Cronaca di un fallimento annunciato. Volendo parafrasare il titolo di uno dei più famosi romanzi del grande scrittore Gabriel Garcia Marquez, non possiamo definire in altro modo l’attuale situazione politica che sta stritolando quel che resta del Bel Paese e il Vecchio Continente.
In entrambi i casi, a fare da comun denominatore i seguenti ingredienti: ipocrisia, malvagità, istinti liberticidi, disonestà, statalismo, assistenzialismo, clientelismo e sete di potere da parte delle classi dirigenti. Un micidiale mix che ci sta portando direttamente verso un disastro che sembra ormai essere inevitabile, e di cui pagheremo a carissimo costo le conseguenze. A metà strada fra il sogno utopistico di continuare a considerarsi un’oasi di democrazia e una realtà che le vuole invece relegate a fare da zerbino ai desiderata del Deep State americano, itaglia e Unione Europea sono accomunate da un destino che appare essere davvero segnato nella sua tragicità.
Partendo da ciò che sta accadendo alle nostre latitudini, sono sotto gli occhi di tutti la rabbia e il malcontento, manifestati da chi ha perso da un giorno all’altro il diritto a percepire il reddito di cittadinanza. Un’idea mal concepita ed attuata che rischia di essere una bomba sociale di non facile gestione, per il governo guidato dalla “carciofara e fruttarola bella d’a Garbatella”.
E invece questa misura (approvata dai pentadementi e da quella lega di Salvini che adesso vorrebbe abiurarlo) è diventata uno strumento che serve solo ad alimentare il voto di scambio, le clientele e a dare soldi a chi invece non ne ha affatto diritto perché magari ad esempio potrebbe nel frattempo fare il parcheggiatore abusivo, o essere a libro paga delle principali organizzazioni criminali presenti soprattutto nel Mezzogiorno.
Appaiono chiare le responsabilità dei CAF che eppure avevano il compito di individuare la platea di beneficiari che realmente avrebbe avuto diritto a percepire tale misura. Così come l’INPS e l’Agenzia delle Entrate che sappiamo essere assai solerti quando si tratta di andare a bastonare e a spillare soldi ai contribuenti, e che invece – stranamente – in questo caso non hanno provveduto a fare i necessari controlli incrociati per stabilire chi doveva riscuoterlo. Infatti, si è poi venuto a sapere che spesso e volentieri questi soldi sono andati a ingrassare e ingrossare i portafogli sbagliati: in totale sfregio di chi continua a percepire meno di 300 euro al mese, seppur afflitto da disabilità, o di chi sopravvive con una pensione da fame, dopo un’intera vita spesa a fare grandi sacrifici!
La risposta della melonara a tali innegabili evidenze? Solo tanta strafottenza e presunzione, credendosi di trovarsi lì per volontà e acclamazione divina quando in realtà parliamo di un personaggio che – giova sempre ricordarlo agli smemorati e ai distratti - è al governo con il 30% del 60% degli aventi diritto al voto e non gode affatto della fiducia e del consenso da parte della maggioranza dei cittadini che, stando a quel che raccontano alcuni sondaggi, non vedono affatto di buon occhio certe scellerate scelte come l’essersi proclamati quali prosecutori della famigerata “agenda Draghi” e il continuare a sostenere le “ragioni” (?!) dell’Ucraina nel conflitto con la Russia.
In totale contrasto, non solo con i secolari rapporti culturali ed economici che ci legano al paese di Tolstoj ma anche con quanto la stessa caciottara aveva a più riprese dichiarato in tempi non sospetti, a proposito delle assurde sanzioni inflitte alla Russia a partire dal 2016. Non contenta, inoltre, continua a collezionare figuracce a go-go non sapendo il significato del tricolera e lasciandosi infine andare a dichiarazioni a dir poco penose sulla Cina, a proposito della Via della Seta… un personaggio davvero squallido, dalla pochezza umana e politica davvero disarmanti e di cui faremmo volentieri a meno.
