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giovedì 3 agosto 2023

LA VERITA'? L'ITA(G)LIA E LA UE SONO AD UN PASSO DAL DEFAULT!


Cronaca di un fallimento annunciato. Volendo parafrasare il titolo di uno dei più famosi romanzi del grande scrittore Gabriel Garcia Marquez, non possiamo definire in altro modo l’attuale situazione politica che sta stritolando quel che resta del Bel Paese e il Vecchio Continente.

In entrambi i casi, a fare da comun denominatore i seguenti ingredienti: ipocrisia, malvagità, istinti liberticidi, disonestà, statalismo, assistenzialismo, clientelismo e sete di potere da parte delle classi dirigenti. Un micidiale mix che ci sta portando direttamente verso un disastro che sembra ormai essere inevitabile, e di cui pagheremo a carissimo costo le conseguenze. A metà strada fra il sogno utopistico di continuare a considerarsi un’oasi di democrazia e una realtà che le vuole invece relegate a fare da zerbino ai desiderata del Deep State americano, itaglia e Unione Europea sono accomunate da un destino che appare essere davvero segnato nella sua tragicità.

Partendo da ciò che sta accadendo alle nostre latitudini, sono sotto gli occhi di tutti la rabbia e il malcontento, manifestati da chi ha perso da un giorno all’altro il diritto a percepire il reddito di cittadinanza. Un’idea mal concepita ed attuata che rischia di essere una bomba sociale di non facile gestione, per il governo guidato dalla “carciofara e fruttarola bella d’a Garbatella”.


Non discutiamo certo l’intento di questa misura con cui si vuole dare un sostentamento economico a chi si trova in una situazione di grave disagio. Riteniamo anzi che sia un dovere imprescindibile di uno stato (o di una pubblica amministrazione), che voglia definirsi davvero tale, aiutare – all’interno della propria comunità territoriale di riferimento – quelle persone che non riescono a tirare avanti. Il riferimento doveroso è agli invalidi, ai disabili, ai nuclei familiari numerosi e a quella forza lavoro (soprattutto gli over 50) che trovano grosse difficoltà nel reinserimento nel mondo lavorativo; a parer nostro dovrebbero essere questi, e non certo altri, i veri percettori del reddito di cittadinanza.

E invece questa misura (approvata dai pentadementi e da quella lega di Salvini che adesso vorrebbe abiurarlo) è diventata uno strumento che serve solo ad alimentare il voto di scambio, le clientele e a dare soldi a chi invece non ne ha affatto diritto perché magari ad esempio potrebbe nel frattempo fare il parcheggiatore abusivo, o essere a libro paga delle principali organizzazioni criminali presenti soprattutto nel Mezzogiorno.

Appaiono chiare le responsabilità dei CAF che eppure avevano il compito di individuare la platea di beneficiari che realmente avrebbe avuto diritto a percepire tale misura. Così come l’INPS e l’Agenzia delle Entrate che sappiamo essere assai solerti quando si tratta di andare a bastonare e a spillare soldi ai contribuenti, e che invece – stranamente – in questo caso non hanno provveduto a fare i necessari controlli incrociati per stabilire chi doveva riscuoterlo. Infatti, si è poi venuto a sapere che spesso e volentieri questi soldi sono andati a ingrassare e ingrossare i portafogli sbagliati: in totale sfregio di chi continua a percepire meno di 300 euro al mese, seppur afflitto da disabilità, o di chi sopravvive con una pensione da fame, dopo un’intera vita spesa a fare grandi sacrifici!



La risposta della melonara a tali innegabili evidenze? Solo tanta strafottenza e presunzione, credendosi di trovarsi lì per volontà e acclamazione divina quando in realtà parliamo di un personaggio che – giova sempre ricordarlo agli smemorati e ai distratti - è al governo con il 30% del 60% degli aventi diritto al voto e non gode affatto della fiducia e del consenso da parte della maggioranza dei cittadini che, stando a quel che raccontano alcuni sondaggi, non vedono affatto di buon occhio certe scellerate scelte come l’essersi proclamati quali prosecutori della famigerata “agenda Draghi” e il continuare a sostenere le “ragioni” (?!) dell’Ucraina nel conflitto con la Russia.

In totale contrasto, non solo con i secolari rapporti culturali ed economici che ci legano al paese di Tolstoj ma anche con quanto la stessa caciottara aveva a più riprese dichiarato in tempi non sospetti, a proposito delle assurde sanzioni inflitte alla Russia a partire dal 2016. Non contenta, inoltre, continua a collezionare figuracce a go-go non sapendo il significato del tricolera e lasciandosi infine andare a dichiarazioni a dir poco penose sulla Cina, a proposito della Via della Seta… un personaggio davvero squallido, dalla pochezza umana e politica davvero disarmanti e di cui faremmo volentieri a meno.

L’incoerenza e l’ipocrisia però – e su questo possiamo rassicurare la premier fruttarola – non sono un copyright appartenente alla Meloni, ma sono dispensate a iosa anche dal fannullone padano Salvini. L’attuale ministro dei trasporti che – ad un tempo – era uno strenuo oppositore del ponte sullo stretto di Messina, recentemente si è preso il “merito” – udite udite - di aver riproposto in Parlamento quella che a noi sembra essere un’idea folle (e fra poco spiegheremo anche il perché), parlando di “orgoglio italiano”.



Già il sentir parlare di “orgoglio italiano” è per noi un motivo assai valido per ridere a crepapelle….se poi è quel Salvini, paladino a un tempo del federalismo e dell’autonomia, a proferire tali concetti, allora si capisce perché siamo di fronte a qualcosa di semplicemente esilarante e grottesco. In più di un’occasione abbiamo espresso il nostro totale dissenso nei confronti di un’opera pubblica mastodontica e a dir poco inutile, se pensiamo che in Calabria e in Sicilia esistono molte aree dove le strade sono malandate, i treni viaggiano ancora su un unico binario così come attestano i tempi di percorrenza – solo per fare un esempio concreto – che da Catania a Palermo sono ancora eccessivi (occorrono la bellezza di tre ore, per coprire un percorso di circa 200 km….). In più, il ponte nascerebbe in una zona ad altissimo rischio geologico e sismico, se pensiamo che nel 1908 un devastante terremoto provocò uno tsunami che arrecò gravissimi danni alle città di Reggio Calabria e Messina.

Insomma, ci sarebbero tante valide motivazioni che inducono a ritenere il ponte sullo stretto un qualcosa di letteralmente superfluo, pronto però a scatenare gli appetiti famelici di mafia e ‘ndrangheta, i cui lerci zamponi potrebbero presto fare la loro nefasta comparsa sulle gare di appalto che saranno indette, nel caso in cui l’opera dovesse malauguratamente essere avviata.

Un consiglio però al fannullone Salvini ci sentiamo comunque di darlo, anche se sappiamo benissimo che resterà lettera morta: prima di dare il via libera a questo ennesimo spreco di denaro pubblico (malvisto sicuramente non solo da quei leghisti del Nord della prima ora cui viene il voltastomaco al solo vederlo, ma anche dai suoi stessi elettori…), è sempre in tempo per dare la parola ai cittadini di Calabria e Sicilia per chiedere loro se non sia piuttosto il caso o meno, di porre la prima pietra. Il federalismo, di cui tanto si è riempito la bocca, è anche e soprattutto restituire ai cittadini il potere di decidere liberamente del proprio destino. Chissà se ricorderà questo elementare concetto tanto caro a Miglio e Cattaneo, di cui ha ciarlato per gran parte della propria carriera politica…..

