Fra hooligans, "cessi (a)sociali" e
Salvini, Napoli è stretta in una morsa. Dopo
le “Quattro giornate” con cui, durante la seconda guerra mondiale, ci si è
liberati dall’incubo nazifascista, la capitale del Sud si trova a dover
fronteggiare delle vere e proprie emergenze. Ma se mentre quella dei tifosi
inglesi, durerà lo stretto spazio di alcune ore così come la visita del
fannullone padano, quella dei parassiti al soldo di Giggino “o’ sindachino” è
una piaga di cui proprio non ci si riesce a liberare.
Specchio e braccio armato di una
classe politica cittadina, ormai inesistente e rappresentata da autentici
incapaci, che hanno ridotto il capoluogo partenopeo ad autentica latrina a
cielo aperto.
Basta del resto, solo farsi un giro
in un pullman o nelle metropolitane per rendersi conto dello stato di totale
degrado in cui versa questa città. Sarebbe troppo riduttivo parlare del centro
storico, quando a pochi chilometri di distanza esiste una realtà che i media
leccaculo asserviti al sindaco, si guardano bene dall’evidenziare. Le periferie
sono completamente abbandonate e lasciate marcire, senza che nessuno si degni
di intervenire. I politici, sia di maggioranza che di opposizione, si fanno
vivi nei quartieri più degradati solo quando c’è da elemosinare qualche voto,
in tempo di campagna elettorale. Salvo poi fottersene, una volta poggiati i
propri puzzolenti culi sulle cadreghe ed intascato il ricco stipendio.
Certo, esistono anche i furbetti del quartiere
e sarebbe altrettanto ingiusto non parlare di chi si sveglia al mattino con il
solo intento di fregare il prossimo. Ma resta inequivocabile che i disservizi
ed i disagi quotidiani patiti dalla maggioranza silenziosa dei cittadini
napoletani, rappresentano un aspetto di cui poco si parla.
Stretti fra il marciume camorristico
ed il fancazzismo di chi fuma canne e assume ogni tipo di droga dalla mattina
alla sera, la parte onesta e perbene di Napoli, fa fatica ad andare avanti ed a
portare il piatto a tavola.
Appaiono del tutto fuori luogo, le
sparate del “sindachino” eletto dal 18% degli aventi diritti al voto, a
proposito del debito (?!) che non intende ripagare perché – a suo dire – non
l’ha creato lui. Ci sarebbe molto da opinare, pensando ai tantissimi soldi
buttati nel cesso per feste e festini assortiti, così come per le inaugurazioni
dei bed and breakfast, nel quale Giggino è primatista indiscusso. Ecco, per le
pagliacciate i soldi ci sono e servono a far felici gli amici ed i compari di
merenda che così continueranno ad assicurargli voti e sostegno.
Ma se bisogna offrire un servizio a
chi paga la spazzatura ed i mezzi pubblici, ecco che magicamente, e com’è ovvio
che sia, non ci sono le risorse a disposizione. Con la conseguenza che per aspettare
un pullman o la corsa di una metropolitana, occorrono anche 30-40 minuti. Hai
voglia poi a dire, che la città è piena di turisti… Certo, ma è un’enorme
figuraccia il non poter disporre dei mezzi pubblici per poter liberamente
spostarsi per ammirarne le ineguagliabili bellezze. A che serve poi avere le
stazioni più belle d’Europa, se spesso e volentieri i treni ritardano ed in
alcuni casi non funzionano neppure le biglietterie automatiche?
E questo spiega altresì perché Napoli
nei circuiti turistici venga considerata come meta di passaggio, e non di sosta
prolungata come invece accade per Roma, Firenze, Venezia e, da alcuni anni a
questa parte, anche Milano. Le scellerate politiche di questa amministrazione
comunale, incapace di fornire risposte concrete ai cittadini in termini di
efficienza dei servizi e delle infrastrutture, tengono naturalmente alla larga
anche gli imprenditori che si guardano bene dall’investire in un posto dove non
c’è l’humus adatto per creare sviluppo e lavoro. Non è dunque solo e tanto una
questione che riguarda le tasse che naturalmente continuano ad essere indegne
di un paese civile, ma anche e soprattutto delle altre cose che fanno da
contorno, ad una qualsiasi iniziativa volta a creare indotto economico.
