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domenica 1 ottobre 2023

I CAMPI FLEGREI RISCHIANO DI ESPLODERE, MA PER LA POLITICA ITA(G)LIANA VA TUTTO BENE


Preoccupa e non poco, l’intensa attività sismica che sta riguardando Napoli da alcune settimane a questa parte, a causa del risveglio del supervulcano dei Campi Flegrei. In tempi non sospetti, abbiamo lanciato l’allarme sulle possibili conseguenze catastrofiche di un’indesiderata eruzione di una delle caldere più pericolose al mondo, senza però che nessuno abbia preso a cuore seriamente il problema dal 2005, quando i terremoti in quell’area si sono ripresentati.

Dapprima in maniera assai blanda con scosse più che altro strumentali, per poi crescere man mano di intensità con il trascorrere degli anni. Sino ad arrivare a quelli di magnitudo superiore a 3 sulla scala Richter (quella dello scorso 27 settembre è stata addirittura di 4.2!), che sono chiaramente percepiti dalla popolazione.

Ma se il bradisismo degli anni ’80, era da considerarsi tutto sommato un fenomeno fisiologico perché l’abbassamento e l’innalzamento del sottosuolo – secondo i geologi – rappresentano la normalità, considerando la natura e il comportamento nel tempo di questa immensa area vulcanica, ciò che sta accadendo adesso invece desta più di una preoccupazione perché si è paventata anche l’ipotesi – per la prima volta - di un’eruzione, con gli stessi crismi di quella che portò alla nascita del Monte Nuovo nel 1538.



Per chi non lo sapesse i segnali furono questi: intensificazione dell’attività sismica a partire dal 1470, e delle emissioni gassose nelle vicinanze della Solfatara. Seguirono poi negli anni successivi delle scosse di terremoto sempre più forti, che si avvertirono fino a Napoli. Infine, l’eruzione vera e propria cui seguì l’emersione dai fondali marini appunto del rilievo che ha preso il nome di “Monte Nuovo”.

Uno scenario tremendo, perché le ceneri si estesero in un’area di ben 10.000 km. quadrati, con conseguenze che possono essere paragonabili a quelle descritte da Plinio il Vecchio, in occasione di quella del Vesuvio nel 79 dopo Cristo.

Al di là della possibilità di spostare gli abitanti della “vecchia” Pozzuoli a Monteruscello che in realtà si è rivelata essere solo un business per speculatori privi di scrupoli, con la complicità e il concorso colpevole della classe politica, poco o nulla è stato fatto in materia di prevenzione ed educazione della popolazione rispetto ai rischi di quell’area.

Nel corso degli ultimi 20 anni, infatti, gli amministratori pubblici partenopei si sono maggiormente preoccupati del rischio proveniente dal Vesuvio che non di quello dei vicini Campi Flegrei, inspiegabilmente e scandalosamente sottovalutato.

E che, invece, secondo gli esperti è addirittura più temibile di quello dell’altro gigante quiescente che si dista non più di 40-50 km. La realtà ci dice che l’intero comprensorio di Napoli e provincia si trovasse in mezzo a due fuochi, ma nonostante ciò i politicanti nostrani se ne sono bellamente fregati!



Hanno utilizzato l’argomento, solo ed esclusivamente nel proprio interesse personale, senza voler seriamente approntare un piano di evacuazione anche per chi abita nelle vicinanze della Solfatara. Pozzuoli, Bacoli, Cuma, l’area flegrea e i quartieri occidentali di Napoli (Bagnoli e Fuorigrotta, in primis) sono un bacino abitato da diverse centinaia di migliaia di persone esposte a un rischio altissimo, senza che però la classe politica (sia di centrodestra che di centrosinistra) si sia minimamente preoccupata di loro! Sappiamo benissimo che il loro unico intento è quello di succhiare soldi dalle tasche dei cittadini sotto forma di esosissime tasse e balzelli di vario tipo, senza dargli un emerito CAZZO in cambio! Anzi, in maniera criminale e scellerata continuano a vessare e a prendere in giro quotidianamente i propri amministrati, con comportamenti davvero squallidi e riprovevoli!

Del resto, chiunque sia dotato di senno si sarà pur fatto la domanda “ma in questi anni cosa è stato fatto, di fronte al rischio derivante dalla possibile eruzione dei Campi Flegrei?” salvo poi darsi la risposta con un laconico quanto emblematico “UN CAZZO DI NIENTE!”.

Sarebbe il caso piuttosto di abituare la popolazione a convivere, e a conoscere a fondo il rischio sismico: innanzitutto, partendo dall’introduzione nelle scuole elementari, medie e superiori di una nuova materia che contempli la conoscenza della storia e delle caratteristiche (anche e soprattutto idrogeologiche), del territorio in cui si vive. Magari seguita da almeno 3-4 esercitazioni l’anno (con la presenza anche dei genitori) in modo da abituare ed educare i cittadini, al sapersi comportare ogni qualvolta si verifichino dei terremoti sin dalla più tenera età. Poi, bisognerebbe impedire in maniera categorica di edificare e costruire nelle vicinanze dei cosiddetti “crateri”: le zone A, B e C di cui tanto si è parlato e discusso per il Vesuvio negli scorsi anni, vanno previste anche per le aree più vicine (e dunque maggiormente esposte) al rischio di eruzione nell’area flegrea.



Sono semplici e indispensabili accorgimenti basati sul buonsenso, che prevederebbero un lavoro di squadra e di sistema fra classe politica e cittadini, così come accade ad esempio in Giappone dove gli edifici riescono a reggere le frequenti e anche forti scosse telluriche in maniera egregia e la popolazione reagisce sempre con straordinaria lucidità. Siccome però viviamo nella repubblichetta delle banane chiamata “itaglia”, nella realtà dei fatti purtroppo ciò che sarebbe altrove normalità qua invece diventa utopia.

I vari Bassolino, Caldoro e De Luca che si sono succeduti negli ultimi quattro lustri al governo della Regione Campania sono stati tutti accomunati dal fatto che non hanno fatto davvero nulla, in tal senso. Solo tante parole (anzi, peti….) sparse al vento qua e là, buone solo per illudere quegli allocchi che ancora non hanno capito quale sia il loro infame gioco. Trovando un terreno fertile, in quel substrato di ignoranza, menefreghismo, fancazzismo, opportunismo, creduloneria e faciloneria che purtroppo sono facilmente rinvenibili in buona parte della popolazione non solo campana, ma anche meridionale.

