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domenica 18 settembre 2022

IL VERO VOTO UTILE E IL NON VOTO INUTILE

 


Manca ormai una settimana al voto, e la campagna elettorale prosegue con spettacoli schifosi e vomitevoli offerti “aggratis” dai partiti di regime. Le carogne putrìde e puzzolenti che hanno appoggiato, chi più e chi meno, l’esecutivo del banchiere massone Draghi, si stanno affannando nel tentativo di convincere chi ormai non abbocca più alle loro spregevoli menzogne, della bontà delle loro idee. Accompagnate da espressioni di mero esibizionismo (ogni riferimento a Di Maio, Letta, Salvini e la Meloni non è puramente casuale) che abbiamo trovato francamente rivoltanti e dall’elevata pochezza umana e morale. Abbassamento della pressione fiscale, innalzamento delle pensioni, mirabolanti promesse di sviluppo e chi più ne ha più ne metta, stanno riempiendo le prime pagine di giornali, divenuti ormai meri strumenti di becera propaganda di una dittatura bastarda e criminale.



Ci si chiede con quale incredibile faccia tosta e arroganza (per non dire di peggio….) si permettono costoro non solo di chiedere il voto ai cittadini, dopo averli discriminati e minacciati con la squallida storiaccia dei vaccini, ma anche di bollare come inutile il dissenso espresso a favore di quelle liste che si sono presentate chi con l’intento di abolire la follia nazistoide del green pass, e chi invece di riallacciare le relazioni diplomatiche ed economiche con la Russia, vittima di assurde sanzioni imposte solo per assecondare i desiderata della feccia umana di stanza a Washington e dintorni?



Siamo piuttosto dell’idea che a essere inutili siano i vari Letta, Conte, Di Maio, Salvini, Meloni, Berlusconi, Renzi, Calenda e tutta la combriccola unita appassionatamente nel negare i più elementari diritti a quei cittadini che hanno preferito non farsi inoculare nulla, visto e considerato che questo stato di delinquenti e mafiosi non si è voluto assumere le proprie responsabilità nel caso di effetti avversi, prodotti da intrugli che – è bene sempre ricordarlo – sono ancora in fase di sperimentazione e che hanno prodotto infarti, miocarditi, pericarditi e tante altre gravi patologie nei corpi di chi si è fatto anche tre o quattro dosi. Checché squallidi gazzettieri e intellettuali da strapazzo al soldo di lobby e centri di potere, continuino a raccontarci una montagna di bugie dalla mattina alla sera.



Vediamo dunque di buon occhio le liste che si presentano quale segnale chiaro di rottura e di discontinuità nei confronti di politiche scellerate come quelle poste in essere dalla cosiddetta “agenda Draghi”. Un’agenda buona solo per poterci pulire il deretano per quanto è palesemente sfavorevole agli interessi di cittadini e imprese che chiedono solo di vivere in libertà e in santa pace, e di poter decidere con chi fare affari e con chi no. Perché la storia delle sanzioni vigliacche imposte alla Russia nel conflitto che la vede impegnata a denazificare l’Ucraina ha prodotto quale effetto indesiderato, il crollo del fatturato di molte realtà imprenditoriali del settore ricettivo e l’aumento sconsiderato del prezzo delle bollette della luce e del gas, che sta mandando letteralmente sul lastrico intere famiglie ed imprese. Varrebbe solo la pena ricordare poi che questo governo di infami mentre si sta affannando a fornire soldi e armamenti al regime nazista di Kiev (e già qui ci verrebbe da chiedere al PD dov’è andato a finire l’antifascismo di cui tanto si riempie la bocca ad ogni piè sospinto…), non si riescono a reperire quelle risorse necessarie per permettere ai cittadini e agli imprenditori di tenere botta, a quello che si preannuncia come un vero e proprio bagno di sangue. La fine della stagione estiva e l’abbassamento progressivo delle temperature, fra poche settimane ci porterà a dover riaccendere i caloriferi e lì ci sarà davvero da piangere. Il prezzo del gas – complici anche le vergognose speculazioni poste in essere dai soliti criminali in doppiopetto – sta crescendo in misura proporzionalmente maggiore rispetto a quello dell’energia elettrica. E dunque diventa all’ordine del giorno, il tema della ricerca delle fonti alternative energetiche.



C’è da restare letteralmente sgomenti e anche incazzati a morte di fronte all’assenza cronica di politiche volte a far in modo che questo sgangherato paese (che in gran parte dei suoi territori dispone di sole per quasi tutto l’anno), non abbia mai seriamente pensato quantomeno di replicare quello che nei paesi nordeuropei è già realtà ormai da interi decenni. Il fotovoltaico, l’eolico e il marino sarebbero eccezionali opportunità anche di lavoro e sviluppo, oltre che di indipendenza energetica e rispetto dell’ambiente, se solo avessimo avuto una classe politica avveduta e realmente disposta a fare gli interessi dei cittadini.

E, invece, così non è mai stato. Del resto, basta leggere la storia recente per capire che i giullari che si sono alternati nell’agone politico, abbiano piuttosto risposto ai diktat di lobby e centri di potere di stanza al di fuori dei nostri confini. La misteriosa morte di Enrico Mattei che voleva renderci liberi e indipendenti dal punto di vista energetico e in opposizione alla volontà del cartello petrolifero rappresentato dalle cosiddette “sette sorelle”, dovrebbe essere da solo più che sufficiente come risposta all’eterna dipendenza da paesi canaglia come gli Stati Uniti d’America. Che, con la storia delle sanzioni alla Russia, adesso ci sta costringendo ad acquistare petrolio e gas a prezzi esorbitanti. Non facciamo fatica a sospettare che, in questa vicenda, possano essere delle ricche e succulenti bustarelle erogate a favore di quei politici che insistono nel farci dipendere dagli USA. Che siamo diventati colonia dei bulli guerrafondai a stelle e strisce, anche questo è un dato di fatto più che acclarato e che ormai non fa nemmeno più notizia, per quanto è lapalissiano.



Tornando al voto del 25 settembre, rispettiamo ma non condividiamo la scelta di chi ha deciso di non volersi recare alle urne. L’astensione fa il gioco di questi delinquenti, ed è chiaro che i voti dati alle liste che si oppongono o quanto meno intendono porre un bastone fra le ruote a questo regime, sono i veri voti utili. Perché possono dare un segnale molto forte, e far capire che la stragrande maggioranza dei cittadini ne ha le palle piene della loro ipocrisia e incapacità.



