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domenica 12 novembre 2017

IN SICILIA VINCE L’INDIFFERENZA, IN CATALOGNA SI CONTINUA A LOTTARE CONTRO LO STATALISMO!

Una grande occasione persa. Dopo i referendum sull’autonomia di Lombardia e Veneto c’era una certa attesa per le elezioni dell’Assemblea Regionale Siciliana, da sempre importante riferimento politico e non solo, per la storia attraverso cui è nato uno Statuto Speciale che permetterebbe – se rispettato ed utilizzato per com’è stato concepito – all’antica Trinacria, già di poter essere quasi del tutto indipendente dall’abbraccio letale e mortifero del regime di Roma ladrona. Il quale da sempre ha nella mafia il proprio braccio armato nell’isola, con cui tarpare ogni ipotesi di sviluppo ed affrancamento da una condizione di schiavitù cui ormai è sottoposta, insieme a tutto il Sud, da oltre un secolo e mezzo.
Alla fine, a succedere allo “sbiancatore d’ani” (al secolo Rosario Crocetta), è Nello Musumeci sostenuto da quell’accozzaglia di partiti di centro-destra che vede insieme appassionatamente Salvini, Meloni e Berlusconi in quello che è stato definito “il patto dell’arancino”. Dopo la crostata, adesso è il turno della gustosa specialità sicula essere “depositaria” simbolica degli accordi fra forze politiche, capaci solo di prendere in giro e truffare sempre e comunque i cittadini. I tre soggetti in questione, ancora una volta, fanno solo finta di litigare fra loro perché poi – dati di fatto alla mano – l’accordo con cui spartirsi le cadreghe lo riescono sempre a trovare, con un cliché che abbiamo già abbondantemente imparato a conoscere in questi anni.

La coalizione fra questi tre impresentabili ha partorito il topolino di un personaggio che non rappresenta per niente il “nuovo che avanza”, con un passato di estrema destra che lo rende distante anni luce, dalla vocazione indipendentista della Sicilia. Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, Musumeci è l’emblema di quel nauseabondo putridume mafioso e massonico, di cui il meridione proprio non riesce a liberarsi.
Particolarmente interessante il risultato ottenuto da Salvini e quel che resta della fu Lega Nord, che approda all’Assemblea Regionale Siciliana solo grazie ai voti ed all’aiuto degli (s)fascistelli e di quegli ascari (poco più di 100.000) che hanno abboccato alle sparate ricche di demagogia ed inconcludenza, del fannullone padano. Stendiamo un velo pietoso poi su quello che i soliti pennivendoli ignoranti hanno etichettato quale “leghista del Sud”, attraverso cui il re delle ruspe vorrebbe arruffianarsi le simpatie di quello stesso Mezzogiorno da lui stesso, in passato, offeso a più riprese e non solo con i patetici e famigerati cori da stadio rivolti ai napoletani.

A contendere lo scettro a Musumeci, in quello che come prevedibile alla fine si è rivelato essere un vero e proprio testa a testa, il candidato grillino Giancarlo Cancellieri. Il “partito degli onesti” ha ottenuto la maggioranza dei voti di lista (26,6%), ma questo non gli è bastato per portare il proprio rappresentante a Palazzo dei Normanni. I giochetti della stampella dell’estrema sinistra ormai sono stati anch’essi smascherati dall’evidenza dei fatti, e dunque anche l’incoerenza dei vari Di Maio e Di Battista non poteva che portare a questi miseri risultati.
Al di fuori dei giochi, clamorosamente ma non più di tanto, il PD (che si era affidato a Fabrizio Micari) che paga il giusto prezzo per un quinquennio di Crocetta a dir poco scellerato ed allucinante in cui la pessima gestione di emergenze vecchie (degrado ed elevata disoccupazione) e nuove (flussi immigratori provenienti dal vicino Nord-Africa), non poteva non costare carissimo a chi altro non sta facendo che eseguire fedelmente e quotidianamente gli schifosi ed odiosi diktat provenienti dalle lobby mondialiste.
In sede di introduzione di questo articolo, si è rimarcato come però si sia trattata di una grande occasione persa e non solo perché il vero vincitore di questa tornata elettorale è stato l’astensionismo (circa il 53% degli aventi diritto al voto ha deciso di disertare le urne), a testimonianza di una evidente e diffusa disaffezione da parte dei cittadini nei confronti della politica. Ma anche perché i movimenti realmente indipendentisti avevano l’occasione più unica che rara – con un sistema in evidente crisi di identità per le ragioni sopra esposte – di coalizzarsi e rivendicare la piena e totale applicazione di quello Statuto per il quale, non dimentichiamolo, il Patriota Salvatore Giuliano ha speso la propria vita!

