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mercoledì 15 aprile 2020

EMERGENZA CORONAVIRUS: SCONTRO DI COMPETENZE TRA STATO E REGIONI, MA NON E' VOGLIA DI AUTONOMIA


La Pasqua che ci siamo appena lasciati alle spalle ce le ricorderemo sicuramente molto a lungo. L’emergenza Covid-19 lascerà il segno non solo dal punto di vista sanitario con le tanti morti che quotidianamente stanno scandendo queste giornate in cui tutti siamo agli arresti domiciliari, ma anche dal punto di vista politico ed economico. 
Sta apparendo chiaro a tutti che sia in corso uno scontro abbastanza forte fra lo Stato Centrale e le Regioni sulla gestione di questa situazione che rischia di avere conseguenze non di poco conto, sotto il punto di vista dell’attribuzioni delle competenze, così come previsto dalla Costituzione. 
E anche che l’economia di questo disastrato paese riceverà una durissima batosta, dal momento che il fermo delle attività produttive si traduce in una consistente perdita di PIL (le stime parlano di una contrazione su base annua fra il 6% stimato da Confindustria e il 12% circa previsto da Goldman Sachs, anche se per il solo mese di Aprile si profila un calo del 13%, cui si lega un crollo dei consumi di quasi il 32%!) che si ripercuoterà soprattutto in settori come quello turistico, in cui sono impiegate milioni e milioni di persone. E che rischia di ricevere il definitivo colpo di grazia, dalle assurde e sconcertanti dichiarazioni del Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen (altre braccia rubate all’agricoltura, eletta con il voto dei pentadementi con l’aiuto di quei parassiti della sinistra del Vecchio Continente) che ha chiaramente invitato i cittadini a non prenotare le vacanze per la prossima e ormai imminente stagione estiva. 
Il Covid-19 ha smascherato (e di questo non avevamo dubbi) l’inefficienza di Roma ladrona nel saper gestire un’emergenza sanitaria che ormai ha assunto i contorni di una vera e propria pandemia, a livello planetario. Quando questa brutta storia sarà finita, occorrerà assolutamente richiamare alle proprie responsabilità il governo Conte, poiché nei palazzi del potere già sapevano tutto sin da Gennaio, ma non è stato fatto niente quantomeno per cercare di preparare le strutture sanitarie nel riuscire a fronteggiare quella che – a inizio anno – in una circolare del Ministero della Salute era descritta come una polmonite atipica, dall’elevata contagiosità. 
Si sono follemente affannati a tranquillizzare e a trasmettere messaggi fuorvianti, non solo gli esponenti della maggioranza di governo (ad esempio, il segretario del PD, Zingaretti era andato a farsi ritrarre insieme ai cinesi a Milano per fare il solito, idiota spot contro il razzismo che non c’entrava una ceppa, in risposta di chi chiedeva una restrizione totale dei voli provenienti dalla Cina, anche negli scali intermedi) ma anche quelli della pseudo opposizione capitanati dal fannullone padano che parlava di “tenere aperte le attività, perché questo è un paese bello e sicuro”.