Proseguendo la nostra disamina, un discorso a parte merita l’oppofinzione oggi rappresentata da quelle barzellette viventi che rispondono ai nomi di M5S e PD, e che per la loro sciatteria e inettitudine rappresentano la garanzia per la melonara, di poter continuare a fare i porci comodi senza che nessuno la possa disturbare.



Fa davvero un certo effetto sentire gracchiare l’ex premier Conte su problematiche che non gli competono affatto! Farebbe piuttosto bene a tacere, e a ricordare tutte le carognate commesse ai tempi del lockdown, con quei decreti-legge vergognosi che hanno limitato di fatto la libertà di milioni di cittadini. La caccia alle streghe inaugurata poi da quell’altro miserabile e meschino personaggio che risponde al nome dell’ex Ministro della Salute Speranza e perpetrata, con l’ausilio di certi pennivendoli asserviti e di un’intellighenzia composta da autentici pendagli da forca, nei confronti di chi non ha mai voluto credere alle menzogne spacciate per verità assolute, rappresentano una delle pagine più vergognose e infami che siano mai state scritte nella storia di questo paese da operetta!

In un paese serio e realmente democratico, questi due immondi personaggi sarebbero già stati processati e condannati quantomeno a scontare una bella collezione di ergastoli, per la gravità dei reati da loro commessi! Insieme a chi ha avallato le loro nefandezze, ben sapendo di mentire in maniera spudorata! L’intera sinistra farebbe bene a vergognarsi e a nascondersi, considerando non solo le discriminazioni cui sono stati sottoposti i cosiddetti “novax”, ma anche i diritti calpestati di quei lavoratori (vero, sindacati?) che hanno preferito salvaguardare la propria libertà di scelta e la propria salute, non facendosi punturare con un intruglio dalle proprietà e dagli effetti collaterali pressoché sconosciuti.

Adesso, i nodi iniziano a venire poco alla volta al pettine e sarebbe semmai il caso che qualche giudice serio inizi a indagare sulle tante, troppe morti misteriose che stanno emergendo negli ultimi tempi. L’auspicio – che ci rendiamo conto essere quasi utopistico – è che una volta tanto la Giustizia invece di scarcerare i delinquenti e di accusare ingiustamente e sbattere dentro gli innocenti e i poveri cristi, si ricordi di essere pagata dai cittadini che le chiedono soltanto di punire in maniera esemplare chi ha sbagliato! Magari partendo da Conte e Speranza, e da tutta la claque composta dai loro ineffabili e viscidi scagnozzi!

Volgendo però adesso lo sguardo verso ciò che accade nel resto del vecchio continente, non possiamo fare certo a meno di notare come l’Unione Europea si sta avviando verso un baratro che ormai sembra essere inevitabile e irreversibile. L’aver appoggiato a spada tratta i voleri del Deep State USA, rischia di diventare la definitiva pietra tombale per quello che – ad oggi – possiamo considerare solo quale un enorme mostro burocratico e nemico conclamato della libertà dei popoli. Il recente colpo di stato in Niger rischia, infatti, di assestare un durissimo colpo alla Francia di quell’incapace patentato di Macron che finalmente potrebbe smetterla di fare il parassita, succhiando le ricchezze non solo del Niger ma dell’intero continente nero! Se a ciò ci aggiungiamo anche le forti tensioni che da settimane stanno imperversando da nord a sud del paese, allora il quadro della situazione è presto fatto e ci racconta di una Francia in grossa crisi.

L’aver praticamente consegnato alla Cina la Russia, solo per tenere buoni i padroni del vapore di stanza oltreoceano, sta presentando il conto salatissimo a un’Unione Europea per la quale le priorità si chiamano continuare a inviare armi, denaro e sostegni assortiti al regime nazista di Kiev, guidato da quell’infame pagliaccio di Zelenskyi. Impoverendo, allo stesso tempo, i ceti produttivi e i cittadini che chiedono solo di poter riprendere a vivere in libertà e con dignità. I parametri economici, del resto, parlano chiaro: PIL pressoché stazionario, inflazione che continua a viaggiare oltre il 5% e prospettive che non inducono certo all’ottimismo. Le sanzioni vergognose inflitte alla Russia stanno solo facendo il gioco di chi a Washington sta spingendo a tutti i costi verso la terza guerra mondiale, solo perché l’economia statunitense è con le pezze al culo e un conflitto su scala planetaria è l’unico modo per salvarsi la pelle.



Il fatto che l’agenzia di rating Fitch abbia attribuito una tripla A al debito pubblico a stelle e strisce, è un chiaro indicatore del fallimento – sotto tutti i punti di vista – dell’operato deleterio di quel massone, scorreggione e pedofilo che è Joe Bidè(n). La feccia globalista è ben conscia di avere ormai i giorni contati, ma sta agitando in maniera assai pericolosa e perniciosa la sua puzzolente e nauseabonda coda, continuando a provocare la Russia e la Cina che invece spingono affinché ci sia mondo multipolare più equo e giusto.

Sono $oro$ e i suoi sodati, a continuare a rappresentare una grossa minaccia per la sopravvivenza del genere umano: le lobby del pensiero unico che minano alle fondamenta della libertà dei popoli, vanno assolutamente distrutte e estirpate perché vogliono trascinarci verso l’olocausto nucleare. E ciò può essere reso possibile solo appoggiando quelle forze politiche che si oppongono a una visione del mondo che continueremo ad avversare e a combattere, fino a quando ne avremo le forze.

Prima lo capiremo (smettendola di dare voto e fiducia a personaggi che invece meritano di essere presi a poderosi calci nel culo), meglio sarà per tutti noi. Ma occorrerà agire con fermezza e decisione, prima che sia troppo tardi e non ci sia dunque più nulla da fare.

 

Francesco Montanino

martedì 27 giugno 2023

LE MISERIE DEL CIRCO ITAGLIA

 


Da potenza economica mondiale, a zerbino e sottopancia dell’insignificante regime nazistoide guidato dal cocainomane Zelenskyi. L’itaglia (con la i sempre rigorosamente minuscola) è diventata - ormai da tempo immemore - un’autentica cloaca a cielo aperto, grazie soprattutto a una classe dirigente composta da pagliacci, lavativi, fannulloni, parassiti, delinquenti, kapò da quattro soldi e ladri della peggiore specie.

Se prima quantomeno si provava a nascondere l’evidenza, adesso è tutto un susseguirsi di smargiassate e cafonate che rendono ancora più squallido e deprimente il contesto, in cui la maggioranza silenziosa dei cittadini ogni giorno è costretta a combattere e soccombere.