Non essendo riusciti a presentarci a causa del risicatissimo tempo a disposizione per poter raccogliere le firme utili per far sì che la nostra lista potesse dare battaglia in queste e anche nelle prossime settimane, ci siamo già espressi in merito all’opportunità di lasciare piena libertà di coscienza ai nostri elettori. Se proprio dovessimo dare un’indicazione, le liste che ci sembrano essere maggiormente vicine alle nostre idee - ad eccezione naturalmente della forma di stato che per noi può essere solo rigorosamente federale e con la doverosa premessa e promessa di monitorarne le evoluzioni future - a conti fatti, sono due. La prima è quella di VITA, guidata dalla coraggiosa Sara Cunial e in cui sono confluiti molti di quei medici considerati “eretici” dalla medicina ufficiale di regime, solo perché non solo hanno manifestato la loro contrarietà agli intrugli fatti impropriamente passare per “vaccini”, ma anche indicato un protocollo di cura per il Covid del tutto opposto al “Tachipirina e vigile attesa” indicato da quell’inetto patentato del ministro Speranza!



L’altra indicazione che ci sentiamo di dare è quella della lista del sindaco di Messina, Cateno De Luca che si è presentato per il rinnovo dell’assemblea regionale siciliana e che pare sia intenzionato (finalmente, è proprio il caso di dire) di dare attuazione allo Statuto della Nazione Siciliana, frutto delle lotte indipendentiste dell’indimenticato patriota, Salvatore Giuliano.

Per quel che concerne, il resto delle liste che si sono dichiarate essere “antisistema”, ribadiamo la nostra totale diffidenza nei confronti di Italexit dell’infiltrato salviniano Paragone e  di Ita(g)lia Sovrana e Popolare del massone Toscano che ha imbarcato al proprio interno anche Rizzo e il fotoreporter Giorgio Bianchi, e che probabilmente altro non è, che l’ennesima operazione di regime con cui portare su un binario morto il crescente malcontento che sta montando in strati sempre più ampi della popolazione.



È per questo e tantissimi altri motivi che tutti ben conosciamo che l’unico voto utile, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è quello che non verrà dato a quella banda di furfanti e lestofanti del regime romano, che in questi ultimi 2-3 anni ci ha reso non solo più poveri ma anche meno liberi, di quello che già non eravamo. Allo stesso modo non sarà utile il non voto di astensione che farà un gran favore proprio alla stessa banda. 

Francesco Montanino 

mercoledì 31 agosto 2022

ELEZIONI POLITICHE 2022: IL PESO DELL’OPPOFINZIONE

 


Il prossimo 25 settembre, come tutti ormai sanno, si tornerà a votare dopo la caduta del Governo Draghi. Con una decisione che sa tanto di vero e proprio colpo di mano (se non addirittura di Stato), il presidente Mattarella ha sciolto le Camere e indetto le elezioni, a soli 70 giorni dalla fine dell’esecutivo guidato dal massone e banchiere. Di fatto, questo ha significato, per chiunque avesse avuto l’intenzione di presentare una propria lista, l’obbligo di andare a raccogliere le firme sotto gli ombrelloni! Uno scenario così grottesco e assurdo, che però nella repubblichetta delle banane è la normalità. E che risponde all’esigenza dei partiti di regime, di attaccarsi alle poltrone allo stesso modo con cui una cozza si incolla tenacemente allo scoglio.

Insomma nulla di nuovo sotto il sole, è proprio il caso di dire. Ma nonostante ciò non possiamo non esimerci dal fare un’analisi della situazione. Semiseria, perché è meglio ridere per non piangere considerando quello che ci aspetta nei prossimi mesi, una volta tornati dalle vacanze e rituffati nella monotonia e nei problemi della vita quotidiana.



In primis, i ventilati e temuti aumenti del prezzo del gas. Tutte le carogne che infestano e appestano con la loro puzza l’ambiente, continuano ad affannarsi con ripetere il mantra stucchevole e perculatorio di “è tutta colpa di Putin”, addossando al conflitto russo-ucraino la motivazione della ragguardevole quotazione del gas. Risulta a dir poco singolare un tale ululare alla luna, se si considera che in realtà fino a qualche tempo fa la Russia del “cattivissimo” Putin ci forniva il gas a un prezzo addirittura inferiore del 50% a quello di mercato. Ma siccome siamo colonia USA dal 1946 e dobbiamo continuare a recitare la parte dei servi sciocchi della NATO, ecco che non solo ci siamo accodati alla stupida e masochista liturgia delle sanzioni europee ma, non contenti, ci siamo pure preoccupati di fornire armi all’Ucraina del nazista Zelenskyi andando – seppur indirettamente - a dichiarare guerra alla Russia! Un atteggiamento, a dir poco, improvvido oltre che scellerato che va in netto contrasto con quanto stabilito dall’articolo 11 della Costituzione che statuisce il ripudio della guerra “quale mezzo di soluzione delle controversie internazionali” e semmai la contempla, ma nel solo caso in cui qualcuno si fosse preso la briga di dichiarare guerra a questo ridicolo e sgangherato paese! Un vero e proprio abominio che non smetteremo mai di condannare, anche in considerazione dei secolari rapporti anche culturali, oltre che storici, che legano Ita(g)lia e Russia.



Da tutti i partiti di regime, un unico gracchiare contro Putin e a favore del pupazzo di Soros, Zelenskyi. Tranne rare eccezioni, si sta assistendo poi alla fiera delle banalità e delle promesse da marinaio, degne dei peggiori regimi sudamericani. Doveroso iniziare dal partito fogna per antonomasia, ovvero il PD da sempre rifugio dei trasformisti, dei finti buonisti, dei fannulloni, degli opportunisti e dei peggiori presuntuosi. I post-comunisti – udite udite – promettono aumenti nelle buste paga dei lavoratori, dopo averci riempito di tasse nel corso degli anni. Certo che di faccia tosta ne hanno davvero tanta, considerando che al governo in questi ultimi due anni c’è stato proprio il partito di quella faccia da baccalà lesso di Enrico il Lettino (considerando il periodo balneare) e che si sono affannati ad eseguire l’agenda Draghi. Volta a limitare e sopprimere le libertà di quei cittadini che non si sono voluti piegare al ricatto vaccinale e che, anzi, si sono dovuti sorbire sulla propria pelle le folli e vergognose discriminazioni poste in essere da una classe dirigente composta da vigliacchi della peggiore specie.