I fatti hanno clamorosamente sbugiardato tanto gli uni quanto gli altri, ed ecco che 60 milioni di persone si sono ritrovate, di punto in bianco, chiuse fra le mura domestiche con gravissime limitazioni delle libertà personali e anche della salute, poiché tutti corriamo il rischio di contrarre un virus che può provocare anche la morte in quei soggetti che hanno le difese immunitarie indebolite.
Non staremo qui a ripercorrere tutte le tappe di questa vicenda, ma ci sembra lapalissiano che l’intera attuale classe politica vada rottamata, con un cambio di sistema di organizzazione dello Stato che ci permetta di passare da questo fallimentare modello centralista e statalista ad uno realmente federalista, sull’esempio della vicina e civile Svizzera, che permetterebbe ai territori di gestire bene problematiche e risorse. Oltre che di rispondere, di eventuali negligenze e mancanze, direttamente ai cittadini.
Anche la stessa Unione Europea, così com’è stata impostata, ha chiuso la propria esperienza dal momento che è insostenibile e appare evidente la sua totale inadeguatezza, poiché le differenze fra i paesi nordici e quelli mediterranei si sono manifestate in tutta la loro interezza con la discussione sulle modalità di erogazione dei fondi per far sì che le economie dei paesi aderenti non collassino su sé stesse. Andrebbe ridiscussa su ben altre basi, mettendo al primo posto le esigenze delle comunità e dei territori, e non certo quelle delle banche e delle lobby così com’è stato da ormai quasi 30 anni a questa parte.
Tornando a ciò che avviene alle nostre latitudini, lo squallido teatrino che ci siamo dovuti sorbire nel corso del discorso (con la rete di Stato pomposamente in prima fila a dargli spazio) del cafone foggiano che, invece di dare risposte concrete ai cittadini e agli imprenditori sui tempi di erogazione dei soldi sui conti correnti (contrariamente a quello che è accaduto nel giro di pochissime ore in Germania, Inghilterra e Stati Uniti), si è messo ad attaccare gli esponenti dell’opposizione, ci da l’esatta cifra politica sull’acclarata incapacità di fornire soluzioni ad un’esigenza molto concreta che sta alimentando un pericoloso fuoco che cova sotto la cenere. L’abusivo “Giuseppi” ha pensato bene di scagliarsi contro quelle altre due nullità politiche che rispondono ai nomi della borgatara (s)fascista Meloni e del fannullone padano Salvini (che propongono quale alternativa al governo giallorosso la formazione di un governo di unità naziunale presieduto dal bilderberghino Mario Draghi…..), fornendo una pessima pagina di avanspettacolo (proseguita anche sui social, con i tifosi delle opposte fazioni a farsi una squallida guerra a suon di insulti e volgarità assortite), cui volentieri avremmo fatto a meno.
L’oggetto del contendere, ovvero la discussione fra l’adozione del MES e gli Eurobond, rappresenta un tecnicismo che – in questo momento – a chi lavora e produce interessa assai poco. Occorre sapere come, quando e in che modo tutto ricomincerà, fermo restando che probabilmente nulla sarà come prima. Le risposte che cittadini e imprese si attendono, riguardano non solo i soldi con cui sopravvivere nell’immediato (l’operazione è stata affidata a quel pozzo senza fondo che risponde al nome dell’INPS, ed il che è tutto dire) ma anche e soprattutto le tasse che, presumibilmente, saremo costretti a pagare, nonostante che in questi ultimi mesi quasi nessuno abbia lavorato. 
La logica imporrebbe una sospensione per tutto il 2020 dei pagamenti erariali, ma ben sappiamo che così non sarà. Come al solito, ci sono partiti come il PD che proprio non riescono a fare a meno di partorire autentiche idiozie come la cosiddetta “Covid-tax” da far pagare a chi ha redditi superiori agli 80.000 euro lordi annui. 
Una trovata vergognosa, perché quelle fasce di reddito sono già costrette a dover pagare oltre il 40% di IRPEF più la gragnuola di altre imposte come IVA e IRAP (se parliamo di partite IVA ed imprese) che portano l’imposizione fiscale attorno al 60-70%! Il tutto, senza naturalmente, ricevere dallo Stato beni e servizi la cui quantità e qualità, giustifichi tale tipo di prelievo fiscale!
Già in passato, questi loschi personaggi ci hanno deliziato con schifezze come ad esempio l’eurotassa, la rapina sui conti correnti in piena notte nel 1993, e altre odiose e vigliacche gabelle assortite con cui vessare i ceti produttivi, adducendo la scusa della redistribuzione del reddito, quando invece è un modo – nemmeno tanto velato - con cui ingrossare i propri detestabili portafogli e far sbafare anche gli “amici degli amici”. Perché le nomine di Arcuri e Colao (meravigliao) e del gruppo di esperti che dovrà dirci come dovremo ripartire, da un lato sono state annunciate in pompa magna, dall’altro però è stato rigorosamente nascosto a tutti l’entità del compenso che è stato loro promesso. Lo vorrebbero dunque spacciare per “contributo di solidarietà” ma in realtà è una disgustosa patrimoniale bella e buona, con cui spillare soldi a quegli stessi autonomi da tenere buoni con la miseria di appena 600 euro mensili! Meno sia di chi percepisce il reddito di cittadinanza che di quei clandestini che, nonostante l’epidemia, nel silenzio assordante e altrettanto vergognoso dei media di regime, hanno ripreso a far rotta verso le nostre coste!
Naturalmente questo esecutivo composto da lestofanti e delinquenti della peggiore specie e pupazzo delle massonerie internazionali, se ne guarda bene dal non prestare soccorso a chi in questo devastato paese, ai sensi di legge, non può mettere piede! Si aggiungeranno altri problemi, a quelli gravissimi che già stiamo fronteggiando, con l’intento di esasperare gli animi delle persone oneste e perbene, al solo scopo di provocare una rivolta. Che, nel caso dovesse scoppiare, avrà conseguenze imprevedibili e assai poco piacevoli per chi ci ha trascinato in questo abisso perché abbiamo l’impressione che stia covando un pericoloso fuoco sotto la cenere di una rabbia e di un sentimento di abbandono da parte delle istituzioni, sempre più diffusi e malcelati.
La soluzione che da sempre proponiamo prevede un totale azzeramento dell’intera classe politica che dovrebbe dedicarsi ad altro tipo di attività e una seria ridiscussione sulla gestione delle problematiche da parte dei territori. Lo dicevamo 25 anni fa, lo sosteniamo a maggior ragione oggi in un momento in cui è apparso chiaro a tutti che il centralismo e lo statalismo su vasta scala hanno clamorosamente fallito.