Appare chiaro che in una situazione del genere, è davvero difficile individuare il punto di partenza. Anche se ci sembra abbastanza doveroso iniziare dalla fruttarola alla guida del governo dallo scorso autunno, che sta collezionando una serie di figuracce ormai a gettito continuo. Non ultima, quella riguardante l’auspicio di vedere ridotto il potere del presidente russo Putin, all’indomani della “commedia” portata avanti dall’ex cuoco del leader russo Evgeny Prigozhin spacciata per tentato colpo di stato, insieme ai pennivendoli, cani da guardia del regime itagliano: proprio non è riuscita a non farsi i cazzi suoi, anche in un frangente in cui i fatti - come poi si è puntualmente verificato - inducevano e consigliavano piuttosto soltanto la prudenza e il silenzio.

Ma andando più a ritroso nel tempo, dopo aver preso per il culo quegli elettori che le avevano riposto fiducia nella speranza (poi rivelata si – come ben sapevamo – vana, per loro), la melonara sfascista si è autoproclamata quale “erede” dell’infame “agenda Draghi” perseguendo – soprattutto in politica estera – un disgustoso e nauseabondo filo atlantismo che stiamo pagando di tasca nostra.



Infatti, giova la pena ricordare che la guerra per interposta procura USA alla quale questo indegno esecutivo ci sta trascinando nostro malgrado, ci sta costando davvero tantissimo in termini economici. E non solo e non tanto per le vergognose sanzioni imposte alla Russia ma, anche e soprattutto, per i miliardi destinati ogni mese all’Ucraina! Invece di spendere i nostri soldi per costruire scuole, ospedali, strade o magari aiutare i disabili e chi non ce la fa più (andrebbe aperta una doverosa parentesi a parte sul “reddito di cittadinanza” e in particolare sul ruolo dei CAF, nell’erogazione di questo sostegno economico a chi davvero ne ha diritto e bisogno….), la fruttarola della Garbatella si preoccupa di accontentare il suo amato compagno di sniffate Zelenskyi e quel massone, pedofilo e scorreggione che risponde al nome di Joe Bidè(n). Le priorità del governo di centrodestra, piaccia o meno, sono queste. E solo gli stolti, chi è in malafede e gli obnubilati si ostinano a negarlo.

Fa nulla se poi certi ambienti vicini al nazistume di Zelenskyi abbiano gioito di fronte alla recente scomparsa di Berlusconi (con tanto di X sopra e “liquidato” per commentarne la morte) che aveva osato manifestare del legittimo dissenso d fronte alla scelta del Parlamento di accogliere il fenomeno da baraccone ucraino, alla stregua quasi di un eroe.



Non è giunta una sola voce di protesta e di sdegno da parte di questo governo di pagliacci e buffoni, nel voler stigmatizzare un episodio di uno squallore rivoltante e indicibile come questo. Un esecutivo con le palle avrebbe già provveduto a convocare l’ambasciatore ucraino in questo paese, per chiedergli convincenti ed esaurienti spiegazioni pena l’interruzione di qualsiasi relazione diplomatica ed economica. E, invece, non è accaduto nulla di tutto questo...anzi, il regime di Kiev addirittura pretende che i beni di Berlusconi gli siano ceduti, quale risarcimento danni, senza che neanche qui ci sia staro qualcuno che si sia degnato di rispondere per le rime a questi sciacalli e accattoni da quattro soldi! A conferma della vigliaccheria e della meschinità di cui questi personaggetti da operetta sono permeati, dal momento che dovrebbero in ogni caso ricordare che è anche grazie al sostegno e ai voti del defunto Cavaliere, che sono lì a prendere decisioni che - come non smetteremo mai di denunciare - stridono con la reale volontà popolare.

In un recente sondaggio condotto da “Termometro Politico”, se è vero che, ad oggi fratelli, cognati e cugini d’itaglia si è attestato attorno al 27% dei consensi (calcolati sempre però sul 50-60% degli aventi diritto al voto….), è altresì innegabile che più della metà del campione non gradisce le scelte politiche della melonara. E come potrebbe essere altrimenti, visto e considerato che l’aver interrotto ogni tipo di relazione con la Russia ci sta costando carissimo non solo in termini economici ma probabilmente anche militari, nella malaugurata ipotesi che scoppi la terza guerra mondiale?



Non va tanto meglio nell’altro schieramento di centrosinistra in cui il partito fogna del PD e i pentadementi non riescono ad esprimere un’opposizione degna di tal nome e levatura. Va solo steso un velo pietoso sulle sortite della Schlein per la quale esistono evidentemente soltanto i capricci rivendicati dalle insopportabili e nauseabonde lobby gay e pedofile, così come ci appaiono a dir poco squallidi gli abboccamenti del governatore De Luca con il fannullone padano Salvini, per provare a prolungare il proprio mandato in Campania per chissà quanto altro tempo ancora con uno spregiudicato patto elettorale, mentre dei cinque stalle di Conte ci appaiono fuori luogo le rivendicazioni (?!) su quanto da loro fatto durante il lockdown. Poiché abbiamo ottima memoria di quel periodo, vogliamo solo sottolineare come siano state ristrette le nostre libertà grazie a provvedimenti iniqui e liberticidi come le autocertificazioni, il Green Kazz e le imposizioni vaccinali: tutte misure prese anche e soprattutto con il loro benestare e di cui non ci siamo affatto dimenticati. Andrebbero piuttosto quantomeno processati e sottoposti al pubblico ludibrio, per le schifezze e le nefandezze che hanno commesso.



Ma l’oscar dei deliri e della stupidità ci sentiamo senz’altro di attribuirlo al segretario generale della CGIL, Landini. Che i sindacati fossero una palestra e una fucina per cadreghisti (perché eletti nelle fila del PD, così come evidenziato anche da Lucia Annunziata), carrieristi e fannulloni della peggiore specie, lo sapevamo fin da tempi non sospetti, con i fatti che nel tempo hanno corroborato tale nostra tesi. Ma che andassero contro i lavoratori (bisogna sempre tenere a mente cosa fecero le organizzazioni sindacali ai tempi dell’imposizione vaccinale, quando lasciarono soli quei lavoratori che non hanno voluto cedere al ricatto di stato che voleva l’in(o)culazione dei “sieri” sperimentali….) e addirittura si permettessero di parlare a vanvera di politica estera, al pari di certi ubriaconi che infestano con la loro presenza bar e ristoranti, disturbandone la clientela, francamente no.



Non ci sono certo sfuggite le uscite deliranti di Landini che – secondo i dettami tipici di quello che ormai è diventato un vero e proprio sport in voga, in certi squallidi e riprovevoli ambienti - dopo aver attaccato (?!) il leader russo Vladimir Putin, si è permesso di auspicare pure la nascita di un “nuovo ordine mondiale”. Sì, avete letto proprio bene: un nuovo ordine mondiale, magari composto da una cricca di banchieri, bastardi, criminali, pervertiti e paranoici pronti a ridurre di numero la popolazione e a indurre in schiavitù chi osa opporsi a tale folle disegno. Insomma, tutto l’esatto opposto di quel che dovrebbe fare un sindacato…



Sino a quando queste saranno le persone che ci rappresentano, ci sarà purtroppo ben poco da fare. Se non sperare che – presto o tardi – avvenga qualcosa, che spazzi via tutto il marciume che avvolge non solo la penisola, ma anche e soprattutto il nostro amato Sud, ridotto al rango di colonia e terra da distruggere in nome di losche strategie da oltre 160 anni.