Il partito di Bibbiano che tanta ripugnanza (solo di facciata) gli aveva ingenerato, è diventato la cuccia del bibitaro che tante figuracce ha rimediato, negli anni in cui è stato improvvidamente collocato alla Farnesina. Giggino “il bibitaro dello Stadio San Paolo di Napoli”, si ripresenta con incredibile sfacciataggine in una delle liste chiaviche, poste in essere da questa sinistra famelica e bugiarda. La caccia alle poltrone, è diventata un vero e proprio affare di famiglia come confermano le candidature della moglie di Franceschini, della sorella di Fratojanni e di tanto altro putridume scafo-comunista che purtroppo abbiamo imparato a conoscere, in questi anni di dittatura.



Sui pentadementi invece bisogna calare un velo pietoso: non dobbiamo assolutamente dimenticare la follia dei DPCM di Conte, nel periodo in cui siamo stati costretti agli arresti domiciliari in casa nostra. Il lockdown è un qualcosa di così abominevole e squallido che è tranquillamente assimilabile ai crimini contro l’umanità, considerando anche la gestione dilettantesca della pandemia con il business delle mascherine e dei DPI che evidentemente hanno gonfiato le tasche di qualcuno (vero, Arcuri?).

Passiamo poi per il duo disgrazia Renzi-Calenda che richiama alla mente il film “Scemo&PiùScemo”, nel patetico tentativo di instaurare il terzo Pol(l)o per far cadere nella trappola gli allocchi che credono nel loro essere realmente alternativi ai due principali schieramenti.



Dall’altro lato della barricata, troviamo un centrodestra composto da pagliacci e beduini della peggiore specie. La Fruttarola Melonara propone, come Berlusconi e Salvini, la flat tax in tutte le salse (si va dal 15% del fannullone padano al 23% del cavaliere mascarato), annunciando e garantendo il servilismo agli americani. Sulla Lega di Salvini un tempo per l’indipendenza della Padania, naturalmente, spendiamo qualche riga. Con quale coraggio Salvini e i suoi scagnozzi osano parlare di autonomia, quando i referendum del 2017 in Lombardia e Veneto sono rimasti, sino ad oggi, lettera morta? Hanno cancellato dal dibattito politico ogni accenno al federalismo, e tornare ad agitare quello che era un cavallo di battaglia del Carroccio dei primordi, francamente ci sa tanto di minestra riscaldata e contentino, con cui provare a illudere e prendere in giro quei leghisti della prima ora, rimasti delusi dalle piroette di un partito che ormai è parte integrante di Roma ladrona.

E il resto? Si tratta, tranne un solo caso di cui parleremo più in là e che monitoreremo nelle prossime settimane, di vera e propria OPPOFINZIONE. Il cui unico scopo è quello di convogliare in un alveo facilmente controllabile la rabbia e la sfiducia che animano la stragrande maggioranza dell’elettorato. Perché astensionisti, schede bianche, schede nulle e voti di protesta, oggi, rappresentano la maggioranza non più silenziosa di questo paese, che bisogna assolutamente cercare di portare su un binario morto. Un bacino che, se trovasse una rappresentanza politica che ne incarnasse la voglia di cambiamento, vincerebbe le elezioni a mani basse e per manifesta superiorità (vedi il M5S di cinque anni fa che doveva aprire il Parlamento come una scatoletta). Partendo dal Paragone che non c’è, si arriva ad Alternativa per l'Italia -  No Green Pass, rappresentata da Mario Adinolfi (insieme all’ex Casapound Di Stefano) e alla lista del massone Toscano che ingloba, fra gli altri, Marco Rizzo e il fotoreporter Giorgio Bianchi.



In particolare, riteniamo che il peso dell’oppofinzione ricada tutto sulle spalle grosse di Adinolfi, a giudicare dalle possibilità di superare lo sbarramento del 3%, nonostante abbia imbarcato (con buona pace di qualcuno) tanto (s)fascistume al proprio interno. Una teoria supportata dal fatto che stranamente le liste, pur essendo state faticosamente raccolte le firme ad una ad una dai vari movimenti facenti parte di questa eterogenea alleanza, non siano state poi presentate in molti collegi importanti come la Lombardia, la Toscana, la Liguria e la Campania. Il sospetto che abbiamo è che ci sia stato un tacito patto di desistenza con il sistema dei partiti, suggellato allo scopo di non disturbare e interferire, secondo la logica dei soliti patti alimentari . Resta, a questo punto, da verificare se questo movimento dunque riesca ad entrare nel Parlamento. Questo – come cantava il grande Lucio Battisti – “lo scopriremo solo vivendo”, ma gli auguriamo di vero cuore di farcela….

L’assenza di una valida rappresentanza politica potrebbe indurre qualcuno a votare IL NULLA, ovvero la lista inventata (chissà quanto per caso….) in maniera satirica e goliardica dal comico Gene Gnocchi. Un’operazione che, per certi versi, ricorda un po' quello che fece la Lega Sud Ausonia, in occasione delle Comunali di Napoli nel 1997, con la leggendaria trovata del personaggio di Antonio La Trippa, candidato virtualmente con tanto di campagna elettorale reale e manifesti, a seguito di una inesistente esclusione e che portò 25mila napoletani a scrivere sulla scheda elettorale "La Trippa". Che effettivamente la politica itagliana sia rappresentata dal nulla, è un dato di fatto sotto gli occhi di tutti. Perciò non ci stupiremmo se qualcuno, al momento di andare alle urne, si ricordasse del simbolo di Gene Gnocchi.



Lasciamo ai cittadini la libertà di scegliere chi votare, invitando tutti a esprimere la propria preferenza. Se proprio dovessimo dare un’indicazione di voto, non essendoci presentati a causa del risicatissimo tempo entro cui provvedere a espletare tutte le operazioni necessarie per presentare una lista, la scelta potrebbe anche ricadere sul movimento VITA, in cui sono presenti anche i medici che si sono opposti alla follia vaccinale ed esponenti politici come Sara Cunial che hanno fatto parlare di sé, per le proprie coraggiose battaglie negli scorsi mesi. Sarà poi ovviamente necessario verificare se questa lista terrà fede o meno alle belle promesse che si leggono sul loro programma, messo nero su bianco sul loro sito internet, ma anche qui, ne abbiamo già viste tante, come quelli che volevano aprire il Parlamento italiano come una scatoletta di tonno.