Francesco Montanino

mercoledì 18 marzo 2020

PERPLESSITÀ PER IL TRISTE DESTINO DELL'OSPEDALE SAN MARCO A GROTTAGLIE (TA)


Sono passati solo pochi giorno dal trionfo popolare che ha accompagnato la missiva del Sindaco di Grottaglie, in provincia di TarantoCiro D'Alò al Presidente del Consiglio, al Commissario Straordinario per l'emergenza, al Presidente della Regione e al Direttore dell'ASL di Taranto per chiedere la riapertura del San Marco, e quasi inosservate sono passate le proteste del Comitato Ospedale San Marco e del Centrodestra grottagliese, che purtroppo oggi trovano conferma, anche se con un regime comunicativo più attenuato e rassicurante. 

L'Ospedale San Marco non riaprirà mai più come struttura territoriale di riferimento! Questo quanto ribadito a chiare lettere dal Presidente Emiliano nella conferenza stampa odierna nella quale ha illustrato il piano ospedaliero regionale per la emergenza, in base al quale l'Ospedale San Marco è stato destinato al trattamento dei pazienti post acuzie, in via di guarigione da Covid 19. Tutti felici e contenti dunque, perchè sta passando il messaggio che si tratta di pazienti in via di guarigione, ma la verità dei fatti è che si tratta di pazienti non ancora usciti dalla fase contagiosa, che verranno ospitati in una struttura priva dei requisiti di sicurezza richiesti da un reparto per malattie infettive e inidonea a garantire l'incolumità degli altri pazienti e dello stesso personale sanitario. L'ora che sta vivendo la nazione richiede sicuramente solidarietà da parte di tutti e superamento delle dinamiche campanilistiche. 