L’incoerenza e l’ipocrisia però – e su questo possiamo rassicurare la premier fruttarola – non sono un copyright appartenente alla Meloni, ma sono dispensate a iosa anche dal fannullone padano Salvini. L’attuale ministro dei trasporti che – ad un tempo – era uno strenuo oppositore del ponte sullo stretto di Messina, recentemente si è preso il “merito” – udite udite - di aver riproposto in Parlamento quella che a noi sembra essere un’idea folle (e fra poco spiegheremo anche il perché), parlando di “orgoglio italiano”.
Già il sentir parlare di “orgoglio italiano” è per noi un motivo assai valido per ridere a crepapelle….se poi è quel Salvini, paladino a un tempo del federalismo e dell’autonomia, a proferire tali concetti, allora si capisce perché siamo di fronte a qualcosa di semplicemente esilarante e grottesco. In più di un’occasione abbiamo espresso il nostro totale dissenso nei confronti di un’opera pubblica mastodontica e a dir poco inutile, se pensiamo che in Calabria e in Sicilia esistono molte aree dove le strade sono malandate, i treni viaggiano ancora su un unico binario così come attestano i tempi di percorrenza – solo per fare un esempio concreto – che da Catania a Palermo sono ancora eccessivi (occorrono la bellezza di tre ore, per coprire un percorso di circa 200 km….). In più, il ponte nascerebbe in una zona ad altissimo rischio geologico e sismico, se pensiamo che nel 1908 un devastante terremoto provocò uno tsunami che arrecò gravissimi danni alle città di Reggio Calabria e Messina.
Insomma, ci sarebbero tante valide motivazioni che inducono a ritenere il ponte sullo stretto un qualcosa di letteralmente superfluo, pronto però a scatenare gli appetiti famelici di mafia e ‘ndrangheta, i cui lerci zamponi potrebbero presto fare la loro nefasta comparsa sulle gare di appalto che saranno indette, nel caso in cui l’opera dovesse malauguratamente essere avviata.
Un consiglio però al fannullone Salvini ci sentiamo comunque di darlo, anche se sappiamo benissimo che resterà lettera morta: prima di dare il via libera a questo ennesimo spreco di denaro pubblico (malvisto sicuramente non solo da quei leghisti del Nord della prima ora cui viene il voltastomaco al solo vederlo, ma anche dai suoi stessi elettori…), è sempre in tempo per dare la parola ai cittadini di Calabria e Sicilia per chiedere loro se non sia piuttosto il caso o meno, di porre la prima pietra. Il federalismo, di cui tanto si è riempito la bocca, è anche e soprattutto restituire ai cittadini il potere di decidere liberamente del proprio destino. Chissà se ricorderà questo elementare concetto tanto caro a Miglio e Cattaneo, di cui ha ciarlato per gran parte della propria carriera politica…..
Proseguendo la nostra disamina, un discorso a parte merita l’oppofinzione oggi rappresentata da quelle barzellette viventi che rispondono ai nomi di M5S e PD, e che per la loro sciatteria e inettitudine rappresentano la garanzia per la melonara, di poter continuare a fare i porci comodi senza che nessuno la possa disturbare.
Fa davvero un certo effetto sentire gracchiare l’ex premier Conte su problematiche che non gli competono affatto! Farebbe piuttosto bene a tacere, e a ricordare tutte le carognate commesse ai tempi del lockdown, con quei decreti-legge vergognosi che hanno limitato di fatto la libertà di milioni di cittadini. La caccia alle streghe inaugurata poi da quell’altro miserabile e meschino personaggio che risponde al nome dell’ex Ministro della Salute Speranza e perpetrata, con l’ausilio di certi pennivendoli asserviti e di un’intellighenzia composta da autentici pendagli da forca, nei confronti di chi non ha mai voluto credere alle menzogne spacciate per verità assolute, rappresentano una delle pagine più vergognose e infami che siano mai state scritte nella storia di questo paese da operetta!
In un paese serio e realmente democratico, questi due immondi personaggi sarebbero già stati processati e condannati quantomeno a scontare una bella collezione di ergastoli, per la gravità dei reati da loro commessi! Insieme a chi ha avallato le loro nefandezze, ben sapendo di mentire in maniera spudorata! L’intera sinistra farebbe bene a vergognarsi e a nascondersi, considerando non solo le discriminazioni cui sono stati sottoposti i cosiddetti “novax”, ma anche i diritti calpestati di quei lavoratori (vero, sindacati?) che hanno preferito salvaguardare la propria libertà di scelta e la propria salute, non facendosi punturare con un intruglio dalle proprietà e dagli effetti collaterali pressoché sconosciuti.