Francesco Montanino



domenica 24 luglio 2022

Solidarietà agli imprenditori bufalini Campani

 

L'Italia tutta si avvia a precipitare nel caos più totale, non certo per le dimissioni del Governo Draghi ma per le politiche che il Governo dei "migliori " ha scelto di compiere in questi diciotto mesi di insediamento. Nelle passate settimane e in questi giorni assistiamo a mobilitazioni di operai in fabbrica in sciopero permanente, agricoltori che non riescono a sopravvivere per via dei costi di gestione sempre più elevati preferendo non coltivare terra e non raccogliere frutti, tassisti in rivolta impossibilitati nel svolgere il proprio mestiere tutto a vantaggio di multinazionali del trasporto per precisa indicazioni dell'Unione Europea, in queste ore invece nella nostra Campania assistiamo al grido di disperazione di tanti allevatori e imprenditori bufalini.



Decine e decine di imprenditori del casertano, patria del migliore latte e della migliori mozzarella di bufala, hanno deciso di manifestare avviando un corteo con mezzi agricoli partendo dal casertano e giungendo fino a Napoli a Palazzo Santa Lucia sede del Consiglio Regionale della Campania. La protesta è tutta incentrata alla lotta della brucellosi e alla tubercolosi delle bufale. Un piano che gli allevatori contestano perché le loro proposte di cure mediche e prevenzione, al posto dell'abbattimento delle bufale (poi rivelatasi sane), non vengono accolte.


La protesta si è conclusa con lo sversamento di decine di litri di latte su di una bara davanti all'ingresso della Regione protetto da decine di agenti di polizia e carabinieri, a simboleggiare la lenta ma determinante morte del settore. I manifestanti intanto hanno dato appuntamento a tutti i partecipanti al 28 Luglio corrente anno a Roma ove verrà fatta esplicita richiesta di incontro con tutti i partiti proprio perchè da parte della Presidenza della Regione Campania non c'è stato l'ascolto istituzionale dovuto. Non c'è da aspettarsi cose idilliache da personaggi che hanno sostenuto questo Governo ma l'unica cosa certa è che ancora una volta sono i lavoratori a rimetterci dalle scelte scellerate imposte dall'Unione Europea e dal banchiere d'affari Mario Draghi che ha sempre pensato solo ed esclusivamente agli interessi delle Banche e delle multinazionali e dei burocrati europei e nazionali.

Galeotalanza Saverio
Popoli Sovrani - Lega Sud Ausonia Campania






lunedì 18 luglio 2022

LA GIUSTIZIA NEGATA NELL'ITALIA DELLA FINTA DEMOCRAZIA

 


A 30 anni esatti dalla strage di Via D’Amelio, in cui persero la vita il Giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta, sono tante le manifestazioni che ci ricordano che in questo ridicolo paese esiste un atavico problema rappresentato dalla malagiustizia.

Troppo spesso le cronache dei quotidiani e dei telegiornali, sono state riempite da fatti in cui con troppa facilità sono stati ingiustamente sbattuti in galera degli innocenti (Enzo Tortora in primis) e scarcerati, quale indesiderato rovescio della medaglia, con altrettanta superficialità delinquenti e criminali incalliti! Un conto che è stato pagato troppo spesso dai cittadini, che si sono dovuti far carico anche dell’innata propensione al facile sensazionalismo e protagonismo, manifestato senza pudore da certi giudici che hanno potuto contare anche su coperture politiche. Oltre che del comodo paravento rappresentato dalla totale immunità, nel momento in cui emettono sentenze che non assicurano quella certezza del diritto di cui, eppure, dovrebbe essere permeato il nostro ordinamento giuridico.



In questi giorni, nel silenzio generale dei media di regime preoccupati come sempre di disinformare e distogliere l’attenzione della gente dai reali problemi di questo paese in avanzato stato di putrefazione, davanti al Tribunale di Milano – teatro nel 1992 di Tangentopoli – e in molte piazze italiane, sono stat organizzati dei presìdi da parte dell’associazione “Movimento per la giustizia Robin Hood” e di diverse sigle civiche, in memoria di Falcone e Borsellino.

Avvocati, giuristi e semplici cittadini si sono prodigati, nonostante il caldo feroce di questi giorni, nel distribuire volantini e materiale informativo, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul deficit di giustizia che continua a bersagliare questo paese. A maggior ragione, dopo il fallimentare, recente referendum sulla giustizia osteggiato soprattutto dal partito-fogna del PD che ha tutto l’interesse, affinché i magistrati continuino a emanare sentenze folli e vergognose a spese e sulla pelle dei cittadini!

I nomi delle vittime delle stragi di Bologna, di Piazza Fontana, dell’Italicus, oltre quelle di Capaci, Via d’Amelio e Via Fani, esposti all’esterno del Palazzo di Giustizia, rappresentano infatti altrettanti pugni nello stomaco nella coscienza civile di un paese incapace di fare finalmente i conti, con il proprio scomodo e ingombrante passato.



La giustizia – ha osservato Pietro Palau Giovannetti, presidente dell’associazione e vittima anch’esso delle storture di un sistema giudiziario che andrebbe profondamente cambiato - va riformata dalle radici partendo dalla responsabilità, sia in sede civile che penale, dei Magistrati che devono rispondere del loro operato. Sarebbe opportuno formare una commissione composta non solo da avvocati e giuristi, ma anche da normali cittadini che possa così vagliarne la bontà delle loro azioni. Pensiamo ad esempio al processo “Borsellino-quater” chiusosi senza colpevoli e con assoluzioni sparse qua e là, per quella che fu una vera e propria strage di stato di cui ancora oggi non conosciamo i mandanti. Secondo noi, è stato lo stesso Stato che dai centri di potere occulto massonico e mafioso tra Milano e Roma, ne ha ordinato la vile esecuzione, allo scopo di fermare la crescita democratica di questo Paese. Per questo e altri motivi, la Magistratura non può più essere un organo senza controllo e che prende provvedimenti assolutamente illegittimi, con palese doppiopesismo. 

