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domenica 1 marzo 2020

IL CORONAVIRUS ASSESTA IL COLPO DEL DEFINITIVO KO AL GOVERNO GIALLOROSSO

Il Coronavirus arriva nel Belpaese e tutto improvvisamente si ferma.
La minaccia rappresentata da una patologia per la quale non esiste
ancora un vaccino, ha colto la classe politica di questo ridicolo paese,
del tutto impreparata. Si sapeva del rischio del COVID-19 (nome
scientifico di questo virus) da oltre un mese, eppure le autorità itagliane
hanno sconcertato tutti per pressapochismo e disorganizzazione.
Va però fatto un passo indietro, perché tutto ha avuto origine dalla
Cina e precisamente dalla città di Wuhan, luogo nel quale il morbo si
presenta più o meno nelle mentite spoglie di una banale influenza, ma
dalle prerogative ben più aggressive perché colpisce i polmoni,
provocando seri problemi di respirazione. In particolare, ad essere
maggiormente esposti i soggetti che hanno il sistema immunitario
indebolito e che dunque possono risentire in maniera pesante se non,
addirittura in alcuni casi, letale delle conseguenze derivanti dalle
suddette difficoltà respiratorie. Ancora sconosciute le origini di questo
virus, poiché c’è chi sostiene che sia stato trasmesso da pipistrelli e
serpenti di cui i cinesi sono ghiotti, dando la colpa anche alle scarse
condizioni igieniche del mercato locale del pesce. C’è chi invece ha
evidenziato come, nello scorso mese di Settembre, si siano tenuti i
giochi militari proprio – guarda caso – a Wuhan, in cui è presente un
laboratorio chimico. 
Il sospetto forte della visione “complottista” è che possa essere capitato
qualcosa di a dir poco inquietante, che sia stato sottaciuto dal regime
comunista cinese. Non sappiamo, al momento, come siano andate
esattamente le cose, ma quel che è certo è che Pechino ha silenziato in maniera indegna e infame quei medici che avevano
lanciato l’allarme per poi ammettere a tutto il mondo di aver
volutamente celato informazioni preziose, per meri scopi propagandistici.

Un atteggiamento criminale e irresponsabile che ha messo a repentaglio
l’incolumità di milioni e milioni di cittadini, meritevole – a nostro
modesto avviso - di un embargo punitivo come quello decretato contro Cuba, nella crisi missilistica del 1962 che ci ha portato ad un passo
dall’olocausto nucleare. E che in questa vicenda, però, non è il solo
come potrete leggere.

Lo scorso 20 gennaio arriva l’annuncio delle autorità del paese del
Dragone dell’esistenza e della propagazione del Coronavirus e logica imporrebbe che anche l’Itagliaprenda le dovute preoccupazioni,
affinché venga evitata la propagazione del virus. In particolare, ci
saremmo aspettati la chiusura temporanea degli scali aeroportuali non
solo da e per la Cina(blocco che riguarda anche i nostri connazionali, giusto per non
essere tacciati del solito razzismo), ma anche gli scali intermedi perché
persino un bambino avrebbe capito che si poteva accedere all’interno di
questo sgangherato paese, anche in maniera indiretta. Oltre che il
respingimento di tutti gli sbarchi dei clandestini, ed in particolare di
quelli provenienti dai paesi nordafricani perché la Cina ha interessi
economici molto forti nel Continente Nero. E dunque, c’è la concreta
possibilità che i cinesi presenti in quelle zone possano aver infettato le
popolazioni autoctone. Infine, non è difficile intuire che anche chi
proviene illegalmente da certi paesi, possa essere un veicolo nella
trasmissione del virus. Si chiedeva, insomma, maggiore rigidità su
sbarchi e controlli sugli aeroporti, sino a quando la situazione non
sarebbe rientrata e non ci sarebbero dunque stati più rischi di alcun
genere.
Come ci immaginavamo, nulla di tutto questo è stato fatto. Chiunque
osasse semplicemente osservare un dato di fatto inoppugnabile come
questo, subito è stato tacciato di razzismo, fascismo e altre amenità del
genere. In nome del solito, melenso buonismo si è preferito dare priorità
all’agenda $oro$, invece di preoccuparsi della salute di 60 milioni di
persone! Un comportamento del genere, in un paese più sveglio e meno
disposto a subire le angherie di una classe politica composta da inetti,
incapaci e dementi, avrebbe già portato i cittadini prendere a sane
pedate nel culo i responsabili di tale disastro!