Volendo volgere e allargare lo sguardo verso Roma ladrona e il suo putrido sottobosco, non possiamo non fare a meno di notare come le cose non siano poi così diverse: il dibattito politico, oggi verte sul foraggiamento dell’Ucraina sotto forma di armi e denaro (naturalmente estorto con le tasse, da questi strozzini legalizzati) solo per accondiscendere ai desiderata del Deep State USA di voler assolutamente scatenare una guerra dalle conseguenze imprevedibili e temibili contro la Russia, la folle proposta di costruire il ponte sullo stretto di Messina (in barba naturalmente al fatto che le popolazioni non sono affatto d’accordo perché l’area interessata è stata colpita nel 1908 da uno spaventoso terremoto che fece più di 120.000 vittime e che provocò uno tsunami con onde superiori ai 13 metri di altezza), sulla pesca dello spot dell’Esselunga che tutela la famiglia tradizionale (manco si trattasse di un crimine contro l’umanità e ci rivolgiamo a quelle anime belle che sputano sopra quel modello basato sulla presenza di un uomo e di una donna senza i quali non sarebbero manco state concepite…), sulle ovvietà scritte da Vannacci (utile idiota del regime, visto che ha fatto parte della NATO, e il cui compito è quello di convogliare un dissenso che anima strati sempre più ampi della popolazione). Per finire, sulla querelle clandestini, in cui l’attuale compagine di governo non sta facendo altro che proseguire l’opera di distruzione e di sostituzione etnica (piano Kalergi) intrapresa dalla sinistra massone, scafista, mafiosa e comunista. A dispetto delle polemiche pretestuose e del tentativo infame perpetrato da quella Germania da sempre arrogante, prevaricatrice, egoista e nazista di distruggere, quel poco che resta di questo disastrato paese.


I risultati ormai li abbiamo imparati a conoscere benissimo: aumento delle tasse, della criminalità, della sporcizia e – come se non bastasse – cronica e conclamata incapacità nella gestione dell’ordine pubblico. Compresa anche e soprattutto la capacità di prevedere dei piani di evacuazione e gestione dell’emergenza quando si verificano terremoti, alluvioni, frane e altri disastri naturali su un territorio martoriato dalla piaga dall’abusivismo edilizio che si è tradotto in costruzioni fatte di cartapesta e di materiali scadenti, in zone soggette a forte rischio di dissesto idrogeologico.

Con queste premesse, la logica imporrebbe di prendere le distanze dai partiti di questo regime composto da lavativi, truffatori, parassiti, criminali, fancazzisti e mafiosi della peggiore risma, visto e considerato che votarli significa solo condannarsi a una sorte infima e non avere prospettive di sopravvivenza. Ma questo popolo bue e obnubilato, riuscirà a fare questo salto di qualità culturale? Ai posteri – parafrasando il Manzoni – l’ardua sentenza…..

 

Francesco Montanino



domenica 24 settembre 2023

“NAPOLITANO”...MA NON NAPOLETANO!

 


Il presidente di Napoli”: con questo titolo pomposo quanto servile, il principale quotidiano di Napoli (“Il Mattino”) ha voluto rendere omaggio alla dipartita dell’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, scomparso – oseremmo dire - prematuramente (?!) alla veneranda età di 98 anni…..

Chiariamo subito un concetto: di fronte alla morte siamo tutti uguali e manteniamo – in ogni caso – un atteggiamento di doveroso rispetto. Non ci uniremo certo a chi, in questi ultimi giorni, si sta lasciando andare ad atteggiamenti potremmo dire quasi trionfalistici di fronte al trapasso di un ex capo dello Stato.



Neanche se si tratta di un personaggio che – nel 1954 – applaudì all’invio dei carri armati sovietici a Budapest per reprimere nel sangue la rivolta degli ungheresi contro il regime comunista. Così come, i tanti soldi ricevuti da Mosca quando era ai vertici del PCI e la guerra fredda era un pericolo che spaventava tutti, così com’è poi venuto fuori dal famigerato “Dossier Mitrokhin” in cui si scoprì che le verginelle del fu partito comunista (riciclatosi poi nel PDS e, oggi, nel PD) intascarono tanti rubli da un paese (l’URSS) che all’epoca era considerato un nemico. (In)degni antesignani di ciò che avrebbe fatto poi il fannullone padano Salvini, appena qualche anno fa con la storia dei 49 milioni che si è pappato da Putin, salvo poi voltargli le spalle.



O magari, l’indegna e squallida pantomima con cui, nel 2012, fece di tutto per far cadere l’esecutivo allora guidato da Silvio Berlusconi sotto la pressione delle lobby e delle massonerie, consegnandoci di fatto all’arroganza dell’Unione Europea, sotto la guida dell’indegno Mario Monti. Preferiamo, infine, stendere un velo pietoso sulla sua appartenenza da giovane alla G.U.F. (Gioventù Universitaria Fascista) prima di scoprirsi partigiano quando capii che le cose si stavano mettendo male per Mussolini, e salire sul carro dei futuri vincitori al solo scopo di poter elemosinare qualche cadrega com’è poi puntualmente avvenuto. Il suo viscido opportunismo, mai sufficientemente evidenziato, lo ha portato a essere uno dei parassiti più longevi che abbia scaldato gli scranni del Parlamento dal secondo dopoguerra, sin quasi ai giorni nostri. Quando è stato anche eletto per un secondo mandato alla carica di Capo dello Stato in barba alla Costituzione che – stando anche al contesto storico nel quale venne redatta – non lo prevedeva affatto, dal momento che eravamo appena reduci dal Ventennio fascista che aveva ridotto in cenere l’intera penisola. E l’intenzione dei Costituenti, confermata anche da fior di costituzionalisti, non era certo quella di affidarsi a un uomo solo al comando…



Per restare in un ambito che ci riguarda assai da vicino, ricordiamo ancora molto bene cosa NON volle fare Napolitano quando, nel 1997, escluse la nostra lista (Lega Sud Ausonia) per le elezioni al Comune di Napoli travasando le firme che erano state raccolte una per una dai nostri militanti per consentire a Forza ita(g)lia di essere presente a quella tornata. Un disgustoso atto di vigliaccheria politica mai voluto chiarire dal diretto interessato, che ci è costato molto in termini di visibilità e consenso, dal momento che quell’Antonio La Trippa (personaggio magistralmente interpretato dall’indimenticato principe della risata Antonio De Curtis, in arte “Totò”) che avevamo poi provocatoriamente indicato quale “candidato” (seppur virtuale) alla carica di Sindaco del capoluogo partenopeo, ottenne la ragguardevole cifra di 25.000 preferenze.



