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mercoledì 1 gennaio 2020

DISCORSI DI FINE ANNO: ARIA FRITTA CHE SOFFIA SU UN PAESE MAI ESISTITO



Un peto la seppellirà. In questo periodo in cui c’è l’ideale passaggio di consegne fra anno vecchio e anno nuovo, assistiamo al proliferare di fenomeni di flautolenze assortite e più o meno rumorose, sulla scena politica ita(g)liana e non solo. Fra bilanci su ciò che è stato e buoni propositi per i prossimi 366 (perché il 2020 è bisestile….) giorni, la retorica noiosa e fine a se stessa la fa letteralmente da padrone. Per la gioia di chi non vede l’ora di vedere ammorbata, l’aria da parole trite e ritrite e colme di banalità ed ipocrisia. Secondo lo stile tipico di questo ridicolo paese da operetta che continua ad essere la mecca di delinquenti, fannulloni, lavativi e parassiti di ogni risma. E che rende quasi impossibile la vita invece alle persone oneste e perbene e a chiunque abbia voglia di fare e di emergere. In uno scenario sempre più simile ad un’immensa cloaca a cielo aperto, che non a un paese realmente civile e democratico.

Iniziamo la sagra delle loffe e delle scorregge assortite, partendo dalle solite nenie somministrate a reti televisive rigorosamente unite, da parte del Presidente della Repubblica (delle banane), al secolo Sergio Mattarella. Entusiasmante e stimolante come le gocce di valium, veniamo a sapere che il capo dello Stato stavolta ha parlato di identità (?!) nazionale e abbassamento dei toni nel dibattito politico, cercando di apparire paladino di un’unità che, nei fatti, NON SI E’ MAI REALIZZATA. Non potrà mai raggiungere i livelli di semplicità e di vera e propria guida della comunità che gestisce, espressi dal presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Un abisso continua a separarli, ma di questo francamente non ce ne stupiamo.
Naturalmente, tutti i pagliacci che affollano la scena politica itagliana (eccezion fatta per Salvini, sul quale avremo modo di tornarci) hanno annusato il potentissimo scorreggione presidenziale, dichiarando di essere rimasti estasiati dal lungo e pestilenziale fetore. La solita autoreferenza di questa cricca di inetti, sempre più lontana dalle esigenze di chi fa fatica a portare il piatto a tavola.

Ma la domanda che maggiormente ci preme, è questa: è più efficace come sonnifero Sergio Mattarella o Gigione Marzullo? Lasciamo a voi lettori il compito di dirimere questo amletico dubbio, cui noi proprio non riusciamo a trovare una valida risposta…..
Nel mentre, non possiamo non constatare come ieri come oggi, questo ridicolo paese sia stato sempre diviso grazie al regime statalista e centralista che lo sta asfissiando da oltre un secolo e mezzo. Sino a quando i popoli del Sud continueranno a dormire i mefitici personaggi di questa dittatura potranno continuare imperterriti a fare il bello e il cattivo tempo, a proprio piacimento.
Alla luce di ciò, sotto certi aspetti, non siamo sorpresi che il fannullone padano che risponde al nome di Matteo Salvini riceva consensi dalle nostre parti. Il leader della lega naziunalista e (s)fascista itagliana, che ha da poco definitivamente abiurato qualsiasi riferimento al federalismo, da quel di Bormio ci rende edotti sul fatto che “non occorrono discorsi melliflui, di essere pronto a guidare l’Itaglia e ad affrontare il processo per l’affaire Gregoretti”, invocando a più riprese Dio e il Cuore Immacolato di Maria.
A proposito di digressioni religiose, non possiamo non citare la serie di schiaffoni che un nervoso Papa imbroglio ha rifilato sulle mani di un’attaccatissima devota che voleva solo salutare il Pontefice. Le immagini del Papa che predica amore e accoglienza, salvo poi lasciarsi andare a un gesto che poco ha a che fare con la carità cristiana, hanno fatto letteralmente il giro del mondo. E pongono pesanti riflessioni sull’incredibile ipocrisia di cui sono ammantati certi personaggi che vogliono assurgere a punti di riferimento, salvo poi dimostrare di predicare bene e razzolare male. E questo, come si sarà potuto capire, non solo nella politica. Ma anche in altri ambienti, come la tutela e la salvaguardia dell’ambiente che non può essere certo il copyright di veri e propri fenomeni da baraccone come Greta e quegli scansafatiche dei suoi sostenitori.
Proseguendo in questa particolare carrellata dedicata ai peti di fine anno, segnaliamo la profetica fossa che si è scavato in una spiaggia Beppe Grillo. Il leader del M5S ben sa che la sua creatura politica è destinata finalmente ad una rapida estinzione, ed allora ha pensato in maniera ottimistica (come poi ha evidenziato durante il suo discorso) di anticipare gli scenari futuri che attendono i guitti pentastellati.
Rimanendo in tema di cazzari della peggiore specie, non possiamo naturalmente non rivolgere un pensiero anche al sindachino di Napoli, al secolo “Giggino” De Magistris. Il recordman dei peti ci ha accompagnato con le sue scorregge per tutto il 2019, che ci siamo appena lasciati alle spalle.