Il COVID-19 naturalmente non ha guardato in faccia niente e nessuno. E nonostante
le continue rassicurazioni di questo governo di pagliacci e imbecilli ecco
che, come un fulmine a ciel sereno (ma fino ad un certo punto), fanno la
loro comparsa i primi casi di contagio. Le aree dove si sviluppano i
focolari sono localizzate, come tutti sappiamo, nel profondo Nord e
precisamente nel Lodigiano (Codogno, Casalpusterlengo e una decina di
paesi limitrofi) e nel padovano (Vo’ Euganeo). I contagi si moltiplicano a
macchia di leopardo e i decessi riguardano, esclusivamente, anziani e
soggetti immunodepressi. 
Siamo diventati, nel breve volgere di una settimana, il terzo paese al
mondo per numero di contagi, a dispetto dei tromboni di regime che
suonavano la grancassa e la retorica di un esecutivo, composto da
persone non elette dai cittadini, che in realtà ha brillato per
impreparazione e strafottenza. Dando ulteriori argomenti a quella
nullità politica di Salvini che sicuramente saprà come trarre profitto,
in termini elettorali, da questa storia grottesca. Ma questo è un discorso
che affronteremo in altra sede. 
Quel che è certo, è che i primi casi sono bastati a far scoppiare il panico
nella popolazione con il governo Conte che, in maniera tardiva e a dir
poco confusa, ordina misure drastiche come la chiusura di chiese,
musei, stadi, cinema, palazzetti dello sport e di tutti i luoghi di
aggregazione. Un concentrato di incapacità assoluta che l’esecutivo
composto da M5S e PD cerca, maldestramente, di scaricare sulle Regioni
insieme ai propri macroscopici errori. Sono piovute critiche, in
particolare sui medici impegnati in prima linea a curare le persone
colpite dal virus, sull’applicazione dei protocolli, che ci sono sembrate
francamente pretestuose oltre che ingenerose.
Lungi da noi, dal voler prendere le parti dei Governatori delle Regioni
del Nord (tutti o quasi di centrodestra) ma ci sembra evidente che il
messaggio che è partito dai palazzi romani è quello di sminuire il ruolo
di questi enti e dunque anche la loro autonomia. Come forse non tutti
sanno, le competenze per la sanità sono assegnate alle Regioni anche se
però è sempre il governo centrale a dover dare l’indirizzo da seguire. In
questa vicenda, ci sembra chiaro che l’esecutivo le stia attaccando al
solo scopo di mettere in discussione il tema importante della loro
autonomia. È risaputo, che Roma ladrona non vuole mettere i cittadini
nelle condizioni di controllare l’operato delle istituzioni ad essi più vicini
e che voglia accentrare tutto, credendo che chi abita a Bolzano abbia le
stesse esigenze di chi vive, per esempio, a Pantelleria! Uno squallido
tentativo liberticida e che va decisamente in direzione opposta
all’attuale tendenza che vuole gli Stati-Nazione, in profonda crisi perché
hanno fallito su tutta la linea nel dare risposte concrete e tangibili ai
cittadini. Non così in Itaglia, dove questa classe politica (sia di
maggioranza che di opposizione) non è mai stata vicina alle esigenze dei
cittadini, umiliati e presi per i fondelli oltre il dovuto da guitti che,
altrove, sarebbero già stati passati per le armi!