Adesso, i nodi iniziano a venire poco alla volta al pettine e sarebbe semmai il caso che qualche giudice serio inizi a indagare sulle tante, troppe morti misteriose che stanno emergendo negli ultimi tempi. L’auspicio – che ci rendiamo conto essere quasi utopistico – è che una volta tanto la Giustizia invece di scarcerare i delinquenti e di accusare ingiustamente e sbattere dentro gli innocenti e i poveri cristi, si ricordi di essere pagata dai cittadini che le chiedono soltanto di punire in maniera esemplare chi ha sbagliato! Magari partendo da Conte e Speranza, e da tutta la claque composta dai loro ineffabili e viscidi scagnozzi!
Volgendo però adesso lo sguardo verso ciò che accade nel resto del vecchio continente, non possiamo fare certo a meno di notare come l’Unione Europea si sta avviando verso un baratro che ormai sembra essere inevitabile e irreversibile. L’aver appoggiato a spada tratta i voleri del Deep State USA, rischia di diventare la definitiva pietra tombale per quello che – ad oggi – possiamo considerare solo quale un enorme mostro burocratico e nemico conclamato della libertà dei popoli. Il recente colpo di stato in Niger rischia, infatti, di assestare un durissimo colpo alla Francia di quell’incapace patentato di Macron che finalmente potrebbe smetterla di fare il parassita, succhiando le ricchezze non solo del Niger ma dell’intero continente nero! Se a ciò ci aggiungiamo anche le forti tensioni che da settimane stanno imperversando da nord a sud del paese, allora il quadro della situazione è presto fatto e ci racconta di una Francia in grossa crisi.
L’aver praticamente consegnato alla Cina la Russia, solo per tenere buoni i padroni del vapore di stanza oltreoceano, sta presentando il conto salatissimo a un’Unione Europea per la quale le priorità si chiamano continuare a inviare armi, denaro e sostegni assortiti al regime nazista di Kiev, guidato da quell’infame pagliaccio di Zelenskyi. Impoverendo, allo stesso tempo, i ceti produttivi e i cittadini che chiedono solo di poter riprendere a vivere in libertà e con dignità. I parametri economici, del resto, parlano chiaro: PIL pressoché stazionario, inflazione che continua a viaggiare oltre il 5% e prospettive che non inducono certo all’ottimismo. Le sanzioni vergognose inflitte alla Russia stanno solo facendo il gioco di chi a Washington sta spingendo a tutti i costi verso la terza guerra mondiale, solo perché l’economia statunitense è con le pezze al culo e un conflitto su scala planetaria è l’unico modo per salvarsi la pelle.
Il fatto che l’agenzia di rating Fitch abbia attribuito una tripla A al debito pubblico a stelle e strisce, è un chiaro indicatore del fallimento – sotto tutti i punti di vista – dell’operato deleterio di quel massone, scorreggione e pedofilo che è Joe Bidè(n). La feccia globalista è ben conscia di avere ormai i giorni contati, ma sta agitando in maniera assai pericolosa e perniciosa la sua puzzolente e nauseabonda coda, continuando a provocare la Russia e la Cina che invece spingono affinché ci sia mondo multipolare più equo e giusto.
Sono $oro$ e i suoi sodati, a continuare a rappresentare una grossa minaccia per la sopravvivenza del genere umano: le lobby del pensiero unico che minano alle fondamenta della libertà dei popoli, vanno assolutamente distrutte e estirpate perché vogliono trascinarci verso l’olocausto nucleare. E ciò può essere reso possibile solo appoggiando quelle forze politiche che si oppongono a una visione del mondo che continueremo ad avversare e a combattere, fino a quando ne avremo le forze.
Prima lo capiremo (smettendola di dare voto e fiducia a personaggi che invece meritano di essere presi a poderosi calci nel culo), meglio sarà per tutti noi. Ma occorrerà agire con fermezza e decisione, prima che sia troppo tardi e non ci sia dunque più nulla da fare.
Francesco Montanino
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