Parteciperemo inoltre, ad un evento pubblico che prevede l'allestimento della installazione del monumento sonoro alle vittime di tutte le stragi di Stato, su un’iniziativa del comitatoNon Dimenticarmi  con un flash-mob nella giornata del 19 luglio, insieme anche ad altre associazioni, per ricordare i giudici Falcone, Borsellino e anche le altre vittime di stragi che non hanno sinora mai ricevuto giustizia. In chiusura, ci stringeremo unendo le mani, dando vita a un girotondo intorno al Palazzo di Giustizia per chiedere di riaprire le indagini su tutte le strafo e processare anche i mandanti rimasti impuniti. Allestiremo anche un monumento dedicato alla memoria di queste persone – ha poi concluso – fra Piazza Fontana e Piazza Beccaria.

Francesco Montanino

ufficiostampa@legasud.it 





sabato 4 giugno 2022

LE SANZIONI DI DRAGHI AGLI ITALIANI

 


Bollette salate, prezzi delle materie prime che salgono senza fermarsi, inflazione alle stelle, debito pubblico a livelli record, diritti negati, discriminazione, russofobia…..questi sono soltanto alcuni degli indubbi primati detenuti dal governo dei “migliori pagliacci” che sta distruggendo quel che resta di questo ridicolo e sgangherato paese. Il “vile liquidatore e affarista” (nonché massone e banchiere, aggiungiamo noi) Draghi sta portando a compimento il proprio scopo che è quello di fare terra bruciata del Bel Paese, secondo un infame e criminale piano ordito oltre trent’anni fa oltreoceano da una gang di affaristi in doppio petto, il cui massimo ideale era quello di renderci schiavi e succubi delle loro paranoie.

Dopo aver vessato e discriminato con metodi dittatoriali per mesi e mesi quei cittadini che non sono caduti nella trappola organizzata con la complicità colpevole e compiaciuta di media corrotti e profumatamente pagati da questo regime eversivo ed estorsore, in merito all’obbligo di farsi in(o)culare un siero spacciato per vaccino e i cui effetti nefasti iniziano a essere sempre più evidenti, il nuovo capro espiatorio adesso sono diventati i russi.



Dallo scorso 24 febbraio, giorno in cui il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha dato inizio alle operazioni di denazificazione dell’Ucraina, abbiamo assistito a una vera e propria escalation contro un paese cui siamo uniti da profondi legami storici e culturali. Un rapporto di amicizia che dura da secoli, gettato letteralmente alle ortiche da una classe politica composta da infami, delinquenti, vigliacchi e corrotti della peggiore specie che ha pensato bene non solo di contribuire all’inasprimento delle sanzioni europee contro la patria di Tolstoj, ma anche di foraggiare quei bravi ragazzi del battaglione neonazista “Azov” che da otto anni sta massacrando le inermi popolazioni del Donbass, fornendo soldi e armi.

Una dichiarazione di guerra indiretta e fatta per procura sotto la spinta dei soliti esportatori di democrazia di stanza oltreoceano, che ci sta esponendo a grossi rischi. Perché se un giorno la Russia dovesse decidere di adottare delle azioni ritorsive anche di carattere militare contro chi si è schierato contro di lei seppur indirettamente, l’Ita(g)lia rischierebbe seriamente di essere sottoposta alle micidiali armi in mano al Cremlino. La Russia, vale sempre la pena ricordarlo a quegli idioti che vorrebbero trascinarci in una guerra che sicuramente non è la nostra e che nessuno ci ha dichiarato, è il paese che detiene la maggior quantità di armi nucleari. Un arsenale bellico, da far letteralmente tremare i polsi e in grado di raggiungere Roma (giusto per fare il più semplice e immediato degli esempi) in pochissimi minuti, e a raderla letteralmente al suolo…..

Chi in maniera superficiale e ignorante ha poi proclamato l’estensione dello stato di emergenza fino al prossimo 31 dicembre per guerra, ignora che la Costituzione lo contempla ma soltanto nel caso in cui un paese straniero avesse iniziato le ostilità militari contro di noi. Nel caso di specie, appare chiaro che quello russo-ucraino – al momento – è soltanto un conflitto regionale. Che però qualcuno (USA in primis) ha interesse a far diventare mondiale, con conseguenze inimmaginabili e imprevedibili per l’umanità. Che l’itaglia sia diventata una colonia americana da oltre tre quarti di secolo, infatti, non è affatto un mistero ed è sotto gli occhi di tutti. E chi ha provato a opporsi a tale disegno, è sempre stato osteggiato e finanche eliminato anche fisicamente.

Viene qui in mente la vicenda di Sigonella e del sequestro da parte di un commando di palestinesi della nave di crociera “Achille Lauro” nell’ottobre del 1985 in cui venne trucidato un turista americano: in quella vicenda, l’allora premier Bettino Craxi fece valere la giurisprudenza del nostro paese, rifiutandosi di consegnare il terrorista Abu Abbas alle autorità americane. La scena dei carabinieri italiani e dei militari americani che si puntavano le armi contro evidentemente non era andata giù a Washington che ha sempre visto male il tentativo di intraprendere una “terza via” lontana dai blocchi americano e sovietico, allora dominanti. Il segretario del PSI pagò poi l’essersi messo contro gli statunitensi, in quell’enorme scandalo che ha il nome di “Tangentopoli” qualche anno dopo, facendo da capro espiatorio a un comportamento ripugnante e riprovevole ascrivibile all’intera classe politica, e non certo e non soltanto a lui. Così come si è poi verificato, con l’esilio forzato ad Hammamet che di fatto gli ha impedito di far valere le proprie ragioni e magari coinvolgere anche quel PDS (oggi PD), che si è sempre piccato di avere una, non ben chiara e specificata, “superiorità morale”.



O magari del povero Aldo Moro, rapito sì dalle Brigate Rosse ma abbandonato da quegli stessi suoi compagni di partito che eppure avrebbero dovuto fare di tutto per salvargli la vita. Anche qui, non era certo un mistero che il grande statista democristiano aveva assunto una posizione assai scomoda. Invisa sia agli USA che, per certi aspetti, anche all’ex URSS cui non piaceva il tentativo di Moro di rendere più lontano dalle negative influenze di Mosca, il principale partito comunista dell’occidente. E rendere, nel contempo, plausibile l’inizio di una fase storica in cui l’Ita(g)lia potesse diventare protagonista assoluta e indiscussa nel Mediterraneo, smarcandosi dai due grandi blocchi contrapposti e conquistando quella neutralità sotto la stessa falsa riga della Svizzera, che da sempre auspichiamo.

