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domenica 6 marzo 2022

ORA BASTA: VE NE DOVETE ANDARE!

 


Come volevasi dimostrare! Il regime del Draghistan (per gli amici, repubblica delle banane itagliana) sta mostrando il suo vero e infame volto, e di questo non avevamo assolutamente dubbi sin da tempi non sospetti. Dapprima ostinandosi a mantenere il Green Kazz, per perpetuare il controllo sociale in atto ormai da diversi mesi, adducendo un principio scientifico che non ha alcuna ragion d’essere perché il Covid sta entrando nella sua fase endemica: ovvero sta diventando una malattia con la quale dovremo abituarci a convivere, anche se sarà comunque consigliabile mantenere un attento monitoraggio sulle sue evoluzioni. E poi trovando ogni pretesto pur di mantenere uno stato di emergenza perenne, volto solo a terrorizzare e a taglieggiare la popolazione, mostrando - ancora una volta - che sono disposti davvero a far di tutto per danneggiare ulteriormente gli sventurati abitanti di questo paese. Compreso, quello di proclamare uno stato di emergenza per “guerra” (di cui avremo modo di parlare nel prosieguo), attraverso cui prorogare il termine, inizialmente fissato al 31/3/2022, al 31/12/2022!

Il tutto, mentre nel resto d’Europa si stanno progressivamente smantellando le restrizioni poste in essere nei mesi scorsi, perché i dati sui contagi stanno drasticamente calando. Così com’era, del resto, ampiamente prevedibile dal momento che ci stiamo, a poco a poco, avviando verso la bella stagione e, come per qualsiasi ceppo influenzale, anche il coronavirus è destinato a indebolirsi e a ridursi la propria incidenza, in termini di contagi e ricoveri in terapia intensiva. La riconquista della libertà in Inghilterra, Spagna, paesi scandinavi e finanche Turchia, è sotto gli occhi di tutti. Fa notizia alle nostre latitudini, solo perché un manipolo di satrapi continua a soggiogare e a tenere sotto scacco la popolazione di un paese, con metodi vigliacchi che stanno facendo sorridere il mondo intero, denotando nel contempo un’incapacità e un’arroganza che davvero non hanno uguali.

Ci sarebbe davvero da ridere per non piangere, per una decisione che arriva con un tempismo quantomeno sospetto, visto e considerato che stava venendo a galla in maniera inesorabile, la verità sull’inefficacia di questi sieri sperimentali fatti passare da un mainstream bugiardo e carogna, quali vaccini salvifici da un qualcosa di assimilabile alla peste bubbonica, di manzoniana memoria. Una verità che molto presto li avrebbe portati davanti alle aule dei tribunali, per rispondere delle gravissime omissioni e alle violenze private perpetrate in questi ultimi due anni, nei confronti di milioni e milioni di cittadini che chiedono solo di poter vivere in libertà ed essere lasciati in santa pace!



Il pretesto a questo governo di dittatori incalliti e bastardi, è stato fornito – non sappiamo fino a che punto, casualmente – dallo spostamento delle truppe russe in Ucraina per denazificare e demilitarizzare un paese che è stato foraggiato militarmente ed economicamente in questi ultimi anni da UE e USA, ed a cui è stato promesso che sarebbero state installate delle basi NATO sul proprio territorio. Intanto, in questi ultimi otto anni, la regione del Donbass, che si trova ad est dell’Ucraina, è stata sottoposta a un vero e proprio genocidio, solo perché quelle popolazioni hanno legittimamente rivendicato la volontà di tornare a far parte della Russia, sulla scia di quanto stabilito con un referendum popolare dalla Crimea. Cosa che non è andata giù a Kiev che, tramite il battaglione neonazista Azov, non si è fatta scrupolo di ammazzare anche donne e bambini e di vessare in ogni modo chiunque parlasse in russo! Una vera e propria follia che si è consumata nel colpevole e compiaciuto silenzio dei media occidentali, preoccupati di disinformare e offrire – come al solito – una versione parziale e allineata a una sola parte, di una vicenda in realtà molto più complessa di quello che si pensa.