 Francesco Montanino


lunedì 12 giugno 2023

MUORE BERLUSCONI, ESULTA KIEV…

 


Non c’è limite davvero al peggio e allo schifo. Pensavamo di averle lette e commentate tutte, ma evidentemente ci sbagliavamo. Dal sito www.dcnews.it, veniamo a sapere di una notizia, semplicemente disgustosa che sottoponiamo alla vostra attenzione. La morte di Silvio Berlusconi ha fatto il giro del mondo e questa notizia è arrivata anche in Ucraina, dove c’è chi ha evidentemente fatto i salti di gioia, a giudicare da quello che abbiamo letto e che qui pubblichiamo e commentiamo.

Liquidato”: con questa parola fredda, ma carica di infamia e di odio, il regime nazista di Kiev ha così commentato la morte dell’ex premier Silvio Berlusconi, avvenuta oggi a Milano. Il sito “Myrotvorets” (che ironicamente vorrebbe dire “portatore di pace”….), composto da carogne della peggiore specie,  ha considerato il leader di Forza Ita(g)lia un nemico, quando ebbe il coraggio di criticare apertamente la scelta dell’attuale maggioranza di centro-destra di foraggiare con armi e denaro l’Ucraina, solo perché bisogna accondiscendere ai desiderata del Deep State americano che sta cercando in tutti i modi il “casus belli” con cui scatenare un conflitto mondiale dalle conseguenze imprevedibili, ma connotato dal forte rischio di un escalation nucleare.



Bollato quale “nemico dello stato” da questo sito di infami, sin dal 2015, solo perché aveva osato visitare la Crimea con il premier russo Vladimir Putin, questo contenitore di schifezze si segnala per la sua propensione a scatenare campagne di odio contro chi non si allinea con la causa del regime guidato da quel pagliaccio che risponde al nome di Zelenskyi, fornendo nomi, cognomi e altre generalità di chi si oppone a questi topi di fogna che inneggiano alla svastica a qualche mente malata ed esaltata.

L’aver messo anche un ex premier nel mirino, è un fatto che riteniamo di una gravità assoluta e che meriterebbe senz’altro una decisa levata di scudi da parte del governo guidato da quella cocainomane e carciofara Meloni nei riguardi dell’Ucraina. Ci auspichiamo l’immediata convocazione dell’ambasciatore ucraino, tenuto a spiegare in maniera esauriente e convincente le malefatte di chi si permette di schedare chi ha il coraggio di esporre e difendere le proprie idee, anche se avverse.



Si parla tanto di democrazia e di rispetto dei diritti umani, civili e politici. Ma la “questione ucraina” possiamo ben dire che non assolve a questi principi, che eppure sono stati frutto di dure lotte da parte di precedenti generazioni. Presidente Meloni, una volta tanto, si ricordi che esiste anche l’amor patrio: i toni utilizzati dagli estremisti del regime di Kiev meritano solo condanna, sdegno e riprovazione.

E questo al di là di come la si voglia pensare sulla figura politica di Berlusconi, perché qui sono le stesse istituzioni di questo paese, dalla dignità perduta, ad essere state messe alla berlina oltre che pesantemente umiliate!

 

Francesco Montanino


mercoledì 10 maggio 2023

L’OPPORTUNISMO ITAGLIANO DEL “MANFREDUCCIO” CON LA RICOTTA

 


In questi giorni in cui Napoli sta festeggiando – dopo ben 33 anni - la conquista del terzo scudetto, che pare stia diventando un ottimo volano per rilanciare la risaputa vocazione turistica della capitale del Sud, non possiamo però fare a meno di evidenziare la squallida propensione a strumentalizzare e ad accaparrarsi meriti che non esistono da parte di certi personaggi che, anzi, non dovrebbero proprio avere diritto di parola e che anzi farebbero meglio a starsene zitti perché stonano con il clima di gioia che si respira in ogni angolo della città.

Il riferimento, naturalmente, è al primo cittadino del capoluogo partenopeo, ovvero quel “manfreduccio con la ricotta” che vorrebbe proporsi sulla scena quale uno dei protagonisti (?!) di queste giornate che a Napoli e dintorni, non potranno mai essere dimenticate. Strumentalizzando e provando ad avocare a sé meriti che non potranno mai e per nessuna ragione al mondo, essergli riconosciuti.

Ma chi è ‘sto manfreduccio con la ricotta salito alla ribalta più per la sua dichiarata fede calcistica per l’odiatissima Juventus (Rubentus, per gli amici….) che per altro? Ce lo ricordiamo come anonimo e insignificante ministro dell’università in uno dei tanti sgangherati governi di centrosinistra che si sono succeduti in questi anni, e composti – come ben sappiamo – dalla solita pletora di parassiti inetti e non eletti, che vivacchiano con il sudore della nostra fronte.



Un sindaco nominato nell’ottobre 2021 con il 63% di appena il 47% degli aventi diritto al voto che corrispondono – elettore più, elettore meno – nemmeno al 30% del corpo elettorale, e frutto della deleteria unione fra pentadementi e cinque stalle che abbiamo avuto purtroppo modo di conoscere, anche e soprattutto a livello nazionale. Un’alleanza – per chi se lo fosse già dimenticato - capace soltanto di creare disastri (debito pubblico e inflazione alle stelle), di togliere diritti e libertà ai cittadini come abbiamo avuto modo di constatare negli ultimi anni con l’affaire vaccini, oltre che – infine – di inaugurare al guerra per interposta procura USA, con l’interruzione delle relazioni diplomatiche e commerciali con la Russia, alla quale eravamo legati da un profondo rapporto di amicizia che affonda le proprie radici nella storia e nella cultura, e l’invio di armi e soldi al regime nazista ucraino guidato da quello spregevole pagliaccio che risponde al nome di Zelenskyi.

Siede sugli scranni e le cadreghe di Palazzo San Giacomo, anche grazie a una sciatta oppofinzione di centrodestra, come al solito, incapace di farsi carico e di esprimere il dissenso verso chi ha instaurato una vera e propria dittatura da oltre 30 anni, secondo le stucchevoli logiche consociativistiche che sono copyright della politica, non solo di ieri ma anche di oggi. Del resto, i vari Bassolino, Jervolino, De Magistris e infine Manfredi, provengono tutti da quel sottobosco di regime della pseudo sinistra, brava solo a illudere e a prendere quotidianamente per i fondelli quei napoletani amanti del sadomasochismo e che evidentemente godono nel prenderselo laddove non batte il sole, solo ed esclusivamente per mera ignoranza. E che si è avvalsa – per portare a compimento questo distruttivo disegno – anche e soprattutto della latitanza di un centro-destra (composto dagli sfigati (s)fascistelli di arroganza nazionale oggi riciclatisi in fardelli, cugini e cognati d’itaglia, dagli ascari e venduti salviniani di casa nostra e dai forzaital(id)ioti) che, anzi, è stato tutto pappa e ciccia con chi ha solo pensato al proprio orticello, campando e mangiando alle spalle dei contribuenti.



La bordata di fischi che il pubblico accorso domenica scorsa al “Maradona-San Paolo” ha riservato al “manfreduccio con la ricotta” ci è sicuramente sembrato il giusto e doveroso tributo per un sindaco la cui colpa però non è solo e tanto quella di essere tifoso della squadra simbolo dell’arroganza, del malaffare e del potere itagliani. Quanto piuttosto di non aver fatto nulla di particolarmente memorabile, secondo una tradizione votata al mero fancazzismo che ben conosciamo ormai da interi decenni.