Molti grottagliesi giustamente dicono che anche Grottaglie deve fare la sua parte, ma noi del centrodestra continuiamo a ribadire che il modo migliore per affrontare l'emergenza sarebbe stato quello di destinare il San Marco alla accoglienza dei pazienti comuni attualmente degenti presso il SS Annunziata e l'Ospedale Moscati, a dirlo non è il campanilismo ma il buonsenso, dato che il San Marco ha le attrezzature, i macchinari ed i reparti per essere reso operativo in breve tempo come Ospedale territoriale di riferimento per Grottaglie e le città limitrofe, andando a colmare l'ordinario collasso della sanità provinciale, che in questo regime straordinario ancora di più mostra le proprie drammatiche criticità, ossia una vera e propria negazione del diritto alla sanità pubblica. 

Attualmente è possibile mettere un solo punto fermo in questa triste vicenda, ossia che l'Ospedale San Marco non tornerà mai più ad essere il punto di riferimento necessario per la sanità locale. Per il resto solo dubbi e perplessità. Nello specifico il centrodestra si chiede se il Sindaco Ciro D'Alò, nella sua qualità di Ufficiale del Governo e responsabile della sanità e della pubblica incolumità sul territorio, riuscirà a farsi garante della sicurezza sanitaria che il trasporto dei pazienti affetti da Corona Virus comporterà per la comunità di Grottaglie. Nel frattempo aspettiamo rassicurazioni dal Direttore Sanitario Rossi e prendiamo atto dell'ennesimo fallimento della attuale Amministrazione comunale, che ancora una volta non è stata capace di tutelare Grottaglie, proponendo il San Marco come struttura di supporto ai malati comuni, e non come luogo di degenza dei pazienti non ancora usciti dall’incubo dell’infezione.

RED

mercoledì 11 marzo 2020

Elezioni Amministrative in Sicilia il 14 giugno: l'elenco completo dei 61 Comuni al voto


Unici capoluoghi di provincia che andranno alle urne sono Agrigento ed Enna. Oltre che nei Comuni il cui rinnovo degli organi amministrativi era già fissato per scadenza naturale (53 enti), si voterà anticipatamente anche a Casteltermini in provincia di Agrigento, San Pietro Clarenza nel Catanese, Partinico e Termini Imerese in provincia di Palermo e Floridia nel Siracusano, attualmente commissariati e a Camastra nell’Agrigentino, Bompensiere in provincia di Caltanissetta e Trecastagni nel Catanese, sciolti in precedenza per mafia dal Consiglio dei ministri. Tra i Comuni più grandi coinvolti, oltre ai due capoluoghi, ci sono: 
Marsala nel Trapanese, Barcellona e Milazzo in provincia di Messina, Carini e Partinico nel Palermitano e Augusta in provincia di Siracusa.

Questo l’elenco completo degli enti che andranno al voto il 14 giugno, con eventuale ballottaggio il 28 giugno (17 con sistema proporzionale e 44 con il maggioritarioA essere eletti saranno 860 consiglieri:

Provincia di Agrigento (8): Agrigento (proporzionale, 24 consiglieri assegnati), Camastra (maggioritario, 10), Cammarata (maggioritario, 12), Casteltermini (maggioritario, 12),
(maggioritario, 16), Realmonte (maggioritario, 12), Ribera (proporzionale, 16) e Siculiana (maggioritario, 12).

Provincia di Caltanissetta (4): Bompensiere (maggioritario, 10), Mussomeli (maggioritario, 16), Serradifalco (maggioritario, 12) e Villalba (maggioritario, 10).

Provincia di Catania (9): Bronte (proporzionale, 16), Maniace (maggioritario, 12), Mascali (maggioritario, 16), Milo (maggioritario, 10), Pedara (maggioritario, 16), San Giovan
(proporzionale, 16), San Pietro Clarenza (maggioritario, 12), Trecastagni (maggioritario, 16) e Tremestieri Etneo (proporzionale, 16).

Provincia di Enna (6): Enna (proporzionale, 24), Agira (maggioritario, 12), Centuripe (maggioritario, 12), Nicosia (maggioritario, 16), Pietraperzia (maggioritario)
Valguarnera Caropepe (maggioritario, 12).

