Quando si parla di sviluppo pochissimi pensano all’importanza
delle politiche e delle strategie industriali. Il pensiero conformistico
corrente pensa ad uno sviluppo “bucolico” basato sul turismo ed agricoltura. E’
un pensiero pericolosamente disinformato; starei per dire Terrapiattistico! Al
contrario turismo ed agricoltura da soli non bastano. Gli occupati infatti in
agricoltura nel nostro paese sono solo il 4%. Gli occupati in questo settore in
paesi ad alta tecnologia scendono addirittura al 2%. Per quanto riguarda invece
il Turismo in Italia siamo mediamente al 6%.
Certamente rafforzando l’offerta turistica si
può arrivare al 10%. In Basilicata abbiamo un valore molto basso della
percentuale di lavoratori nel settore: solo poco più del 3%. Potrà sicuramente
crescere ed arrivare al 10%. Ma si comprende da questi numeri che insieme
turismo ed agricoltura non possono occupare
complessivamente più del 20%
facendo anche le più rosee
previsioni. Quindi il rafforzamento del secondario industriale è via obbligata per promuovere l’occupazione.
Ma nemmeno insieme: turismo, agricoltura ed industria possono garantire piena
occupazione.
L’Industria occupa solo circa il 27% dei lavorarori. In questi
anni invece si è registrato una contrazione degli occupati nel primario ed il
secondario ed un aumento dei lavoratori nel terziario avanzato (Il turismo è
parte del terziario!). E’ un andamento tipico di stati tecnologicamente
avanzati l’espansione del terziario dovuto all’innovazione tecnologica e la
robotizzazione dei sistemi produttivi in agricoltura ed industria. Questo
significa che bisogna abbandonare il primario e secondario ? Tutt’altro!
Occorre invece creare piattaforme tecnologiche (agricoltura ed industria 4.0)
avanzate nei due settori sui quali poi sviluppare servizi innovativi. La crisi
delle nostre economie europee, ed in particolare di quella italiana, sta proprio nel fatto che non si produce
sufficiente innovazione tecnologica nei due settori agro-industriali e, di
conseguenza, non si riesce a creare lavoro ed occupazione nel terziario
avanzato.
Un grafico prodotto dal centro studi Ambrosetti (Rubato ad Enzo Acito
n.d.r.) rappresenta molto efficacemente la forte correlazione fra il PIL di un
paese e la quantità di investimenti che si destinano a ricerca ed innovazione
tecnologica. E’ inutile dire che da quel grafico il basso tasso di crescita del
PIL del nostro paese è gran parte dovuto agli scarsi investimenti in R& S. Si
comprende allora la disperazione di chi registra come politiche assistenziali lenitive
della povertà come il Reddito di Cittadinanza, diventino invece trionfalistici cavalli di battaglia di programmi politici
che dichiarano la definitiva sconfitta della poverta. Equivale ad una
melanconica dichiarazione di resa ancor prima di aver combattuto!
Franco Vespe
ufficiostampa@legasud.it
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