Preoccupa e non poco, l’intensa attività sismica che sta riguardando Napoli da alcune settimane a questa parte, a causa del risveglio del supervulcano dei Campi Flegrei. In tempi non sospetti, abbiamo lanciato l’allarme sulle possibili conseguenze catastrofiche di un’indesiderata eruzione di una delle caldere più pericolose al mondo, senza però che nessuno abbia preso a cuore seriamente il problema dal 2005, quando i terremoti in quell’area si sono ripresentati.
Dapprima in maniera assai blanda con scosse più che altro strumentali, per poi crescere man mano di intensità con il trascorrere degli anni. Sino ad arrivare a quelli di magnitudo superiore a 3 sulla scala Richter (quella dello scorso 27 settembre è stata addirittura di 4.2!), che sono chiaramente percepiti dalla popolazione.
Ma se il bradisismo degli anni ’80, era da considerarsi tutto sommato un fenomeno fisiologico perché l’abbassamento e l’innalzamento del sottosuolo – secondo i geologi – rappresentano la normalità, considerando la natura e il comportamento nel tempo di questa immensa area vulcanica, ciò che sta accadendo adesso invece desta più di una preoccupazione perché si è paventata anche l’ipotesi – per la prima volta - di un’eruzione, con gli stessi crismi di quella che portò alla nascita del Monte Nuovo nel 1538.
Per chi non lo sapesse i segnali furono questi: intensificazione dell’attività sismica a partire dal 1470, e delle emissioni gassose nelle vicinanze della Solfatara. Seguirono poi negli anni successivi delle scosse di terremoto sempre più forti, che si avvertirono fino a Napoli. Infine, l’eruzione vera e propria cui seguì l’emersione dai fondali marini appunto del rilievo che ha preso il nome di “Monte Nuovo”.
Uno scenario tremendo, perché le ceneri si estesero in un’area di ben 10.000 km. quadrati, con conseguenze che possono essere paragonabili a quelle descritte da Plinio il Vecchio, in occasione di quella del Vesuvio nel 79 dopo Cristo.
Al di là della possibilità di spostare gli abitanti della “vecchia” Pozzuoli a Monteruscello che in realtà si è rivelata essere solo un business per speculatori privi di scrupoli, con la complicità e il concorso colpevole della classe politica, poco o nulla è stato fatto in materia di prevenzione ed educazione della popolazione rispetto ai rischi di quell’area.
Nel corso degli ultimi 20 anni, infatti, gli amministratori pubblici partenopei si sono maggiormente preoccupati del rischio proveniente dal Vesuvio che non di quello dei vicini Campi Flegrei, inspiegabilmente e scandalosamente sottovalutato.
E che, invece, secondo gli esperti è addirittura più temibile di quello dell’altro gigante quiescente che si dista non più di 40-50 km. La realtà ci dice che l’intero comprensorio di Napoli e provincia si trovasse in mezzo a due fuochi, ma nonostante ciò i politicanti nostrani se ne sono bellamente fregati!
Hanno utilizzato l’argomento, solo ed esclusivamente nel proprio interesse personale, senza voler seriamente approntare un piano di evacuazione anche per chi abita nelle vicinanze della Solfatara. Pozzuoli, Bacoli, Cuma, l’area flegrea e i quartieri occidentali di Napoli (Bagnoli e Fuorigrotta, in primis) sono un bacino abitato da diverse centinaia di migliaia di persone esposte a un rischio altissimo, senza che però la classe politica (sia di centrodestra che di centrosinistra) si sia minimamente preoccupata di loro! Sappiamo benissimo che il loro unico intento è quello di succhiare soldi dalle tasche dei cittadini sotto forma di esosissime tasse e balzelli di vario tipo, senza dargli un emerito CAZZO in cambio! Anzi, in maniera criminale e scellerata continuano a vessare e a prendere in giro quotidianamente i propri amministrati, con comportamenti davvero squallidi e riprovevoli!
Del resto, chiunque sia dotato di senno si sarà pur fatto la domanda “ma in questi anni cosa è stato fatto, di fronte al rischio derivante dalla possibile eruzione dei Campi Flegrei?” salvo poi darsi la risposta con un laconico quanto emblematico “UN CAZZO DI NIENTE!”.
