La Pasqua che ci siamo appena lasciati alle spalle ce le ricorderemo sicuramente molto a lungo. L’emergenza Covid-19 lascerà il segno non solo dal punto di vista sanitario con le tanti morti che quotidianamente stanno scandendo queste giornate in cui tutti siamo agli arresti domiciliari, ma anche dal punto di vista politico ed economico.
Sta apparendo chiaro a tutti che sia in corso uno scontro abbastanza forte fra lo Stato Centrale e le Regioni sulla gestione di questa situazione che rischia di avere conseguenze non di poco conto, sotto il punto di vista dell’attribuzioni delle competenze, così come previsto dalla Costituzione.
E anche che l’economia di questo disastrato paese riceverà una durissima batosta, dal momento che il fermo delle attività produttive si traduce in una consistente perdita di PIL (le stime parlano di una contrazione su base annua fra il 6% stimato da Confindustria e il 12% circa previsto da Goldman Sachs, anche se per il solo mese di Aprile si profila un calo del 13%, cui si lega un crollo dei consumi di quasi il 32%!) che si ripercuoterà soprattutto in settori come quello turistico, in cui sono impiegate milioni e milioni di persone. E che rischia di ricevere il definitivo colpo di grazia, dalle assurde e sconcertanti dichiarazioni del Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen (altre braccia rubate all’agricoltura, eletta con il voto dei pentadementi con l’aiuto di quei parassiti della sinistra del Vecchio Continente) che ha chiaramente invitato i cittadini a non prenotare le vacanze per la prossima e ormai imminente stagione estiva.
Il Covid-19 ha smascherato (e di questo non avevamo dubbi) l’inefficienza di Roma ladrona nel saper gestire un’emergenza sanitaria che ormai ha assunto i contorni di una vera e propria pandemia, a livello planetario. Quando questa brutta storia sarà finita, occorrerà assolutamente richiamare alle proprie responsabilità il governo Conte, poiché nei palazzi del potere già sapevano tutto sin da Gennaio, ma non è stato fatto niente quantomeno per cercare di preparare le strutture sanitarie nel riuscire a fronteggiare quella che – a inizio anno – in una circolare del Ministero della Salute era descritta come una polmonite atipica, dall’elevata contagiosità.
Si sono follemente affannati a tranquillizzare e a trasmettere messaggi fuorvianti, non solo gli esponenti della maggioranza di governo (ad esempio, il segretario del PD, Zingaretti era andato a farsi ritrarre insieme ai cinesi a Milano per fare il solito, idiota spot contro il razzismo che non c’entrava una ceppa, in risposta di chi chiedeva una restrizione totale dei voli provenienti dalla Cina, anche negli scali intermedi) ma anche quelli della pseudo opposizione capitanati dal fannullone padano che parlava di “tenere aperte le attività, perché questo è un paese bello e sicuro”.
I fatti hanno clamorosamente sbugiardato tanto gli uni quanto gli altri, ed ecco che 60 milioni di persone si sono ritrovate, di punto in bianco, chiuse fra le mura domestiche con gravissime limitazioni delle libertà personali e anche della salute, poiché tutti corriamo il rischio di contrarre un virus che può provocare anche la morte in quei soggetti che hanno le difese immunitarie indebolite.
Non staremo qui a ripercorrere tutte le tappe di questa vicenda, ma ci sembra lapalissiano che l’intera attuale classe politica vada rottamata, con un cambio di sistema di organizzazione dello Stato che ci permetta di passare da questo fallimentare modello centralista e statalista ad uno realmente federalista, sull’esempio della vicina e civile Svizzera, che permetterebbe ai territori di gestire bene problematiche e risorse. Oltre che di rispondere, di eventuali negligenze e mancanze, direttamente ai cittadini.
Anche la stessa Unione Europea, così com’è stata impostata, ha chiuso la propria esperienza dal momento che è insostenibile e appare evidente la sua totale inadeguatezza, poiché le differenze fra i paesi nordici e quelli mediterranei si sono manifestate in tutta la loro interezza con la discussione sulle modalità di erogazione dei fondi per far sì che le economie dei paesi aderenti non collassino su sé stesse. Andrebbe ridiscussa su ben altre basi, mettendo al primo posto le esigenze delle comunità e dei territori, e non certo quelle delle banche e delle lobby così com’è stato da ormai quasi 30 anni a questa parte.