Per questo, vogliamo ricordare a “Il Mattino” e certi altri tromboni di regime che in queste ore ci stanno letteralmente ammorbando con la loro insopportabile e nauseabonda retorica d’accatto (per quello che è stato a giusta ragione ribattezzato dai social fra gli altri con i nomignoli di “Pannolitano” e “Orso Napo”) che Giorgio Napolitano, NON SARA’ MAI IL NOSTRO PRESIDENTE! In quanto appartenente a una parte di Napoli e del Sud nella quale non solo ci teniamo a non riconoscerci, ma anzi ci distanziamo e distinguiamo!



Far passare certi personaggi per eroi, quando in realtà sono stati fra i carnefici e gli artefici del disastro nel quale siamo stati costretti a vivere e a barcamenarci, è uno sport che non praticheremo né ora, né mai. Anzi, sarà un nostro dovere civico oltre che morale combattere e continuare ad osteggiare tali logiche pregne di pavidità e servilismo verso il potente di turno. Anche e soprattutto se si tratta di un “napolitano”….ma non certo di un NAPOLETANO.

 

Fancesco Montanino







lunedì 11 settembre 2023

SETTEMBRE: E' IL TEMPO DELLE PUMMAROLE ANCHE PER GIOGGIA


Settembre, andiamo…..il tempo delle pummarole è arrivato anche per Gioggia. In questo particolare periodo dell’anno, da sempre ponte fra l’estate e l’autunno, un rito secolare si ripete in molte famiglie dove ancora oggi vive la tradizione della raccolta dei pomodori da imbottigliare con il basilico e da cuocere poi in enormi tini metallici.

Come le pummarole che si raccolgono e collezionano, anche la carciofara bella d’a Garbatella fa altrettanto con le figure di merda che stanno accompagnando l’operato del suo governo. E non certo da oggi, anzi…



Prima la boutade delle dichiarazioni del suo compagno, il giornalista delle reti Mediaset Giambruno, a proposito dello stupro di una ragazzina a Palermo da parte di sette porcellini in erba. Poi, le polemiche politiche seguite all’abolizione del reddito di cittadinanza anche se appare chiaro che la sinistra sta solo strumentalizzando – come suo solito – una situazione sociale assai delicata, in cui tutti hanno la loro bella fetta di responsabilità (il più pulito ha la rogna, ma questa non è affatto una novità…..).

Infine, le sconcertanti e deliranti dichiarazioni rilasciate contro la Russia, nel G20 tenutosi recentemente in India, in cui non sappiamo ancora se sa, o – peggio ancora – finge di non sapere, che all’origine dell’operazione militare speciale portata avanti da Mosca da oltre un anno a questa parte, c’è stata la vile aggressione condotta dal vile regime nazista ucraino nei confronti delle popolazioni russofone del Donbass. Così come, è intellettualmente disonesto provare a far ricadere sui russi le colpe degli aumenti delle tariffe di luce, gas e benzina perché – casomai non lo sapesse – il prezzo delle sanzioni assurde comminate alla Russia, lo stiamo pagando soltanto noi.

Semmai, piuttosto, dovrebbe renderci conto del peggioramento della qualità della vita dei cittadini, a giudicare dall’aumento di incresciosi fatti criminali che si sta verificando ovunque. A nord come a sud, infatti, il senso di insicurezza che si respira fra strati della popolazione sempre più ampi, è il chiaro e indigesto prezzo da pagare per le politiche lassiste e permissive portate avanti dalla sinistra mafiosa, scafista e comunista e perpetuate da un centrodestra incapace di fornire adeguate e convincenti risposte.



Non è cambiato assolutamente niente, in tal senso: le città, sia grandi che piccole, continuano a essere ostaggio – oltre che di mafia, camorra e ‘ndrangheta seppur ben mimetizzate nel tessuto sociale e imprenditoriale - di gang di piccoli delinquenti (sia nostrani che di importazione) che spadroneggiano impuniti e indefessi, nelle zone nevralgiche (le stazioni ferroviarie delle grandi città, sono diventate autentiche fogne a cielo aperto) che nelle periferie dove c’è il forte rischio che – prima o poi – possa esplodere una bomba sociale, di difficile gestione.

La presenza della malavita organizzata si fa dunque più forte in quei contesti in cui degrado, disoccupazione, povertà e totale assenza dello stato che si fa vedere solo quando c’è la possibilità di una bella passerella, sono lo scenario quotidiano con cui si trovano a fare i conti i cittadini di Caivano, Scampia, Quarto Oggiaro o Centocelle. Nomi saliti alla ribalta delle cronache, ieri come oggi, per fatti tutt’altro che edificanti e che sono solo la punta dell’iceberg di un problema che nessun governo ha avuto seriamente intenzione di voler risolvere. E questo, in totale dispregio del mandato elettorale che questi “signori” eppure hanno e per il quale sono lautamente pagati da noi, sotto forma di esose e vergognose tasse che siamo costretti a pagare per tenere in vita un carrozzone – quello itagliano – diventato ormai insostenibile per chiunque percepisca un reddito.

Il gradimento nei sondaggi, del resto, sta scendendo in maniera molto più marcata di quello che vogliono farci credere i media di regime: c’è ben poco di cui stupirci, se pensiamo che stiamo parlando di un partito (fratelli, cognati e cugini d’itaglia) che è espressione di poco meno del 30% del 40% dei votanti (in pratica, ovvero circa il 12% degli aventi diritto al voto…..un bellissimo esempio di democrazia, non c’è che dire). Un partito e un governo, espressioni del peggiore statalismo e centralismo, che sta solo assecondando i desiderata della NATO e del Deep State a stelle strisce che stanno spingendo in tutti i modi per provocare la Russia. Allo scopo – nemmeno tanto malcelato - di trascinarci nell’abisso della terza guerra mondiale, secondo i dettami di Schwab e della feccia mondialista e globalista.



