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giovedì 27 dicembre 2018

BASILICATA: AGRICOLTURA E TURISMO DA SOLE NON BASTANO, OCCORRONO POLITICHE E STRATEGIE INDUSTRIALI


Quando si parla di sviluppo pochissimi pensano all’importanza delle politiche e delle strategie industriali. Il pensiero conformistico corrente pensa ad uno sviluppo “bucolico” basato sul turismo ed agricoltura. E’ un pensiero pericolosamente disinformato; starei per dire Terrapiattistico!   Al contrario turismo ed agricoltura da soli non bastano. Gli occupati infatti in agricoltura nel nostro paese sono solo il 4%. Gli occupati in questo settore in paesi ad alta tecnologia scendono addirittura al 2%. Per quanto riguarda invece il Turismo in Italia siamo mediamente al 6%.  

Certamente rafforzando l’offerta turistica si può arrivare al 10%. In Basilicata abbiamo un valore molto basso della percentuale di lavoratori nel settore: solo poco più del 3%. Potrà sicuramente crescere ed arrivare al 10%. Ma si comprende da questi numeri che insieme turismo ed agricoltura non possono occupare  complessivamente più del 20%  facendo anche  le più rosee previsioni. Quindi il rafforzamento del secondario industriale  è via obbligata per promuovere l’occupazione. Ma nemmeno insieme: turismo, agricoltura ed industria possono garantire piena occupazione. 

L’Industria occupa solo circa il 27% dei lavorarori. In questi anni invece si è registrato una contrazione degli occupati nel primario ed il secondario ed un aumento dei lavoratori nel terziario avanzato (Il turismo è parte del terziario!). E’ un andamento tipico di stati tecnologicamente avanzati l’espansione del terziario dovuto all’innovazione tecnologica e la robotizzazione dei sistemi produttivi in agricoltura ed industria. Questo significa che bisogna abbandonare il primario e secondario ? Tutt’altro! Occorre invece creare piattaforme tecnologiche (agricoltura ed industria 4.0) avanzate nei due settori sui quali poi sviluppare servizi innovativi. La crisi delle nostre economie europee, ed in particolare di quella italiana,  sta proprio nel fatto che non si produce sufficiente innovazione tecnologica nei due settori agro-industriali e, di conseguenza, non si riesce a creare lavoro ed occupazione nel terziario avanzato. 

Un grafico prodotto dal centro studi Ambrosetti (Rubato ad Enzo Acito n.d.r.) rappresenta molto efficacemente la forte correlazione fra il PIL di un paese e la quantità di investimenti che si destinano a ricerca ed innovazione tecnologica. E’ inutile dire che da quel grafico il basso tasso di crescita del PIL del nostro paese è gran parte dovuto agli scarsi investimenti in R& S.   Si comprende allora la disperazione di chi registra come politiche assistenziali lenitive della povertà come il Reddito di Cittadinanza, diventino invece trionfalistici  cavalli di battaglia di programmi politici che dichiarano la definitiva sconfitta della poverta. Equivale ad una melanconica dichiarazione di resa ancor prima di aver combattuto!


Franco Vespe


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