A Napoli c’è, infatti, ancora tantissimo da fare, e non potrà essere certo uno scudetto (vinto da Aurelio De Laurentiis, i suoi collaboratori, lo staff tecnico e i calciatori, grazie alla capacità di saper programmare e organizzare) a decretare il definitivo riscatto sociale di una città che purtroppo ha ancora tanti problemi da risolvere. L’impressionante numero di poveri e disoccupati che ancora non hanno avuto risposte dalla politica, la presenza di una criminalità tutt’altro che morta e sepolta e che spesso e volentieri manda segnali della sua esistenza, i servizi pubblici non sempre di qualità e all’altezza delle tasse che siamo costretti a pagare e – infine – la mancanza di serie politiche di sviluppo volte all’attrazione di imprenditori e investitori, sono solo la punta di un iceberg di problemi che non saranno certo risolti da chi nel suo cognome, reca il nome di uno scadente piatto di pasta che è già andato a male prima della sua naturale scadenza…

 

Francesco Montanino

mercoledì 25 gennaio 2023

STATO=MAFIA: LA SECESSIONE RESTA L’UNICA SOLUZIONE

 


La recente cattura del boss Matteo Messina Denaro, accolta e fatta passare come un grande successo dell’esecutivo della melonara borgatara pone, in realtà, tanti interrogativi. A partire, dal tempo e dalle circostanze in cui è stato latitante l’ultimo dei boss mafiosi che sapeva molte cose non solo sulla stagione delle stragi (Capaci e Via D’Amelio, in primis) ma anche di certe pagine oscure della storia di questo paese, sulle quali non è ancora stata fatta piena luce.

L’ex Procuratore Generale della Corte di Appello di Caltanissetta (ora senatore del M5S) Roberto Scarpinato, in un intervento andato in onda nel corso della trasmissione “L’aria che tira” di La7, ha parlato molto chiaramente di protezioni – da parte di apparati deviati dello Stato - che avrebbero permesso al boss di poter godere della libertà per ben 30 anni, in totale tranquillità e a dispregio dei gravissimi reati in cui è stato coinvolto.

Che di questo stato ita(g)liano, fetida emanazione delle lobby e delle massonerie internazionali, ci sia poco di cui fidarsi, lo abbiamo sempre ripetuto. E fin da tempi non sospetti, ci permettiamo di aggiungere. Ma che adesso si tratti di un apparato canaglia che al suo interno accoglie personaggi che si muovono nell’ombra in un’ottica sovversiva, ne abbiamo finalmente le prove.

Gli omicidi illustri di Mattei, Moro, Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino, insieme alle stragi di Ustica; Bologna e Piazza Fontana, hanno un unico comun denominatore che è possibile rinvenire nella presenza di apparati nascosti e oscuri di questo stato che tramano nell’ombra. E che rispondono a mandanti, probabilmente di stanza oltreoceano.

Del resto, è la storia che lo racconta. Gladio e la P2 hanno messo il loro lercio zampone nel barbaro eccidio di Piazza Fontana, mentre Moro, Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino sono stati letteralmente abbandonati prima di essere condannati a un tragico destino. Poi, le tante perplessità sulla trattativa stato-mafia, proprio nel momento in cui Falcone si stava apprestando a scoperchiare un vero e proprio vaso di Pandora, pieno di misteri.



Quella di Messina Denaro, più che di una cattura, ci è sembrata una pagliacciata (preannunciata con ben due mesi di anticipo dal pentito di mafia, Salvatore Baiardo) che ricordava un po' l’arresto di Brusca: operazioni di basso avanspettacolo, fatte passare per qualcosa di sensazionale, quando in realtà lo Stato sapeva benissimo dove si nascondevano questi criminali incalliti. Possono andar bene per chi magari è facilmente suggestionabile, ma con noi non potranno mai attaccare.

Restiamo fermamente, e ora più che mai convinti, che l’unica soluzione per poter ripulire il Bel Paese, sia la secessione che faccia da apripista a una vera e propria rivoluzione federale. Il potere deve tornare in mano ai cittadini e ai territori di cui essi sono parte attiva e tolto, invece, a certe cariatidi della politica e degli apparati deviati che – come abbiamo sempre avuto modo di constatare – non hanno mai fatto niente che rispondesse al mandato, che eppure gli abbiamo conferito.

Un interrogativo però ci resta, dopo aver assistito con grande sbigottimento, a questa intervista: caro senatore Spampinato, perché soltanto ora ha parlato? Era così difficile raccontare a tutti una realtà che avevamo sì immaginato, ma senza averne le prove? Interrogativi che, presumiamo, resteranno anche questi senza risposta. In piena logica gattopardesca, come tradizione consolidata di questo paese da operetta, dove la parola GIUSTIZIA ha sempre avuto lo stesso significato di UTOPIA!

Francesco Montanino




lunedì 2 gennaio 2023

PETI E ITALICHE FLATULENZE ANCHE PER IL 2023!

 


Capodanno, tempo di bilanci e di peti. Come tradizione impone, anche stavolta scorregge e peti l’hanno fatta da padrone ammorbando l’aria e l’atmosfera di chi non crede più alle menzogne di una classe politica che non conosce ritegno e che dovrebbe solo vergognarsi per il male che continua, imperterrita, a procurare a milioni e milioni di persone!

Il 2022 che ci siamo appena lasciati alle spalle ce lo ricorderemo senz’altro per lo squallido zerbinismo mostrato di fronte al padrone americano che ha, di fatto, dichiarato guerra per interposta procura alla Russia. Il continuo e reiterato invio di armi e denaro al regime nazista ucraino guidato da quel chiattillo di Zelenskyi (che, da emerito criminale di guerra qual è, non sta certo esitando nel sottoporre a un inutile e deleterio sacrificio la propria popolazione), ha mostrato tutta l’ipocrisia di cui sono permeati gli esponenti tanto del centro-destra, quanto del centro-sinistra. In totale spregio alla costituzione che, a chiacchiere, dicono di difendere dal momento che la totale interruzione delle relazioni diplomatiche e commerciali con la Russia (cui siamo legati da un’amicizia secolare) non solo è palesemente contraria allo spirito dell’articolo 11 che parla di “ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali”, ma addirittura viola le norme che impediscono la ricostituzione del partito fascista!

Quello di Kiev – a dirla tutta – è un regime nazista vero e proprio, visto e considerato che il coglioncello Zelenskyi non ha mai nascosto di appoggiare il famigerato battaglione Azov, la cui bandiera è rappresentata da una svastica! Volendo riassumere: se i nazisti sono nostrani, subito scattano manette e interventi delle forze dell’ordine, in ossequio alla Legge Mancino; se invece sono ucraini, va tutto bene perché bisogna assolutamente accontentare i desiderata del massone e speculatore $oro$ che appoggia il regime ucraino, colpevole di aver massacrato impunemente e vergognosamente le popolazioni del Donbass che dal 2014 stanno reclamando la loro indipendenza da Kiev. E che, invece, nel silenzio colpevole della sedicente “comunità internazionale” si vedono negate tale diritto tutelato dall’articolo 1 della Carta ONU, contrariamente a quello che è invece accaduto con il Kosovo quasi 25 anni fa.