Nella vicenda del suo sequestro e dei successivi 58 giorni di angosciosa e straziante prigionia, ci sono sempre stati dei lati oscuri riguardanti anche il ruolo della CIA e dei servizi segreti nostrani. A quei tempi, si sarebbe poi scoperto soltanto dopo, era in funzione una struttura paramilitare chiamata Gladio che coinvolgeva una parte di stato “deviata”, e che ha avuto un ruolo chiave anche nella strage di Piazza Fontana a Milano, nel dicembre 1969. Il suo scopo sarebbe dovuto essere quello di intervenire nel caso di un’eventuale invasione dell’Unione Sovietica. Così non è mai stato, perché intanto il comunismo per fortuna è crollato definitivamente con la fine dell’URSS nel 1991. Ma per qualcuno evidentemente non è stato così, a dispetto del fatto che la guerra fredda, per come l’abbiamo conosciuta, è finita ormai da tempo.

A parer nostro sarebbe, dunque, stato il caso di smantellare anche le basi della NATO, che era nata come alleanza difensiva, e che è tuttora presente sul nostro territorio senza alcuna valida motivazione. Invece, come abbiamo visto negli ultimi 30 anni l’Alleanza Atlantica si è espansa sempre più ad est ed ha – di fatto – violato quel “gentlemen’ agreement” con il quale gli USA si erano impegnati di fronte all’allora premier sovietico Mikhail Gorbacev che mai la NATO avrebbe inglobato paesi vicini all’URSS.

Cosa mai verificatasi, come comprovano le adesioni di Lettonia, Lituania ed Estonia (tre paesi che facevano parte del blocco sovietico, prima di proclamare la loro indipendenza agli inizi degli anni ’90), cui vorrebbero aggiungersi – in questi giorni - anche Svezia e Finlandia che però stanno incontrando il veto della Turchia. Si è fatto riferimento a questo episodio, perché una delle ragioni del conflitto fra Russia e Ucraina ricade proprio sul mancato adempimento da parte occidentale di questo accordo fra gentiluomini. Il presidente russo Putin, del resto, in un’intervista rilasciata nel 2016 al regista americano Oliver Stone, dichiarò molto apertamente di sentirsi accerchiato. E non solo per le vergognose sanzioni comminategli dall’Unione Europea e dagli USA, ma anche e soprattutto dal punto di vista militare.



Non conosciamo a fondo le ragioni che hanno portato il Cremlino a iniziare le operazioni belliche in Ucraina. Quel che è certo, è che dal 2014 (anno in cui gli americani hanno favorito il colpo di stato del Maidan, con la deposizione di Yanukovic (al governo dopo lo svolgimento di regolari e democratiche elezioni) e l’insediamento del solito burattino che risponde ai loro diktat (ieri Poroshenko (“Porkoshemo, per gli amici) e oggi il comico Zelenskyi), è iniziata una fase di deterioramento delle relazioni diplomatiche ed economiche fra USA e Russia, che sta attentando seriamente alla sicurezza globale. I russi stanno difendendo il loro spazio vitale, allo stesso modo di quel che fecero gli americani nel 1962 all’epoca della crisi missilistica cubana.

Man mano che si sta andando avanti in questa guerra che il presidente americano Bidè(n) sta alimentando con dichiarazioni e comportamenti a dir poco allucinanti, stanno emergendo verità sempre più compromettenti (i laboratori segreti di Azovstal o la sceneggiata di Bucha, solo per citare quelle che ci vengono per primi in mente) in cui si stanno definendo i veri contorni di una vicenda che avrà fine soltanto con l’accettazione integrale da parte di Kiev delle condizioni poste in essere da Putin, prim’ancora che fosse sparato un colpo. Zelenskyi appare sempre più come un guitto e un personaggio senza spina dorsale, costruito ad arte da certo mainstream la cui affidabilità la conosciamo ormai da interi decenni.

Il ruolo dell’ita(g)lia in questa brutta storia, è quello di continuare a fare da cane accondiscendente e scodinzolante di fronte al padrone a stelle e strisce che, ricordiamolo per gli smemorati, hanno “esportato” la democrazia, a suon di bombe a partire dal lontano 1945. All’inizio, furono le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki a sperimentare per prime la “bontà” di questo principio con tantissimi morti provocati dalle atomiche. Nel tempo, sarebbe poi toccato al Vietnam, all’Iraq, alla Libia, alla Siria, alla Serbia e infine all’Afghanistan. Operazioni militari fallimentari che sono solo costate milioni e milioni di vittime, insieme a interi paesi devastati. Anche per l’Ucraina, vale lo stesso principio. Solo che stavolta, il lavoro sporco lo sta svolgendo il Bel Paese nonostante che gran parte dei cittadini stia spingendo piuttosto per una soluzione diplomatica del conflitto.

Magari anche con la revoca di questo regime sanzionatorio che ci sta presentando un conto a dir poco salatissimo. L’impennata dei prezzi delle materie prime è sotto gli occhi di tutti e sta assestando un durissimo colpo a un’economia già di per sé disastrata come la nostra. L’inflazione sta salendo a livelli che non si vedevano da tantissimi anni e corre a grandi falcate verso il 7%, mentre il debito pubblico cumulato, rilevato nel dicembre 2020, era di circa 2.569 miliardi di euro. Il rapporto con il PIL, sempre in quel periodo, era del 157,9%, ovvero ben oltre quello stabilito dai rigidi parametri di Maastricht nel 1992, all’epoca dell’avvio della fase che avrebbe poi portato all’entrata nella moneta unica. Abbiamo ragione di presumere che quest’anno sarà anche peggio, considerando che l’incremento del PIL dovrebbe essere assai ridimensionato da una crisi economica che – secondo alcuni analisti – sarà anche peggiore di quella del 2008 (dalla quale non ci siamo mai realmente ripresi), mentre la spesa a debito proseguirà anche nei prossimi mesi.