Se a questo aggiungiamo che nel 1991, gli USA promisero – sotto forma di un accordo scritto pubblicato recentemente dal prestigioso settimanale tedesco “Der Spiegel” - all’allora premier sovietico Mikhail Gorbachev alla vigilia della dissoluzione dell’URSS, che la NATO non si sarebbe mai espansa ad est, ecco che il quadro della situazione assume contorni che non possono affatto portarci a ritenere il presidente russo Vladimir Putin, quale unico colpevole della brutta situazione che si è venuta a creare in quella parte di Europa.

L’UE e gli USA hanno una grossa fetta di responsabilità, e sarebbe bene che si assumano le proprie colpe invece di continuare a starsene sul piedistallo e a frignare, solo perché i russi hanno perso la pazienza dopo che hanno ripetutamente evidenziato le proprie rimostranze, senza mai essere ascoltati da nessuno! La NATO ha inglobato, con il trascorrere degli anni, anche i paesi baltici, la Polonia, la Romania, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e l’Ungheria: ovvero, buona parte di quel blocco di paesi che facevano parte - a un tempo - del Patto di Varsavia. Il prossimo passo, sarebbe stato quello di comprendere anche l’Ucraina che dista poche centinaia di chilometri da Mosca e che dunque - e a ragion veduta, ci permettiamo di aggiungere - agli occhi dei russi avrebbe potuto rappresentare una seria minaccia alla propria sicurezza interna, con missili puntati contro che avrebbero potuto provocare morte e distruzione in qualsiasi momento.

Proviamo per un attimo a metterci nei panni della Russia: a chi farebbe piacere sapere che il proprio vicino dispone di armi pronte a scagliarti contro, per qualsiasi pretesto? La storia insegna che una situazione del genere avvenne, a parti esattamente capovolte, nel 1962 quando l’URSS nell’ottobre di quell’anno andò a installare delle posizioni missilistiche a Cuba, puntandole contro gli USA che distavano appena 150 miglia marine, e vedevano dunque esposte non solo la Florida ma anche Washington e New York al rischio tutt’altro che campato in aria di essere colpite da pericolosissimi ordigni!

Solo un grande capolavoro diplomatico di John Fitzgerald Kennedy riuscì ad evitare il peggio, sotto forma di un accordo sotto banco con i sovietici che consisteva nello smantellamento dei missili da parte di Kruscev a Cuba, in cambio degli Jupiter americani collocati in Turchia. La coraggiosa ricerca della pace a tutti i costi, costò la vita al povero Kennedy che un anno dopo venne assassinato a Dallas in circostanze ancora poco chiare, a distanza di quasi 60 anni!

Sulla base di questo importante e fondamentale precedente storico, la logica avrebbe imposto e tuttora impone la ricerca del dialogo, provando a trovare una soluzione equa e condivisa per entrambe le parti!

E, invece, ecco che è scattata la caccia al russo, giusto per gettare ulteriormente inutile e deleteria benzina sul fuoco! Il solo fatto che una persona è russa (non importa se viva, morta (pensiamo al bando di una lezione sul grande autore Dostoevskij all’Università Bicocca di Milano), o anche se è portatore di disabile o un animale (se la sono presi persino con i gatti….) è una colpa gravissima che impone il marchio dell’infamia e della vergogna, da parte del pensiero unico globalista! Credevamo che le pagine più buie della storia rappresentate dall’avvento dei regimi nazifascisti e comunisti appartenevano a un passato che non vogliamo che si ripresenti più ed erano state ormai consegnate alla storia, che le ha condannate senza alcun appello! E invece, poiché non c’è davvero limite al peggio, stiamo assistendo a un’ennesima, disgustosa barbarie in cui bisogna sopprimere e prendersela con i russi, per il solo fatto di essere tali!