Anche in questo caso, ci sembra evidente, che esistano popolazioni e secessioni di serie A e popolazioni e secessioni di serie B! Figli e figliastri, come nella peggiore tradizioni di queste pseudo-istituzioni votate non certo in maniera libera, democratica e consapevole dai cittadini, quanto piuttosto espressioni di lobby e poteri forti, che non si fanno certo scrupolo nell’utilizzare qualsiasi mezzo, pur di addivenire ai loro loschi scopi!

Sulla Costituzione “quale bussola”, si è levato quest’anno il fortissimo fetore del peto presidenziale. Dal Quirinale, dovrebbero piuttosto essere bravi a spiegarci dove è finita questa “bussola”, visto e considerato che non solo siamo in guerra – come già sopra evidenziato – per interposta procura, ma in questi ultimi due anni e mezzo sono stati letteralmente calpestati i diritti di quei cittadini che hanno liberamente obiettato, di fronte a quello scempio chiamato “imposizione vaccinale”!

La libertà di cura che eppure è sancita e tutelata anche in alcune importanti convenzioni internazionali (compresa quella sulla tutela dei diritti umani), è stata distrutta da una serie di provvedimenti con i quali milioni e milioni di lavoratori sono stati costretti a farsi iniettare sostanze, la cui composizione e i cui effetti avversi sono ancora del tutto sconosciuti. A dispetto infatti di quel che affermano certe anime belle, vogliamo solo permetterci di ricordare che sono aumentati in maniera a dir poco impressionante, il numero di malori e morti improvvise. Ci vengono a raccontare la favoletta secondo la quale “non c’è nessuna correlazione”, quando in realtà nessuno di noi sa quali potranno essere gli effetti sulla salute a medio/lungo termine di certi intrugli e sieri magici spacciati per “vaccini”!

Non potremo mai dimenticare il clima di odio e profonda discriminazione instillato ad arte da certi esponenti politici e virostar da strapazzo, e in particolare da DraghiSperanzaBassettiBurioni e tanta rimasuglia umana che si è scagliata contro chi ha avuto la sola colpa di essere sano, e di non voler cedere a ricatti di nessun genere! Quando sarà fatta giustizia, una nuova Norimberga dovrà essere istituita nei confronti di chi ha seminato il rancore e la contrapposizione, al solo scopo di tenerci distratti da incapacità nel gestire una situazione, che altrove non ha affatto necessitato delle restrizioni adottate alle nostre latitudini!


Tornando alle flatulenze di fine anno, Mattarella non deve assolutamente permettersi di cianciare di “Costituzione” quando i diritti e le libertà anche economiche di tantissimi cittadini sono stati fatti a pezzi, nel silenzio generale di media asserviti in maniera vigliacca al padrone che gli eroga milioni e milioni di euro, sotto forma di contributi pubblici! È a dir poco odioso, vedere come vengono sperperati i nostri soldi per alimentare un’informazione servile, corrotta e faziosa (naturalmente quella itagliana!), come poche altre al mondo e che nella classifica della libertà di stampa risulta essere, dietro persino ad alcune repubbliche centroafricane….

L’avvento della melonara e della borgatara de Roma, non ha cambiato praticamente nulla: l’aver esordito affermando, ai quattro venti, di essere prosecutrice della nauseabonda agenda Draghi, ci fa capire il basso livello morale e materiale degli sfigati (s)fascistelli da quattro soldi presenti in fratelli (e anche cognati) d’itaglia! Un’accozzaglia squallida di frustrati che ancora inneggiano al tricoglione della vergogna e della menzogna, votati però da appena un quarto della popolazione, secondo un meccanismo degno delle peggiori dittature!

Non mancheremo mai di evidenziare come le elezioni con cui è stata eletta la melonara, sono state un vero e proprio colpo di mano visto e considerato che non ci è stato possibile prendere parte alla competizione elettorale, con le liste che andavano presentate appena pochi giorni dopo ferragosto!

Un autentico imbroglio, architettato al solo scopo di tenere lontane quelle liste che avrebbero potuto raccogliere il dissenso, che eppure agita ampia parte dell’elettorato attivo come un fuoco che arde sotto la cenere. Ricordiamo ai parassiti di stanza in Parlamento, che il primo partito è quello rappresentato dagli astenuti, i votanti scheda bianca e nulla e il voto assegnato ai partiti di protesta! Solo in un paese a democrazia limitata come questo, invece, assistiamo alla formazione di un governo che rappresenta nemmeno il 20% degli aventi diritto al voto!

Una pratica ripetuta anche in Lombardia, dove fra un mese e mezzo si voterà per il rinnovo del consiglio regionale al pari del Lazio. Con la sola ma sostanziale differenza che in Lazio, ciò si è reso necessario per le dimissioni di Zingaretti mentre invece Fontana in Lombardia avrebbe dovuto proseguire almeno sino agli inizi di marzo. E invece, con la solita meschina manovra di palazzo sono state indette a metà febbraio al solo scopo di evitare ai partiti di protesta di essere presenti, dal momento che le firme per la presentazione delle liste andavano raccolte durante le festività natalizie! E poi la chiamano pure democrazia….bello schifo!


In merito ai provvedimenti del nuovo governo guidato dalla melonara della Garbatella, ricordiamo i tempi in cui lei e il fannullone Salvini. promettevano e annunciavano in maniera pomposa (con tanto di video sulle piattaforme social), di voler abbassare il prezzo dei rifornimenti di carburanti. Chiunque di noi, avrà potuto notare come non è stato rinnovato lo sconto sulle accise e che dunque le quotazioni di benzina e diesel siano di nuovo aumentate, ala faccia delle belle e stucchevoli parole di circostanza! Invece di tagliarsi parte dei loro ricchi emolumenti, saremo ancora una volta noi a dover pagare il conto della loro indiscutibile sciatteria e incapacità!

Per non parlare poi della querelle sul reddito di cittadinanza, che sta dando visibilità a Conte e ai pentadementi, e sui quali avremo modo di riservare un pensiero anche a loro. Il reddito di cittadinanza (o di sostentamento come sarebbe più giusto definirlo) va dato – a nostro parere - a chi ne ha effettivamente bisogno, ovvero a chi ha difficoltà a essere inserito nel mondo del lavoro perché magari si trova in una fascia di età avanzata e per la quale le imprese non sono disposte all’assunzione, ai pensionati, ai disabili e a chi si trova in una situazione reddituale e familiare con diversi figli a carico. Non va invece assegnato a chi è un delinquente, a chi rifiuta lavori che possono garantire una paga dignitosa pur essendo in un’età lavorativa giovane, e a chi infine pensa sia giusto continuare a campare sulle spalle di chi si fa un mazzo così dalla mattina alla sera, e magari paga pure tasse spropositate per non avere un emerito fico secco in cambio!

Questa misura andrebbe magari accompagnata da una serie di sgravi e incentivi fiscali per quelle imprese che assumono, magari riducendo il cuneo fiscale ed eliminando finalmente quel carrozzone chiamato INPS che non solo ci costa ogni anno un occhio della testa, ma non garantirà la pensione a nessun lavoratore! Sia esso autonomo o dipendente, poco importa…..sappiamo solo che la previdenza sociale in passato per pagare i super manager ha attinto dai contributi che con tanta fatica, siamo costretti a pagare ogni mese e in maniera assai salata!