Oltre all’incongruenza del Governo Conte, non possiamo non evidenziare la sciatteria e il menefreghismo
che sconfina nella più assoluta idiozia, se pensiamo agli atteggiamenti
irresponsabili del Sindaco di Napoli, Giggino De Magistris. Il sindachino,
a dispetto di quello che avveniva intanto nel resto del paese dove non si
tenevano le manifestazioni sportive, ha pensato bene di far svolgere la
maratona di Napoli facendo affluire ben 5.000 runners da ogni parte del
mondo. 
Atleti che hanno corso per le strade senza però alcun tipo di controllo,
nonostante che da qualche ora fosse scattata l’emergenza nazionale.
Per un eccesso di protagonismo, incoscienza e sbruffoneria, il solito
Giggino ha deciso di far svolgere ugualmente la corsa, esponendo di fatto
l’intera cittadinanza al rischio di contrarre il virus senza manco sapere il
perché. Due corridori (entrambi provenienti dalla Lombardia)
manifestavano sintomi sospetti, ma per fortuna si è trattato soltanto di
un falso allarme. Un rischio corso, totalmente inutile perché riteniamo
che, nella condizione in cui ci siamo - nostro malgrado – trovati, logica e
buonsenso avrebbero magari suggerito di annullare tutto. Così come è
stato fatto ad Agrigento, in cui un’analoga manifestazione sportiva non
si è svolta, per meri scopi precauzionali. Ma si sa che a Napoli, alla classe politica locale importa più curare il proprio orticello
che non fare gli interessi dei propri amministrati dai quali – è sempre
bene ricordarlo – sono lautamente pagati.
Altri aspetti importanti da segnalare riguardano, naturalmente, le
ricadute economiche di questa epidemia: il fermo delle attività (sia pure
in maniera temporalmente limitata) ha provocato ingenti danni in
termini di produttività, oltre che di immagine agli occhi del mondo. Non
è possibile fare, al momento, una stima dell’indotto che si è perso. Ma si
temono conseguenze abbastanza pesanti sulle aspettative di crescita
economica di questo paese, con le stime del PIL per quest’anno che adesso sono state riviste. La stima è di un
incremento dello 0,3% che, tradotto in termini pratici, significa
stagnazione. Dal punto di vista dell’immagine, agli occhi del mondo
adesso l’itaglia appare come il paese untore, e dunque va evitato.

Stupiscono, ma fino ad un certo punto, le iniziative intraprese da alcuni
paesi come Romana, Israele e – udite udite – persino Tunisia e Marocco
che non ci hanno pensato su due volte, a interdire l’accesso sui loro
territori dei cittadini provenienti dallo Stivale. A testimonianza che
quando prevalgono razionalità e buonsenso, si prendono provvedimenti
di un certo tipo per tutelare la salute e la sicurezza delle popolazioni
che si va a rappresentare. Qualcosa che sicuramente a sardine,
fuoriusciti dei cessi (a)sociali e altro pattume fancazzista proveniente
dalla sinistra, ancora sfugge. 
Tornando alle conseguenze di carattere meramente economico legate
alla diffusione del Coronavirus, stanno fioccando le disdette da ogni
parte del globo sulle nostre città d’arte e ciò avrà ripercussioni molto
importanti sul turismo che è uno dei settori chiave di questo malandato
paese. Il timore è che possano essere messi a repentaglio migliaia e
migliaia di posti di lavoro, grazie all’inadeguatezza del governo
giallo-rosso. 
In un paese normale, gli autori di questo disastro darebbero in maniera
immediata e irrevocabile le proprie dimissioni definitive, assumendosi le
proprie responsabilità davanti ai cittadini. Non in itaglia, dove a pagare
il conto – statene certi – come al solito saranno cittadini ed imprese.
Secondo un cliché che ormai abbiamo imparato a conoscere, fin troppo
bene.

Francesco Montanino

lunedì 24 febbraio 2020

NAPOLI A RISCHIO CORONAVIRUS GRAZIE AL SINDACO DE MAGISTRIS

Scatta l’allarme Coronavirus, nello Stivale. Mentre il Nord chiude a tempo indeterminato luoghi di aggregazione ed è in preda a momenti di grande e comprensibile preoccupazione, non tanto per l’incidenza del morbo quanto perché ad oggi non si sa ancora come curarlo, al Sud c’è chi invece se ne infischia di tutto ed, in maniera a dir poco scellerata e assurda, espone a rischio un’intera comunità.
Non stiamo parlando certo del comune di Agrigento che ha impedito lo svolgimento della mezza maratona o di quello di Casamarciano che, in maniera tardiva e – questa sì – incomprensibile ha negato alle giocatrici della squadra di calcio femminile del Cittadella, di affrontare le loro colleghe napoletane.
Ma, come al solito, del Comune di Napoli. In maniera sconsiderata ed incosciente, il primo cittadino De Magistris ha pensato bene di far svolgere la Maratona, in programma ieri mattina, sul lungomare con la presenza di circa 5.000 runners provenienti da ogni angolo del pianeta. Ed è notizia riportata dal quotidiano “Il Mattino” che due ragazzi, provenienti da Monza e Milano, hanno accusato sintomi sospetti e ora sono sottoposti in osservazione nei nosocomi cittadini.