Una vera e propria follia di cui avremmo volentieri voluto fare a meno, perché l’interscambio commerciale fra il Bel Paese e la Russia, in questi anni e a dispetto delle ridicole sanzioni economiche comminate da USA e UE, è stato importante e ha permesso sviluppo e creazione di tanti posti di lavoro. Qualcuno dovrebbe spiegarci poi perché solo le nostre imprese non potranno avere più rapporti con la Russia, al contrario di quelle francesi che invece continueranno ad averli nonostante i rapporti non certo idilliaci fra Macron e Putin. Tutto dilapidato, solo perché questo paese privo di spina dorsale deve obbedire ciecamente ed esclusivamente ai padroni del vapore che si trovano oltreoceano, in un perverso disegno che porta dritti dritti verso l’autodistruzione! Lo scopo, nemmeno tanto nascosto, è quello di andare in malora e di ridurre progressivamente in miseria i propri cittadini che stanno subendo in maniera più o meno consapevole, angherie e soprusi assortiti e non certo da due anni a questa parte, come qualcuno crede in maniera a dir poco sciocca e ingenua!

Lo diciamo molto chiaramente: si sta perpetrando l’ennesima violazione di una Costituzione (che comunque andrebbe modificata in senso autenticamente federale), che solo a parole una certa parte politica (il partito fogna del PD) dice di voler difendere, salvo poi calpestare per fare solo i propri sporchi interessi. Se si va a vedere cosa dice la Carta Costituzionale, si nota come all’articolo 78 lo stato di guerra può essere proclamato e conferito dal Governo solo dalle Camere. La condizione imprescindibile è che questo paese abbia dichiarato (o gli sia stata dichiarata) guerra ad un altro paese. Non solo non risulta che ci sia stato un dibattito in tal senso alle Camere, ma nemmeno che la seconda condizione si sia, allo stato attuale, verificata! Siamo in presenza dell’ennesimo e spregevole colpo di mano perpetrato da un esecutivo mai votato dai cittadini, in cui è persino imbarazzante commentare il comportamento di chi è stato eletto per ben altri scopi.

La dittatura draghiana (avallata da quelle sciagure che rispondono alle figure mefitiche e insignificanti dei pentadementi e alla sgangherata armata brancaleone che è diventata la lega di Salvini) sta mostrando il suo volto più malvagio e subdolo, spegnendo le voci di chi non si vuole allineare alla vulgata che dipinge i russi come cattivi, senza provare a indagare sulle ragioni che hanno spinto il loro presidente Putin a intraprendere questo tipo di decisioni. Così come sta ancora accadendo con l’affaire covid, in cui sono state messe al bando le voci fuori dal coro ed è stata finanche negata di fatto la possibilità di manifestare in maniera totalmente pacifica, a chi vuole soltanto esprimere un’opinione contraria.

In una vicenda così drammatica e cupa come questa, buona norma è quella di ascoltare entrambe le campane, allo scopo di poter poi avere tutti gli elementi per farsi un’idea su ciò che sta accadendo, in maniera libera e consapevole. Ma così non è, e ce ne stiamo accorgendo man mano che trascorrono i giorni.

Hanno censurato ad esempio colleghi come Marc Innaro, corrispondente della TV di stato (pagata naturalmente da noi, sotto forma di un canone estorto in maniera truffaldina) da Mosca, solo perché ha esposto acriticamente, e così come dovrebbe davvero fare un operatore dell’informazione, la posizione della Russia. Un attacco assurdo, che non ha risparmiato nemmeno l’arte, lo sport, lo spettacolo e la cultura. Basti pensare alla grave e ingiusta discriminazione cui è stato sottoposto il direttore di orchestra Gergiev, licenziato in tronco da quell’altro fenomeno del sindaco di Milano Peppiniello Sal(l)a(h)-al-bar dal Teatro “Scala” del capoluogo meneghino, solo perché ha osato rifiutarsi di prendere posizione contro il presidente russo Putin, sulla crisi che si è venuta a creare fra Russia e Ucraina. Di esempi ce ne sono davvero tanti e ci lasciano sbigottiti e senza parole, perché si tratta di provvedimenti censori, tipici di una dittatura che si sta instaurando da queste parti, senza che nessuno o quasi se ne stia rendendo conto.