Tornando a ciò che avviene alle nostre latitudini, lo squallido teatrino che ci siamo dovuti sorbire nel corso del discorso (con la rete di Stato pomposamente in prima fila a dargli spazio) del cafone foggiano che, invece di dare risposte concrete ai cittadini e agli imprenditori sui tempi di erogazione dei soldi sui conti correnti (contrariamente a quello che è accaduto nel giro di pochissime ore in Germania, Inghilterra e Stati Uniti), si è messo ad attaccare gli esponenti dell’opposizione, ci da l’esatta cifra politica sull’acclarata incapacità di fornire soluzioni ad un’esigenza molto concreta che sta alimentando un pericoloso fuoco che cova sotto la cenere. L’abusivo “Giuseppi” ha pensato bene di scagliarsi contro quelle altre due nullità politiche che rispondono ai nomi della borgatara (s)fascista Meloni e del fannullone padano Salvini (che propongono quale alternativa al governo giallorosso la formazione di un governo di unità naziunale presieduto dal bilderberghino Mario Draghi…..), fornendo una pessima pagina di avanspettacolo (proseguita anche sui social, con i tifosi delle opposte fazioni a farsi una squallida guerra a suon di insulti e volgarità assortite), cui volentieri avremmo fatto a meno.
L’oggetto del contendere, ovvero la discussione fra l’adozione del MES e gli Eurobond, rappresenta un tecnicismo che – in questo momento – a chi lavora e produce interessa assai poco. Occorre sapere come, quando e in che modo tutto ricomincerà, fermo restando che probabilmente nulla sarà come prima. Le risposte che cittadini e imprese si attendono, riguardano non solo i soldi con cui sopravvivere nell’immediato (l’operazione è stata affidata a quel pozzo senza fondo che risponde al nome dell’INPS, ed il che è tutto dire) ma anche e soprattutto le tasse che, presumibilmente, saremo costretti a pagare, nonostante che in questi ultimi mesi quasi nessuno abbia lavorato.
La logica imporrebbe una sospensione per tutto il 2020 dei pagamenti erariali, ma ben sappiamo che così non sarà. Come al solito, ci sono partiti come il PD che proprio non riescono a fare a meno di partorire autentiche idiozie come la cosiddetta “Covid-tax” da far pagare a chi ha redditi superiori agli 80.000 euro lordi annui.
Una trovata vergognosa, perché quelle fasce di reddito sono già costrette a dover pagare oltre il 40% di IRPEF più la gragnuola di altre imposte come IVA e IRAP (se parliamo di partite IVA ed imprese) che portano l’imposizione fiscale attorno al 60-70%! Il tutto, senza naturalmente, ricevere dallo Stato beni e servizi la cui quantità e qualità, giustifichi tale tipo di prelievo fiscale!
Già in passato, questi loschi personaggi ci hanno deliziato con schifezze come ad esempio l’eurotassa, la rapina sui conti correnti in piena notte nel 1993, e altre odiose e vigliacche gabelle assortite con cui vessare i ceti produttivi, adducendo la scusa della redistribuzione del reddito, quando invece è un modo – nemmeno tanto velato - con cui ingrossare i propri detestabili portafogli e far sbafare anche gli “amici degli amici”. Perché le nomine di Arcuri e Colao (meravigliao) e del gruppo di esperti che dovrà dirci come dovremo ripartire, da un lato sono state annunciate in pompa magna, dall’altro però è stato rigorosamente nascosto a tutti l’entità del compenso che è stato loro promesso. Lo vorrebbero dunque spacciare per “contributo di solidarietà” ma in realtà è una disgustosa patrimoniale bella e buona, con cui spillare soldi a quegli stessi autonomi da tenere buoni con la miseria di appena 600 euro mensili! Meno sia di chi percepisce il reddito di cittadinanza che di quei clandestini che, nonostante l’epidemia, nel silenzio assordante e altrettanto vergognoso dei media di regime, hanno ripreso a far rotta verso le nostre coste!
Naturalmente questo esecutivo composto da lestofanti e delinquenti della peggiore specie e pupazzo delle massonerie internazionali, se ne guarda bene dal non prestare soccorso a chi in questo devastato paese, ai sensi di legge, non può mettere piede! Si aggiungeranno altri problemi, a quelli gravissimi che già stiamo fronteggiando, con l’intento di esasperare gli animi delle persone oneste e perbene, al solo scopo di provocare una rivolta. Che, nel caso dovesse scoppiare, avrà conseguenze imprevedibili e assai poco piacevoli per chi ci ha trascinato in questo abisso perché abbiamo l’impressione che stia covando un pericoloso fuoco sotto la cenere di una rabbia e di un sentimento di abbandono da parte delle istituzioni, sempre più diffusi e malcelati.
La soluzione che da sempre proponiamo prevede un totale azzeramento dell’intera classe politica che dovrebbe dedicarsi ad altro tipo di attività e una seria ridiscussione sulla gestione delle problematiche da parte dei territori. Lo dicevamo 25 anni fa, lo sosteniamo a maggior ragione oggi in un momento in cui è apparso chiaro a tutti che il centralismo e lo statalismo su vasta scala hanno clamorosamente fallito.
Francesco Montanino
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