Nelle stesse ore in cui, la parte più ignorante di Napoli eleggeva il candidato del partito del sindachino nel ruolo di senatore, i partenopei erano esposti – in maniera più o meno inconsapevole – al rischio di contrarre una patologia che si sta rivelando complicata, soprattutto per gli anziani e per chi ha il proprio sistema immunitario compromesso.
Un atteggiamento folle, irresponsabile e menefreghista che va assolutamente denunciato, a dispetto di ciò che non sta facendo la stragrande maggioranza dei media, tutta intenta a tessere le lodi, di un’amministrazione comunale che – ricordiamolo – ha provocato un enorme deficit nelle proprie casse e che per tale motivo sta riducendo i servizi essenziali (già di per sé non certo di ottima qualità) ai propri cittadini. 

Una situazione che potrebbe – e questo lo temiamo fortemente – portare al collasso una città che già soffre di problemi atavici, che si sono ulteriormente aggravati nel corso degli ultimi anni. A dispetto di quello che vuole farci credere la propaganda di regime.
Verrebbe da dire – parafrasando una battuta di un film di Paolo Villaggio – “io speriamo che me la cavo”…solo che stavolta niente e nessuno, può impedire la bocciatura di De Magistris e dei suoi ineffabili e arroganti sodali.

RED

martedì 18 febbraio 2020

NAPOLI: SBAGLIATI I SOLITI ATTACCHI A SALVINI, VA CRITICATO PER LA SUA INCONSISTENZA POLITICA


"Strumentali ed errati i soliti attacchi a Salvini durante la sua visita nella capitale del Sud, come criticare un napoletano o un siciliano solo perchè si reca a Milano".
Questo il primo commento del segretario federale della Lega Sud Ausonia, Gianfranco Vestuto, sulle contestazioni messe campo oggi contro il leader della Lega "nazionale" a Napoli per alcuni incontri politici.
"Il leader leghista - ha poi proseguito Vestuto nella sua nota - va criticato per la sua inconsistenza politica e la sua incoerenza, non perchè viene a Napoli. Le regioni e le amminstrazioni del Sud dove la Lega salviniana è nell'esecutivo di governo, hanno dimostrato che non solo non c'è stato alcun cambiamento rispetto allo status quo precedente, ma addirittura dei peggioramenti con tagli applicati alla spesa sociale pubblica".

"Quando la gente vedrà sgonfiarsi i proclami e le promesse mai mantenute della Lega "nazionale" - dice ancora il leader della Lega Sud Ausonia - si renderà conto che l'unica strada da percorrere è quella della realizzazione di un federalismo reale dei territori che impone la ricerca e la costruzione di una nuova classe dirigente, non l'elevazione a "politici" di improbabili ex razzistelli provenienti da quello che fu il Movimento Giovani Padani che magari nel Mezzogiorno non ci erano fisicamente neanche mai stati.


"Al momento - conclude Vestuto - purtroppo assistiamo ad una fase di libera ricreazione condita con questa stucchevole ed inutile sagra delle "sardine fritte", con le quali il Sud, ancora alle prese con i suoi reali problemi e con la continua desertificazione umana e territoriale continua a dover fare quotidianamente i conti".

ufficiostampa@legasud.it
www.legasud.it

domenica 9 febbraio 2020

LAURENZANO (LEGA SUD CALABRIA): "SALVINI TORNI A CASA SUA, ALLA NOSTRA GENTE CI PENSIAMO NOI"


La Lega Sud Ausonia Calabria, nella persona del suo coordinatore Provinciale, dott. Mario Laurenzano, ribatte energicamente alle dichiarazioni esternate dal Capo della Lega Nord Matteo Salvini, in visita ufficiale nella Città Metropolitana di Reggio Calabria. Qui di seguito le sue dichiarazioni:

"La città dello stretto, secondo la visione di Salvini urge della figura di un candidato sindaco della Lega Nord, per potersi risollevare, a suo dire, dalla disastrosa situazione politico-sociale in cui essa si trova. A questa affermazione  alquanto bizarra ed abberrante, la Lega Sud ribatte semplicemente affermando, che il popolo del Sud e nella fattispecie di Reggio Calabria, non necessitano di alcun intervento Lombardo o proveniente da territori e ambiti estranei a quelli nostrani. Reggio Calabria e il Sud non hanno bisogno di personaggi politici come il signor Salvini passati alla cronaca per aver vilipeso reiteratamente e con ignominia il popolo del Meridione; i falsi salvatori della Patria appartenenti a partiti nazionali ormai falliti e unici responsabili dello sfacelo economico e morale hanno mostrato il loro vero volto becero e falso, imbevuto di una retorica e demagogia, pari ad un poema classico greco".
"Noi della Lega Sud consigliamo caldamente al capo della Lega Nord di tornare a casa sua, alla nostra gente e al nostro popolo ci pensiamo noi. La storia e la nostra cultura, che guida il popolo del sud ed affonda le sue radici da quasi trenta secoli, non necessitano di interventi ne divini o di  personaggi imbevuti di slogan pubblicitari o di false passerelle, come le sue Signor Salvini, quello che urge al nostro Sud e una ripresa morale ed economica, possibile e realistica guidata da uomini che amano, vivono e respirano quotidianamente il Meridione e nell’auspicare l’appoggio di tutte quelle donne e di quegli uomini che vogliono e credono nel cambiamento, auguriamo al Capo della Lega un pronto ritorno tra i suoi monti con un biglietto di solo andata".