Sentire parlare il dittatore Draghi di “democrazia e diritti umani violati” in Ucraina, ci fa venire letteralmente un grande moto di disgusto e di nausea. Da quale pulpito si permette di fare la predica e le pulci a un omologo (il presidente russo Vladimir Putin) che, al suo contrario, esercita il proprio ruolo grazie a un massiccio consenso popolare? Come si permette di cianciare di democrazia e diritti umani violati, se da due anni a questa parte, alle nostre latitudini stiamo assistendo alla distruzione di tutte le libertà fondamentali dei cittadini, instillando inoltre un pericoloso clima di odio e contrapposizione sociale solo perché non vuole assumersi le responsabilità di un fallimento, che è sotto gli occhi di tutti? Con quale coraggio parla di ripresa economica, se risentiremo in maniera pesante della ricaduta di sanzioni che pagheremo in futuro, a carissimo prezzo?

Nemmeno a noi fa piacere vedere scene di guerra in tempo di pace e propugniamo in ogni sede, la soluzione diplomatica quale unica via di uscita. Ma se proprio dobbiamo dircela tutta, allora certe anime belle dovrebbero avere il coraggio di prendere posizione anche contro i guerrafondai americani che in questi ultimi 60 anni hanno “esportato la democrazia” a suon di bombe in Vietnam, nell’ex Jugoslavia, in Libia, in Siria, in Iraq e in Afghanistan!

Un modo ipocrita e vergognoso, per non dire che hanno fatto scoppiare sanguinosissimi conflitti in casa d’altri. Infatti, hanno sempre agito così e anche nel conflitto russo-ucraino non si sono certo smentiti. Dove sono i pacifisti a senso unisco e tutti quelli che dicono di essere contro le discriminazioni e il razzismo? Si sono chiusi nel wc e vi hanno infilato la testa dentro, solo perché dalla parte del torto si trovano anche i loro beniamini?

Gli esportatori della democrazia a stelle e strisce, nonché autoproclamatisi in maniera unilaterale quali sceriffi del mondo, stanno soffiando con insistenza sul fuoco della terza guerra mondiale, con dichiarazioni e azioni semplicemente squallide e allucinanti, ricattando i russi e trattando l’UE alla stregua di un loro possedimento coloniale. L’Unione Europea, in questa vicenda, assurge al ruolo di marionetta nelle mani degli americani e delle loro manie guerrafondaie, solo perché il Deep State USA sta perseguendo lo scopo di dimezzare la popolazione mondiale. Dapprima con un virus creato molto probabilmente in laboratorio, a cui bisognava far fronte con farmaci la cui sperimentazione non è ancora finita e i cui effetti collaterali sono sconosciuti persino ai loro stessi produttori. Adesso, con una pericolosissima guerra nel cuore d’Europa che rischia di avere conseguenze catastrofiche anche per noi.



E non solo e non tanto dal punto di vista economico, visto e considerato che stiamo assistendo all’impennata dei prezzi dei carburanti in una corsa che – secondo qualche analista – dovrebbe portare le loro quotazioni addirittura a 3-4 euro! Ciò porterà - quale ulteriore effetto indesiderato - all’inflazione da costi, perché anche per i beni di prima necessità saremo costretti a spendere di più. E il cui conto, sarà pagato sopratutto dalle fasce più deboli della popolazione, già duramente provate da due anni di psico-pandemia.

Ma anche e soprattutto diplomatico, perché invece di spingere sulla via della ricerca del dialogo fra le parti il massone banchiere, nonché “vile liquidatore affarista” Draghi, in totale dispregio di quelle che sono le regole anche dell’educazione oltre che della civile convivenza, ha pensato bene di scaricare un astio sordo e francamente incomprensibile nei confronti della Russia, perpetuando nell’utilizzare toni sprezzanti e squallidi. Questo, nonostante, che la Russia continui a fornirci il proprio gas a prezzi al di sotto del valore di mercato, e i rapporti proficui allacciati dalle nostre imprese con il paese di Tolstoj che hanno solo contribuito ad alimentare in positivo, in questi anni, il nostro PIL.