Su questo tasto, è presumibile che nei prossimi mesi si alimenterà uno scontro sociale dalle conseguenze imprevedibili e, per questo motivo, assai pericoloso. L’oppofinzione rappresentata soprattutto dal M5S e dal PD, continua a ululare alla luna quando in realtà sono stati proprio loro a innescare un meccanismo così perverso negli ultimi anni……Un discorso a parte, come già accennato, lo merita Giuseppe Contel’avvocatuccio di Foggia, ce lo ricordiamo molto bene per i provvedimenti idioti e scellerati presi durante la prima fase del Covid! Una serie stucchevole di DPCM senza alcun valore giuridico, con i quali sono stati limitati gli spostamenti di milioni e milioni di cittadini e messa a repentaglio la loro salute!

Vale sempre la pena ricordare cosa è stato fatto soprattutto in Lombardia e lo schifo di aver fatto morire tante persone, senza nemmeno il conforto di un ultimo saluto da parte dei loro cari! Corpi per i quali non sono state disposte le autopsie, per motivi che non sono mai stati del tutto chiariti……un giorno, anche per chi ha provocato questo orrore, dovrà abbattersi la mannaia della giustizia sotto forma di un processo che non dovrà guardare in faccia, niente e nessuno!

Conte e i pentadementi, per questo e tanti altri motivi, non possono assolutamente permettersi di parlare di tutela dei diritti! Fanno leva sul crescente malcontento, approfittando in maniera opportunistica dell’atavica propensione alla memoria corta dell’ itagliano “medio”. Non potrà mai funzionare questo trucchetto squallido con noi che, invece, abbiamo ottima memoria e pessimo carattere su queste cose, e saremo sempre pronti a rinfacciarli e a restituirli al mittente com’è giusto e sacrosanto che sia!

Solo nella repubblichetta delle banane e del “non” diritto, assistiamo alla liturgia dell’ipocrisia e delle bugie, fatte passare per verità con tanti lobotomizzati che continuano a crederci. Dividendosi in tifoserie di questo o di quello schieramento, quando ancora non hanno capito che i partiti politici che appoggiano, non peroreranno mai e poi mai la loro causa!

L’esatto contrario di altri paesi come ad esempio la tanto vituperata Russia di Vladimir Putin che, nel suo discorso di fine anno alla nazione, non ha avuto remore nello scagliarsi contro le elites occidentali, vero e autentico nemico della libertà e della dignità dei popoli.

Personaggi inquietanti come la Von der Leyen e i suoi sodali eurocrati, continuano a generarci profondo ribrezzo oltre che schifo, visto e considerato che non solo non sono mai state elette dai cittadini ma sono implicate in scandali di cui dovrebbero piuttosto rendere conto.

Infatti, attendiamo spiegazioni da questa schifosa parassita tedesca in merito ai rapporti che legano il suo compagno con la casa farmaceutica Pfizer, giusto per dirne una. Non sappiamo a quale titolo, questa signora si permetta di straparlare della Russia o della campagna vaccinale, quando il tanfo della vergogna e del compromesso sono così forti. Possiamo quindi solo immaginare che, anche nel suo caso, il deretano è l’unico mezzo con il quale interloquisce al pari dei suoi omologhi itagliani…


Un ultimo pensiero, infine, lo dedichiamo alla Chiesa Cattolica e a quel furbacchione di papa “imbroglio”: morto Ratzinger, il poltrone massone e incappucciato che risponde al nome di Josè Maria Bergoglio dovrebbe magari fare piena luce sulla piaga dei preti pedofili, invece di distrarci sull’immigrazione selvaggia e clandestina, che serve solo ad arricchire mafie e scafisti. Così come, non ci dispiacerebbe sapere a cosa servono le enormi ricchezze detenute dallo IOR. La Chiesa Cattolica non dovrebbe essere quell’istituzione che si spoglia dei propri averi per aiutare i più poveri? Non dovrebbe essere piuttosto portatrice di valori come quello della famiglia, dell’altruismo e della bontà?

A chi scrive, tutto pare fuorché il Vaticano predichi bene. Anche lì, peti e flatulenze regnano sovrani, a giudicare dalla melassa finto perbenista che ammorba quegli ambienti (diventati ormai vere e proprie fogne a cielo aperto), dove pure si annidano tanti begli e puzzolenti scheletri negli armadi…..

Francesco Montanino

sabato 12 novembre 2022

MARCO BASSANI: "L’ATTACCAMENTO ALLA MAMMELLA DEL NORD GARANTITA DA ROMA, E’ LA GARANZIA DEL SOTTOSVILUPPO DEL SUD"

 


A poche settimane dall’insediamento dell’ennesimo governo a forte vocazione e trazione centralista guidato dalla melonara (s)fascista, con un nuovo probabile assalto alla diligenza da parte dei partiti romani, il dibattito sulle prospettive dell’indipendentismo - alla luce dei recenti referendum chiesti dal Donbass per far parte della Federazione Russa - torna ad animarsi e rinvigorirsi. Ci si chiede infatti cosa accadrà nell’immediato futuro per le istanze separatiste di aree come la Catalogna, la Corsica, i Paesi Baschi, e anche la Scozia dopo la recente dipartita della Regina Elisabetta II che potrebbe segnare l’inizio di un processo di ridefinizione degli attuali assetti nel Vecchio Continente.

Abbiamo fatto il punto della situazione con il Professor Marco Bassani, docente di Storia delle dottrine e delle istituzioni politiche all’Università “La Statale” di Milano, nonché erede dell’indimenticato professor Gianfranco Miglio, in un’intervista esclusiva nel quale sono stati toccati punti molto importanti e che stanno a cuore, a chi da sempre si batte per gli ideali di libertà e di affrancamento di stati canaglia come quello ita(g)liano.

Prof. Marco Bassani


- Professor Bassani, che idea si è fatto dei recenti referendum con i quali, recentemente, le regioni separatiste del Donbass hanno chiesto di aderire alla Federazione Russa?

 

Bisogna partire da un presupposto: non c’è dubbio che – esordisce  - questi territori con ogni probabilità, in qualsiasi situazione normale, avrebbero votato l’annessione immediata alla Russia. Ciò è vero, ed è sempre stato negato da parte degli ucraini. Non solo negato, ma anche negato con la forza. Quello che nessuno racconta, è che in quelle zone c’era una micro guerra civile in corso, che stava andando da 6-7 anni. Volendo inquadrare la questione nei luoghi che conosciamo meglio e che sono a noi più congeniali, faccio questo esempio: se la Francia avesse invaso la Spagna e volesse garantire il referendum per l’indipendenza della Catalogna, probabilmente tale referendum darebbe esiti a favore della Catalogna indipendente pur tuttavia nascendo da una chiara violazione della legalità internazionale. Quindi, si tratta di una situazione veramente complicata. Se poi vogliamo chiederci se sono stati regolari, nel senso che è stata raccolta la voce del popolo in maniera regolare, questo francamente non lo saprei dire. Perché – per quel che so - non ci sono stati osservatori internazionali, che sono necessari e normali in casi del genere. Se però lei mi chiede se sono a favore dell’indipendenza, le rispondo che sono assolutamente d’accordo al diritto di secessione di ogni popolazione. Come diceva il mio maestro, Gianfranco Miglio il diritto di secessione è stare con chi si vuole, e con chi ci vuole. Ed eventualmente anche da soli. È del tutto chiaro che ogni convivenza va in qualunque momento rivista e ridiscussa, e le porte debbano essere sempre aperte”.