Caterina Malara
Ufficio stampa Lega Sud Reggio Calabria
ufficiostampa@legasud.it
www.legasud.it 

martedì 28 gennaio 2020

IL SUD ORMAI E' RISUCCHIATO DA UNA SPIRALE ECONOMICA RECESSIVA: LAVORA SOLO 1 GIOVANE SU 4


Il recente Check-Up Mezzogiorno di Confindustria e SRM ha mostrato un'economia meridionale ferma a fine 2019. Dopo 4 anni di crescita, l’Indice Sintetico dell’Economia Meridionale torna a calare, attestandosi 30 punti al di sotto dei livelli pre-crisi.
Pesa innanzitutto l’andamento del PIL, che evidenza un indebolimento più intenso proprio al Sud: le previsioni indicano una mini-recessione (-0,2% secondo Svimez).
In deterioramento anche il clima di fiducia delle imprese, specie manifatturiere, che torna a calare; come si ferma la nascita di nuove imprese.
Segnali di rallentamento anche per gli investimenti che si attestano ad un -32,3% dal picco del 2008; positivo il trend del Credito d’imposta Sud che ha però solo contribuito a limitare i danni.
Decelerazione anche sul versante dell'occupazione. L’andamento resta stagnante, si riducono le ore procapite e aumenta la cassa integrazione. 1/3 dei nuovi assunti al sud sono a tempo parziale e con titoli di studio inferiori, l’occupazione si riduce tra i laureati. L’emergenza occupazione giovanile non accenna a ridursi, lavora meno di 1 giovane su 4.

Anche per l’export, che negli anni scorsi era l’indicatore che aveva tenuto a galla l’economia meridionale, si assiste ad una inversione di tendenza con un andamento altalenante (-2,8% nei primi nove mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018). Resta positivo l’export turistico con una spesa dei viaggiatori stranieri che cresce dell’1,8%. Il pacchetto di misure dedicate al Mezzogiorno contenuto nella Legge di Bilancio costituisce una prima importante risposta al rischio di avvitare l’economia meridionale in una spirale recessiva difficilmente sostenibile. Ma il rafforzamento strutturale della capacità competitiva dei territori resta un obiettivo imprescindibile: da perseguire mediante l’irrobustimento del tessuto produttivo, il rilancio degli investimenti pubblici e privati, un potenziamento della PA a supporto delle imprese.
RED

giovedì 23 gennaio 2020

LA BIANCA "NEVE" DI CORTINA IN REALTA' ERA UN FIUME DI COCA PROVENIENTE DALLA PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA



Maxi operazione antidroga nel Reggino e al Nord Italia. Dalle prime ore del mattino, i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria eseguendo un provvedimento di custodia cautelare nei confronti di 16 persone accusate a vario titolo di coltivazione, detenzione, acquisto e cessione di sostanza stupefacente, detenzione illegale e porto in luogo pubblico di armi da guerra e comuni da sparo e ricettazione.

L’organizzazione, che aveva base nel territorio della piana di Gioia Tauro, aveva strutturato in maniera intensiva e industriale la produzione di marijuana. A finire in manette sono stati: Domenico Ascone, 40 anni; Francesco Cimato, 36 anni; Adam Frunza, 47 anni; Giuseppe Germanò, 38 anni; Gabriele Giardino, 24 anni; Diego Giovinazzo, 45 anni; Rocco Giovinazzo, 35 anni; Francesco Graziano, 41 anni; Giuseppe Graziano, 35 anni; Domenico Nava, 45 anni; Antonino Romeo, 46 anni; Francesco Secolo, 34 anni; Giuseppe Secolo, 64 anni; Pasquale Tropeano, 53 anni; Mihai Tudor, 36 anni. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Annamaria Mazzotta, 38 anni.