Sarebbe il caso piuttosto di abituare la popolazione a convivere, e a conoscere a fondo il rischio sismico: innanzitutto, partendo dall’introduzione nelle scuole elementari, medie e superiori di una nuova materia che contempli la conoscenza della storia e delle caratteristiche (anche e soprattutto idrogeologiche), del territorio in cui si vive. Magari seguita da almeno 3-4 esercitazioni l’anno (con la presenza anche dei genitori) in modo da abituare ed educare i cittadini, al sapersi comportare ogni qualvolta si verifichino dei terremoti sin dalla più tenera età. Poi, bisognerebbe impedire in maniera categorica di edificare e costruire nelle vicinanze dei cosiddetti “crateri”: le zone A, B e C di cui tanto si è parlato e discusso per il Vesuvio negli scorsi anni, vanno previste anche per le aree più vicine (e dunque maggiormente esposte) al rischio di eruzione nell’area flegrea.
Sono semplici e indispensabili accorgimenti basati sul buonsenso, che prevederebbero un lavoro di squadra e di sistema fra classe politica e cittadini, così come accade ad esempio in Giappone dove gli edifici riescono a reggere le frequenti e anche forti scosse telluriche in maniera egregia e la popolazione reagisce sempre con straordinaria lucidità. Siccome però viviamo nella repubblichetta delle banane chiamata “itaglia”, nella realtà dei fatti purtroppo ciò che sarebbe altrove normalità qua invece diventa utopia.
I vari Bassolino, Caldoro e De Luca che si sono succeduti negli ultimi quattro lustri al governo della Regione Campania sono stati tutti accomunati dal fatto che non hanno fatto davvero nulla, in tal senso. Solo tante parole (anzi, peti….) sparse al vento qua e là, buone solo per illudere quegli allocchi che ancora non hanno capito quale sia il loro infame gioco. Trovando un terreno fertile, in quel substrato di ignoranza, menefreghismo, fancazzismo, opportunismo, creduloneria e faciloneria che purtroppo sono facilmente rinvenibili in buona parte della popolazione non solo campana, ma anche meridionale.
Volendo volgere e allargare lo sguardo verso Roma ladrona e il suo putrido sottobosco, non possiamo non fare a meno di notare come le cose non siano poi così diverse: il dibattito politico, oggi verte sul foraggiamento dell’Ucraina sotto forma di armi e denaro (naturalmente estorto con le tasse, da questi strozzini legalizzati) solo per accondiscendere ai desiderata del Deep State USA di voler assolutamente scatenare una guerra dalle conseguenze imprevedibili e temibili contro la Russia, la folle proposta di costruire il ponte sullo stretto di Messina (in barba naturalmente al fatto che le popolazioni non sono affatto d’accordo perché l’area interessata è stata colpita nel 1908 da uno spaventoso terremoto che fece più di 120.000 vittime e che provocò uno tsunami con onde superiori ai 13 metri di altezza), sulla pesca dello spot dell’Esselunga che tutela la famiglia tradizionale (manco si trattasse di un crimine contro l’umanità e ci rivolgiamo a quelle anime belle che sputano sopra quel modello basato sulla presenza di un uomo e di una donna senza i quali non sarebbero manco state concepite…), sulle ovvietà scritte da Vannacci (utile idiota del regime, visto che ha fatto parte della NATO, e il cui compito è quello di convogliare un dissenso che anima strati sempre più ampi della popolazione). Per finire, sulla querelle clandestini, in cui l’attuale compagine di governo non sta facendo altro che proseguire l’opera di distruzione e di sostituzione etnica (piano Kalergi) intrapresa dalla sinistra massone, scafista, mafiosa e comunista. A dispetto delle polemiche pretestuose e del tentativo infame perpetrato da quella Germania da sempre arrogante, prevaricatrice, egoista e nazista di distruggere, quel poco che resta di questo disastrato paese.
Con queste premesse, la logica imporrebbe di prendere le distanze dai partiti di questo regime composto da lavativi, truffatori, parassiti, criminali, fancazzisti e mafiosi della peggiore risma, visto e considerato che votarli significa solo condannarsi a una sorte infima e non avere prospettive di sopravvivenza. Ma questo popolo bue e obnubilato, riuscirà a fare questo salto di qualità culturale? Ai posteri – parafrasando il Manzoni – l’ardua sentenza…..
Francesco Montanino