Un insulto ed uno schiaffo (l’ennesimo, a dire il vero) a chi, nell’immediato dopoguerra, si era ribellato alle angherie di un sistema che, attraverso la mafia, ha controllato di fatto questa magnifica e disgraziata terra negli ultimi 150 anni! I siciliani hanno dimostrato, ancora una volta, di non voler voltare pagina e di non far seguire alle chiacchiere, i fatti!
In molti hanno dato le colpe della grave situazione in cui versa la Sicilia, al suo Statuto. Non ci stancheremo mai di ripetere che lo strumento, se sapientemente utilizzato, è ottimo perché permetterebbe a quel popolo di sfruttare al massimo le immense risorse di cui dispone ed anche di avere una prevalenza in molte materie legislative, perché antecedente rispetto alla Costituzione itagliana! Lo Statuto Siciliano è inoltre avversato dai politici ammanigliati con il regime perché, una volta attuato, non permetterebbe loro di continuare a rubare ed a sprecare, in malo modo tanto denaro pubblico così come hanno sempre fatto!
Ma se, in tutti questi anni, questo statuto speciale è rimasto inapplicato, allora vuol dire che i siciliani non meritano di disporre di un qualcosa che permetterebbe loro di avere sviluppo e benessere, senza dover necessariamente essere subalterni alle decisioni di Roma e Bruxelles che continuano, come ormai denunciamo da anni, a fare il bello ed il cattivo tempo!

Il sacrificio di chi – e ci fa davvero male dirlo e constatarlo - non ha esitato a dare sé stesso per questa terra, purtroppo, è stato vano. E mentre in questi giorni, in quella che ad un tempo era la seconda capitale dell’impero svevo-normanno, si sta discutendo delle cadreghe e non certo delle tante urgenze che attanagliano i siciliani, a Barcellona si continua a lottare per l’indipendenza.
Il popolo catalano in maniera fiera e compatta non si sta piegando di fronte all’inaudita ed insopportabile arroganza mostrata dalla carogna centralista e statalista di Madrid, supportata dai compagni di merenda in salsa europea, e da certi venduti ed accattoni di nostra conoscenza che hanno perso un’ottima occasione per starsene zitti.

Il premier spagnolo Mariano Rajoy si sta confermando di essere non solo politicamente sprovveduto, ma addirittura peggiore di quei dittatori sudamericani (vedi Maduro, Fidel Castro, Pinochet e Chavez) che pensano che i cittadini siano un oggetto ed un orpello, di cui poter disporre a piacimento. Buoni magari solo per estorcere loro tasse, attraverso cui poter tenere saldamente incollato sulla cadrega il proprio puzzolente deretano!
L’arresto (poi commutato in una pena pecuniaria di 150.000 euro) del Sindaco di Barcellona Carme Forcadell ed il mandato di arresto spiccato nei confronti di Carles Puidgemont (che ha chiesto asilo politico al Belgio) rappresentano soltanto le due ultime vergogne di una Spagna che non è ancora riuscita a scrostarsi di dosso, le scorie franchiste e fasciste a dispetto di quello che vorrebbe far credere.

In questa situazione, del tutto confusa ed a dir poco imprevedibile, aggiungono ulteriori elementi di ripugnanza tanto l’atteggiamento pilatesco di quel covo di parassiti e fancazzisti rispondenti all’Unione Europea che sta vedendo miseramente crollare la propria credibilità, sotto le sacrosante e legittime richieste di democrazia e libertà provenienti dalla Catalogna. Quanto la strafottenza, l’imbarazzo e l’indifferenza assolute di un ONU in avanzato stato di decomposizione, che eppure dovrebbe pronunciarsi di fronte alla palese violazione di un principio universale (il diritto all’autodeterminazione dei popoli) da parte di uno Stato, quello iberico, che è bene ricordarlo ha sottoscritto le norme internazionali sui diritti umani!
La Spagna – stando alle regole delle Nazioni Unite di cui fa parte - andrebbe sanzionata dapprima con misure economiche e poi, se dovesse persistere in questo suo atteggiamento, anche con un intervento militare visto e considerato che quella sui catalani sta assumendo, agli occhi dell’opinione pubblica mondiale, i contorni di una vera e propria repressione!
Mentre invece quel popolo indomito sta soltanto rivendicando la propria dignità in maniera pacifica e senza ricorrere ad alcun tipo di violenza, al contrario di ciò che vorrebbero farci credere i soliti pennivendoli asserviti al sistema centralista, oltre che della Guardia (In)Civil spagnola. Anch’essa foraggiata (altro pazzesco paradosso) dalle tasse di quegli stessi catalani, che non sta esitando a manganellare ed a macchiarsi di vere e proprie porcherie!!!

Un esempio che tutti i movimenti realmente indipendentisti e federalisti dovrebbero seguire anche alle nostre latitudini, partendo dai rispettivi territori di provenienza. A tal fine, riteniamo che  i tempi siano ormai maturi per un vero e proprio cartello politico che rifiuti innanzitutto ogni tipo di compromesso ed accordo con i partiti che fanno parte del regime, portando una proposta davvero alternativa, rispetto al vecchio ed allo stantio che ormai attanaglia lo stivale da oltre un secolo e mezzo.
L’idea di riunire tutte le sigle antisistema, sovraniste ed antistataliste noi, del resto, l’abbiamo già da tempo lanciata con il progetto denominato Popoli Sovrani d’Europa. Sta adesso a chi realmente persegue queste idee, raccogliere il nostro invito, sul rispetto del sacro principio basato sul fatto che OGNUNO E’ PADRONE IN CASA PROPRIA!


Ciò anche in vista, intendiamo sottolineare, della costruzione di un tipo di Europa dei popoli e delle libertà che è assai ben diversa, da quella attuale che ci hanno imposto le lobby e le massonerie, attraverso i propri sodali e relativi complici.

Francesco Montanino

Lega Sud - Ausonia

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