Provincia di Messina (12): Barcellona Pozzo di Gotto (proporzionale, 24), Basicò (maggioritario, 10), Giardini Naxos (maggioritario, 12), Graniti (maggioritario, 10), Limina (ma 10), Malvagna (maggioritario, 10), Milazzo (proporzionale, 24), Mirto (maggioritario, 10), Naso (maggioritario, 12), Raccuja (maggioritario, 10), San Salvatore di Fitalia (maggio
Savoca (maggioritario, 10).

Provincia di Palermo (16): Aliminusa (maggioritario, 10), Caltavuturo (maggioritario, 12), Carini (proporzionale, 24), Godrano (maggioritario, 10), Isola delle Femmine (maggio
Lascari (maggioritario, 12), Misilmeri (proporzionale, 16), Partinico (proporzionale, 24) Polizzi Generosa (maggioritario, 12), Pollina (maggioritario, 10), San Mauro
(maggioritario, 10), Santa Cristina Gela (maggioritario, 10), Scillato (maggioritario, 10), Termini Imerese (proporzionale, 16), Trabia (maggioritario, 16) e Villabate (proporziona

Provincia di Ragusa (1): Ispica (proporzionale, 16).

Provincia di Siracusa (2): Augusta (proporzionale, 24) e Floridia (proporzionale, 16).

Provincia di Trapani (3): Campobello di Mazara (maggioritario, 16), Gibellina (maggioritario, 12) e Marsala (proporzionale, 24).

RED

Agrigento

lunedì 9 marzo 2020

LA LEGA NAZIONALE DI SALVINI FA PROLIFICARE I "PATACCARI" DELLE LEGHE DEL SUD


Palermo - Apprendiamo dalla stampa siciliana dell'uscita dell'ennesima "Lega Sud" farlocca, che in maniera illegittima e confusionaria crea confusione tra gli elettori. "Non è la prima volta e siamo sicuri che non sarà neanche l'ultima - dichiara a tal proposito in una nota il segretario federale nazionale della Lega Sud AusoniaGianfranco Vestuto - la Sicilia e il Sud continuano nella loro incapacità di costruire un progetto unitario, dando spazio al peggiore degli avanspettacoli da cabaret, con personaggetti improbabili che pur di avere i dieci minuti di visibilità, danneggiano le pluriventennali battaglie per l'autonomia del Sud e della Sicilia per cui ci battiamo da sempre". 

"La nuova Lega nazionale di Salvini - prosegue Vestuto nella sua nota - fa proliferare i pataccari che cercano di scimmiottarla senza avere alcun progetto concreto. La Lega Sud, quella vera, è invece presente da oltre vent'anni ed è anche stata presente in Parlamento nella XVI legislatura alla Camera dei Deputati con una propria componente autonoma di 5 parlamentari  https://storia.camera.it/gruppi/misto-noi-sud-lega-sud-ausonia-misto-n-sud-21-01-2010-06-06-2010#nav e svolge la sua attività politica anche sui territori. Proprio in Sicilia, nel nisseno, ricordiamo la sua presenza alle elezioni Provinciali di Caltanissetta con il proprio candidato Giuseppe Aiello. Nel prossimo mese di aprile -conclude il segretario della Lega Sud Ausonia - in vista degli appuntamenti amministrativi in molti comuni della Sicilia, terremo una assemblea programmatica regionale per definire strategie e candidature. Per il signore della "Lega Sud abusiva" , come per altri casi simili, provvederemo a tutelarci nelle sedi opportune".

info:  https://www.facebook.com/legasudausoniaofficialpage/
       https://www.legasud.it/comunicati.htm 
         https://www.facebook.com/LegaSudAusoniaSicilia/
         https://www.facebook.com/GianfrancoVestutolegaSudAusonia/
       https://youtu.be/_OR1x7nf-2E

