida, corretta, drammatica , sconvolgente!
    Yasmin von Hohenstaufen Presidente Comitato internazionale Diritti Umani

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