Ce la ricordiamo la Meloni quando – in tempi non sospetti - strepitava ai quattro venti dai banchi dell’opposizione perorando le ragioni dei russi, contro i quali l’Unione (massonica) Europea e i pagliacci americani, avevano irrogato sanzioni che - nella realtà dei fatti – hanno colpito duramente soltanto le popolazioni europee.

Oggi, invece, la vediamo sorridente e scodinzolante come il più fedele dei cagnolini, di fronte al massone, pedofilo e scorreggione Bidè(n), a Ursula Von der Pfizer e a certe anime belle del mondialismo che andrebbero invece passate subito per le armi, per i danni cagionati ai cittadini nel periodo del Covid, con il maldestro tentativo di imporre la in(o)culazione obbligatoria di quello che resta un siero sperimentale, e non certo un vaccino degno di tal nome….

Insomma una bella collezione di “pummarole” marce per questa donnicciola cafoncella, i cui modi ricordano assai da vicino quelli del “Marchese del Grillo”, interpretato in maniera magistrale dall’indimenticato Alberto Sordi. E che, ne siamo certi, si arricchirà di altre imperdibili perle nei prossimi mesi…..

 

Francesco Montanino


 

giovedì 3 agosto 2023

LA VERITA'? L'ITA(G)LIA E LA UE SONO AD UN PASSO DAL DEFAULT!


Cronaca di un fallimento annunciato. Volendo parafrasare il titolo di uno dei più famosi romanzi del grande scrittore Gabriel Garcia Marquez, non possiamo definire in altro modo l’attuale situazione politica che sta stritolando quel che resta del Bel Paese e il Vecchio Continente.

In entrambi i casi, a fare da comun denominatore i seguenti ingredienti: ipocrisia, malvagità, istinti liberticidi, disonestà, statalismo, assistenzialismo, clientelismo e sete di potere da parte delle classi dirigenti. Un micidiale mix che ci sta portando direttamente verso un disastro che sembra ormai essere inevitabile, e di cui pagheremo a carissimo costo le conseguenze. A metà strada fra il sogno utopistico di continuare a considerarsi un’oasi di democrazia e una realtà che le vuole invece relegate a fare da zerbino ai desiderata del Deep State americano, itaglia e Unione Europea sono accomunate da un destino che appare essere davvero segnato nella sua tragicità.

Partendo da ciò che sta accadendo alle nostre latitudini, sono sotto gli occhi di tutti la rabbia e il malcontento, manifestati da chi ha perso da un giorno all’altro il diritto a percepire il reddito di cittadinanza. Un’idea mal concepita ed attuata che rischia di essere una bomba sociale di non facile gestione, per il governo guidato dalla “carciofara e fruttarola bella d’a Garbatella”.


Non discutiamo certo l’intento di questa misura con cui si vuole dare un sostentamento economico a chi si trova in una situazione di grave disagio. Riteniamo anzi che sia un dovere imprescindibile di uno stato (o di una pubblica amministrazione), che voglia definirsi davvero tale, aiutare – all’interno della propria comunità territoriale di riferimento – quelle persone che non riescono a tirare avanti. Il riferimento doveroso è agli invalidi, ai disabili, ai nuclei familiari numerosi e a quella forza lavoro (soprattutto gli over 50) che trovano grosse difficoltà nel reinserimento nel mondo lavorativo; a parer nostro dovrebbero essere questi, e non certo altri, i veri percettori del reddito di cittadinanza.

E invece questa misura (approvata dai pentadementi e da quella lega di Salvini che adesso vorrebbe abiurarlo) è diventata uno strumento che serve solo ad alimentare il voto di scambio, le clientele e a dare soldi a chi invece non ne ha affatto diritto perché magari ad esempio potrebbe nel frattempo fare il parcheggiatore abusivo, o essere a libro paga delle principali organizzazioni criminali presenti soprattutto nel Mezzogiorno.

Appaiono chiare le responsabilità dei CAF che eppure avevano il compito di individuare la platea di beneficiari che realmente avrebbe avuto diritto a percepire tale misura. Così come l’INPS e l’Agenzia delle Entrate che sappiamo essere assai solerti quando si tratta di andare a bastonare e a spillare soldi ai contribuenti, e che invece – stranamente – in questo caso non hanno provveduto a fare i necessari controlli incrociati per stabilire chi doveva riscuoterlo. Infatti, si è poi venuto a sapere che spesso e volentieri questi soldi sono andati a ingrassare e ingrossare i portafogli sbagliati: in totale sfregio di chi continua a percepire meno di 300 euro al mese, seppur afflitto da disabilità, o di chi sopravvive con una pensione da fame, dopo un’intera vita spesa a fare grandi sacrifici!



La risposta della melonara a tali innegabili evidenze? Solo tanta strafottenza e presunzione, credendosi di trovarsi lì per volontà e acclamazione divina quando in realtà parliamo di un personaggio che – giova sempre ricordarlo agli smemorati e ai distratti - è al governo con il 30% del 60% degli aventi diritto al voto e non gode affatto della fiducia e del consenso da parte della maggioranza dei cittadini che, stando a quel che raccontano alcuni sondaggi, non vedono affatto di buon occhio certe scellerate scelte come l’essersi proclamati quali prosecutori della famigerata “agenda Draghi” e il continuare a sostenere le “ragioni” (?!) dell’Ucraina nel conflitto con la Russia.

In totale contrasto, non solo con i secolari rapporti culturali ed economici che ci legano al paese di Tolstoj ma anche con quanto la stessa caciottara aveva a più riprese dichiarato in tempi non sospetti, a proposito delle assurde sanzioni inflitte alla Russia a partire dal 2016. Non contenta, inoltre, continua a collezionare figuracce a go-go non sapendo il significato del tricolera e lasciandosi infine andare a dichiarazioni a dir poco penose sulla Cina, a proposito della Via della Seta… un personaggio davvero squallido, dalla pochezza umana e politica davvero disarmanti e di cui faremmo volentieri a meno.