 

- Il Presidente russo Vladimir Putin ha sempre evidenziato che questi quesiti referendari si sono tenuti in ossequio al diritto dell’autodeterminazione dei popoli, sancito dall’articolo 1 della Carta ONU. Ritiene che tale principio possa valere anche per i territori che compongono l’Ita(g)lia?

 

Nella prima parte della domanda, Putin sostiene che questi referendum sono stati fatti, al di là dello sfregio della legalità internazionale precedente, in ossequio al diritto. Non è tanto il crederci o meno, quanto piuttosto è interessante concentrarsi sulla seconda parte della sua domanda: potremmo utilizzare i referendum per determinare la volontà dei popoli che compongono l’Italia? Possiamo affermare con certezza che all’interno dell’Italia, c’è un’area chiamata Veneto in cui se vi fosse organizzata una qualunque votazione referendaria, vedrebbe una stragrande maggioranza di favorevoli all’indipendenza. Delle altre aree, sappiamo meno. Sappiamo meno, perché ci sono stati meno sondaggi. Non perché ci fosse un grosso movimento indipendentista, poiché oggi la “questione indipendenza” in Veneto non è il tema politico dominante. Ma la mia sensazione è che stiamo andando nella direzione di uno sfascio tale, che la questione dell’indipendenza della propria regione, è fondamentale. Fondamentale finanche per il Molise, perché a un certo punto si capirà che l’unione con Roma distrugge ogni possibilità di vita dignitosa e, con essa, di quei piani di vita con un decoro piccolo-borghese, così come era stato possibile ancora con l’Italia. In qualche modo, devono essere organizzati dei referendum a cui bisognerà dare una risposta. Come tutti sappiamo, cinque anni fa ci sono stati dei referendum chiarissimi in Lombardia e Veneto, con cui queste due regioni chiedevano solo più autonomia e nessuno ha voluto dare una risposta. Il punto è che non devono essere piatiti e non devono essere assolutamente richiesti a Roma, quasi come se si trattasse di una gentile concessione. Le popolazioni che decidono di intraprendere un percorso di autogoverno, devono piuttosto chiedere lo scontro con Roma. Ho l’impressione che la situazione internazionale e quella generale dell’Italia la cui crescita economica negli ultimi 25  anni è stata inferiore a quella dello Zimbabwe e del Venezuela, possa favorire tale processo. Questo disastro economico che sta accadendo, presto costringerà tutti a pensare al futuro della propria famiglia e delle successive generazioni. Moltissime persone che oggi non ci pensano assolutamente, saranno costretti presto ad adottare delle vie che portano all’indipendenza della propria terra. Quali aree saranno, ora è difficile dirlo con esattezza. Non sappiamo se si debba ricalcare il modello delle regioni oppure se si debba pensare ad aree ancora più ampie, riferendoci all’Italia. L’Italia è un impero multinazionale, nel senso che è composta da tantissime nazioni: la Sicilia è una nazione, la Sardegna è una nazione così come il Veneto, il Sud o la Lombardia che anche potrebbero esserla. E finanche quello stesso Piemonte con tutte le sue evidentissime colpe nell’unità nazionale visto che ha fatto passare per brigantaggio, una guerra civile non dichiarata nei confronti dei cittadini del Meridione. All’interno dell’Italia, convivono minimo 4-5 nazioni riconosciute”.

 


- Cosa dovrebbero, in concreto e in rigorosa punta di diritto, fare questi territori affinché possano affrancarsi dal pernicioso stato ita(g)liano?

 

“La mia sensazione – osserva - non è che si dirimerà tutto in punta di diritto, quanto piuttosto si andrà a uno sbrego costituzionale con Roma. Sono tutte questioni di rigoroso carattere politico, di non facile interpretazione. Sono uno storico che si occupa in particolare di storia del pensiero politico americano fra la rivoluzione e la guerra civile. È abbastanza evidente che in punta di diritto, la secessione e il tentativo di indipendenza degli stati del Sud erano perfettamente legittimi oltre che costituzionali, eppure Lincoln rispose a ciò con l’uso della forza. Quando si giunge a certe questioni, in realtà il diritto scompare. E quindi, non è nelle carte internazionali che si possano trovare risposte ai problemi politici presenti, perché si tratta – solo ed esclusivamente -  di questioni di forza, che in certi momenti, riguardano solo ed esclusivamente la politica, e non certo il diritto. La Costituzione e la sua modifica, in considerazione di ciò, chiamano in causa dunque la politica. Tutto quello di cui parliamo - la Costituzione - è un documento politico che non ha nulla a che vedere con il diritto. Lo so che i miei amici, amano definirlo “diritto costituzionale” ma così non è, perché in realtà il diritto risolve le controversie fra i privati. La Costituzione è un documento politico che va assolutamente rinegoziato da tutte quelle aree che cominciano a comprendere come l’unione con Roma, implichi assolutamente la perdita della loro dignità borghese e di poter avere piani di vita appena appena civili”.

 


- Ha ancora senso parlare di secessione e indipendenza per i territori di Padania e Ausonia (Nord e Sud)?

 

“Sicuramente, la Padania è morta con Bossi. Anche se l’idea ha avuto un suo momento in un certo periodo perché l’area definibile quale “Padania” poteva anche essere immaginata come una Nazione. Secondo Gianni Brera, lo era perché si trattava della nazione più omogenea d’Europa. Diceva che da Torino a Rimini, c’era un’area in cui si viveva più o meno allo stesso modo, e si raccontano le stesse barzellette. È l’area del “me” o “mi”, intendendo con queste espressioni la parola “io”. C’era una certa unità linguistica, oltre che storica. C’era un movimento che all’articolo 1 del proprio statuto aveva messo l’indipendenza, che oggi è diventato assolutamente nazionalista in un breve lasso di tempo. Anche se – a dire il vero - già ai tempi del mio maestro Miglio, c’erano state le avvisaglie. Con il professor Gianfranco Miglio, capitava spesso di discuterne e di osservare come si trattasse del peggiore strumento per la migliore battaglia. Oggi non si capisce più nemmeno quale sia, la battaglia della Lega. Dal punto di vista, invece, del Sud io credo che possa esserci una macro-organizzazione fra i territori che compongono il Mezzogiorno continentale. In fondo, certamente, esiste una lunghissima storia comune all’interno del Sud, che mette insieme la Calabria, le Puglie e anche la Campania. E così via. Quella che sembra mancare, piuttosto, è la volontà delle popolazioni. Mi dispiace sempre, quando parlo con i miei amici meridionali, che gran parte di loro difendano proprio quello che è l’attaccamento alla mammella del Nord, che il governo di Roma gli garantisce. Ma che in realtà - conclude con una punta di malcelata amarezza -  è la garanzia del sottosviluppo del Sud”.

 

Francesco Montanino 


 
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