Un peto la seppellirà. In questo
periodo in cui c’è l’ideale passaggio di consegne fra anno vecchio e anno
nuovo, assistiamo al proliferare di fenomeni di flautolenze assortite e più o
meno rumorose, sulla scena politica ita(g)liana e non solo. Fra bilanci su ciò
che è stato e buoni propositi per i prossimi 366 (perché il 2020 è bisestile….)
giorni, la retorica noiosa e fine a se stessa la fa letteralmente da padrone. Per
la gioia di chi non vede l’ora di vedere ammorbata, l’aria da parole trite e
ritrite e colme di banalità ed ipocrisia. Secondo lo stile tipico di questo
ridicolo paese da operetta che continua ad essere la mecca di delinquenti,
fannulloni, lavativi e parassiti di ogni risma. E che rende quasi impossibile
la vita invece alle persone oneste e perbene e a chiunque abbia voglia di fare
e di emergere. In uno scenario sempre più simile ad un’immensa cloaca a cielo
aperto, che non a un paese realmente civile e democratico.
Iniziamo la sagra delle loffe e delle
scorregge assortite, partendo dalle solite nenie somministrate a reti
televisive rigorosamente unite, da parte del Presidente della Repubblica (delle
banane), al secolo Sergio Mattarella. Entusiasmante e stimolante come le gocce
di valium, veniamo a sapere che il capo dello Stato stavolta ha parlato di
identità (?!) nazionale e abbassamento dei toni nel dibattito politico,
cercando di apparire paladino di un’unità che, nei fatti, NON SI E’ MAI
REALIZZATA. Non potrà mai raggiungere i livelli di semplicità e di vera e
propria guida della comunità che gestisce, espressi dal presidente della
Federazione Russa, Vladimir Putin. Un abisso continua a separarli, ma di questo
francamente non ce ne stupiamo.
Naturalmente, tutti i pagliacci che
affollano la scena politica itagliana (eccezion fatta per Salvini, sul quale
avremo modo di tornarci) hanno annusato il potentissimo scorreggione
presidenziale, dichiarando di essere rimasti estasiati dal lungo e
pestilenziale fetore. La solita autoreferenza di questa cricca di inetti,
sempre più lontana dalle esigenze di chi fa fatica a portare il piatto a
tavola.
Ma la domanda che maggiormente ci
preme, è questa: è più efficace come sonnifero Sergio Mattarella o Gigione
Marzullo? Lasciamo a voi lettori il compito di dirimere questo amletico dubbio,
cui noi proprio non riusciamo a trovare una valida risposta…..
Nel mentre, non possiamo non
constatare come ieri come oggi, questo ridicolo paese sia stato sempre diviso
grazie al regime statalista e centralista che lo sta asfissiando da oltre un
secolo e mezzo. Sino a quando i popoli del Sud continueranno a dormire i
mefitici personaggi di questa dittatura potranno continuare imperterriti a fare
il bello e il cattivo tempo, a proprio piacimento.
Alla luce di ciò, sotto certi
aspetti, non siamo sorpresi che il fannullone padano che risponde al nome di
Matteo Salvini riceva consensi dalle nostre parti. Il leader della lega
naziunalista e (s)fascista itagliana, che ha da poco definitivamente abiurato
qualsiasi riferimento al federalismo, da quel di Bormio ci rende edotti sul
fatto che “non occorrono discorsi melliflui, di essere pronto a guidare
l’Itaglia e ad affrontare il processo per l’affaire Gregoretti”, invocando a
più riprese Dio e il Cuore Immacolato di Maria.
A proposito di digressioni religiose,
non possiamo non citare la serie di schiaffoni che un nervoso Papa imbroglio ha
rifilato sulle mani di un’attaccatissima devota che voleva solo salutare il
Pontefice. Le immagini del Papa che predica amore e accoglienza, salvo poi
lasciarsi andare a un gesto che poco ha a che fare con la carità cristiana,
hanno fatto letteralmente il giro del mondo. E pongono pesanti riflessioni
sull’incredibile ipocrisia di cui sono ammantati certi personaggi che vogliono
assurgere a punti di riferimento, salvo poi dimostrare di predicare bene e
razzolare male. E questo, come si sarà potuto capire, non solo nella politica. Ma
anche in altri ambienti, come la tutela e la salvaguardia dell’ambiente che non
può essere certo il copyright di veri e propri fenomeni da baraccone come Greta
e quegli scansafatiche dei suoi sostenitori.