L’incoerenza e l’ipocrisia però – e su questo possiamo rassicurare la premier fruttarola – non sono un copyright appartenente alla Meloni, ma sono dispensate a iosa anche dal fannullone padano Salvini. L’attuale ministro dei trasporti che – ad un tempo – era uno strenuo oppositore del ponte sullo stretto di Messina, recentemente si è preso il “merito” – udite udite - di aver riproposto in Parlamento quella che a noi sembra essere un’idea folle (e fra poco spiegheremo anche il perché), parlando di “orgoglio italiano”.



Già il sentir parlare di “orgoglio italiano” è per noi un motivo assai valido per ridere a crepapelle….se poi è quel Salvini, paladino a un tempo del federalismo e dell’autonomia, a proferire tali concetti, allora si capisce perché siamo di fronte a qualcosa di semplicemente esilarante e grottesco. In più di un’occasione abbiamo espresso il nostro totale dissenso nei confronti di un’opera pubblica mastodontica e a dir poco inutile, se pensiamo che in Calabria e in Sicilia esistono molte aree dove le strade sono malandate, i treni viaggiano ancora su un unico binario così come attestano i tempi di percorrenza – solo per fare un esempio concreto – che da Catania a Palermo sono ancora eccessivi (occorrono la bellezza di tre ore, per coprire un percorso di circa 200 km….). In più, il ponte nascerebbe in una zona ad altissimo rischio geologico e sismico, se pensiamo che nel 1908 un devastante terremoto provocò uno tsunami che arrecò gravissimi danni alle città di Reggio Calabria e Messina.

Insomma, ci sarebbero tante valide motivazioni che inducono a ritenere il ponte sullo stretto un qualcosa di letteralmente superfluo, pronto però a scatenare gli appetiti famelici di mafia e ‘ndrangheta, i cui lerci zamponi potrebbero presto fare la loro nefasta comparsa sulle gare di appalto che saranno indette, nel caso in cui l’opera dovesse malauguratamente essere avviata.

Un consiglio però al fannullone Salvini ci sentiamo comunque di darlo, anche se sappiamo benissimo che resterà lettera morta: prima di dare il via libera a questo ennesimo spreco di denaro pubblico (malvisto sicuramente non solo da quei leghisti del Nord della prima ora cui viene il voltastomaco al solo vederlo, ma anche dai suoi stessi elettori…), è sempre in tempo per dare la parola ai cittadini di Calabria e Sicilia per chiedere loro se non sia piuttosto il caso o meno, di porre la prima pietra. Il federalismo, di cui tanto si è riempito la bocca, è anche e soprattutto restituire ai cittadini il potere di decidere liberamente del proprio destino. Chissà se ricorderà questo elementare concetto tanto caro a Miglio e Cattaneo, di cui ha ciarlato per gran parte della propria carriera politica…..

Proseguendo la nostra disamina, un discorso a parte merita l’oppofinzione oggi rappresentata da quelle barzellette viventi che rispondono ai nomi di M5S e PD, e che per la loro sciatteria e inettitudine rappresentano la garanzia per la melonara, di poter continuare a fare i porci comodi senza che nessuno la possa disturbare.



Fa davvero un certo effetto sentire gracchiare l’ex premier Conte su problematiche che non gli competono affatto! Farebbe piuttosto bene a tacere, e a ricordare tutte le carognate commesse ai tempi del lockdown, con quei decreti-legge vergognosi che hanno limitato di fatto la libertà di milioni di cittadini. La caccia alle streghe inaugurata poi da quell’altro miserabile e meschino personaggio che risponde al nome dell’ex Ministro della Salute Speranza e perpetrata, con l’ausilio di certi pennivendoli asserviti e di un’intellighenzia composta da autentici pendagli da forca, nei confronti di chi non ha mai voluto credere alle menzogne spacciate per verità assolute, rappresentano una delle pagine più vergognose e infami che siano mai state scritte nella storia di questo paese da operetta!

In un paese serio e realmente democratico, questi due immondi personaggi sarebbero già stati processati e condannati quantomeno a scontare una bella collezione di ergastoli, per la gravità dei reati da loro commessi! Insieme a chi ha avallato le loro nefandezze, ben sapendo di mentire in maniera spudorata! L’intera sinistra farebbe bene a vergognarsi e a nascondersi, considerando non solo le discriminazioni cui sono stati sottoposti i cosiddetti “novax”, ma anche i diritti calpestati di quei lavoratori (vero, sindacati?) che hanno preferito salvaguardare la propria libertà di scelta e la propria salute, non facendosi punturare con un intruglio dalle proprietà e dagli effetti collaterali pressoché sconosciuti.

Adesso, i nodi iniziano a venire poco alla volta al pettine e sarebbe semmai il caso che qualche giudice serio inizi a indagare sulle tante, troppe morti misteriose che stanno emergendo negli ultimi tempi. L’auspicio – che ci rendiamo conto essere quasi utopistico – è che una volta tanto la Giustizia invece di scarcerare i delinquenti e di accusare ingiustamente e sbattere dentro gli innocenti e i poveri cristi, si ricordi di essere pagata dai cittadini che le chiedono soltanto di punire in maniera esemplare chi ha sbagliato! Magari partendo da Conte e Speranza, e da tutta la claque composta dai loro ineffabili e viscidi scagnozzi!

Volgendo però adesso lo sguardo verso ciò che accade nel resto del vecchio continente, non possiamo fare certo a meno di notare come l’Unione Europea si sta avviando verso un baratro che ormai sembra essere inevitabile e irreversibile. L’aver appoggiato a spada tratta i voleri del Deep State USA, rischia di diventare la definitiva pietra tombale per quello che – ad oggi – possiamo considerare solo quale un enorme mostro burocratico e nemico conclamato della libertà dei popoli. Il recente colpo di stato in Niger rischia, infatti, di assestare un durissimo colpo alla Francia di quell’incapace patentato di Macron che finalmente potrebbe smetterla di fare il parassita, succhiando le ricchezze non solo del Niger ma dell’intero continente nero! Se a ciò ci aggiungiamo anche le forti tensioni che da settimane stanno imperversando da nord a sud del paese, allora il quadro della situazione è presto fatto e ci racconta di una Francia in grossa crisi.