Quasi 13 milioni di dosi coltivate nei campi dell’area di Gioia Tauro e Taurianova, trasferite e commercializzate in alcune selezionate piazze di spaccio come Cortina d’Ampezzo. È di oltre 100 milioni di euro il valore stimato dei profitti che i militari in soli 9 mesi di indagini, hanno sottratto alla criminalità reggina.
In particolare, le indagini hanno consentito di individuare un gruppo di soggetti, con ruoli direttivi ed organizzativi, deputati alla scelta dei terreni in cui realizzare le piantagioni, all’acquisto dei materiali per la lavorazione della droga ed alla produzione all’ingrosso della sostanza stupefacente. Altri venivano incaricati di coltivare la sostanza stupefacente, di curare le fasi di semina, coltura e raccolta della canapa indica, e di svolgere attività di intermediazione tra produttori ed acquirenti.
Alcuni degli indagati sono risultati legati tra di loro da strettissimi legami di parentela a conferma dell’esistenza di una struttura fondata su vincoli di sangue e di una gestione delle attività illecite a vocazione familiare. Talvolta gli indagati si servivano anche di fondi agricoli e beni immobili oggetto di provvedimenti giudiziari ablativi all’interno dei quali, avvalendosi di serre e capannoni per lo stoccaggio, riuscivano a realizzare fiorentissime colture di canapa indica.

I carabinieri hanno localizzato tra Gioia Tauro e Taurianova tre vastissime piantagioni di canapa - rispettivamente composte da 13mila, 12mila e 9mila arbusti - sequestrando oltre 300 chili di sostanza stupefacente già lavorata, confezionata e pronta per essere immessa nel mercato illegale della droga nella Piana di Gioia Tauro ed in altre zone del territorio nazionale.

RED

giovedì 9 gennaio 2020

PUGLIA: A GROTTAGLIE CITTADINI E FORZE POLITICHE DI OPPOSIZIONE CONTRO L'IMU "PAZZA"











Le forze politiche del centro-destra grottagliese si sono incontrate per concertare una azione politica congiunta per la Città. Al centro dell’incontro il fallimento dell’azione amministrativa dell’attuale maggioranza e le iniziative intraprese da essa in tema di ambiente, opere pubbliche e tassazione.

Durante l’incontro si è decisa la volontà di sostenere con azioni politiche locali, regionali e nazionali, attraverso il coinvolgimento dei propri referenti in Consiglio Regionale ed in Parlamento, il comitato Critic e tutti i proprietari di terreni ricadenti nel comparto C. Certi che ormai la vicenda sia andata oltre la mera questione impositiva ed abbia raggiunto le connotazioni di una grave emergenza sociale. Si è inoltre deciso di inviare una lettera a sua Eccellenza il Prefetto di Taranto, dott. Demetrio Martino, perché rinnovi l’invito, già formulato da sua Eccellenza il Prefetto dott.ssa Antonia Bellomo ed inascoltato, al Signor Sindaco di Grottaglie avv. Ciro D’Alò e al Presidente del Comitato Critic, avv. Ciro Lenti, per un incontro presso la Prefettura di Taranto perché da esso possa scaturire una equa soluzione, al problema che attanaglia le famiglie del Comparto C.

Una sana e responsabile amministrazione non può ignorare le condizioni di disagio psicologico ed anche economico in cui, a causa della cosiddetta IMU pazza, versano circa 100 famiglie Grottagliesi.
La decisione di dare corso all’azione esecutiva da parte di questa giunta comunale, per l’esazione di un tributo che ha degli evidenti vizi di concretezza sui valori applicati, ha di fatto minato la serenità di vita dei cittadini. 
La sana amministrazione è chiamata a tutelare e garantire la serenità della popolazione amministrata no la sua vessazione.
La vicenda del comparto C, ha più i contorni dell’esazione medioevale in cui il signorotto locale dava all’esattore il compito di vessare i sudditi.


Ritenendo la condizione che le famiglie coinvolte, loro malgrado, nella vicenda una
vera emergenza sociale, le forze di centro-destra della città metteranno in campo
ogni sforzo per far si che si giunga ad una soluzione che liberi gli interessati da
questo capestro impositivo.

Grottaglie (TA), 8 gennaio 2020 

Comunicato stampa congiunto a firma di:

Michele Santoro
Ciro Marseglia
Giovanni Patronella
Orazio Antonazzo
Ciro Gianfreda

 
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