Ci sono tuttavia delle novità
decisive oggi. Nel 1995 il centro-sinistra riuscì a prevalere perché buona
parte della vecchia DC pilotata da Colombo si spostò a sinistra. Nei fatti la
classe politica che aveva fino ad allora governato la regione, continuò a farlo gattopardescamente (si cambia
per non cambiare nulla ! ) sotto l’etichetta dell’Ulivo. Oggi invece se il
blocco di centro-sinistra perdesse nella nostra regione ci sarebbe un
cambiamento radicale dell’attuale assetto politico con nuovi programmi (?) e,
soprattutto, nuovi uomini. Chi scrive ha trascorso le sue vacanze estive
correndo sulla basentana e sulla Val d’Agri per partecipare a riunioni di
autoconvocati provenienti dall’associazionismo civile, ambientalista
e dagli attivisti ex M5S (vecchi amici…davvero tanti!) per cercare di costruire una compagine
politica in grado di competere alle prossime regionali. In quelle riunioni ho
ripetuto fino allo sfinimento i motivi per i quali valesse la pena in questo
frangente adoperarsi per un cambiamento virtuoso nella nostra regione. Se la
battaglia deve essere solo quella di
sostituire tiranno a tiranno certamente non
ne vale la pena intraprenderla. Vale la pena invece farla se si vogliono
spezzare definitivamente le catene di quella solidarietà verticale e feudale
che è alla base delle pratiche clientelari. Occorre promuovere invece quelle
catene orizzontali solidaristiche fra pari . A dirla con Putnam, occorre
passare dal feudalesimo alla stagione dei comuni anche qui al Sud.
Un secondo
impegno, se vogliamo frutto perverso di quella solidarietà verticale di cui si
parlava, sarà quello di valorizzare una volta per tutte merito e competenza.
Non solo nella nostra regione, ma negli apparati politici e statali del nostro paese
la rappresentanza si sovrappone sempre meno con la competenza. SI fa carriera e
si viene premiati per la fedeltà al feudatario di turno piuttosto perché bravi.
Come spiegare altrimenti gli scandali nella sanità esplosi nella nostra regione
? Come spiegare che personalità di spicco con meriti ben riconosciuti anche a
livello internazionale, poi siano invece sbeffeggiati ed umiliati nella nostra
terra come il maestoso Albatros di Baudelaire che, catturato e posato sulla
tolda della nave, viene schernito da
rozzi marinai. Sarebbe molto interessante fare uno studio di quanto PIL il nostro paese perde perché persone
sbagliate vengono messe in posti sbagliati.
I bocconiani se ci sono battessero
un colpo! Ma non divaghiamo. Un altro male del nostro territorio riguarda il
ruolo della politica che si arroga la competenza e la prepotenza di decidere
chi vince e chi perde nella società. Non può e non deve essere così. La
politica deve fare un passo indietro, anzi due! Deve solo adoperarsi affinché nella
nostra società le energie migliori emergano. Ci manca quella cultura liberale
(manca poi nei fatti a tutto il nostro paese) e facciamo finta di non conoscere
i potenziali benefici strategici di uno stato ed un apparato pubblico che si
chiama discretamente ai margini delle
dinamiche sociali ed economiche, da affidare invece alla sussidiarietà
orizzontale. Devo dare atto a Nicola Pagliuca che, fra i tanti comizi da lui
ascoltati, ha saputo toccare questo tema con una certa lucidità. Il pubblico e
la politica invece deve adoperarsi per creare le condizioni oggettive e
favorevoli sul territorio perché poi si trovi conveniente investire sul suo
suolo e sul suo patrimonio umano e sociale. Prima di tutto infrastrutturare
adeguatamente ed in modo efficace il territorio anche dal punto di vista immateriale.
Far costare meno l’energia, far applicare tassi bancari più “umani” alle
imprese, lavorare per un alleggerimento della pressione fiscale (le cosiddette
ZES), rafforzare e qualificare ulteriormente le reti del sapere e dell’innovazione
tecnologica così poderosamente presenti sul nostro territorio.
Franco Vespe |
Lavorare in
particolare perché si inneschi quel circolo virtuoso fra formazione, Innovazione
scientifica e tecnologica e trasferimento alle imprese che ha fatto la fortuna
di aree come la Silicon Valley californiana, la francese Tolosa o
l’indiana Bangalore. Il settore
aerospaziale (Matera), delle Energie alternative e l’agricoltura di precisione
(Metapontino) della meccanica (Melfi ed Il Vulture) e delle Osservazioni della
Terra (Potenza) potrebbero essere i poli e i settori dove si sviluppa
innovazione tecnologica e trasferimento alle imprese. A proposito di Potenza,
cari potentini ribellatevi a quei politici da strapazzo che vi hanno cucito
addosso il melanconico copione di città di servizi. Stronzate! Siete molto di
più! Non sono mai stato tenero con l’UNIBAS ed il CNR ma un contributo
fondamentale l’ha dato a quel territorio. Oggi rappresenta quel polo
un’assoluta eccellenza scientifica
internazionale (parlo con cognizione di causa!) perchè intorno ad esso possa nascere e
svilupparsi un indotto industriale 4.0 formidabile. Ma quello che propongo è un libro
dei sogni ? Certamente no. Avremmo potuto tranquillamente usare la leva del
petrolio in modo virtuoso ed ecologico, come è stato fatto in Norvegia. Se
avessimo rinunciato alle royalties (quelle si elargiscono ai paesi poveri che
hanno amministratori corrotti come la Nigeria!) e avessimo invece lavorato per
costruire quelle convenienze territoriali di cui abbiamo parlato, oggi non
saremmo alle prese con quell’emergenza ambientale che giustamente gli
ambientalisti “duri e puri” stanno ferocemente denunciando. Ma tutto questo non
è avvenuto! Abbiamo invece preferito creare una nuova figura mitica: l’Assessore-Sceicco affetto da Royalties-dipendenza!
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