L’aver praticamente consegnato alla Cina la Russia, solo per tenere buoni i padroni del vapore di stanza oltreoceano, sta presentando il conto salatissimo a un’Unione Europea per la quale le priorità si chiamano continuare a inviare armi, denaro e sostegni assortiti al regime nazista di Kiev, guidato da quell’infame pagliaccio di Zelenskyi. Impoverendo, allo stesso tempo, i ceti produttivi e i cittadini che chiedono solo di poter riprendere a vivere in libertà e con dignità. I parametri economici, del resto, parlano chiaro: PIL pressoché stazionario, inflazione che continua a viaggiare oltre il 5% e prospettive che non inducono certo all’ottimismo. Le sanzioni vergognose inflitte alla Russia stanno solo facendo il gioco di chi a Washington sta spingendo a tutti i costi verso la terza guerra mondiale, solo perché l’economia statunitense è con le pezze al culo e un conflitto su scala planetaria è l’unico modo per salvarsi la pelle.



Il fatto che l’agenzia di rating Fitch abbia attribuito una tripla A al debito pubblico a stelle e strisce, è un chiaro indicatore del fallimento – sotto tutti i punti di vista – dell’operato deleterio di quel massone, scorreggione e pedofilo che è Joe Bidè(n). La feccia globalista è ben conscia di avere ormai i giorni contati, ma sta agitando in maniera assai pericolosa e perniciosa la sua puzzolente e nauseabonda coda, continuando a provocare la Russia e la Cina che invece spingono affinché ci sia mondo multipolare più equo e giusto.

Sono $oro$ e i suoi sodati, a continuare a rappresentare una grossa minaccia per la sopravvivenza del genere umano: le lobby del pensiero unico che minano alle fondamenta della libertà dei popoli, vanno assolutamente distrutte e estirpate perché vogliono trascinarci verso l’olocausto nucleare. E ciò può essere reso possibile solo appoggiando quelle forze politiche che si oppongono a una visione del mondo che continueremo ad avversare e a combattere, fino a quando ne avremo le forze.

Prima lo capiremo (smettendola di dare voto e fiducia a personaggi che invece meritano di essere presi a poderosi calci nel culo), meglio sarà per tutti noi. Ma occorrerà agire con fermezza e decisione, prima che sia troppo tardi e non ci sia dunque più nulla da fare.

 

Francesco Montanino

martedì 27 giugno 2023

LE MISERIE DEL CIRCO ITAGLIA

 


Da potenza economica mondiale, a zerbino e sottopancia dell’insignificante regime nazistoide guidato dal cocainomane Zelenskyi. L’itaglia (con la i sempre rigorosamente minuscola) è diventata - ormai da tempo immemore - un’autentica cloaca a cielo aperto, grazie soprattutto a una classe dirigente composta da pagliacci, lavativi, fannulloni, parassiti, delinquenti, kapò da quattro soldi e ladri della peggiore specie.

Se prima quantomeno si provava a nascondere l’evidenza, adesso è tutto un susseguirsi di smargiassate e cafonate che rendono ancora più squallido e deprimente il contesto, in cui la maggioranza silenziosa dei cittadini ogni giorno è costretta a combattere e soccombere.



Appare chiaro che in una situazione del genere, è davvero difficile individuare il punto di partenza. Anche se ci sembra abbastanza doveroso iniziare dalla fruttarola alla guida del governo dallo scorso autunno, che sta collezionando una serie di figuracce ormai a gettito continuo. Non ultima, quella riguardante l’auspicio di vedere ridotto il potere del presidente russo Putin, all’indomani della “commedia” portata avanti dall’ex cuoco del leader russo Evgeny Prigozhin spacciata per tentato colpo di stato, insieme ai pennivendoli, cani da guardia del regime itagliano: proprio non è riuscita a non farsi i cazzi suoi, anche in un frangente in cui i fatti - come poi si è puntualmente verificato - inducevano e consigliavano piuttosto soltanto la prudenza e il silenzio.

Ma andando più a ritroso nel tempo, dopo aver preso per il culo quegli elettori che le avevano riposto fiducia nella speranza (poi rivelata si – come ben sapevamo – vana, per loro), la melonara sfascista si è autoproclamata quale “erede” dell’infame “agenda Draghi” perseguendo – soprattutto in politica estera – un disgustoso e nauseabondo filo atlantismo che stiamo pagando di tasca nostra.



Infatti, giova la pena ricordare che la guerra per interposta procura USA alla quale questo indegno esecutivo ci sta trascinando nostro malgrado, ci sta costando davvero tantissimo in termini economici. E non solo e non tanto per le vergognose sanzioni imposte alla Russia ma, anche e soprattutto, per i miliardi destinati ogni mese all’Ucraina! Invece di spendere i nostri soldi per costruire scuole, ospedali, strade o magari aiutare i disabili e chi non ce la fa più (andrebbe aperta una doverosa parentesi a parte sul “reddito di cittadinanza” e in particolare sul ruolo dei CAF, nell’erogazione di questo sostegno economico a chi davvero ne ha diritto e bisogno….), la fruttarola della Garbatella si preoccupa di accontentare il suo amato compagno di sniffate Zelenskyi e quel massone, pedofilo e scorreggione che risponde al nome di Joe Bidè(n). Le priorità del governo di centrodestra, piaccia o meno, sono queste. E solo gli stolti, chi è in malafede e gli obnubilati si ostinano a negarlo.

Fa nulla se poi certi ambienti vicini al nazistume di Zelenskyi abbiano gioito di fronte alla recente scomparsa di Berlusconi (con tanto di X sopra e “liquidato” per commentarne la morte) che aveva osato manifestare del legittimo dissenso d fronte alla scelta del Parlamento di accogliere il fenomeno da baraccone ucraino, alla stregua quasi di un eroe.



Non è giunta una sola voce di protesta e di sdegno da parte di questo governo di pagliacci e buffoni, nel voler stigmatizzare un episodio di uno squallore rivoltante e indicibile come questo. Un esecutivo con le palle avrebbe già provveduto a convocare l’ambasciatore ucraino in questo paese, per chiedergli convincenti ed esaurienti spiegazioni pena l’interruzione di qualsiasi relazione diplomatica ed economica. E, invece, non è accaduto nulla di tutto questo...anzi, il regime di Kiev addirittura pretende che i beni di Berlusconi gli siano ceduti, quale risarcimento danni, senza che neanche qui ci sia staro qualcuno che si sia degnato di rispondere per le rime a questi sciacalli e accattoni da quattro soldi! A conferma della vigliaccheria e della meschinità di cui questi personaggetti da operetta sono permeati, dal momento che dovrebbero in ogni caso ricordare che è anche grazie al sostegno e ai voti del defunto Cavaliere, che sono lì a prendere decisioni che - come non smetteremo mai di denunciare - stridono con la reale volontà popolare.