Un comportamento insolente e insopportabile, reso ancora più nauseabondo dalla proclamazione ridicola e insensata di uno stato di emergenza francamente spropositato e ingiustificato, così come abbiamo avuto modo di evidenziare in precedenza. Se pensiamo che nemmeno i paesi confinanti con l’Ucraina come la Romania, la Polonia, la Moldova e la Slovacchia non l’hanno ancora dichiarato, qualcuno dotato di senno deve spiegarci qual è la logica di tale provvedimento, se consideriamo che distiamo dai luoghi, in cui si stanno svolgendo le vicende belliche, la bellezza di circa 2.400 km.!

La promessa poi di accogliere i profughi e i rifugiati provenienti dall’Ucraina, non solo è ipocrita e ridicola, ma rischia di avere serie ricadute sociali in una situazione in cui dalle nostre parti i fuochi della rabbia e della disperazione covano pericolosamente e ardentemente sotto la cenere. Chiariamo subito che, a nostro avviso, la decisione di far entrare nei nostri territori queste persone non risponde certo a un fine umanitario, come vorrebbero farci credere, bensì a una volontà meramente punitiva nei confronti di quegli over 50 che hanno deciso di non farsi in(o)culare sostanze di dubbia provenienza (e per questa loro legittima scelta, sono stati vergognosamente espulsi dal mondo del lavoro), nonché efficacia. In tanti non lo hanno ancora capito, perché anestetizzati da una propaganda di regime degna del MINCULPOP di fascista memoria, ma è così.

Una delle tante, possibili interpretazioni di questo atto scellerato che la Russia ha promesso che non resterà senza conseguenze, riguarda la possibilità di prorogare ulteriormente il mandato di questo manipolo di delinquenti e fannulloni della peggiore specie. Cosa che permetterà a questi infami parassiti di poter maturare, a partire dal prossimo mese di settembre, il vitalizio con cui continuare a sopravvivere anche dopo che il loro mandato sarà terminato, perché molto probabilmente non saranno rieletti se e quando potremo tornare finalmente alle urne! Il tutto per perseguire un disegno volto alla distruzione e allo smantellamento del tessuto produttivo di questo paese, con lo scopo di impoverirlo e consegnarlo senza colpo ferire alle multinazionali. Il cerchio poi si chiuderà con l’ingresso in itaglia di forza lavoro da sfruttare a basso costo e disposta a farsi manipolare, da padroni spregiudicati e senza pelo sullo stomaco.

A pagare il conto, non ci stancheremo mai di evidenziarlo, saranno le piccole e medie imprese oltre quei cittadini, che hanno capito fin troppo bene il gioco orchestrato da questi satrapi da quattro soldi che rispondono ai diktat provenienti oltreoceano, da un manipolo di vizi arricchiti e pieni di paranoie come $oro$ e altra marmaglia assortita.

Paghiamo lo scotto di oltre 30 anni di politica basata sul nulla e sulla sistematica, ma inesorabile soppressione di diritti che sono costati la vita e tanti sacrifici ai nostri nonni, che hanno lottato per regalarci una libertà che evidentemente non meritavamo. Siamo diventati ancora più colonia di quello che già eravamo nel 1946, dopo l’episodio di Sigonella in cui l’allora presidente del Consiglio Bettino Craxi osò opporsi all’arroganza a stelle e strisce, rifiutando di consegnare agli americani il terrorista palestinese Abu Abbas nell’affaire del dirottamento della nave da crociera “Achille Lauro”, avvenuto nel Mar Mediterraneo nell’ottobre 1985. Un episodio che gli USA si sono legati al dito e che non hanno mai digerito, nonostante che qualche anno prima erano presenti sempre loro in prima linea, nella strage di Ustica costata la vita a 81 persone.

La verità la proviamo a raccontare - per quel che possiamo - per quella che effettivamente è, e senza condizionamenti di sorta. In un senso, o in un altro. Ed ecco perché sosteniamo che Tangentopoli e l’ondata di arresti con i quali è stata messa la parola fine alla Prima Repubblica, servivano anche e soprattutto per punire chi aveva sgarrato qualche anno prima, contro gli americani. Non è un caso che le inchieste hanno riguardato, solo il partito socialista e il suo segretario Craxi, che denunciò poi pubblicamente davanti all’intero parlamento, una condotta vergognosa che riguardava tutti i partiti. E nella quale, il più pulito aveva la rogna!