Una serie impressionante di proclami e fandonie che qui proviamo a riepilogare (pur sapendo che ne ha sparate davvero tante e che non è affatto facile tenerne la contabilità….) come la moneta napoletana, la raccolta differenziata al 70% (le strade in alcuni quartieri sono invase dalla spazzatura), l’autonomia (forse quella dei ricuttari…..) di Napoli che sarebbe dovuta diventare – e qua facciamo letteralmente fatica a trattenere le risate – capitale mondiale dei trasporti, con i mezzi pubblici che invece come tutti sanno brillano per inefficienza e sgarrupatezza.
Basterebbe da sola quest’ultima buffonata per capire chi è De Magistris e la quantità di cazzate, date in pasto agli allocchi che ancora abboccano, per far capire quale personaggio sta finendo di distruggere quella che ad un tempo era la capitale del Sud. Il peggiore primo cittadino di sempre, è riuscito nella non facile impresa di far addirittura rimpiangere Don Antonio “Berisha” detto Bassolino e Rosetta Russo Jervolino, che eppure avevano compiuto autentici disastri a cavallo fra la fine del secolo scorso e gli inizi del Terzo Millennio. Napoli è peggiorata negli ultimi anni, con prospettive lavorative pressoché nulle e la totale assenza di infrastrutture e servizi a misura di cittadino, che la relegano non a caso nelle ultime posizioni per qualità della vita.
Un altro aspetto di cui si sta parlando decisamente poco, è il riaffiorare del problema della munnezza nelle periferie. Nel popoloso quartiere di Scampia nei giorni scorsi i cittadini - esasperati dalla latitanza dell’azienda municipalizzata nella raccolta dei rifiuti, e dai miasmi che vengono sprigionati dalla loro putrefazione – hanno rovesciato i cassonetti sulla strada, bloccandola di fatto per almeno un’ora.

Una situazione inaccettabile, che imporrebbe ben altro tipo di attenzione da parte del primo cittadino che invece è preoccupato nell’allestimento di quell’improbabile armata Brancaleone che risponde alla flotta partenopea, per assecondare i desiderata dei $oro$ di turno. O magari dell’inaugurazione di B&B in cui sono presenti fuoriusciti dei cessi (a)sociali e personaggi vicini a quest’amministrazione comunale e sui quali si annidano forti i sospetti di conflitti d’interesse, che richiederebbero ben altra attenzione da parte di una Magistratura che, come abbiamo purtroppo avuto modo di constatare da interi decenni a questa parte, sa solo punire le persone oneste e perbene e lasciare a piede libero criminali di ogni sorta. Il tutto, nel silenzio di una stampa vigliacca e asservita che tace in maniera pavida e squallida, di fronte al degrado che attanaglia la città partenopea.

Insomma, nulla di nuovo sotto il freddo e pallido sole che avvolge il Sud nell’alba di un nuovo decennio che ci auspichiamo possa finalmente risvegliare il dormiente popolo meridionale. Mentre altrove (Catalogna, Scozia e Hong Kong), nelle prossime settimane, ci si sta preparando alla resa dei conti con entità centraliste e stataliste decrepite che per interi decenni hanno mortificato qualsiasi aspettativa di libertà e di sviluppo.


Francesco Montanino

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