      Ufficio Stampa Lega Sud Ausoniaufficiostampa@legasud.it  

domenica 1 marzo 2020

IL CORONAVIRUS ASSESTA IL COLPO DEL DEFINITIVO KO AL GOVERNO GIALLOROSSO

Il Coronavirus arriva nel Belpaese e tutto improvvisamente si ferma.
La minaccia rappresentata da una patologia per la quale non esiste
ancora un vaccino, ha colto la classe politica di questo ridicolo paese,
del tutto impreparata. Si sapeva del rischio del COVID-19 (nome
scientifico di questo virus) da oltre un mese, eppure le autorità itagliane
hanno sconcertato tutti per pressapochismo e disorganizzazione.
Va però fatto un passo indietro, perché tutto ha avuto origine dalla
Cina e precisamente dalla città di Wuhan, luogo nel quale il morbo si
presenta più o meno nelle mentite spoglie di una banale influenza, ma
dalle prerogative ben più aggressive perché colpisce i polmoni,
provocando seri problemi di respirazione. In particolare, ad essere
maggiormente esposti i soggetti che hanno il sistema immunitario
indebolito e che dunque possono risentire in maniera pesante se non,
addirittura in alcuni casi, letale delle conseguenze derivanti dalle
suddette difficoltà respiratorie. Ancora sconosciute le origini di questo
virus, poiché c’è chi sostiene che sia stato trasmesso da pipistrelli e
serpenti di cui i cinesi sono ghiotti, dando la colpa anche alle scarse
condizioni igieniche del mercato locale del pesce. C’è chi invece ha
evidenziato come, nello scorso mese di Settembre, si siano tenuti i
giochi militari proprio – guarda caso – a Wuhan, in cui è presente un
laboratorio chimico. 
Il sospetto forte della visione “complottista” è che possa essere capitato
qualcosa di a dir poco inquietante, che sia stato sottaciuto dal regime
comunista cinese. Non sappiamo, al momento, come siano andate
esattamente le cose, ma quel che è certo è che Pechino ha silenziato in maniera indegna e infame quei medici che avevano
lanciato l’allarme per poi ammettere a tutto il mondo di aver
volutamente celato informazioni preziose, per meri scopi propagandistici.

Un atteggiamento criminale e irresponsabile che ha messo a repentaglio
l’incolumità di milioni e milioni di cittadini, meritevole – a nostro
modesto avviso - di un embargo punitivo come quello decretato contro Cuba, nella crisi missilistica del 1962 che ci ha portato ad un passo
dall’olocausto nucleare. E che in questa vicenda, però, non è il solo
come potrete leggere.

Lo scorso 20 gennaio arriva l’annuncio delle autorità del paese del
Dragone dell’esistenza e della propagazione del Coronavirus e logica imporrebbe che anche l’Itagliaprenda le dovute preoccupazioni,
affinché venga evitata la propagazione del virus. In particolare, ci
saremmo aspettati la chiusura temporanea degli scali aeroportuali non
solo da e per la Cina(blocco che riguarda anche i nostri connazionali, giusto per non
essere tacciati del solito razzismo), ma anche gli scali intermedi perché
persino un bambino avrebbe capito che si poteva accedere all’interno di
questo sgangherato paese, anche in maniera indiretta. Oltre che il
respingimento di tutti gli sbarchi dei clandestini, ed in particolare di
quelli provenienti dai paesi nordafricani perché la Cina ha interessi
economici molto forti nel Continente Nero. E dunque, c’è la concreta
possibilità che i cinesi presenti in quelle zone possano aver infettato le
popolazioni autoctone. Infine, non è difficile intuire che anche chi
proviene illegalmente da certi paesi, possa essere un veicolo nella
trasmissione del virus. Si chiedeva, insomma, maggiore rigidità su
sbarchi e controlli sugli aeroporti, sino a quando la situazione non
sarebbe rientrata e non ci sarebbero dunque stati più rischi di alcun
genere.
Come ci immaginavamo, nulla di tutto questo è stato fatto. Chiunque
osasse semplicemente osservare un dato di fatto inoppugnabile come
questo, subito è stato tacciato di razzismo, fascismo e altre amenità del
genere. In nome del solito, melenso buonismo si è preferito dare priorità
all’agenda $oro$, invece di preoccuparsi della salute di 60 milioni di
persone! Un comportamento del genere, in un paese più sveglio e meno
disposto a subire le angherie di una classe politica composta da inetti,
incapaci e dementi, avrebbe già portato i cittadini prendere a sane
pedate nel culo i responsabili di tale disastro!

