
Mentre Napoli se ne
cade letteralmente a pezzi nel vero senso della parola, con strade dissestate e
piene di voragini che si aprono improvvisamente e palazzi che crollano mettendo
a repentaglio l’incolumità di ignari cittadini, il caro Giggino “o’
Sindachino”, non perde occasione per far parlare di sé. E, tanto per non
cambiare, nella peggiore maniera possibile.
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| Salvatore Giordano il giovane morto per il crollo del cornicione della galleria Umberto a Napoli |
Nelle stesse ore in
cui, infatti, la Napoli onesta e perbene piange la morte assurda del 14enne
Salvatore Giordano vittima della negligenza umana e di una manutenzione che
nella fu Capitale del Sud è diventata ormai un insostenibile optional, il primo
cittadino De Magistris pensa bene – udite udite - di registrare all’anagrafe
comunale un matrimonio civile fra due ricchioni.
Una decisione che si
commenta da sé e che lascia ben intendere quali possano mai essere le priorità
di un’amministrazione comunale per la quale, appare lapalissiano come il benessere
dei propri cittadini possa essere ben sacrificato in nome degli immancabili
diktat provenienti dalla potentissima lobby gay, che proprio non riesce a non
scadere nel cattivo gusto.
Altro che diritti dei
diversamente sessuati! A Napoli si muore adesso non più e non solo di camorra,
ma anche quando semplicemente passeggiando con amici e parenti, può capitare
che crollino gli intonaci di palazzi fatiscenti e mal curati dal Comune (che
invece è sempre pronto e sollecito nell’organizzare a spese dei contribuenti
inutili e squallidi festini per gay e lesbiche o riscuotere esosi tributi per
servizi mai forniti).
E questo senza che il
primo cittadino si degni di rendere omaggio a chi è morto da eroe per salvare i
propri amici da un grosso pericolo, solo perché NON HA LE PALLE di affrontare
la contestazione di una famiglia distrutta dal dolore! In una vicenda nella
quale, sembra che le responsabilità dell’Amministrazione Comunale appaiono
evidenti anche se gli inquirenti stanno provando a ricostruire il quadro delle
responsabilità, su cui costruire e poggiare l’impianto accusatorio.
“Il Sindaco De
Magistris – ha tuonato dalle colonne de “Il Mattino”, lo zio dello sfortunato
Salvatore – non è mai stato vicino alla nostra famiglia!” Come dargli torto?
Per essere più precisi,
possiamo tranquillamente affermare – senza timore di essere smentiti –
piuttosto che dall’inizio del suo mandato, questo sindaco in realtà non è mai
stato vicino ai napoletani.
Basti infatti pensare
ad esempio allo scandalo dell’incuria del Maschio Angioino sommerso dalla
munnezza, o la vergogna dei topi che prendono d’assalto la Villa Comunale e
quella Piazza della Vittoria che non più tardi di un anno fa, fu anch’essa
vittima di crolli che solo per mero caso non si trasformarono in tragedia! Ci
limitiamo solo a questi esempi, pur nella consapevolezza che abbiamo a che fare
con una lista degli orrori, quasi chilometrica!
Così come abbiamo
fatto per l’ex Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, in queste ore ancora in
lotta fra la vita e la morte, anche per Giggino “o’ sindachino” pubblichiamo volentieri
una serie di commenti che molti napoletani hanno voluto rilasciare su Facebook,
a proposito della trascrizione all’anagrafe comunale del matrimonio fra i due
ricchioni.
Volendo stendere un
velo pietoso su chi ancora si ostina a difendere l’indifendibile, possiamo
tranquillamente notare come la stragrande maggioranza dei navigatori partenopei
non solo non condivide per nulla quest’ennesima sparata del primo cittadino
della loro città, ma trovano anche il modo per apostrofarlo duramente.
E non potrebbe davvero
essere altrimenti, perché il compito del Sindaco che viene lautamente
remunerato con i nostri soldi non potrà mai essere quello di essere alla testa
di improbabili ed inopportune parate per ricchioni e lesbiche.
Ma piuttosto quello di
rappresentare Napoli nella buona e nella cattiva sorte (anche quando c’è il
rischio di sorbirsi una contestazione, come quella che presumibilmente avrebbe
ricevuto dai genitori e dagli amici di Salvatore) e di amministrare e risolvere
i problemi più importanti della città, secondo quella che dovrebbe essere la
logica più pura e piena del mandato elettorale.
Pensavamo che non
potesse essere possibile fare peggio di Bassolino e Jervolino, ma evidentemente
ci sbagliavamo: Giggino “o’ sindachino” riesce ad essere anche più inetto e
scadente di loro due messi insieme……
Francesco Montanino






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