Alla fine, a succedere allo “sbiancatore d’ani” (al
secolo Rosario Crocetta), è Nello Musumeci sostenuto da
quell’accozzaglia di partiti di centro-destra che vede insieme
appassionatamente Salvini, Meloni e Berlusconi in quello che è stato definito “il patto dell’arancino”. Dopo la crostata, adesso è il turno della
gustosa specialità sicula essere “depositaria” simbolica degli accordi fra
forze politiche, capaci solo di prendere in giro e truffare sempre e comunque i
cittadini. I tre soggetti in questione, ancora una volta, fanno solo finta di
litigare fra loro perché poi – dati di fatto alla mano – l’accordo con cui
spartirsi le cadreghe lo riescono sempre a trovare, con un cliché che abbiamo
già abbondantemente imparato a conoscere in questi anni.
La coalizione fra questi tre impresentabili ha
partorito il topolino di un personaggio che non rappresenta per niente il “nuovo che avanza”, con un passato di
estrema destra che lo rende distante anni luce, dalla vocazione indipendentista
della Sicilia. Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, Musumeci è l’emblema di
quel nauseabondo putridume mafioso e massonico, di cui il meridione proprio non
riesce a liberarsi.
Particolarmente interessante il risultato ottenuto da
Salvini e quel che resta della fu Lega Nord, che approda all’Assemblea
Regionale Siciliana solo grazie ai voti ed all’aiuto degli (s)fascistelli e di
quegli ascari (poco più di 100.000) che hanno abboccato alle sparate ricche di
demagogia ed inconcludenza, del fannullone padano. Stendiamo un velo pietoso
poi su quello che i soliti pennivendoli ignoranti hanno etichettato quale
“leghista del Sud”, attraverso cui il re delle ruspe vorrebbe arruffianarsi le
simpatie di quello stesso Mezzogiorno da lui stesso, in passato, offeso a più
riprese e non solo con i patetici e famigerati cori da stadio rivolti ai
napoletani.
A contendere lo scettro a Musumeci, in quello che come
prevedibile alla fine si è rivelato essere un vero e proprio testa a testa, il
candidato grillino Giancarlo Cancellieri. Il “partito degli onesti” ha ottenuto la maggioranza dei voti di lista
(26,6%), ma questo non gli è bastato per portare il proprio rappresentante a Palazzo dei Normanni. I giochetti della
stampella dell’estrema sinistra ormai sono stati anch’essi smascherati dall’evidenza
dei fatti, e dunque anche l’incoerenza dei vari Di Maio e Di Battista
non poteva che portare a questi miseri risultati.
Al di fuori dei giochi, clamorosamente ma non più di
tanto, il PD (che si era affidato a Fabrizio
Micari) che paga il giusto prezzo per un quinquennio di Crocetta a dir poco
scellerato ed allucinante in cui la pessima gestione di emergenze vecchie
(degrado ed elevata disoccupazione) e nuove (flussi immigratori provenienti dal
vicino Nord-Africa), non poteva non costare carissimo a chi altro non sta
facendo che eseguire fedelmente e quotidianamente gli schifosi ed odiosi diktat
provenienti dalle lobby mondialiste.
In sede di introduzione di questo articolo, si è
rimarcato come però si sia trattata di una grande occasione persa e non solo
perché il vero vincitore di questa tornata elettorale è stato l’astensionismo
(circa il 53% degli aventi diritto al voto ha deciso di disertare le urne), a
testimonianza di una evidente e diffusa disaffezione da parte dei cittadini nei
confronti della politica. Ma anche perché i movimenti realmente indipendentisti
avevano l’occasione più unica che rara – con un sistema in evidente crisi di
identità per le ragioni sopra esposte – di coalizzarsi e rivendicare la piena e
totale applicazione di quello Statuto per il quale, non dimentichiamolo, il
Patriota Salvatore Giuliano ha speso
la propria vita!
Un insulto ed uno schiaffo (l’ennesimo, a dire il
vero) a chi, nell’immediato dopoguerra, si era ribellato alle angherie di un
sistema che, attraverso la mafia, ha controllato di fatto questa magnifica e
disgraziata terra negli ultimi 150 anni! I siciliani hanno dimostrato, ancora
una volta, di non voler voltare pagina e di non far seguire alle chiacchiere, i
fatti!
In molti hanno dato le colpe della grave situazione in
cui versa la Sicilia, al suo Statuto. Non ci stancheremo mai di ripetere che lo
strumento, se sapientemente utilizzato, è ottimo perché permetterebbe a quel
popolo di sfruttare al massimo le immense risorse di cui dispone ed anche di
avere una prevalenza in molte materie legislative, perché antecedente rispetto
alla Costituzione itagliana! Lo Statuto Siciliano è inoltre avversato dai
politici ammanigliati con il regime perché, una volta attuato, non
permetterebbe loro di continuare a rubare ed a sprecare, in malo modo tanto
denaro pubblico così come hanno sempre fatto!