Vero è che sono stati ammessi degli scostamenti di bilancio per permettere di assorbire l’impatto devastante della psicopandemia da Covid. Ma è anche vero che le prospettive per questo paese, sono tutt’altro che rosee.

La decisione cervellotica e schizofrenica poi di interrompere ogni tipo di rapporto economico con il mondo russofono rischia di assestare un altro, durissimo colpo a un sistema che ormai sta boccheggiando. Sarà soprattutto il turismo a risentirne maggiormente perché si prevede che la perdita, in termini di indotto, derivante dalla mancata presenza dei turisti russi sarà stimabile attorno al milione di euro. Anche se qualcuno come Flavio Briatore, sostiene che a questa già di per sé ragguardevole cifra, bisognerà aggiungerci uno se non, addirittura, due zeri!

Di questo, dobbiamo solo ringraziare il governo Draghi e i suoi infami sostenitori che stanno lì solo per obbedire agli ordini provenienti da Washington. E non certo per curare i nostri interessi, come eppure dovrebbe essere. Ce ne accorgeremo di questa follia soprattutto in autunno, quando avremo maledettamente bisogno di quel gas che la Russia ci ha sempre fatto pagare al di sotto del prezzo di mercato. E che invece probabilmente saremo costretti a comprare a cifre maggiorate, solo perché dobbiamo accontentare gli americani che stanno cercando in tutti i modi di rifilarci il loro, attraverso la costruzione di costosissimi rigassificatori che potrebbero avere anche un forte impatto ambientale.

Soltanto la rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca potrebbe far saltare il banco e portare anche a ridiscutere i rapporti assai compromessi con la Russia di Putin che intanto, in questi ultimi mesi, ha stretto alleanza non solo con la Cina ma anche con l’Iran, l’Arabia Saudita, il Brasile e il Sudafrica. Nell’ottica di uno spostamento ad est dell’asse geopolitico con il quale, presto o tardi, saremo comunque chiamati a fare i conti.

Appare infine chiaro che anche il ruolo dell’Unione Europea sia divenuto similare e speculare degli interessi a stelle e strisce nel Vecchio Continente. Questa istituzione sempre più in crisi, dovrebbe piuttosto cercare di recitare un ruolo terzo e indipendente, ripristinando una centralità che ci tenga lontani ed equidistanti dai desiderata degli USA. L’atteggiamento del club degli affaristi europeo, invece, continua a essere squallido e penoso, così come conferma la volontà di perpetuare nel considerare la Russia e Putin come nemici con i quali è bene non trattare. Senza però rendersi conto che di fatto stanno spingendo Mosca fra le braccia di Pechino che in questa situazione – come si sarà potuto intuire - ci sta guadagnando alla grande, senza neppure muovere un dito!

Lo scenario dunque, allo stato attuale, è tutt’altro che favorevole e lascia il campo a tanti dubbi su quel che ci aspetta nei prossimi mesi. I rumors che parlano di possibili dimissioni di Draghi nel mese di agosto, con elezioni lampo da organizzarsi possibilmente a ottobre mentre la stragrande maggioranza delle persone è al mare o in montagna a godersi le ferie, sono da prendere in seria considerazione. Secondo tradizione ormai radicata in questo paese, tenere lontani dalle urne i cittadini in modo che votino solo quelli che hanno interessi e tornaconto personali, non è più un esercizio di poca democrazia, quanto di acclarata normalità.

A questa regola, anche i cinque referendum sulla giustizia (sui quali consigliamo di andare alle urne ed esprimere un bel SI’) in programma nel prossimo weekend non stanno certo sfuggendo, a giudicare dalla vergognosa consegna del silenzio imposta dal partito fogna del PD e dei suoi sodali che fanno parte dell’informazione di regime, solo perché possono minare le manie di onnipotenza e intoccabilità di certa magistratura politicizzata e mafiosa, che possa così continuare a essere impunita, e a fare ciò che vuole senza mai dover rispondere dei propri errori….

Il teatrino penoso e ridicolo cui stiamo assistendo da mesi e mesi, è stucchevole e non può certo trarci in inganno. Mentre i pentadementi e i loro compagni di merenda del PD sono ormai una carta tristemente e squallidamente conosciuta, in quello che dovrebbe essere lo schieramento opposto le cose non è che vanno poi tanto meglio.

Le pantomime finto pacifiste di Salvini che adesso vorrebbe andare da Putin (già fa ridere così….), in realtà rispondono soltanto al carattere opportunistico del fannullone padano, la cui propensione al trasformismo e all’essere il peggiore delle banderuole e dei voltagabbana, abbiamo imparato già da tempo immemore a conoscere. Ha abiurato il vero federalismo e preferito le poltrone di quella Roma ladrona che a chiacchere diceva di avversare, salvo poi diventare uno dei perni su cui si poggia il più centralista, corrotto, infame, liberticida, statalista e assistenzialista dei governi che si ricordi.

In merito a Berluskazz e alla melonara borgatara e (s)fascista, possiamo solo stendere un velo pietoso. Anche se alla leader dei fratelli d’ita(g)lia vogliamo solo ricordare che aveva a più riprese dichiarato di essere l’unica opposizione solo perché doveva svolgere questo ruolo, quasi come se si trattasse di una recita a soggetto. La sua più che opposizione è diventata OPPOFINZIONE, perché l’aver appoggiato questo governo non eletto dai cittadini in occasione della crisi russo-ucraina, unitamente alla sua posizione filo-atlantista, significa solo che è anch’essa parte integrante di un sistema che non perde mai occasione di mostrare il suo vero volto: arrogante, strafottente, opportunista, illiberale e discriminatorio!

I fatti che proviamo a raccontare e ad esporre con la consueta analiticità, ci portano sempre alla medesima conclusione: la rivoluzione federale che parte dai territori e ci libera dallo statalismo e dal centralismo romani, è l’unica strada da percorrere affinché i nostri territori possano tornare a risplendere e a intraprendere uno sviluppo sano e sostenibile, anche dal punto di vista economico. Senza le catene e i lacciuoli della burocrazia, dei centri di potere, del malaffare e delle lobby. E all’esclusivo servizio e interesse dei cittadini e delle comunità di cui questi ultimi sono parte integrante.