Proseguendo in questa particolare
carrellata dedicata ai peti di fine anno, segnaliamo la profetica fossa che si
è scavato in una spiaggia Beppe Grillo. Il leader del M5S ben sa che la sua
creatura politica è destinata finalmente ad una rapida estinzione, ed allora ha
pensato in maniera ottimistica (come poi ha evidenziato durante il suo
discorso) di anticipare gli scenari futuri che attendono i guitti
pentastellati.
Rimanendo in tema di cazzari della
peggiore specie, non possiamo naturalmente non rivolgere un pensiero anche al
sindachino di Napoli, al secolo “Giggino” De Magistris. Il recordman dei peti
ci ha accompagnato con le sue scorregge per tutto il 2019, che ci siamo appena
lasciati alle spalle.
Una serie impressionante di proclami
e fandonie che qui proviamo a riepilogare (pur sapendo che ne ha sparate
davvero tante e che non è affatto facile tenerne la contabilità….) come la
moneta napoletana, la raccolta differenziata al 70% (le strade in alcuni
quartieri sono invase dalla spazzatura), l’autonomia (forse quella dei
ricuttari…..) di Napoli che sarebbe dovuta diventare – e qua facciamo
letteralmente fatica a trattenere le risate – capitale mondiale dei trasporti,
con i mezzi pubblici che invece come tutti sanno brillano per inefficienza e
sgarrupatezza.
Basterebbe da sola quest’ultima
buffonata per capire chi è De Magistris e la quantità di cazzate, date in pasto
agli allocchi che ancora abboccano, per far capire quale personaggio sta finendo
di distruggere quella che ad un tempo era la capitale del Sud. Il peggiore
primo cittadino di sempre, è riuscito nella non facile impresa di far
addirittura rimpiangere Don Antonio “Berisha” detto Bassolino e Rosetta Russo
Jervolino, che eppure avevano compiuto autentici disastri a cavallo fra la fine
del secolo scorso e gli inizi del Terzo Millennio. Napoli è peggiorata negli
ultimi anni, con prospettive lavorative pressoché nulle e la totale assenza di
infrastrutture e servizi a misura di cittadino, che la relegano non a caso
nelle ultime posizioni per qualità della vita.
Un altro aspetto di cui si sta
parlando decisamente poco, è il riaffiorare del problema della munnezza nelle
periferie. Nel popoloso quartiere di Scampia nei giorni scorsi i cittadini -
esasperati dalla latitanza dell’azienda municipalizzata nella raccolta dei
rifiuti, e dai miasmi che vengono sprigionati dalla loro putrefazione – hanno
rovesciato i cassonetti sulla strada, bloccandola di fatto per almeno un’ora.
Una situazione inaccettabile, che
imporrebbe ben altro tipo di attenzione da parte del primo cittadino che invece
è preoccupato nell’allestimento di quell’improbabile armata Brancaleone che
risponde alla flotta partenopea, per assecondare i desiderata dei $oro$ di
turno. O magari dell’inaugurazione di B&B in cui sono presenti fuoriusciti
dei cessi (a)sociali e personaggi vicini a quest’amministrazione comunale e sui
quali si annidano forti i sospetti di conflitti d’interesse, che
richiederebbero ben altra attenzione da parte di una Magistratura che, come
abbiamo purtroppo avuto modo di constatare da interi decenni a questa parte, sa
solo punire le persone oneste e perbene e lasciare a piede libero criminali di
ogni sorta. Il tutto, nel silenzio di una stampa vigliacca e asservita che tace
in maniera pavida e squallida, di fronte al degrado che attanaglia la città
partenopea.
Insomma, nulla di nuovo sotto il
freddo e pallido sole che avvolge il Sud nell’alba di un nuovo decennio che ci
auspichiamo possa finalmente risvegliare il dormiente popolo meridionale.
Mentre altrove (Catalogna, Scozia e Hong Kong), nelle prossime settimane, ci si
sta preparando alla resa dei conti con entità centraliste e stataliste
decrepite che per interi decenni hanno mortificato qualsiasi aspettativa di
libertà e di sviluppo.
Francesco Montanino
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