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lunedì 18 luglio 2022

LA GIUSTIZIA NEGATA NELL'ITALIA DELLA FINTA DEMOCRAZIA

 


A 30 anni esatti dalla strage di Via D’Amelio, in cui persero la vita il Giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta, sono tante le manifestazioni che ci ricordano che in questo ridicolo paese esiste un atavico problema rappresentato dalla malagiustizia.

Troppo spesso le cronache dei quotidiani e dei telegiornali, sono state riempite da fatti in cui con troppa facilità sono stati ingiustamente sbattuti in galera degli innocenti (Enzo Tortora in primis) e scarcerati, quale indesiderato rovescio della medaglia, con altrettanta superficialità delinquenti e criminali incalliti! Un conto che è stato pagato troppo spesso dai cittadini, che si sono dovuti far carico anche dell’innata propensione al facile sensazionalismo e protagonismo, manifestato senza pudore da certi giudici che hanno potuto contare anche su coperture politiche. Oltre che del comodo paravento rappresentato dalla totale immunità, nel momento in cui emettono sentenze che non assicurano quella certezza del diritto di cui, eppure, dovrebbe essere permeato il nostro ordinamento giuridico.



In questi giorni, nel silenzio generale dei media di regime preoccupati come sempre di disinformare e distogliere l’attenzione della gente dai reali problemi di questo paese in avanzato stato di putrefazione, davanti al Tribunale di Milano – teatro nel 1992 di Tangentopoli – e in molte piazze italiane, sono stat organizzati dei presìdi da parte dell’associazione “Movimento per la giustizia Robin Hood” e di diverse sigle civiche, in memoria di Falcone e Borsellino.

Avvocati, giuristi e semplici cittadini si sono prodigati, nonostante il caldo feroce di questi giorni, nel distribuire volantini e materiale informativo, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul deficit di giustizia che continua a bersagliare questo paese. A maggior ragione, dopo il fallimentare, recente referendum sulla giustizia osteggiato soprattutto dal partito-fogna del PD che ha tutto l’interesse, affinché i magistrati continuino a emanare sentenze folli e vergognose a spese e sulla pelle dei cittadini!

I nomi delle vittime delle stragi di Bologna, di Piazza Fontana, dell’Italicus, oltre quelle di Capaci, Via d’Amelio e Via Fani, esposti all’esterno del Palazzo di Giustizia, rappresentano infatti altrettanti pugni nello stomaco nella coscienza civile di un paese incapace di fare finalmente i conti, con il proprio scomodo e ingombrante passato.



La giustizia – ha osservato Pietro Palau Giovannetti, presidente dell’associazione e vittima anch’esso delle storture di un sistema giudiziario che andrebbe profondamente cambiato - va riformata dalle radici partendo dalla responsabilità, sia in sede civile che penale, dei Magistrati che devono rispondere del loro operato. Sarebbe opportuno formare una commissione composta non solo da avvocati e giuristi, ma anche da normali cittadini che possa così vagliarne la bontà delle loro azioni. Pensiamo ad esempio al processo “Borsellino-quater” chiusosi senza colpevoli e con assoluzioni sparse qua e là, per quella che fu una vera e propria strage di stato di cui ancora oggi non conosciamo i mandanti. Secondo noi, è stato lo stesso Stato che dai centri di potere occulto massonico e mafioso tra Milano e Roma, ne ha ordinato la vile esecuzione, allo scopo di fermare la crescita democratica di questo Paese. Per questo e altri motivi, la Magistratura non può più essere un organo senza controllo e che prende provvedimenti assolutamente illegittimi, con palese doppiopesismo. 

Parteciperemo inoltre, ad un evento pubblico che prevede l'allestimento della installazione del monumento sonoro alle vittime di tutte le stragi di Stato, su un’iniziativa del comitatoNon Dimenticarmi  con un flash-mob nella giornata del 19 luglio, insieme anche ad altre associazioni, per ricordare i giudici Falcone, Borsellino e anche le altre vittime di stragi che non hanno sinora mai ricevuto giustizia. In chiusura, ci stringeremo unendo le mani, dando vita a un girotondo intorno al Palazzo di Giustizia per chiedere di riaprire le indagini su tutte le strafo e processare anche i mandanti rimasti impuniti. Allestiremo anche un monumento dedicato alla memoria di queste persone – ha poi concluso – fra Piazza Fontana e Piazza Beccaria.

Francesco Montanino

ufficiostampa@legasud.it 





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