In un recente sondaggio condotto da “Termometro Politico”, se è vero che, ad oggi fratelli, cognati e cugini d’itaglia si è attestato attorno al 27% dei consensi (calcolati sempre però sul 50-60% degli aventi diritto al voto….), è altresì innegabile che più della metà del campione non gradisce le scelte politiche della melonara. E come potrebbe essere altrimenti, visto e considerato che l’aver interrotto ogni tipo di relazione con la Russia ci sta costando carissimo non solo in termini economici ma probabilmente anche militari, nella malaugurata ipotesi che scoppi la terza guerra mondiale?



Non va tanto meglio nell’altro schieramento di centrosinistra in cui il partito fogna del PD e i pentadementi non riescono ad esprimere un’opposizione degna di tal nome e levatura. Va solo steso un velo pietoso sulle sortite della Schlein per la quale esistono evidentemente soltanto i capricci rivendicati dalle insopportabili e nauseabonde lobby gay e pedofile, così come ci appaiono a dir poco squallidi gli abboccamenti del governatore De Luca con il fannullone padano Salvini, per provare a prolungare il proprio mandato in Campania per chissà quanto altro tempo ancora con uno spregiudicato patto elettorale, mentre dei cinque stalle di Conte ci appaiono fuori luogo le rivendicazioni (?!) su quanto da loro fatto durante il lockdown. Poiché abbiamo ottima memoria di quel periodo, vogliamo solo sottolineare come siano state ristrette le nostre libertà grazie a provvedimenti iniqui e liberticidi come le autocertificazioni, il Green Kazz e le imposizioni vaccinali: tutte misure prese anche e soprattutto con il loro benestare e di cui non ci siamo affatto dimenticati. Andrebbero piuttosto quantomeno processati e sottoposti al pubblico ludibrio, per le schifezze e le nefandezze che hanno commesso.



Ma l’oscar dei deliri e della stupidità ci sentiamo senz’altro di attribuirlo al segretario generale della CGIL, Landini. Che i sindacati fossero una palestra e una fucina per cadreghisti (perché eletti nelle fila del PD, così come evidenziato anche da Lucia Annunziata), carrieristi e fannulloni della peggiore specie, lo sapevamo fin da tempi non sospetti, con i fatti che nel tempo hanno corroborato tale nostra tesi. Ma che andassero contro i lavoratori (bisogna sempre tenere a mente cosa fecero le organizzazioni sindacali ai tempi dell’imposizione vaccinale, quando lasciarono soli quei lavoratori che non hanno voluto cedere al ricatto di stato che voleva l’in(o)culazione dei “sieri” sperimentali….) e addirittura si permettessero di parlare a vanvera di politica estera, al pari di certi ubriaconi che infestano con la loro presenza bar e ristoranti, disturbandone la clientela, francamente no.



Non ci sono certo sfuggite le uscite deliranti di Landini che – secondo i dettami tipici di quello che ormai è diventato un vero e proprio sport in voga, in certi squallidi e riprovevoli ambienti - dopo aver attaccato (?!) il leader russo Vladimir Putin, si è permesso di auspicare pure la nascita di un “nuovo ordine mondiale”. Sì, avete letto proprio bene: un nuovo ordine mondiale, magari composto da una cricca di banchieri, bastardi, criminali, pervertiti e paranoici pronti a ridurre di numero la popolazione e a indurre in schiavitù chi osa opporsi a tale folle disegno. Insomma, tutto l’esatto opposto di quel che dovrebbe fare un sindacato…



Sino a quando queste saranno le persone che ci rappresentano, ci sarà purtroppo ben poco da fare. Se non sperare che – presto o tardi – avvenga qualcosa, che spazzi via tutto il marciume che avvolge non solo la penisola, ma anche e soprattutto il nostro amato Sud, ridotto al rango di colonia e terra da distruggere in nome di losche strategie da oltre 160 anni.

 Francesco Montanino


lunedì 12 giugno 2023

MUORE BERLUSCONI, ESULTA KIEV…

 


Non c’è limite davvero al peggio e allo schifo. Pensavamo di averle lette e commentate tutte, ma evidentemente ci sbagliavamo. Dal sito www.dcnews.it, veniamo a sapere di una notizia, semplicemente disgustosa che sottoponiamo alla vostra attenzione. La morte di Silvio Berlusconi ha fatto il giro del mondo e questa notizia è arrivata anche in Ucraina, dove c’è chi ha evidentemente fatto i salti di gioia, a giudicare da quello che abbiamo letto e che qui pubblichiamo e commentiamo.

Liquidato”: con questa parola fredda, ma carica di infamia e di odio, il regime nazista di Kiev ha così commentato la morte dell’ex premier Silvio Berlusconi, avvenuta oggi a Milano. Il sito “Myrotvorets” (che ironicamente vorrebbe dire “portatore di pace”….), composto da carogne della peggiore specie,  ha considerato il leader di Forza Ita(g)lia un nemico, quando ebbe il coraggio di criticare apertamente la scelta dell’attuale maggioranza di centro-destra di foraggiare con armi e denaro l’Ucraina, solo perché bisogna accondiscendere ai desiderata del Deep State americano che sta cercando in tutti i modi il “casus belli” con cui scatenare un conflitto mondiale dalle conseguenze imprevedibili, ma connotato dal forte rischio di un escalation nucleare.



Bollato quale “nemico dello stato” da questo sito di infami, sin dal 2015, solo perché aveva osato visitare la Crimea con il premier russo Vladimir Putin, questo contenitore di schifezze si segnala per la sua propensione a scatenare campagne di odio contro chi non si allinea con la causa del regime guidato da quel pagliaccio che risponde al nome di Zelenskyi, fornendo nomi, cognomi e altre generalità di chi si oppone a questi topi di fogna che inneggiano alla svastica a qualche mente malata ed esaltata.

L’aver messo anche un ex premier nel mirino, è un fatto che riteniamo di una gravità assoluta e che meriterebbe senz’altro una decisa levata di scudi da parte del governo guidato da quella cocainomane e carciofara Meloni nei riguardi dell’Ucraina. Ci auspichiamo l’immediata convocazione dell’ambasciatore ucraino, tenuto a spiegare in maniera esauriente e convincente le malefatte di chi si permette di schedare chi ha il coraggio di esporre e difendere le proprie idee, anche se avverse.



