Napoli (AU) – La Capitale del Sud è quotidianamente
umiliata, ma per il suo primo cittadino va tutto bene. Il periodo natalizio è
quello in cui la prosopopea e la demagogia di chi da un quarto di secolo a
questa parte, ha ridotto l’antica Partenope ad un’autentica latrina a cielo
aperto, assurge ai massimi livelli.
Fra periferie sempre
più degradate, emergenza criminalità piccola e grande tutt’altro che debellata
e servizi pubblici degni di una capitale del Terzo Mondo, Giggino “o’ magistrato”
non perde occasione per gettare fumo negli occhi di chi (e parliamo di meno di
un quinto dei napoletani aventi diritto al voto….) lo ha sventuratamente e
consapevolmente (o meno) eletto. Le trovate (che definire bizzarre, è a dir
poco eufemistico) di questo sindachino, non possono non meritare la nostra
attenzione considerando che con una città ormai al collasso, le priorità di
questa sgangherata amministrazione comunale non accontentano praticamente
nessuno. O meglio, solo ed esclusivamente i fuoriusciti dei cessi (a)sociali
dei quali è un vero e proprio burattino nelle loro lerce e schifosissime mani!
La prima “perla” di
queste festività riguarda il capodanno che, stavolta, non sarà una festa di
tutti dal momento che il caro Giggino ha pensato bene di premiare i propri fan
che sono primatisti indiscussi in canne, fancazzismo ed affini. Lo scenario di
Piazza del Plebiscito infatti a San Silvestro sarà tutto appannaggio di tossici
e fannulloni provenienti da ogni dove, che sventoleranno gli anacronistici
vessilli di un’ideologia (quella comunista) che come qualsiasi idolatria dello
Stato, è stata condannata inesorabilmente dalla storia. Questo perché in quella
che è la piazza più importante di Napoli ci sarà l’esibizione di qualcosa che
si fa fatica a definire “artisti”. Infatti i “Terroni Uniti”, il supergruppo di
Capitan Capitone (ma chi cazz’è?) e “Zulù” dei 99 Posse richiamano alla mente
certa rimasuglia di estrema sinistra, che rappresenta quella Napoli del
“chiagnere e fottere” di cui ne abbiamo onestamente piene le palle!
La politicizzazione
completa persino dell’ultimo giorno dell’anno è una cosa che mancava, ma di cui
non ci stupiamo affatto considerando la china cui Napoli è stata sottoposta
nell’ultimo quarto di secolo, a partire dall’avvento di Don Antonio Berisha
detto “Bassolino”. Soldi e risorse
magari da utilizzare ad esempio per aggiustare qualche strada o mettere qualche
pullman in più, e che invece saranno malamente scialacquati solo per
ringraziare qualche pseudo artista, quasi del tutto sconosciuto, che gli ha
garantito una manciata di voti….
Agli occhi dei più
attenti, non è sfuggito che la capitale del Sud ha purtroppo subìto uno
stillicidio pressoché ininterrotto di peggioramenti abbattutisi inesorabilmente
sulle spalle di quei cittadini che ogni giorno devono fare i conti magari con
pullman sgarrupati e quasi mai puntuali, o alcuni quartieri totalmente
abbandonati ed alla mercé di sporcizia e delinquenza.
Un degrado morale e
materiale che del resto può essere toccato tranquillamente con mano, se
pensiamo ad esempio alla vergogna che si prova nell’assistere alla totale
impotenza di chi dovrebbe garantire minime condizioni di sicurezza e di
vivibilità, a chi paga un mucchio di soldi in tasse. Il pensiero non può non
correre all’albero di Natale che ogni anno era costruito nella Galleria Umberto
I e che raccoglieva tutti i desideri dei napoletani, e che invece stavolta non
sarà allestito per colpa delle babygang che spadroneggiano impunemente ed
allegramente nelle parti più a rischio e non solo del capoluogo campano.
I piccoli camorristi
in erba trovano infatti terreno fertile nel fare i propri porci comodi,
approfittando del colpevole lassismo di questa amministrazione comunale, buona
solo a sproloquiare ed a prendersela con i fannulloni padani di turno (pensiamo
a quegli utili idioti di regime dei Bizzozero o dei Salvini) quando definiscono
la città partenopea “una fogna”.
Salvo poi non fare in
concreto nulla, per impedire che tale marchio di infamia e vergogna possa
trovare un fondamento di logicità nella sua spregevole applicazione.
Occorrerebbe, per come la vediamo, rispondere con fatti concreti e zero
chiacchiere, ed invece constatiamo che continua a non essere così. E non certo
da oggi, perché Napoli continua ad essere una “carta sporca” come cantava il
compianto Pino Daniele.
Altro che quadro
idilliaco dipinto a piene mani da chi, come al solito, si ostina a negare
l’evidenza, esaltandosi e pavoneggiandosi per primati effimeri (come quello
della pizza, recentemente dichiarata patrimonio mondiale dell’UNESCO) salvo poi
ritrovarsi ad essere ineluttabilmente collocati nelle ultime posizioni per
qualità della vita.