Il COVID-19 naturalmente non ha guardato in faccia niente e nessuno. E nonostante
le continue rassicurazioni di questo governo di pagliacci e imbecilli ecco
che, come un fulmine a ciel sereno (ma fino ad un certo punto), fanno la
loro comparsa i primi casi di contagio. Le aree dove si sviluppano i
focolari sono localizzate, come tutti sappiamo, nel profondo Nord e
precisamente nel Lodigiano (Codogno, Casalpusterlengo e una decina di
paesi limitrofi) e nel padovano (Vo’ Euganeo). I contagi si moltiplicano a
macchia di leopardo e i decessi riguardano, esclusivamente, anziani e
soggetti immunodepressi. 
Siamo diventati, nel breve volgere di una settimana, il terzo paese al
mondo per numero di contagi, a dispetto dei tromboni di regime che
suonavano la grancassa e la retorica di un esecutivo, composto da
persone non elette dai cittadini, che in realtà ha brillato per
impreparazione e strafottenza. Dando ulteriori argomenti a quella
nullità politica di Salvini che sicuramente saprà come trarre profitto,
in termini elettorali, da questa storia grottesca. Ma questo è un discorso
che affronteremo in altra sede. 
Quel che è certo, è che i primi casi sono bastati a far scoppiare il panico
nella popolazione con il governo Conte che, in maniera tardiva e a dir
poco confusa, ordina misure drastiche come la chiusura di chiese,
musei, stadi, cinema, palazzetti dello sport e di tutti i luoghi di
aggregazione. Un concentrato di incapacità assoluta che l’esecutivo
composto da M5S e PD cerca, maldestramente, di scaricare sulle Regioni
insieme ai propri macroscopici errori. Sono piovute critiche, in
particolare sui medici impegnati in prima linea a curare le persone
colpite dal virus, sull’applicazione dei protocolli, che ci sono sembrate
francamente pretestuose oltre che ingenerose.
Lungi da noi, dal voler prendere le parti dei Governatori delle Regioni
del Nord (tutti o quasi di centrodestra) ma ci sembra evidente che il
messaggio che è partito dai palazzi romani è quello di sminuire il ruolo
di questi enti e dunque anche la loro autonomia. Come forse non tutti
sanno, le competenze per la sanità sono assegnate alle Regioni anche se
però è sempre il governo centrale a dover dare l’indirizzo da seguire. In
questa vicenda, ci sembra chiaro che l’esecutivo le stia attaccando al
solo scopo di mettere in discussione il tema importante della loro
autonomia. È risaputo, che Roma ladrona non vuole mettere i cittadini
nelle condizioni di controllare l’operato delle istituzioni ad essi più vicini
e che voglia accentrare tutto, credendo che chi abita a Bolzano abbia le
stesse esigenze di chi vive, per esempio, a Pantelleria! Uno squallido
tentativo liberticida e che va decisamente in direzione opposta
all’attuale tendenza che vuole gli Stati-Nazione, in profonda crisi perché
hanno fallito su tutta la linea nel dare risposte concrete e tangibili ai
cittadini. Non così in Itaglia, dove questa classe politica (sia di
maggioranza che di opposizione) non è mai stata vicina alle esigenze dei
cittadini, umiliati e presi per i fondelli oltre il dovuto da guitti che,
altrove, sarebbero già stati passati per le armi!