Ma se, in tutti questi anni, questo statuto speciale è
rimasto inapplicato, allora vuol dire che i siciliani non meritano di disporre
di un qualcosa che permetterebbe loro di avere sviluppo e benessere, senza
dover necessariamente essere subalterni alle decisioni di Roma e Bruxelles che
continuano, come ormai denunciamo da anni, a fare il bello ed il cattivo tempo!
Il sacrificio di chi – e ci fa davvero male dirlo e
constatarlo - non ha esitato a dare sé stesso per questa terra, purtroppo, è
stato vano. E mentre in questi giorni, in quella che ad un tempo era la seconda
capitale dell’impero svevo-normanno, si sta discutendo delle cadreghe e non
certo delle tante urgenze che attanagliano i siciliani, a Barcellona si
continua a lottare per l’indipendenza.
Il popolo catalano in maniera fiera e compatta non si
sta piegando di fronte all’inaudita ed insopportabile arroganza mostrata dalla
carogna centralista e statalista di Madrid, supportata dai compagni di merenda
in salsa europea, e da certi venduti ed accattoni di nostra conoscenza che
hanno perso un’ottima occasione per starsene zitti.
Il premier spagnolo Mariano Rajoy si sta confermando di essere non solo politicamente
sprovveduto, ma addirittura peggiore di quei dittatori sudamericani (vedi Maduro, Fidel Castro, Pinochet e
Chavez) che pensano che i cittadini
siano un oggetto ed un orpello, di cui poter disporre a piacimento. Buoni
magari solo per estorcere loro tasse, attraverso cui poter tenere saldamente
incollato sulla cadrega il proprio puzzolente deretano!
L’arresto (poi commutato in una pena pecuniaria di
150.000 euro) del Sindaco di Barcellona Carme
Forcadell ed il mandato di arresto spiccato nei confronti di Carles Puidgemont (che ha chiesto asilo
politico al Belgio) rappresentano soltanto le due ultime vergogne di una Spagna
che non è ancora riuscita a scrostarsi di dosso, le scorie franchiste e
fasciste a dispetto di quello che vorrebbe far credere.
In questa situazione, del tutto confusa ed a dir poco
imprevedibile, aggiungono ulteriori elementi di ripugnanza tanto l’atteggiamento
pilatesco di quel covo di parassiti e fancazzisti rispondenti all’Unione Europea che sta vedendo
miseramente crollare la propria credibilità, sotto le sacrosante e legittime
richieste di democrazia e libertà provenienti dalla Catalogna. Quanto la
strafottenza, l’imbarazzo e l’indifferenza assolute di un ONU in avanzato stato di decomposizione, che eppure dovrebbe
pronunciarsi di fronte alla palese violazione di un principio universale (il
diritto all’autodeterminazione dei popoli) da parte di uno Stato, quello iberico,
che è bene ricordarlo ha sottoscritto le norme internazionali sui diritti
umani!
La Spagna – stando alle regole delle Nazioni Unite di
cui fa parte - andrebbe sanzionata dapprima con misure economiche e poi, se
dovesse persistere in questo suo atteggiamento, anche con un intervento
militare visto e considerato che quella sui catalani sta assumendo, agli occhi
dell’opinione pubblica mondiale, i contorni di una vera e propria repressione!
Mentre invece quel popolo indomito sta soltanto rivendicando
la propria dignità in maniera pacifica e senza ricorrere ad alcun tipo di
violenza, al contrario di ciò che vorrebbero farci credere i soliti
pennivendoli asserviti al sistema centralista, oltre che della Guardia (In)Civil spagnola. Anch’essa foraggiata
(altro pazzesco paradosso) dalle tasse di quegli stessi catalani, che non sta
esitando a manganellare ed a macchiarsi di vere e proprie porcherie!!!
Un esempio che tutti i movimenti realmente
indipendentisti e federalisti dovrebbero seguire anche alle nostre latitudini,
partendo dai rispettivi territori di provenienza. A tal fine, riteniamo che i tempi siano ormai maturi per un vero e
proprio cartello politico che rifiuti innanzitutto ogni tipo di compromesso ed
accordo con i partiti che fanno parte del regime, portando una proposta davvero
alternativa, rispetto al vecchio ed allo stantio che ormai attanaglia lo
stivale da oltre un secolo e mezzo.
L’idea di riunire tutte le sigle antisistema,
sovraniste ed antistataliste noi, del resto, l’abbiamo già da tempo lanciata
con il progetto denominato Popoli
Sovrani d’Europa. Sta adesso a chi realmente persegue queste idee,
raccogliere il nostro invito, sul rispetto del sacro principio basato sul fatto
che OGNUNO E’ PADRONE IN CASA PROPRIA!
Ciò anche in vista, intendiamo sottolineare, della
costruzione di un tipo di Europa dei popoli e delle libertà che è assai ben
diversa, da quella attuale che ci hanno imposto le lobby e le massonerie,
attraverso i propri sodali e relativi complici.
Francesco Montanino
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