Era assolutamente necessario trovare il capro espiatorio, e chi meglio di chi aveva osato frapporsi alle solite ingerenze americane appena qualche anno prima, poteva rivestire questo ruolo? Ed ecco la macchina del fango mediatica colpisce in maniera inesorabile il solo Craxi (al quale, è bene che si sappia, riserviamo comunque un giudizio di netta condanna e distanza dalle nostre posizioni federaliste e antisistema) e non invece anche il partito comunista, nel frattempo riciclatosi in Partito Democratico della Sinistra, solo per provare a gettare fumo negli occhi degli elettori, sotto una veste più democratica (?!).

A margine di questa vicenda, intanto, si stagliava in maniera sempre più ingombrante e cupa la figura di Mario Draghi definito da Francesco Cossiga quale “vile affarista”. E qui il cerchio, idealmente, arriva alla sua naturale e scontata chiusura. Il massone banchiere, dopo aver distrutto la Grecia solo alcuni fa, adesso sta facendo altrettanto con il nostro paese, riducendo al lumicino le nostre libertà e trascinandoci verso una pericolosissima guerra contro la Russia che - è bene sempre ricordarlo ed evidenziarlo - dispone di un arsenale nucleare semplicemente spaventoso che se utilizzato ci spazzerebbe via nel giro di pochissimi minuti!

Basterebbe e avanzerebbe solo questo, per far desistere chiunque dotato di buonsenso dall’incaponirsi nel portare avanti una posizione che non può essere affatto sostenuta, per nessuna ragione al mondo. Con la partecipazione del “bibitaro”, che non solo non sa dove si trova Matera ma confonde i libici con i libanesi, siamo sprofondati al punto più basso della decenza. E non solo per la figuraccia fatta con il suo omologo russo Lavrov, prima che la situazione precipitasse, ma anche per le dichiarazioni assai poco diplomatiche esternate, nei riguardi del presidente Putin.

Per queste e tantissime altre valide ragioni (fra cui non ultima, l’infame porcata di aver aumentato subdolamente nell’ultimo decreto “Milleproroghe”- nel silenzio complice e asservito della quasi totalità dei media - le rendite catastali delle case, al solo scopo di inserire una “tassa patrimoniale” nascosta nel bene rifugio preferito da milioni di cittadini), l’attuale compagine di governo itagliana – sostenuta sulla vicenda russo-ucraina non solo dal fannullone e ipocrita padano Salvini ma anche dalla melonara borgatara e (s)fascista – dovrebbe fare le valigie e SPARIRE AL PIÙ PRESTO DALLA CIRCOLAZIONE!



E questo per il bene di quel che resta di questo sgangherato e martoriato paese, oltre di chi sta valutando l’ipotesi di esiliare altrove, dal momento che il clima alle nostra latitudini sta diventando sempre più illiberale e insostenibile.

L’utilizzo della psico-pandemia prima e della guerra poi, servono solo a distrarre e a terrorizzare la massa, al solo scopo di continuare a fare danni.

Parafrasando il grande Edoardo: JATEVENNE! Lo scriviamo a caratteri cubitali e non smetteremo mai di ripeterlo e di evidenziarlo in ogni occasione, perché siamo davvero arrivati a un punto di non ritorno. Questo paese rischia seriamente di essere distrutto, e non solo in senso metaforico, se non c’è la presa d’atto da parte della sua popolazione che così non si può andare più avanti!

Riteniamo di non essere però i soli a portare avanti un’idea del genere, se solo si pensa che – ad oggi – il primo partito, continua a essere quello degli astensionisti e del non voto. Una percentuale destinata però a crescere ulteriormente, perché appare chiaro che il teatrino inscenato da questa classe politica composta da pagliacci e delinquenti della peggiore specie è privo di contenuti. Ed è destinato a chiudere i propri battenti, in un tempo che ci auspichiamo essere il più breve possibile.

Francesco Montanino


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