Francesco Montanino


mercoledì 30 marzo 2022

IL DEBITO DEL COMUNE DI NAPOLI LO PAGHERANNO I SOLITI NOTI

 


Come al solito, pagherà il conto chi ha sempre lavorato e prodotto. Nonostante che l’attenzione dell’opinione pubblica, in questi ultimi mesi, fosse tutta dedicata alle sorti del Green Kazz (con le correlate restrizioni poste in essere dal regime) e al conflitto regionale fra Russia e Ucraina, il “vile affarista” Draghi è venuto a fare passerella a Napoli.

Motivo della visita, l’annuncio dato in pompa magna e in pasto ai soliti media leccaculo, dell’azzeramento del mostruoso debito che si è accumulato negli anni, in quel di Palazzo San Giacomo. Non sono però mancati momenti di tensione e di contestazione, con decine di persone che hanno aspettato l’uscita da una rinomata pizzeria del quartiere Sanità del premier abusivo, insieme al sindaco “manfreduccio” e al kapò De Luca, per esprimere tutto il loro dissenso, nei confronti di chi sta solo gettando il solito fumo negli occhi ai cittadini. Secondo un canovaccio che abbiamo imparato a conoscere, e ci fa assistere alla solita sfilata di politicanti da quattro soldi. in cerca di riabilitazione e di facili consensi.



Decenni interi di sprechi e sperperi di vario tipo, tutti pagati naturalmente dal contribuente, che oggi trovano l’esaltazione nel condono della ragguardevole cifra di 5 miliardi di euro, stanziati di fatto a favore di una classe politica semplicemente indegna e infame (sia di maggioranza che di opposizione), come quella napoletana! A tanto era arrivato il saldo negativo presente nelle dissanguate casse del capoluogo partenopeo, grazie all’avvento delle orde barbariche di Don Antonio “Berisha” detto Bassolino, di Rosetta Russo Jervolino e di Giggino “o’ sindachino” De Magistris. Tutti primi cittadini he hanno in comune l’appartenenza allo schieramento di centro-sinistra. E che – negli ultimi 30 anni - hanno fatto il bello e il cattivo tempo, facendosi beffe dei continui richiami della Corte dei Conti, anche con la complicità di una pseudo-opposizione che non ha fatto davvero nulla per evitare lo scempio cui è stata sottoposta la capitale del Sud.

Il maxi debito condonato ad amministratori incapaci e buoni solo a sperperare denaro pubblico, in realtà, è solo un modo – come sopra accennato - maldestro di arruffianarsi il consenso popolare. C’è da scommettere, infatti, che il neo-sindaco “manfreduccio” con la ricotta, proseguirà sotto la stessa falsa riga dei suoi predecessori, alimentando clientele e prebende assortite senza andare a risolvere nel concreto gli atavici problemi che attanagliano Napoli.

Ci saranno, infatti, le solite, inutili assunzioni che serviranno solo a tenere in vita quel meccanismo clientelare basato sul voto di scambio, su cui si poggia l’economia partenopea. Una città in cui i disservizi sono la regola, e la qualità della vita continua inesorabilmente a peggiorare.

E non si tratta sempre dei soliti stereotipi, quanto piuttosto di una realtà con la quale i napoletani, sono costretti a fare i conti. Ieri come oggi. Anche se, il mainstream continua a raccontare la favoletta noiosa di un rinascimento, che è presente solo nel libro dei sogni di qualche sprovveduto.

La mossa propagandistica e demagogica di Draghi, infatti, non potrà mai cancellare la macelleria sociale attuata negli ultimi mesi con l’inasprimento delle vessazioni e delle restrizioni, poste in essere nei confronti di chi non ha voluto cedere all’infame ricatto vaccinale. Oltre che degli atavici problemi occupazionali e di sicurezza che assillano da tantissimi anni, Napoli e il suo hinterland. Le tante attività che stanno chiudendo e la totale assenza di politiche volte a creare sviluppo e lavoro, le dobbiamo anche a decisioni cervellotiche e senza senso come il maxicondono a favore del Comune di Napoli, che è piuttosto un inno al cattivo utilizzo del denaro pubblico. Oltre che l’esaltazione di un modello centralista e statalista, che non si degnerà mai di premiare il merito e chi è virtuoso.



A qualcuno potrà sembrare - il nostro - un ragionamento controcorrente. Ma da coerenti e seri federalisti quali siamo sempre stati, riteniamo che queste misure assistenziali, non miglioreranno per nulla la situazione.

Ci sarebbe piuttosto bisogno dell’esatto contrario, ovvero di un meccanismo attraverso il quale le risorse prodotte sul territorio lì restano. E non vengano, invece, dissipati in mille rivoli come purtroppo accade alle nostre latitudini. La Lombardia, solo per fare un esempio, vanta un residuo fiscale di ben 54 miliardi di euro: con queste risorse, quella che è la locomotiva del paese (insieme a Veneto ed Emilia-Romagna) potrebbe continuare a crescere dal punto di vista economico e offrire servizi migliori ai propri cittadini.

Un sistema federale costringerebbe tutte le regioni (comprese quelle meridionali) a sapere come utilizzare le risorse a propria disposizione, senza contemplare la possibilità di sprechi e sperperi assortiti. Ne gioverebbe anche il Sud che finalmente, libero dalle catene stataliste e assistenzialiste, potrà esprimere tutto il proprio immenso potenziale, e diventare la “tigre del Mediterraneo”. E invece abbiamo assistito a spettacoli deprimenti come, ad esempio, la Cassa del Mezzogiorno che hanno solo alimentato un vero e proprio assalto alla dirigenza portato avanti da partiti famelici, con il concorso e la complicità delle principali organizzazioni criminali, che da interi decenni stanno tarpando le ali allo sviluppo del Sud.

Il modello da seguire – non ci stancheremo mai di ribadirlo - è quello della vicina e civile Svizzera e dei suoi cantoni, capaci di fornire servizi dagli elevati standard qualitativi. A fronte di una tassazione contenuta e di una burocrazia snella che permettono vivibilità e sostenibilità anche economica, a territori che non presentano invece la ricchezza e la varietà paesaggistica presenti a Napoli e nell’intero Mezzogiorno.

Lo sviluppo e il lavoro, a nostro avviso, devono partire e modellarsi secondo quelle che sono le peculiarità dei territori. E non piuttosto continuare a essere calati dall’alto, secondo uno schema trito e ritrito che si è stato fallimentare e incapace di fornire adeguate risposte.


Francesco Montanino

 
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