Si parla tanto di democrazia e di rispetto dei diritti umani, civili e politici. Ma la “questione ucraina” possiamo ben dire che non assolve a questi principi, che eppure sono stati frutto di dure lotte da parte di precedenti generazioni. Presidente Meloni, una volta tanto, si ricordi che esiste anche l’amor patrio: i toni utilizzati dagli estremisti del regime di Kiev meritano solo condanna, sdegno e riprovazione.

E questo al di là di come la si voglia pensare sulla figura politica di Berlusconi, perché qui sono le stesse istituzioni di questo paese, dalla dignità perduta, ad essere state messe alla berlina oltre che pesantemente umiliate!

 

Francesco Montanino


mercoledì 10 maggio 2023

L’OPPORTUNISMO ITAGLIANO DEL “MANFREDUCCIO” CON LA RICOTTA

 


In questi giorni in cui Napoli sta festeggiando – dopo ben 33 anni - la conquista del terzo scudetto, che pare stia diventando un ottimo volano per rilanciare la risaputa vocazione turistica della capitale del Sud, non possiamo però fare a meno di evidenziare la squallida propensione a strumentalizzare e ad accaparrarsi meriti che non esistono da parte di certi personaggi che, anzi, non dovrebbero proprio avere diritto di parola e che anzi farebbero meglio a starsene zitti perché stonano con il clima di gioia che si respira in ogni angolo della città.

Il riferimento, naturalmente, è al primo cittadino del capoluogo partenopeo, ovvero quel “manfreduccio con la ricotta” che vorrebbe proporsi sulla scena quale uno dei protagonisti (?!) di queste giornate che a Napoli e dintorni, non potranno mai essere dimenticate. Strumentalizzando e provando ad avocare a sé meriti che non potranno mai e per nessuna ragione al mondo, essergli riconosciuti.

Ma chi è ‘sto manfreduccio con la ricotta salito alla ribalta più per la sua dichiarata fede calcistica per l’odiatissima Juventus (Rubentus, per gli amici….) che per altro? Ce lo ricordiamo come anonimo e insignificante ministro dell’università in uno dei tanti sgangherati governi di centrosinistra che si sono succeduti in questi anni, e composti – come ben sappiamo – dalla solita pletora di parassiti inetti e non eletti, che vivacchiano con il sudore della nostra fronte.



Un sindaco nominato nell’ottobre 2021 con il 63% di appena il 47% degli aventi diritto al voto che corrispondono – elettore più, elettore meno – nemmeno al 30% del corpo elettorale, e frutto della deleteria unione fra pentadementi e cinque stalle che abbiamo avuto purtroppo modo di conoscere, anche e soprattutto a livello nazionale. Un’alleanza – per chi se lo fosse già dimenticato - capace soltanto di creare disastri (debito pubblico e inflazione alle stelle), di togliere diritti e libertà ai cittadini come abbiamo avuto modo di constatare negli ultimi anni con l’affaire vaccini, oltre che – infine – di inaugurare al guerra per interposta procura USA, con l’interruzione delle relazioni diplomatiche e commerciali con la Russia, alla quale eravamo legati da un profondo rapporto di amicizia che affonda le proprie radici nella storia e nella cultura, e l’invio di armi e soldi al regime nazista ucraino guidato da quello spregevole pagliaccio che risponde al nome di Zelenskyi.

Siede sugli scranni e le cadreghe di Palazzo San Giacomo, anche grazie a una sciatta oppofinzione di centrodestra, come al solito, incapace di farsi carico e di esprimere il dissenso verso chi ha instaurato una vera e propria dittatura da oltre 30 anni, secondo le stucchevoli logiche consociativistiche che sono copyright della politica, non solo di ieri ma anche di oggi. Del resto, i vari Bassolino, Jervolino, De Magistris e infine Manfredi, provengono tutti da quel sottobosco di regime della pseudo sinistra, brava solo a illudere e a prendere quotidianamente per i fondelli quei napoletani amanti del sadomasochismo e che evidentemente godono nel prenderselo laddove non batte il sole, solo ed esclusivamente per mera ignoranza. E che si è avvalsa – per portare a compimento questo distruttivo disegno – anche e soprattutto della latitanza di un centro-destra (composto dagli sfigati (s)fascistelli di arroganza nazionale oggi riciclatisi in fardelli, cugini e cognati d’itaglia, dagli ascari e venduti salviniani di casa nostra e dai forzaital(id)ioti) che, anzi, è stato tutto pappa e ciccia con chi ha solo pensato al proprio orticello, campando e mangiando alle spalle dei contribuenti.



La bordata di fischi che il pubblico accorso domenica scorsa al “Maradona-San Paolo” ha riservato al “manfreduccio con la ricotta” ci è sicuramente sembrato il giusto e doveroso tributo per un sindaco la cui colpa però non è solo e tanto quella di essere tifoso della squadra simbolo dell’arroganza, del malaffare e del potere itagliani. Quanto piuttosto di non aver fatto nulla di particolarmente memorabile, secondo una tradizione votata al mero fancazzismo che ben conosciamo ormai da interi decenni.



A Napoli c’è, infatti, ancora tantissimo da fare, e non potrà essere certo uno scudetto (vinto da Aurelio De Laurentiis, i suoi collaboratori, lo staff tecnico e i calciatori, grazie alla capacità di saper programmare e organizzare) a decretare il definitivo riscatto sociale di una città che purtroppo ha ancora tanti problemi da risolvere. L’impressionante numero di poveri e disoccupati che ancora non hanno avuto risposte dalla politica, la presenza di una criminalità tutt’altro che morta e sepolta e che spesso e volentieri manda segnali della sua esistenza, i servizi pubblici non sempre di qualità e all’altezza delle tasse che siamo costretti a pagare e – infine – la mancanza di serie politiche di sviluppo volte all’attrazione di imprenditori e investitori, sono solo la punta di un iceberg di problemi che non saranno certo risolti da chi nel suo cognome, reca il nome di uno scadente piatto di pasta che è già andato a male prima della sua naturale scadenza…

 

Francesco Montanino

 
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