Oltre all’incongruenza del Governo Conte, non possiamo non evidenziare la sciatteria e il menefreghismo
che sconfina nella più assoluta idiozia, se pensiamo agli atteggiamenti
irresponsabili del Sindaco di Napoli, Giggino De Magistris. Il sindachino,
a dispetto di quello che avveniva intanto nel resto del paese dove non si
tenevano le manifestazioni sportive, ha pensato bene di far svolgere la
maratona di Napoli facendo affluire ben 5.000 runners da ogni parte del
mondo. 
Atleti che hanno corso per le strade senza però alcun tipo di controllo,
nonostante che da qualche ora fosse scattata l’emergenza nazionale.
Per un eccesso di protagonismo, incoscienza e sbruffoneria, il solito
Giggino ha deciso di far svolgere ugualmente la corsa, esponendo di fatto
l’intera cittadinanza al rischio di contrarre il virus senza manco sapere il
perché. Due corridori (entrambi provenienti dalla Lombardia)
manifestavano sintomi sospetti, ma per fortuna si è trattato soltanto di
un falso allarme. Un rischio corso, totalmente inutile perché riteniamo
che, nella condizione in cui ci siamo - nostro malgrado – trovati, logica e
buonsenso avrebbero magari suggerito di annullare tutto. Così come è
stato fatto ad Agrigento, in cui un’analoga manifestazione sportiva non
si è svolta, per meri scopi precauzionali. Ma si sa che a Napoli, alla classe politica locale importa più curare il proprio orticello
che non fare gli interessi dei propri amministrati dai quali – è sempre
bene ricordarlo – sono lautamente pagati.
Altri aspetti importanti da segnalare riguardano, naturalmente, le
ricadute economiche di questa epidemia: il fermo delle attività (sia pure
in maniera temporalmente limitata) ha provocato ingenti danni in
termini di produttività, oltre che di immagine agli occhi del mondo. Non
è possibile fare, al momento, una stima dell’indotto che si è perso. Ma si
temono conseguenze abbastanza pesanti sulle aspettative di crescita
economica di questo paese, con le stime del PIL per quest’anno che adesso sono state riviste. La stima è di un
incremento dello 0,3% che, tradotto in termini pratici, significa
stagnazione. Dal punto di vista dell’immagine, agli occhi del mondo
adesso l’itaglia appare come il paese untore, e dunque va evitato.

Stupiscono, ma fino ad un certo punto, le iniziative intraprese da alcuni
paesi come Romana, Israele e – udite udite – persino Tunisia e Marocco
che non ci hanno pensato su due volte, a interdire l’accesso sui loro
territori dei cittadini provenienti dallo Stivale. A testimonianza che
quando prevalgono razionalità e buonsenso, si prendono provvedimenti
di un certo tipo per tutelare la salute e la sicurezza delle popolazioni
che si va a rappresentare. Qualcosa che sicuramente a sardine,
fuoriusciti dei cessi (a)sociali e altro pattume fancazzista proveniente
dalla sinistra, ancora sfugge. 
Tornando alle conseguenze di carattere meramente economico legate
alla diffusione del Coronavirus, stanno fioccando le disdette da ogni
parte del globo sulle nostre città d’arte e ciò avrà ripercussioni molto
importanti sul turismo che è uno dei settori chiave di questo malandato
paese. Il timore è che possano essere messi a repentaglio migliaia e
migliaia di posti di lavoro, grazie all’inadeguatezza del governo
giallo-rosso. 
In un paese normale, gli autori di questo disastro darebbero in maniera
immediata e irrevocabile le proprie dimissioni definitive, assumendosi le
proprie responsabilità davanti ai cittadini. Non in itaglia, dove a pagare
il conto – statene certi – come al solito saranno cittadini ed imprese.
Secondo un cliché che ormai abbiamo imparato a conoscere, fin troppo
bene.

Francesco Montanino
 
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