Tempo fa avevamo denunciato come Napoli e il proprio hinterland vivessero costantemente sotto la minaccia rappresentata dai Campi Flegrei e dal Vesuvio. In tempi non sospetti, abbiamo messo in evidenza la mancanza di un serio programma di evacuazione delle popolazioni residenti nelle immediate vicinanze di questi due pericolosissimi vulcani che, nel malaugurato caso di eruzione, causerebbero una strage di dimensioni apocalittiche.
È notizia (naturalmente sottaciuta dai media di regime, preoccupati come sempre di distogliere la nostra attenzione dai veri problemi, con i triti e ritriti teatrini della politica) di questi giorni, che le trivellazioni effettuate dalla GEOGRID per il proprio impianto geotermico fra Pozzuoli e il quartiere di Agnano, abbiano provocato la fuoriuscita di dense colonne di fumo, che stanno preoccupando e non poco i cittadini dell’area che vedono messa a repentaglio la propria incolumità.
Il tutto senza che il Comune di Napoli ne sappia qualcosa e in particolare il sindachino De Magistris si sia degnato di dare un segnale tangibile in tal senso, preoccupato com’è di fare pompose passerelle e di annunciare improbabili discese in campo per la Regione. Al contrario del suo omologo di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, che invece ha immediatamente bloccato tutto. Sulla vicenda, è intervenuto anche il Consigliere Regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli che ha posto all’attenzione dell’opinione pubblica con una diretta Facebook, un problema che in realtà avevamo già in passato più volte sottolineato, così come provano i diversi articoli che abbiamo dedicato a questa vicenda che nessuno ha mai preso seriamente in considerazione, nonostante il pericolo sempre incombente.
Il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo ha messo in guardia sulla possibilità che queste trivellazioni – che pare siano state autorizzate da Unione Europea e Governo Ita(g)liano – “possono creare esplosioni freatiche e terremoti, e anche dispersione di gas come l’anidride carbonica che causano danni ai cittadini. La località di Pisciarelli potrebbe dare luogo, da un momento all’altro, a esplosioni di gas assai pericolose per la popolazione. Ho chiesto all’INGV di intervenire, a fronte di quello che – almeno personalmente – ritengo essere un disastro ambientale irreversibile, in un’area a forte rischio vulcanico che è sotto il controllo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, tramite il Dipartimento della Protezione Civile, in quanto sottoposta a piano di emergenza. In passato, ho già segnalato le criticità di quest’area e che, in presenza di trivellazioni per sfruttamento dell’energia geotermica, si possano generare anche forti terremoti indotti e innescati, come quelli che abbiamo avuto nel 2012 in Emilia Romagna. Così come c’è il rischio di dispersione nell’ambiente di milioni di tonnellate di anidride carbonica che causano grossi problemi di respirazione. La cosa incredibile è che sinora non ho trovato alcun dato su questi gas e il loro accumulo, sull’analisi del suolo e sulla composizione delle polveri di questi fumi. Senza poi considerare che queste perforazioni mandano all’aria, anni e anni, di studio e monitoraggio sulla natura e le caratteristiche antropiche di questa area, perché le condizioni di partenza adesso sono state del tutto alterate, essendo in presenza di danni permanenti….”
I cittadini, dal canto loro, si sono costituiti in comitati civici e chiedono di punire i responsabili di quello che è, a tutti gli effetti, un grave disastro ambientale che si sta compiendo in un territorio già duramente provato dall’abusivismo edilizio, dall’inquinamento e dagli ingenti danni arrecati in maniera dissennata all’intero ecosistema in tutti questi anni, dalle politiche di sfruttamento poste in essere da una classe politica avida e, come al solito, poco interessata al benessere dei propri amministrati.
E questo perché ci sono tanti soldi in ballo, e non fa niente se poi tante persone possano essere vittime dell’esplosione del secondo super vulcano più pericoloso del mondo, senza manco avere avuto il tempo di rendersi conto di ciò che gli è accaduto. Stiamo parlando di finanziamenti europei e regionali che ammontano a circa 3,5 milioni di euro, e che evidentemente fanno gola a qualche personaggio privo di scrupoli che non ha esitato a perforare quella che è una caldera vulcanica, pronta a rovesciare nel giro di pochissimi minuti tutto il proprio letale contenuto sulle aree immediatamente circostanti. Il tutto, ripetiamo, senza minimamente interpellare i cittadini di questa che è una delle zone più densamente abitate al mondo e che si sono ritrovati alle prese, dall’oggi al domani, con una situazione che presenta tantissime incognite e alla quale sinora nessuno ha saputo fornire risposte.
Continueremo a monitorare questa vicenda, nella speranza che – almeno stavolta - si faccia luce e giustizia sui responsabili di uno scempio ambientale, causato da una classe politica infame e assassina, come nessun’altra al mondo!
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