Più che delle
vittorie della squadra di calcio del Napoli o di queste eccellenze nella
gastronomia e nella cultura riconosciute in tutto il mondo, ci farebbe davvero
esaltare ed essere felici, orgogliosi oltre che ottimisti sapere che buona
parte dei giovani non devono essere costretti ogni anno a lasciare la propria
terra natia, perché non ci sono le benché minime prospettive per sopravvivere a
causa della totale mancanza di valide possibilità occupazionali. O che magari
le piaghe della camorra e della criminalità (piccola o grande che sia, poco
importa) siano state definitivamente debellate e che infine la qualità dei beni e servizi
pubblici offerti, infine, sia degna di una città, dalla storia, dal prestigio e
dalla cultura millenari!
Siamo del tutto consapevoli
che queste, allo stato attuale, sono purtroppo delle autentiche chimere che
assai difficilmente diventeranno in breve tempo una meravigliosa realtà!
Altra emergenza è
quella dei trasporti pubblici, il cui pesante buco presente in bilancio rischia
seriamente di trascinare in un baratro pericolosissimo il Comune che è ormai ad
un passo dal dissesto.
Ne avevamo parlato
recentemente, e come avevamo facilmente preconizzato è tutto pronto per
l’ennesima rapina legalizzata ai danni dei cittadini per porre rimedio a chi ha
pensato bene di arricchirsi alle loro spalle, in maniera vigliacca e
parassitaria!
Una delle geniali
idee partorite dalle solite menti bacate che sono preposte a tenere i conti
comunali, sarebbe quella di fare cassa prevedendo (e qui si ride per non
piangere…) il numero di multe da comminare agli automobilisti, che potrebbero
subire delle vere e proprie estorsioni legalizzate, anche in presenza di
infrazioni lievi o insignificanti.
Oppure intervenire,
come è già accaduto in passato, sul costo dei mezzi pubblici secondo un cliché
scontato che abbiamo imparato a ben conoscere in tutti questi anni. A tal
proposito, possiamo a giusta ragione affermare che siamo in presenza di un cane
che si morde la coda.
Perché se è vero che
esiste una parte della popolazione che si atteggia a furbetta del quartierino
non facendo il biglietto, è altrettanto vero però che i supermanager lautamente
stipendiati con i soldi pubblici in tutti questi anni NON HANNO MAI FATTO UN
CAZZO dalla mattina alla sera, per giustificare il cospicuo compenso che si
sono portati a casa.
A pagare il conto,
come sempre, quei cittadini onesti e perbene che utilizzano quotidianamente i
pullman e le linee della metropolitana per potersi spostare da un punto
all’altro della città, spendendo cifre a dir poco esorbitanti per un servizio
scadente ed infimo. L’ultima trovata di Giggino, è quella di ritoccare verso
l’alto (dalle attuali 1,20 ad 1,30 euro dal prossimo 1 gennaio, fino ad
arrivare ad 1,40 nel 2019) le tariffe per il ticket dell’ANM da 90’ che però
non ci vale per niente in termini di qualità.
Infatti, a Palazzo
San Giacomo volutamente ignorano che la gente arriva ad aspettare sino a 40
minuti ed oltre alla fermata della metropolitana ed anche più di un’ora alle
pensiline per gli autobus. Un costo che è pari quasi a quello di città come
Roma o Milano in cui però, nonostante anche lì ci siano sprechi e disservizi di
un certo rilievo, quantomeno il
trasporto pubblico garantisce il diritto alla mobilità a lavoratori, studenti e
turisti.
Siamo pronti a
scommettere che non cambierà praticamente niente, se non che questa ulteriore
stangata peserà ancor di più sui già magri bilanci delle famiglie, che fanno
fatica a far quadrare i conti. Prevarrà, come al solito, la cronica incapacità
di ridurre le sacche di spreco iniziando magari a far pagare il conto
dell’inefficienza a chi è profumatamente pagato dalla collettività, e che
invece si distingue per non fare assolutamente nulla!
Aumentare la spesa
dei cittadini per foraggiare il solito carrozzone pubblico, è un qualcosa di
trito e ritrito che non smetteremo mai di condannare in maniera aspra e
sentita. Un rimedio che, come abbiamo potuto verificare, non solo non funziona
ma contribuisce ad alimentare l’odio fra chi amministra e gestisce in nome dei
cittadini, e questi ultimi che chiedono solo che vengano risolti i loro
problemi.
Nel caso specifico, a
Napoli sarà sempre più difficile muoversi con un mezzo che non sia l’automobile
perché il costo della qualità inesistente dei mezzi pubblici, diventerà
insostenibile per i cittadini. Con la presumibile conseguenza, però, che i nodi
stanno per venire al pettine e che – si spera – chi in questi anni, ha
sbagliato renderà finalmente conto della propria sciatteria ed acclarata
incapacità.
Francesco Montanino
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