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venerdì 7 luglio 2017

MORIRE E' PIU' DIGNITOSO CHE PAGARE LE TASSE A QUESTI ITALICI PAPPONI: L'ESEMPIO DEL PATRIOTA SARDO DODDORE MELONI





Morire per non aver voluto pagare le tasse allo stato sanguisuga itagliano ed ai suoi ineffabili boiardi e servi sciocchi! La morte annunciata del patriota sardo Doddore Meloni, in carcere da poco più di due mesi – udite udite – per “reati fiscali” (non ha voluto pagare 7 milioni di euro a questi strozzini perché non ha mai riconosciuto l’esistenza dell’itaglietta) conferma - casomai ce ne fosse ancora bisogno - come nella repubblica delle banane, dove sventola imperterrito il tricoglione massonico, chi prova ad affamare la pletora di parassiti che campa alle spalle di chi lavora e produce, viene punito con la massima punizione possibile. Seguendo la logica, tipica dei più criminali e liberticidi regimi autoritari, del “punirne uno, per educarne cento”.
Mentre invece se vai a rapinare a mano armata, giri magari con un piccone o altro strumento di minaccia ed offesa, aggredisci senza una valida ragione, adeschi e/o stupri minori e donne, sei quasi santificato ed anzi passi come vittima della società con l’indignazione dei buonisti idioti di turno. E la benedizione del solito giudice in cerca di facile protagonismo e che si sente “unto” ed “illuminato” non si sa bene a quale titolo, mentre partorisce autentici obbrobri giuridici!
Nel giorno in cui ricorre – come un’altra beffa atroce del destino – l’anniversario della morte di Salvatore Giuliano, lo stato capeggiato da mariuoli e accattoni, alla fine ha fiaccato la resistenza di questo indomito e coraggioso indipendentista che si è immolato in nome di un ideale di libertà e di dignità. Un’altra morte di stato, sopraggiunta questa volta senza spargimenti di sangue o gesti che abbiano messo a repentaglio chicchessia!
Gli erano stati negati – pensate un po’ – gli arresti domiciliari solo perché era accusato di “reati fiscali”, e dunque era per questo motivo meritevole di marcire in galera! In un paese realmente civile, lo Stato semmai dovrebbe degnarsi di rendere conto ai cittadini di come utilizza i soldi coattivamente loro prelevati, in nome del sacrosanto principio di consapevolezza fiscale attraverso cui ciascuno di noi ha il diritto di sapere dai pubblici amministratore che fine fa il sudore della propria fronte ed il frutto dei sacrifici di una vita. 
E non invece di continuare ad imporre, in maniera implacabile, gabelle e balzelli assortiti, senza fornire beni e servizi che valgano effettivamente quanto richiesto e pagato! La logica ed il buonsenso ci dicono che in fondo dovrebbe essere così, ma non in itaglia: mentre Doddore è rimasto in carcere manco fosse un serial killer o un efferato criminale, abbiamo invece assistito alla farsa della richiesta di una morte più “dignitosa” per il “capo dei capi” della mafia.
Ovvero, quel Totò Riina che – ricordiamolo – non si è fatto scrupolo di sciogliere nell’acido un bambino di 8 anni solo perché era figlio di un pentito! Si sa che fra pendagli da forca ci si intende, ed ecco perché non ci stupiamo affatto pensando che il boss continuerà a ricevere i salamelecchi da questi criminali legalizzati!
Tornando alla vicenda del povero Doddore, tutto era iniziato lo scorso 28 aprile quando l’anziano sardista si era spontaneamente consegnato mentre i carabinieri lo avevano inseguito. Vi era entrato dichiarandosi prigioniero politico sventolando il libro di Bobby Sands, il giovane patriota irlandese che aveva anch’esso inscenato un mortale sciopero della fame per protestare contro le vessazioni della Corona britannica, ed a cui si era ispirato. Sin da subito aveva infatti annunciato che quella sarebbe stata la strada che avrebbe percorso per smuovere le coscienze addormentate del popolo sardo. 
A nulla sono bastate le richieste dell’avvocato Puddu di concedergli quantomeno gli arresti domiciliari, dal momento che alcuni ottusi burocrati non hanno minimamente tenuto conto dell’età avanzata di Doddore, della sua ferma volontà di intraprendere questo gesto estremo ed infine delle condizioni meteorologiche delle ultime settimane, che ne hanno fiaccato in maniera irrimediabile il fisico!
O magari della figlia che si è incatenata davanti al carcere di Cagliari-Uta dove intanto era stato tradotto e di tutto il mondo politico sardo. Vale più la vita di un pluriomicida che non di uno dei tanti che ne ha le palle piene di questo regime di ladri e sciacalli che, giorno dopo giorno, ci sta togliendo pezzi di libertà.
Sino ad arrivare al tragico quanto scontato epilogo. L’itaglia e Roma ladrona, nel suo inequivocabile marciume, hanno dimostrato ancora una volta di saper discriminare fra figli e figliastri visto e considerato che i peggiori criminali di questo mondo sono assai più osannati e trattati con i guanti gialli rispetto, a chi invece chiede solo giustizia e libertà! Se questa classe politica crede che facendo volutamente morire Meloni, chiunque reclami libertà, dignità e rivalsa possa essere zittito, si sbaglia però di grosso!
Dal canto nostro, proseguiremo la nostra battaglia che un giorno ci condurrà all’indipendenza del Sud ed alla fine di questo regime oscurantista e criminale che da 150 anni a questa parte sta asfissiando la nostra terra. Verrà prima o poi il giorno in cui il popolo meridionale finalmente aprirà gli occhi, e farà pagare a carissimo prezzo il fio della scelleratezza e della vigliaccheria a questi miserabili satrapi da quattro soldi!

F.M. 

 

Lega Sud - Ausonia

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