Con questo drammatico quadro della
situazione, appare lapalissiano che la città è condannata, dunque, ad un
declino che è ormai nei fatti. E non certo da oggi, dal momento che ormai sono
interi lustri che denunciamo sempre le stesse inefficienze. Non è cambiato
nulla, da più di venti anni a questa parte. Il “rinascimento” di don Antonio
Berisha detto “Bassolino” ha avviato un peggioramento che con Giggino “o’
sindachino” sta proseguendo in maniera veloce ed inesorabile. La parte buona e
produttiva di Napoli, se ne sta scappando via a gambe levate. E chi resta e non
fa parte dei due schieramenti che provvedono a gettarle quotidianamente fango
addosso, è da considerarsi un martire che affronta un calvario senza fine. Agli
atavici problemi legati alla criminalità ed alla disoccupazione, si sono andati
ad aggiungere quelli di un degrado non solo morale, ma anche materiale che fa letteralmente
piangere il cuore ed arrabbiare.
Il “fujetevenne” di edoardiana
memoria riecheggia sempre più forte, e coinvolge tutti quelli che non accettano
i facili stereotipi e le etichette che ci sono stati appiccicati addosso da
oltre 150 anni. E non potranno nemmeno essere i proclami dell’ex “bibitaro” Di
Maio (che promette un reddito di cittadinanza che è un autentico incentivo a
fare il disoccupato) e del “felpetta” Salvini, a porre rimedio a questa
situazione. In particolare, quest’ultimo che con modi da autentico spaccone ha
annunciato – nell’ultima campagna elettorale ed in questi mesi - ai quattro
venti la soluzione dell’emergenza immigrazione clandestina, degli annessi
problemi di sicurezza e la riduzione delle tasse per imprese, lavoratori e
pensionati.
Ad oggi, non c’è un solo
provvedimento o atto che possa farci parlare di successo per il leader della
lega naziunalista itagliana. Non è stato espulso neppure uno dei 700.000 (ma
probabilmente sono molti di più, e di questo dobbiamo solo ed esclusivamente
ringraziare il PD e tutto il marciume buonista) clandestini, senza identità,
che vagano nelle nostre città, pronti ad entrare in azione aggredendo inermi
cittadini. Secoli di lotte per la libertà individuale, stanno andando
letteralmente al macero grazie alle scellerate politiche di integrazione
attuate dal nostro paese.
Dietro ai diktat delle massonerie
mondiali che vogliono a tutti i costi la sostituzione etnica (allo scopo di
avere manodopera a basso costo) e la distruzione della famiglia e dei
principali valori sui quali si è poggiata per secoli l’umanità, c’è anche la
colpevole complicità della nostra classe politica e di certi giudici che, con i
loro obbrobri giuridici, hanno ucciso anche il diritto ad avere giustizia da
parte di chi ha subito una rapina o una violenza in maniera gratuita, anche
grave. Viene da pensare ad omicidi efferati come quello della povera Pamela,
fatta a pezzi da alcuni macellai nigeriani, o i casi di stupro e pedofilia che
riempiono le prime pagine di giornali e telegiornali. Come se già la merda
umana di casa nostra, rappresentata da mafia, camorra, ‘ndrangheta e Sacra
Corona Unita, da sola non bastava.
Abbiamo dovuto importare altra feccia
dai vari angoli del pianeta, solo perché c’era chi sul business
dell’immigrazione selvaggia e senza regole, doveva da un lato accontentare i
propri padroni ($oro$, in primis) e dall’altro lato avere un tornaconto
personale, sia politico (con la retorica del pietismo e del buonismo) che
economico (le coop, le strutture e gli sciacalli che si sono arricchiti con i
contributi provenienti dall’Europa che, a sua volta, paghiamo profumatamente
ogni anno….)!!! Un governo serio, oltre ad aver cacciato a pedate nel culo,
tutti gli irregolari avrebbe finanziato questa dispendiosa operazione andando
ad espropriare i ricchi patrimoni delle ONG e di tutti quelli (politici
compresi) che hanno lucrato il più vergognoso e squallido dei business, dando
vita ad una vera e propria tratta degli schiavi.
Il caro Salvini poi aveva annunciato
in campagna elettorale avrebbe ridotto le tasse ed anche abbassato il prezzo
della benzina (che invece pare essere destinato ad aumentare nel 2019)….ma con
quali soldi, viene spontaneo chiedersi? La pressione fiscale in questo letamaio
continua ad essere la più alta del vecchio continente ed assumere i contorni
dell’estorsione vera e propria, se pensiamo che si paga fra il 50 ed il 70% di
quanto prodotto, senza ricevere naturalmente un cazzo in cambio!
L’itaglia ha un debito pubblico
mostruoso che è andato ulteriormente ingigantendosi in questi ultimi anni,
nonostante che le anime belle della sinistra ed i loro servi della gleba,
composti da intellettuali e giornalisti prezzolati, ci abbiano raccontato
altro. La favoletta dello spread di cui ignoravamo l’esistenza fino al 2011,
serve sempre per spaventare e prospettare scenari apocalittici ai cittadini.
Diciamo questo, non certo per scagionare gli incapaci che hanno formato questa
improbabile compagine governativa, ma per denunciare ed evidenziare il NULLA
rappresentato da chi per un decennio ci ha propinato governi tecnici ed altre
schifezze assortite. E che ora starnazza ed abbaia alla luna, una volta perso
il potere. Il PD ed i partiti che hanno sgovernato e svenduto quel che è
rimasto di questo paese, andrebbero semmai processati per tradimento e sciolti,
considerando gli inenarrabili fallimenti che ci hanno condannato ad un futuro
incerto e senza speranze e prospettive.
Tornando alle mirabolanti imprese del
felpetta, la sua visita a Napoli appare fuori luogo ed è destinata a
trasformare la capitale del Sud in un campo di battaglia con gli sgherri dei
cessi (a)sociali al soldo del sindachino, pronti a mettere a ferro fuoco le vie
cittadine e ad assaltare negozi e macchine, per dare sfogo agli effetti delle
sostanze stupefacenti che assumono, in maniera ininterrotta. Si annuncia un
grosso schieramento delle forze dell’ordine che invece di tutelare i cittadini
dalla piccola e grande delinquenza, si affannano a scortare un personaggio che,
in tempi anche recenti, ha speso parole di disprezzo per il Sud. Ora gli fa
comodo venire a prendersi i voti, grazie all’appoggio degli ascari
(s)fascistelli di arroganza nazionale e di molti voltagabbana pronti a
svendersi al nemico, che cercano di riciclarsi sotto altre vesti.
Sicurezza, dunque, garantita solo per
gli esponenti della classe politica, ma non per chi fa fatica a portare il
piatto a tavola. Ricordiamo solo che poliziotti e carabinieri sono pagati con i
nostri soldi, e che così come si garantisce l’adeguato livello di sicurezza ad
un ministro, anche un normale cittadino ha il sacrosanto diritto di muoversi in
maniera libera e senza che agli accada qualcosa di spiacevole, ovunque si trovi
ed in qualsiasi momento della giornata.
Un ragionamento valido tanto per
Napoli, quanto per il resto di un paese in avanzato stato di decomposizione
nonostante che al Nord esistano delle sacche di produttività che ancora – sia
pur in maniera assai stentata e difficoltosa - lo tengono a galla.
L’unico esempio che è da seguire, in
uno scenario del genere in cui la resa dei conti per questo sgangherato paese è
ormai prossima, resta quello della Catalogna e di tutte quelle realtà (Scozia,
Corsica, Paesi Baschi) che stanno provando ad affrancarsi dall’oppressione
degli stati centralisti in primis, ed anche dell’Unione Europea che è diventata
ormai un’autentica gabbia con le sue norme liberticide ed, in tantissimi casi,
inutili.
Solo la libera confederazione di
tutte le sigle autonomiste ed indipendentiste in un unico cartello elettorale,
appare la soluzione migliore per far fronte sia al globalismo ed alla
mondializzazione, che al nazionalismo ed al populismo di facciata. Il progetto
di Popoli Sovrani è presente, e continua ad essere aperto a chi realmente ha
voglia di combattere questo sistema centralista e statalista, che sta
affossando qualsiasi libertà individuale. Le teorie di Miglio e Cattaneo sono
ancora di straordinaria attualità ed efficacia, e rappresentano la strada
maestra da seguire, se vogliamo ancora avere la speranza di sopravvivere…
F.M.
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